Aumento conto corrente

 Attivata la commissione per saldare il mutuo. È una spesa che si deve alla banca per pagare la rata mensile del finanziamento immobiliare, la quale in precedenza non c’era, mentre da adesso viene richiesta quasi in tutti gli istitui. La cifra in media si aggira intorno all’euro e mezzo, ma può raggiungere fino a 2,75 euro.

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Si tratta di una delle novità di fine 2012, che i risparmiatori possono scoprire sull’estratto conto di riepilogo di dicembre.

CATTIVE NOTIZIE

Ma ci sono anche altre brutte notizie, in confronto all’anno precedente.

In primo luogo c’è da parlare del peso della neonata commissione d’istruttoria veloce sugli sconfini, che può raggiungere quota 50 euro al mese (se andate in rosso oltre i 500 euro per più di una settimana).

Grilli auspica riduzione tasse

Occorre poi menzionare l’aumento di quasi tutte le spese bancarie nell’anno in cui la crisi è diventata profonda: si va dal canone della carta di credito al pagamento delle bollette.

AUMENTO

In due anni le commissioni bancarie hanno subito un incremento, giungendo a incidere sull’estratto conto di dicembre per 217,20 euro nel mese, rispetto ai 159,29 euro di fine 2010: parliamo dunque di un considerevole +36%.

Grilli auspica riduzione tasse

Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha indicato la via per la riduzione delle tasse all’Europarlamento, considerandola una vera e propria necessità.

L’auspicio del Ministro dell’Economia del nostro Paese è questo.

Oltretutto, Grilli ha aggiunto che è fondamentale revisionare la spesa pubblica. Un tale obiettivo deve essere perseguito dal Governo italiano che verrà.

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Le indicazioni di Grilli sono giunte durante un’audizione tenuta dallo stesso a Bruxelles, dinanzi alla Commissione economica dell’Ue.

Grilli si è poi soffermato sulla leva fiscale utilizzata dall’esecutivo tecnico presieduto da Mario Monti. Secondo Grilli tale leva è stata usata più del dovuto. Le misure di Austerity, però, erano inevitabili al fine di risanare la credibilità dell’Italia.

Con ciò Grilli non ha inteso dire che l’Italia non sa che il settore pubblico deve essere ridimensionato per un calo delle tasse.

In definitiva, la guardia resta molto alta, dalle parti di Palazzo Chigi così come dalle parti di Bruxelles.

Sono giorni di transizione, in vista delle prossime elezioni e i tecnici stanno trovando tutte le soluzioni possibili per avviare nuove riforme e rendere più digeribili le vecchie e le nuove imposte sul conto dei contribuenti.

Modalità di utilizzo, scadenze e sanzioni per i voucher lavoro occasionale

 La riforma del lavoro ha portato degli importanti cambiamenti per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni lavoro voucher, lo strumento di pagamento utilizzato per retribuire i lavoratori occasionale con collaborazione di tipo accessorio, che, per essere validi, dovranno essere orari, numerati progressivamente e datati e utilizzati al massimo entra 30 giorni dall’acquisto.

Tutto ha inizio con la riforma del lavoro accessorio arrivata con la legge n. 92 del 2012. Secondo la nuova normativa, a partire dal 18 luglio 2012 in poi, salvo alcuni casi specifici, il lavoro occasionale di tipo accessorio potrà essere utilizzato per tutti i tutti i settori produttivi, sempre che però sia rispettato il limite quantitativo previsto dalla riforma, di 5.000 euro di compenso sulla totalità dei committenti nel corso di un anno solare.

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Per chiarire ulteriormente la questione il Ministero del lavoro ha rilasciato una circolare, la n. 4 del 2013, con la quale si stabiliscono i limiti e le sanzioni per l’utilizzo dei voucher per il pagamento di questa tipologia di prestazioni.

Limiti e sanzioni per prestazioni che eccedono i 5.00 0 euro

Nel caso in cui, infatti, il datore di lavoro utilizzi voucher per una somma complessiva superiore al limite prefissato dei 5.000 euro (che si riducono a 2.000 se il committente è imprenditore commerciale e professionista), il lavoro svolto non potrà più essere considerato come accessorio ma sarà trasformato in rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con l’applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative per il datore di lavoro che non ha rispettato il limite.

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Scadenza e sanzioni previste per l’utilizzo dei buoni voucher oltre il 30° giorno

Ulteriore novità per le scadenze dei voucher: oltre a dover essere orari, datati e numerati, i buoni lavoro dovranno essere utilizzati entro e non oltre il 30° giorno dal loro acquisto, termine oltre il quale scatta il lavoro nero, con le relative sanzioni, perché, come recita la circolare

la prestazione stessa sarà da ritenersi quale prestazione di fatto, non censita preventivamente e pertanto da considerarsi “in nero”.

Le sanzioni, in questo caso, partono da 1.500 euro per arrivare fino a 2.000 euro.

Sono due le interpretazioni possibili al limite di utilizzo dei buoni lavoro fissato al 30° giorno dalla data di acquisto. La prima considera i tempi di comunicazione per le imprese che devono dare preventivamente notifica dell’intenzione di utilizzare i voucher per il lavoro accessorio: la durata di trenta giorni permette una maggiore flessibilità nell’utilizzo del voucher, che sia in formato cartaceo o in quello telematico.

La seconda interpretazione, invece, è più restrittiva e

renderebbe assai difficile e oltremodo oneroso per il committente formalizzare preventivamente le singole giornate e le quantità di voucher da attribuire ad ogni lavoratore, in particolare in alcuni settori ove la effettuazione e la quantificazione della prestazione è condizionata da fattori esterni, anche di carattere climatico, di difficile prevedibilità.

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Limiti e sanzioni previste per durata della prestazione

La circolare n. 4/2013 prevede inoltre che il datore di lavoro può incorrere in sanzioni anche nel caso in cui la durata della prestazione resa dal dipendente occasionale sia eccedente il limite orario prefissato dai voucher. In questo caso, gli ispettori del ministero dovranno accertarsi dell’effettiva corrispondenza tra la quantità di ore lavorate dal dipendente e i buoni lavoro utilizzati per il pagamento.

 

 

L’illecito nella cessione dei beni donati

 Una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 449 del 10 gennaio, è intervenuta sulla cessione a terzi dei terreni stabilendo che può essere considerata elusiva la cessione a terzi di un terreno che è stato ceduto poco prima da un famigliare ad un altro famigliare. L’illecito si può provare portando indizia e presunzioni che dimostrino la simulazione del contratto.

Siccome la materia in termini di cessioni e compravendite di terreni è molto complessa e siccome anche l’Erario affronta adesso la materia con maggiore dettaglio, dopo l’inglobamento dell’Agenzia del Territorio, entriamo nel merito del fatto che ha portato al pronunciamento.

Un accertamento IRPEF è stato inviato dall’ente tributario ad un cittadino, che si era trovato coinvolto in un circuito di donazioni e compravendite sospette. In pratica un terreno era stato ceduto a terzi, dopo che lo stesso terreno era stato oggetto di una donazione di un contribuente ai propri figli.

Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

La donazione del terreno era avvenuta il 29 dicembre del 1999, poi il terreno era stato venduto il 12 maggio del 2000. Siccome non c’era stata la restituzione della caparra al promissario venditore-donante, e poiché gli attori dell’operazione erano imparentati, il Fisco ha presunto che ci fosse stata un interposizione fittizia, finalizzata all’evasione fiscale.

Il ricorso del contribuente è stato rigettato dalla Commissione tributaria provinciale.

173 milioni di euro dalle liti fiscali pendenti

Dati OCSE su occupazione

 A fianc0 dei dati Ilo sull’occupazione mondiale, sono stati pubblicati anche quelli elaborati dall’OCSE. Secondo l’Organizzazione il tasso di occupazione nel terzo trimestre del 2012 è rimasto stabile al  65% della popolazione attiva, con un lieve miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A conferma di quanto detto dall’Ilo, anche per l’OCSE i problemi maggiori si riscontrano nella zona del vecchio continente, dove, anche se il tasso di occupazione è rimasto stabile rispetto al periodo precedente, è stato evidenziato un peggioramento pari a 0,4 punti percentuali rispetto al 2011. L’Italia è uno dei paesi in cui la situazione è peggiore: il 2012 ha fatto registrare il 56,8% di occupati, performance peggiore più bassa degli ultimi cinque anni (57% nel 2011, 56,9% nel 2010, 57,5% nel 2009 e 58,8% nel 2008).

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La situazione occupazionale, invece, sembra avere avuto un trend positivo per Stati Uniti e Giappone, con un tasso di occupazione rimasto stabile al 67,1% negli Usa e con un +0,3% di occupati in Giappone.

L’OCSE ha anche evidenziato come in tutto il mondo ci sia una forte disparità nell’occupazione tra uomini e donne: il tasso di occupazione per i primi si attesta, a livello globale, al 73,1%, mentre per le seconde si ferma al 57,1%.

173 milioni di euro dalle liti fiscali pendenti

 La storia delle liti fiscali pendenti non è certo una novità visto che tutto, almeno a livello normativo, è iniziato nel 2011. Nell’articolo numero 39 del Decreto Legge numero 98 del 2011, è stato stabilito che tutte le controversie fiscali che non superavano il valore di 20 mila euro, potessero essere chiuse con il pagamento di una somma percentuale inferiore alla “multa” stabilita.

Una specie di “condono” che in effetti ha avuto una ricaduta pratica molto importante, riportando nelle casse dello stato ben 173 milioni di euro.

Banca Mondiale chiede riforme e certezze

L’attività di liquidazione delle domande di definizione delle liti fiscali minori pendenti, comprendeva il pagamento di una percentuale diversa della somma dovuta, in base allo stato del giudizio e in base alla pretesa in contestazione. L’impegno profuso dall’Agenzia delle Entrate è stato enorme poiché sotto l’esame dell’Erario ci sono finite ben 130 mila domande.

In seguito al primo controllo sono risultate regolari soltanto 119 mila istanze di cui 4500 pendenti in corte di Cassazione, 77.000 pendenti in Commissione tributaria provinciale, 33.000 pendenti in Commissione tributaria regionale e 4.500 pendenti in Commissione tributaria centrale.

Gli accordi fiscali con la Svizzera

A livello geografico l’Erario ha riportato che la Regione con il più alto numero di contenziosi aperti da esaminare è stata la Sicilia, seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Lombardia. Per le 11 mila domande scartate è stata inviata la motivazione dello scarto ai richiedenti.

Dati Ilo su occupazione mondiale

 Nel 2011 sembrava che i dati dell’occupazione mondiale fossero migliorati, ma, a guardare quanto emerge dal rapporto sui trend globali della disoccupazione negli ultimi anni elaborato dall’International Labour Organization, il trend positivo ha avuto una brusca frenata nel 2012.

L’Italia ha perso mezzo milione di posti di lavoro e sette punti di Pil

Il bilancio globale complessivo è di cinque milioni di posti di lavoro andati perduti nel quinquennio di crisi economica che l’economia mondiale sta ancora attraversando. La metà dei posti di lavoro sono andati perduti nelle economie avanzate, che solo nell’ultimo anno ne hanno persi circa 4 milioni.

Il fatto che la perdita di impiego si concentri nelle economie avanzate è un chiaro indicatore di come l’economia mondiale sia ormai totalmente interconnessa e, quindi, di come i problemi si possano contagiare velocemente da una realtà alla successiva.

Nuovi dati disoccupazione dalla UIL

L’Ilo mette in evidenza anche un peggioramento del trend occupazionale che si protrarrà anche per tutto l’anno in corso, con una ulteriore emorragia di posti di lavoro di 5,1 (si arriverà così ad un totale di 202 milioni di persone nel mondo senza un impiego) ai quali se ne dovranno aggiungere altri 3 milioni previsti per il 2014. Qual è la causa di tutto questo?

L’allarme dell’UE sulla povertà

Per l’Ilo ad incidere negativamente sulle possibilità occupazionali sono state le tante misure di austerity messe in campo da vari governi che, se da un lato hanno avuto il pregio di migliorare le condizioni finanziarie delle amministrazioni, dall’altro hanno portato ad una contrazione della domanda aggregata. Il problema è

l’incoerenza tra le politiche monetarie (accomodanti) e le politiche fiscali (restrittive) adottate in vari paesi e un approccio disorganico alla risoluzione dei problemi dei settore finanziario e del debito sovrano, specie in Europa, hanno contribuito ad aumentare l’incertezza dell’outlook globale.

 

Monti e il diverbio con il Financial Times

 Mario Monti, dall’essere premier di un governo tecnico, è diventato poi il candidato privilegiato per la corsa a Palazzo Chigi. Ha ingaggiato una campagna elettorale molto seria in cui ha affrontato i temi cruciali per le sorti del nostro paese, partendo proprio dal redditometro e dalle tasse.

A livello europeo ed internazionale, senza entrare nel merito delle riforme del gabinetto tecnico e delle proposte per il futuro, quindi senza considerare il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti, al premier uscente si riconosce il merito di aver ridonato credibilità all’Italia.

Le opinioni della stampa internazionale, in tal senso, sono sempre state molto positive, fino a quando, il Financial Times ha commentato in modo molto severo l’operato del professore. L’editorialista Wolfang Munchau ha accusato Monti di aver privilegiato la definizione delle misure di austerità, rispetto alla definizione degli stimoli per la crescita.

Le risposte e i consumi dei cittadini europei di fronte alla crisi

In pratica Monti non avrebbe previsto in modo accurato gli effetti del rigore introdotto nell’economia italiana, senza peraltro lasciare agli italiani la scelta delle tre alternative possibili: restare nell’euro e proseguire con i necessari aggiustamenti economici, oppure rimanere nell’euro e condividere gli aggiustamenti economici con gli altri paesi debitori, abbandonare la moneta unica del Vecchio Continente.

Gli italiani, così, si sono ritrovati ad aspettare “momenti migliori” scegliendo per forza la permanenza nell’euro e gli aggiustamenti richiesti.

I fattori determinanti per le borse del 2013

 Ci sono almeno cinque elementi, cinque fattori, che possono influire pesantemente sull’andamento delle borse nel 2013. E’ inutile ribadire che il primo caso da prendere in considerazione sono gli Stati Uniti che nel breve termine potrebbero trovarsi di nuovo davanti al baratro fiscale.

Il rischio di default per il paese è molto basso, lo ripetono tutti, ma è anche vero che Obama ha ancora sullo stomaco le richieste di modifica del tetto del debito.

Il discorso di insediamento del presidente Obama

Se il problema economico riguardasse soltanto l’America, probabilmente, si potrebbe parlare di “questione chiusa”, mentre il problema è che ci sono numerosi casi aperti di crisi del debito, anche in Europa. Quindi, potenzialmente, si potrebbe avere uno shock economico in diverse aree del mondo. La Deutsche Bank stessa parla di un calo del PIL europeo, nel 2013, pari allo 0,3%.

Molto interessante sarà anche considerare quel che succederà in Germania. Il fortino tedesco, considerato per anni baluardo dell’europeismo, adesso è stato messo in crisi dai dati sulla produzione industriale, dai dati sulla produzione manifatturiera e non solo.

Recessione europea 2013

La Germania ha di recente stabilito che nel 2013 riparte dall’oro e quindi riporterà in patria molte riserve auree depositate nelle banche estere, soprattutto francesi. Siamo davanti ad una dichiarazione di crisi? Probabilmente sì, se il paese deve proteggersi con un bene rifugio, attaccando al contempo il suo alter ego economico numero uno.

Per il ministro Grilli si devono ridurre le tasse

fuori dalla recessione da aprile in poi. 

Se si riduce ancora lo spread o se i nostri titoli di stato ritrovano il fascino perduto tra gli investitori, il cittadino normale, senza un portafoglio d’investimenti, non sa in effetti di cosa gioire, ma Grilli, nel suo intervento europeo, prende di petto una questione cruciale per il paese: le tasse.

Strategie di riduzione della tasse

Secondo il nostro ministro, la riduzione delle imposte, in Italia, è un’esigenza e non va assecondata da sola ma nel rispetto degli impegni presi riguardo la spesa pubblica, da ridurre assolutamente.

Il prossimo governo, quindi dovrà sicuramente operare per la revisione della spesa pubblica e sicuramente dovrà mettere in campo una serie di manovre di austerità, ma questo non vuol dire che dovrà aumentare lo sforzo economico dei cittadini, anzi.

Con la riduzione degli sprechi e della spesa pubblica si dovrà poi procedere alla riduzione corrispondente della pressione fiscale sui cittadini. Per esempio l’IMU, tanto odiata e reintrodotta dal premier Mario Monti: la tassa sugli immobili, dietro indicazione delle autorità europee che hanno indicato come deve essere migliorata l’IMU, andrà estesa a tutti ma ridimensionata nell’aliquota e calibrata sugli sconti.