Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

 La perdita del posto di lavoro, la modifica delle condizioni economiche e lavorative, in un periodo di crisi, è uno degli scenari possibili. Ecco perché occorre sempre conoscere come barcamenarsi nel rapporto con i creditori.

Immaginate di aver acceso un mutuo qualche anno fa e di essere adesso nelle condizioni di non riuscire a rimborsare completamente le rate. Il consiglio che danno gli esperti è di non abbattersi subito ma imparare a capire le opportunità che si hanno di fronte.

Richiesta mutui in calo del 42%

Se per esempio c’è una prospettiva di miglioramento all’orizzonte, potrebbe essere vantaggioso chiedere soltanto di posticipare il pagamento delle rate, aggiungendo all’importo previsto dal piano di rimborso, gli interessi di mora.

Avere un consulente di riferimento nella banca, per esplicitare le proprie esigenze, aiuta nell’evitare l’iscrizione nel famoso registro dei cattivi pagatori. Una segnalazione al Crif, infatti, sbarra al debitore tutte le porte del credito.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Si potrebbe essere però nella condizione di non avere prospettive migliori nel cassetto e allora l’alternativa è contenuta nella moratoria, una disposizione di carattere nazionale che consente alle famiglie di sospendere il finanziamento, rinegoziando, se possibile, le condizioni del mutuo. In questo caso si può ottenere la sospensione, senza segnalazione al Crif, per un periodo che non deve superare i 18 mesi lungo tutto l’arco del piano d’ammortamento.

Per il Fmi l’Italia può tornare a crescere

 La speranza che l’Italia possa tornare a crescere e ad essere un paese competitivo, al pari dei suoi colleghi europei, è ben riposta, e lo conferma anche l’autorevole voce del Fondo Monetario Internazionale.

L’Italia può crescere, anche di tanto. Secondo lo studio condotto dal FMI, infatti, il prodotto interno lordo del paese può arrivare a toccare 5,7% sul medio periodo e 10,5% sul lungo percorso. Ma, per riuscirci, è necessario che siano messe in atto delle riforme strutturali e del mercato del lavoro.

Tagliate le stime di crescita per l’Italia

E’ inoltre di fondamentale importanza che venga riformato anche il fisco, in modo da poter alleggerire la pressione sulle imprese con la riduzione delle imposte dirette e con l’aumento di quelle indirette, se si vuole arrivare a raggiungere un tasso di crescita ancora più alto, stimato dell’8,6% dopo 5 anni e al 21,9% nel lungo periodo.

Le riforme, quelle finora attuate e quelle che verranno in futuro, devono essere atte a contrastare i tre fattori di debolezza economica del nostro paeseconcorrenza limitata, rigidità del mercato del lavoro e inefficienza dei servizi pubblici.

Fmi rivede stime di crescita del pil globale

Quindi, si dovrà dare il via a nuove liberalizzazioni, all’abbassamento dei costi per le imprese del settore energetico e provvedimenti mirati per eliminare la precarietà del lavoro.

Gli evasori vogliono bloccare il Redditometro

 Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, non ha dubbi: esiste un ‘partito degli evasori‘ che sta facendo in modo che il Redditometro non vada in porto.

Il fisco contro l’evasione spudorata

In effetti le polemiche su questo strumento di cui si sta dotando l’Agenzia -in grado di stanare incongruenze tra i redditi dichiarati e le spese sostenute– sta sollevando un vespaio e, secondo quanto detto dal presidente a Firenze durante un convegno organizzato dalla Cna, se l’Agenzia tenta di fare un passo avanti vengono posti dei dubbi che stanno, di fatto, scatenando paura e preoccupazione in quei contribuenti che pagano regolarmente quanto dovuto.

Funzionamento del Redditometro

Ma, sottolinea, si tratta di dubbi e paure che non hanno ragione di esistere: il Redditometro non mette in discussione quanto fa ogni singolo cittadino, ma il suo compito è solamente quello di rilevare delle anomalie. Per questo motivo i contribuenti onesti non hanno nulla da temere.

Redditometro: chiarimenti 

Altra rassicurazione arriva dai numeri dati da Befera. Il redditometro non è uno strumento di controllo, non saranno passati al vaglio tutti i profili dei contribuenti, ma solo di quelli in cui è stato rilevato il problema, che, su un totale di quaranta milioni di contribuenti, i controlli saranno per trentacinque-quarantamila.

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

 Mario Draghi al WEF non solo si è scagliato contro il governo Monti, ma nel suo intervento a Davos ha anche parlato di quanto la Banca da lui governata abbia fatto per aiutare i paesi dell’Eurozona a uscire dalla drammatica situazione economica in cui ci troviamo.

Monti e Bersani: è polemica al WEF sugli esodati

Per il presidente della BCE, infatti, il 29012 è stato un anno in cui la moneta unica ha fatto da protagonista e di come abbia riguadagnato terreno, anche grazie agli interventi mirati fatti dal suo istituto. Ma non è finita, la crisi è ancora presente, ma già a partire dalla seconda metà dell’anno sarà possibile vedere i primi segni di miglioramento.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Ora, però, dopo il tanto lavoro fatto dalla Banca Centrale Europea per evitare problemi drammatici, come i tagli ai tassi e le iniezioni di liquidità per gli istituti bancari in difficoltà, la palla passa in mano ai singoli paesi, perché proseguano la strada del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali.

World Economic Forum Outlook 2013

Mario Draghi ha colto l’occasione anche per definire la sua opinione per quanto riguarda la supervisione bancaria: i paesi coinvolti non devono agire come singoli, ma in sinergia con tutti gli altri e con il supervisore centrale che sarà, appunto, la Banca Centrale Europea.

Fiom non firma accordo Fiat Melfi

 Fiat e tutti i sindacati, eccezion fatta per la Fiom, hanno stipulato un accordo a Melfi al fine di procedere con la ristrutturazione dell’impianto. Da Torino hanno confermato investimenti di un miliardo destinati alla produzione dei 2 nuovi modelli a partire dal 2014, nonché per la produzione della Grande Punto. In questo lasso di tempo ci sarà un periodo di cassa integrazione straordinaria a turno tra gli operai.

La soddisfazione dei Sindacati

I Sindacati (Rsa di Stabilimento e le segreterie regionali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Acqf)  considerano importante l’intesa appena trovata, poiché contempla la costanza produttiva della Grande Punto, stabilisce la ristrutturazione con nuovi investimenti per lo stabilimento e fa si che i lavoratori legati all’azienda siano ancora in organico malgrado la crisi del settore automobilistico.

Da ultimo, l’intesa secondo i Sindacati fornisce le prospettive per realizzare nuovi modelli potenzialmente pronti per il mercato mondiale, creando nuove prospettive per la Lucania.

L’impegno di Fiat

Da par suo Fiat, nella persona del presidente John Elkann, ha dichiarato nuovamente che  il Lingotto gradisce condizioni per poter operare nel migliore dei modi in Italia e nel resto del mondo. Elkann si è inoltre soffermato sui rapporti con i governi del nostro Paese, considerandoli degli interlocutori dai quali Fiat non ha ricevuto alcun aiuto negli ultimi dieci anni. Elkann ritiene comunque il dialogo tra azienda ed esecutivi costruttivo, ma non crede di avere bisogno di aiuti, ragion per cui non li chiede neanche.

Draghi al WEF si scaglia contro il governo Monti

 Al World Economic Forum di Davos si sono riuniti tutti i più grandi economisti ed esperti di finanza mondiali, tra i quali c’era anche Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea. Oltre a parlare dell’euro e dell’anno appena trascorso in Europa, il presidente della BCE ne ha approfittato per dire la sua anche riguardo alla situazione italiana.

Mario Monti al WEF: polemica con Bersani sugli esodati

Una stoccata ben direzionata è arrivata direttamente a Mario Monti e alle sue scelte. Secondo Draghi l’economia italiana necessita di una riduzione sostanziosa della pressione fiscale che ora, soprattutto dopo le manovre fatte nel corso dello scorso anno dal governo tecnico, grava in modo pesante su imprese e famiglie. Solo in questo modo sarà possibile uscire fuori dalla crisi e far crescere l’economia.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Draghi ha parlato riferendo anche della situazione degli indicatori economici: l’Italia ha riconquistato fiducia, grazie anche a quanto fatto fino ad ora, ma è arrivato il momento di fare le riforme per il sostegno e il rilancio dell’economia reale, cosa che ancora non è stata fatta.

Secondo Mario Draghi, quindi:

I paesi devono proseguire sia il consolidamento fiscale sia le riforme strutturali, che aumentano competitività e creano posti di lavoro e crescita. Se i governi dei paesi dell’area euro riusciranno a perseverare su risanamento dei conti pubblici e riforme strutturali dell’economia, le politiche della Bce favorevoli alla crescita finiranno per trasmettersi all’economia reale.

In sostanza il presidente si è schierato contro Monti e, dato che ora il premier uscente ha deciso di salire in politica, anche contro la sua lista.

Chiuse mille imprese al giorno nel 2012

 Le aziende chiudono e quelle che vengono aperte sono sempre meno. Facile dire che è colpa della crisi. Banale e scontato. Il problema è che è quasi impensabile sapere che nel 2012 ne sono state chiuse ben 1000 al giorno. Una ogni minuto e mezzo. Facendo un calcolo, c’è da mettersi le mani nei capelli.

Il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, interviene sulla questione dichiarando che il tempo è finito e che a breve la politica tornerà ad avere le redini del Paese.

Per il Presidente di Unioncamere, il primo obiettivo in lista deve essere la rimessa al centro dell’attenzione dell’impresa. Il lavoro prima di tutto, in altri termini.

Come si fa? Occorre ridurre la pressione fiscale, avvicinando in termini di tassi l’Italia e le economie europee più equilibrate.

Nel 2012 sono nate circa 384.000 imprese. Sono ben 7.427 in meno rispetto a quelle nate del 2011.

Hanno chiuso definitivamente le saracinesche, invece, 1000 imprese al giorno. 24.000 imprese in più rispetto al 2011.

I dati parlano da soli, al punto che non hanno bisogno di essere commentati.

Zurich assume apprendisti

 Leader nel settore dei servizi assicurativi, Zurich è una grande e solida azienda operante a livello mondiale, per un totale di circa 60.000 dipendenti all’attivo nelle sue sedi sparse per il mondo. Presente anche in Italia, Zurich ha lanciato il suo Graduate Program, un percorso di formazione e lavoro dedicato ai giovani laureati.

Per la prima tornata di assunzioni, l’azienda è alla ricerca di 15 disoccupati che saranno assunti con un regolare contratto di apprendistato della durata di tre anni. I profili ricercati sono:

– Area Assuntiva (Codice ASSUN.): richiesta laurea in Economia o Ingegneria;

– Area Liquidativa (Codice LIQUID.): richiesta laurea in Giurisprudenza o Economia;

– Area Finance (Codice FINAN.): richiesta laurea in Economia;

– Area Attuariale (Codice ATTUA.): richiesta laurea in Scienze Statistiche e Attuariali, Matematica o Fisica;

– Area Commerciale 1 (Codice COMM1.): richiesta laurea in Economia;

– Area Commerciale 2 (Codice COMM2.): richiesta laurea in Economia e breve esperienza nel ruolo;

– Altre Aree (Codice ALTRE): richiesta laurea in Economia.

Per poter partecipare alle selezioni per uno dei contratti di lavoro messi a disposizione da Zurich, oltre al titolo di studio relativo ad ogni posizione, i candidati devono avere i seguenti requisiti:

– massimo 29 anni;
– conoscenza fluente della lingua inglese
– disponibilità al trasferimento

Per l’invio delle candidature si rimanda alla pagina dedicata del sito dell’azienda. Nel caricamento del Curriculum nell’apposito form ricordare di indicare il codice di riferimento alla posizione per la quale ci si sta candidando.

Assunzioni Pfizer

 Pfizer è una delle più grandi compagnie biofarmaceutiche al mondo impegnata soprattutto nella ricerca di soluzioni alternative per il benessere.

Nata nel 1849 a Brooklyn, l’azienda è presente in Italia dal 1955 e ad oggi ha 2 sedi amministrative e 3 stabilimenti di produzione, per un totale di circa 3.000 dipendenti. Ora l’azienda è alla ricerca di personale per le sue sedi italiane, di seguito i vari profili ricercati.

Technology Manager per Aprilia (RM)

Demand Analyst per la sede amministrativa di Roma

Quality Assurance Officer per la sede produttiva di Aprilia (RM)

Pfizer Animal Health – Human Resource Lead (per tutto il territorio italiano)

Supply Planning Manager per la sede di Aprilia

ISF Division Customer Healthcare per le sedi di Torino, Alessandria, Asti, Vercelli e Biella

Assistant – Pfizer Animal Health Care per la sede di Roma

Per tutte le informazioni sulle posizioni aperte, i requisiti per la candidatura per ogni tipologia di profilo ricercata e per l’invio della propria candidatura, l’azienda mette a disposizione la pagina Offerte del suo sito.

Codacons lancia allarme per crollo consumi alimentari

 Un nuovo allarme arriva dalla Codacons che riflette sui dati Istat circa i consumi alimentari degli italiani. Secondo quanto riportato dall’Istituto di Statistica, infatti, le vendite al dettaglio per il mese di novembre hanno fatto registrare un ulteriore calo (0,4% rispetto ad ottobre) che porta il trend su base annua fino a -3,1% in confronto al 2011.

Dati Confcommercio su redditi e consumi

Il Codacons parla di una situazione drammatica per una larga fetta delle famiglie italiane che, sotto una pressione fiscale sempre più alta e la conseguente perdita del potere di acquisto, stanno disertando i supermercati. E’ questo il problema principale, quello, cioè, del crollo della spesa degli italiani nel settore alimentare che  registra un crollo del 2%. In questa percentuale è compreso anche l’andamento dell’inflazione, ragione per cui la perdita reale potrebbe attestarsi intorno al 4%.

La spending review dei cittadini europei

A mettere maggiormente in allarme il Codacons, inoltre, la perdita che registrata da supermercati e ipermercati i quali anche in condizioni di crisi, grazie alla possibilità di applicare prezzi vantaggiosi, riescono a resistere. Ma così non è stato  e per il 2012 è stato segnalato un calo tendenziale del 2,6%.

Insomma, i consumi degli italiani sono tornati a quelli del dopoguerra, ragione per cui

occorre che le istituzioni pubbliche prendano atto della realtà in cui vivono gli italiani e vi si adeguino.