Il nuovo ISEE sarà più efficace

 Il riccometro è uno strumento senz’altro efficace per stanare chi dichiara meno di quanto guadagna e, in virtù delle dichiarazioni mendaci, ottiene poi delle corsie preferenziali per l’accesso ai servizi sociali. Lo strumento in questione, adesso, si fa più completo ed efficace, grazie alla collaborazione tra INPS ed Agenzia delle Entrate.

Il conto base per le operazioni “limitate”

L’Istituto nazionale di previdenza sociale, infatti, gestisce il database degli ISEE dei cittadini italiani e quindi potrà tenere sotto controllo il reddito e il patrimonio dei contribuenti, in relazione alla composizione del nucleo famigliare. Sono questi, infatti, i tre elementi alla base dell’Indice della situazione economica equivalente (ISEE).

Si parla di nuovo ISEE ma in realtà è atteso per oggi il via libera del Consiglio di Stato che deve autorizzare anche il recepimento di una sentenza della Consulta che ha come obiettivo quello di arricchire le informazioni a disposizione dell’INPS.

Il fisco contro l’evasione spudorata

Il sistema informativo, che attualmente prevede soltanto la consultazione delle dichiarazioni ISEE presentate tramite l’INPS, sarà completato dall’integrazione con le altre banche dati che a livello nazionale contengono i dati ISEE delle famiglie italiane.

A livello operativo è disposto che i Comuni, i CAF, le amministrazioni centrali inviano telematicamente, entro 4 giorni dalla richiesta, le dichiarazioni sostitutive uniche che sono fondamentali per il rilascio dell’ISEE. L’indicatore, allora metterà insieme le autodichiarazioni dei cittadini, gli elementi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e le informazioni presenti negli archivi INPS.

Online il 730/2013 in versione definitiva

 Il 730/2013 è un modello di dichiarazione dei redditi valido soprattutto per chi ha dei redditi da lavoro dipendente o la cui fonte di reddito è un assegno pensionistico. Il modello 730 deve essere presentato entro il 30 aprile 2013 se si decise di avvalersi dell’aiuto di un sostituto d’imposta, oppure deve essere presentato entro il 31 maggio nel caso in cui si faccia affidamento su un CAF o su un professionista abilitato.

La prima scadenza sul 730 è oggi

Le due novità più importanti riguardano l’IMU: l’IRPEF e gli addizionali sul reddito dominicale dei terreni non affittati e sul reddito dei fabbricati non locati non deve essere più pagata perché sostituita dall’IMU e devono essere pagati gli addizionali se l’immobile è esente da IMU.

L’imposta municipale è trattata nel Quadro I del modello di dichiarazione.

Altre novità, non le elencheremo tutte, riguardano le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio e per gli interventi finalizzati al risparmio energetico. Nel primo caso, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 è prevista una detrazione d’imposta del 50% per una spesa massima complessiva di 96.000 euro. In più è stata prorogata fino al 30 giugno 2013 anche la deduzione del 55% per gli interventi di risparmio energetico, compresa la sostituzione degli scaldabagni vecchio stampo con quelli a pompa di calore.

Bozza del 730/2013 online

La risposta di Monti al Financial Times

 Il mercato delle opzioni binarie, in questi giorni, non si può certo dire che attraversi un momento di quiete visto che sono tante le pubblicazioni e gli episodi che minano ed incidono sulle considerazioni dei vari paesi.

test elezioni per Piazza Affari.

Ad intaccare la visione idilliaca del governo uscente, però, dopo il rientro in corsa di Mario Monti, ci ha pensato il Financial Times che ha un po’ spiegato perché non è tutto oro quel che luccica.


Monti, alle accuse di essere inadeguato a guidare l’Italia del futuro, risponde con un invito ai suoi competitor a presentare proposte maggiormente adatte al rilancio dell’economia italiana.

Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

MPS zavorrata dalla questione derivati. Dopo la scelta di Mussari di dimettersi, il titolo dell’istituto di credito senese ha iniziato a perdere quota ed ha zavorrato Piazza Affari. La borsa di Milano chiude ancora una volta in territorio negativo e   tutti additano le performance dei titoli bancari.

Ma di quanti soldi stiamo parlando? Alla fine, al di là del concetto di crisi legato all’istituto di credito italiano, in ballo c’è un bel gruzzoletto. Il titolo Monte dei Paschi, partiamo dalle performance di ieri, in un giorno soltanto è riuscito a bruciare qualcosa come 267 milioni di euro.

E’ facile dire che le azioni MPS sono state il peggior blue chip del listino nazionale. In termini percentuali il crollo del Monte di Paschi si è sostanziato in una perdita dell’8,43 per cento con un calo fino a 0,2541. Piazza Affari, visto l’andamento del titolo, ha deciso di prendere le distanze. In che modo?

► Scandalo Mps nel giorno dell’incontro con il Fmi

Sottolineando che sull’affare derivati ci sono ancora troppe cose da chiarire e se la vicenda non convince gli investitori, vuol dire che bisogna puntare sulla chiarezza. Il fatto è che il nuovo management si sarebbe accorto del problema con i derivati ad ottobre, senza poi annunciare il problema nel report del 14 novembre. Adesso, la banca vorrebbe circa 500 milioni di Monti-Bond ma il mercato non è disposto a prendersi il rischio.

 

Le scelte della BoJ fanno arrabbiare la Germania

 Quella che sembra delinearsi nel mercato ForEX è una vera guerra valutaria, soprattutto in considerazioni delle reazioni tedesche alla scelta della Banca del Giappone di confermare la politica di allentamento monetario.

BoJ e governo discutono della crescita

La Bank of Japan, in realtà, ha scelto soltanto di allentare la pressione sull’inflazione, ma questa decisione è stata mal digerita dalla Germania e il direttore della Bundesbank è intervenuto in prima persona per annunciare che la svalutazione dello yen è da considerare una minaccia che potrebbe ridurre l’indipendenza e l’autonomia delle banche centrali di tutto il mondo. Insomma, la Germania sembra disposta a lottare per mantenere vivo più che mai l’euro.

Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Tokyo ha deciso di deprezzare la moneta locale al fine di rilanciare l’economia e gli investimenti nel paese. Una cosa simile è già stata fatta dagli Stati Uniti per il dollaro della Cina per lo yuan. A questo punto è l’euro che sembra rimanere nel mezzo, è troppo forte e deve fare i conti con l’export dimezzato. 

La BCE, adesso, dovrà tenere in considerazione le scelte delle varie banche centrali, compresa la politica della Bank of Japan in merito allo yen. Secondo il direttore della Bundesbank ci sono tutti i presupposti per l’inizio di una vera guerra tra le valute, scandita dalla competizione tra le banche centrali, che potrebbe determinare una nuova crisi, anche più pesante di quella in atto.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal Regno Unito

il mappamondo economico del 2050 ma qualche previsione di breve termine la possiamo fare ugualmente.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

Il Regno Unito, in queste settimana, è alle prese con la pubblicazione di numerosi indici. Sicuramente ci saranno tre rilasci di tre versioni del rapporto sul PIL. Il primo documento sarà una stima preliminare, poi ci sarà le versione rivista dell’indice e in un terzo momento il PIL finale.

A livello di impatto sul mercato valutario il PIL preliminare sarà quello maggiormente incidente sull’andamento dei prezzi, perché offrirà comunque una visione sintetica di quel che sta accadendo all’economia del paese.

In più, il 25 gennaio, ci sarà il rilascio del rapporto sull’economia inglese da parte del National Institute of Economic and Social Research (NSIER) che parla di una contrazione dello 0,3 per cento del PIL del Regno Unito durante l’ultimo trimestre del 2012.

A dicembre, inoltre sono scese le vendite al dettaglio ed è rallentata la produzione industriale. Il PMI costruzioni, in più, è stato rivisto al ribasso.

La relazione tra debito pubblico e crescita economica

 L’abbiamo sentito dire tante di quelle volte che quasi non ci facciamo più caso: se non si risanano i conti, se non si mette una pezza al debito pubblico, la ripresa economica sarà lenta e non è detto che si venga fuori dal tunnel. In un discorso del genere si stabilisce un legame diretto tra debito e crescita ma non tutti sono d’accordo sulla linearità del legame.

Anzi, un articolo pubblicato da Voxeu.org, con l’analisi di Ugo Panizza e Andrea F. Presbitero, dimostra che non c’è invece un nesso di causalità tra l’incremento del debito pubblico e la frenata della crescita economica.

Tagliate le stime di crescita sull’Italia

La credenza comune è che i paesi che hanno un alto debito pubblico, facciano anche fatica a crescere in termini economici. Assecondando questa logica, i governi, hanno trovato una giustificazione plausibile alle misure di austerità per la popolazione.

Quattro rischi dell’economia secondo Roubini

Si può certamente partire dall’idea che c’è una correlazione negativa tra debito e crescita ma il debito non ha effetti causali sulla crescita. Prendendo per vera l’analisi dei due esperti italiani, si devono poi riconsiderare tutte le scelte in materia di politica fiscale. L’invito è quindi a non usare il rapporto tra debito e crescita come strumento a sostegno del consolidamento fiscale.

Tagliate le stime di crescita sull’Italia

I dati di Bankitalia sugli investimenti sono stati in contrasto con la visione della BCE.

► La BCE contro Bankitalia sugli investitori

Adesso, come un fulmine a ciel sereno, o quasi, arriva il parere di un altro organismo internazionale: il Fondo Monetario. Il FMI ha tagliato le stime di crescita del nostro paese, prendendo spunto dal report Eursostat ed ha ribadito che l’Italia avrà un calo dell’1 per cento del PIL come preannunciato anche da Bankitalia.

Secondo l’Eurostat, in tutto il Vecchio Continente, il debito pubblico resterà fermo al 90 per cento del PIL, come nel terzo trimestre del 2012. Questo non esclude che nei mercati finanziari ci sia ottimismo e che questo atteggiamento faccia bene alla vitalità degli scambi. Il fatto è che in generale i rischi sono diminuiti, ma non bisogna fare l’errore di illudersi.

► Nella crescita del paese ci crede soltanto il 16% degli italiani

La ripresa economica è nell’aria, per il nostro paese e per tutta l’Europa, ma sarà una ripresa lenta a fronte delle numerose sfide che i vari stati dovranno affrontare, quindi la ripartenza vera e propria è da posticipare al 2014.

Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

 Il calendario economico odierno è scandito dalla pubblicazione di numerosi documenti che, per il loro impatto sull’andamento delle valute, possono essere considerati dei veri market mover. A livello extraeuropeo c’è sicuramente da tenere d’occhio la pubblicazione settimanale delle richieste di sussidi per la disoccupazione in America. E per l’Europa?

La crisi dell’Eurozona sul viale del tramonto

Nel Vecchio Continente, l’attenzione è tutta concentrata sugli indici PMI manifatturieri e dei servizi, rilasciati con riferimento alla Francia e alla Germania. L’indice PMI manifatturiero francese è dato leggermente in rialzo, fino a quota 44,9, ma non si è ancora fuori dalla zona rossa della contrazione. Per la Germania la lettura dello stesso indice è data in rialzo ma in fin dei conti la situazione complessiva della zona Euro resta piuttosto stabile.

L’indice PMI della zona euro

L’indice PMI dei servizi, sempre con riferimento alla Francia e alla Germania, dovrebbe subire un leggero incremento nel primo paese, restare stabile per la Germania, mentre, nel resto dell’Europa si potrebbe definire un trend di crescita. In genere, ricordano gli analisti, le letture al di sopra delle aspettative possono generare un trend rialzista dell’euro.

A completare il quadro delle pubblicazioni dell’Eurozona ci saranno poi altri quattro elementi: i dati sulla disoccupazione in Spagna, prevista in aumento di 0,2 punti; i dati sulle vendite al dettaglio nel nostro Paese, dati in recupero dopo la precedente lettura negativa; la bilancia dei pagamenti della zona euro e il business climate elaborato dal Belgio.

Non solo i ricchi nel mirino del ReddiTest

 I provvedimenti sul nuovo Redditometro, che sarà attivo da marzo 2013, tengono quota. L’Agenzia delle Entrate ha dato un paio di esempi di natura reale, fornendo cioè dati e posizioni esistenti negli archivi dell’anagrafe tributaria e nel database del Fisco, per precisare chi finirà nel mirino dello strumento. Non solo i ricchi saranno l’oggetto delle inchieste.

Urge fare chiarezza, a scanso di equivoci. Così, Marco Di Capua, vicedirettore dell’Ente ha affermato: “E’ l’evasione da sciacalli che vogliamo combattere”. Inoltre, Di Capua, ha dichiarato che “non è scandaloso il redditometro ma sono scandalosi i 120 miliardi di evasione che si verificano”. Alcune manifestazioni di capacità contributiva sono a rischio illegalità.

Un esempio, fatto da Di Capua, è quello di un contribuente che quattro anni fa ha dichiarato redditi familiari per complessivi 17 miliardi, due figli a carico, un mutuo di 9.000 euro annui per l’abitazione principale, il possesso di un’auto e due moto, la partecipazione come socio unico di una società che ha dichiarato redditi per 820 euro e un investimento su un prodotto finanziario (assicurazione sulla vita) per 250.000 euro.

“Non una crociata contro la ricchezza”

Di Capua, cifre alla mano, afferma che il Redditometro non è soltanto una battaglia contro i più ricchi. Il nuovo strumento è soltanto atto a misurare la corrispondenza tra reddito dichiarato e entità della spesa (reddito consumato).

Chiudendo il suo intervento, Di Capua ha affermato che “Se un cittadino spende 100.000 euro in oro o carta igienica per noi è la stessa cosa. L’importante è che dimostri di avere un reddito tale da sostenere e supportare questa spesa”.