Il fascino del Portogallo colpisce ancora

 Il Portogallo non è ancora un paese del tutto affidabile per gli investitori e a dire la verità, i dati pubblicati dal governo di Lisbona, dimostrano che il paese non ha ancora raggiunto i livelli di sviluppo che si era prefissato. Eppure questo non vuol dire che non ci siano segnali di miglioramento, anzi.

► Paesi in crescita nel 2013

Gli investitori, in autonomia, hanno ricominciato a puntare gli occhi sul Portogallo perché è vero che il ciclo produttivo non mostra i segnali sperati, ma è anche vero che la popolazione ha reagito molto bene alle manovre di austerity propose e il rischio di andare a portare capitali a Lisbona, è diminuito.

Quello che sta succedendo in Portogallo è molto simile a quello che sta succedendo anche in Italia, solo che il Portogallo, tempo fa, ha chiesto aiuto all’Europa ed ora deve rispettare degli impegni, delle scadenze definite dalla Troika, prima di dire di essere uscito dalla crisi.

► Per S&P la crisi europea è finita

Il risveglio del Portogallo, di cui tanto si parla, dovrebbe svilupparsi nell’arco di almeno due anni: per il 2013 si prevede ancora una contrazione del Prodotto interno lordo dell’1,9 per cento ma, già per l’anno prossimo si potrà osservare un buon +1,3% del Pil, sempre a patto che l’austerità non deprima la crescita.

Borse vicine ad una pausa

 Il mercato è molto oscillatorio ma attraversa anche periodi di forte stabilità che in parte deprimono gli investimenti di chi ama il rischio, in parte esaltano la voglia di guadagni di chi si costruisce a fatica un portafoglio tranquillo.

► Come fare profitti adesso sul mercato

I mercati finanziari, in questo momento, osservano con piacere e stupore la marcia verso i rialzi dei paesi occidentali e prendono atto che la sofferenza, oggi, riguarda soprattutto i mercati americani che non la smettono di essere sotto lo scatto del fiscal cliff.

Gli investitori, in questo momento, osservano che accordo Basilea III. In Italia, però, in questo momento pesano tanto anche le elezioni che con la discesa in campo di Monti, potrebbero generare un nuovo flusso di liquidità sul mercato.

Banche in crescita dopo Basilea III

Il rally di Natale, almeno per l’Italia, è stato proficuo, visto che ha riportato la borsa in territorio positivo anche se manca ancora qualcosa prima di tornare ai livelli precedenti alla crisi, agli scambi che venivano fatti nel “lontano” 2007.

I paesi emergenti possono essere un rischio

 Per i mercati, i paesi emergenti sono una risorsa ma anche un rischio e per questo, chi investe nelle opzioni binarie, deve sempre avere bene in mente la propria disponibilità di rischio. Gli analisti hanno provato ad immaginare quello che succederà a livello mondiale nel 2013, proprio considerando i paesi emergenti.

Gli investitori, in questo “nuovo mercato”, curioso di conoscere i trend “emergenti”, devono subito prendere coscienza di come funziona l’economia nei paesi che fino a questo momento non sono mai stati sotto i riflettori. E’ questo l’invito della società Eurasia Group che ha deciso di pubblicare un rapporto dei rischi del mercato.

Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

In primo luogo bisogna sgombrare la mente dalle preoccupazioni riguardo il fiscal cliff, perchè sono state individuate le cause del deficit americano e poi perché, in termini temporali, non si avrà una risposta definitiva fino a marzo. A livello europeo il piano di protezione della BCE sembra tenere, quindi tocca concentrare le energie nella comprensione dei paesi emergenti che spingono le quotazioni auree.

In primo luogo bisogna evidenziarne le caratteristiche comuni: instabilità e volatilità. In generale i paesi emergenti tendono a crescere ma questo non è sempre detto e quindi sarà necessario anche individuare i punti di rottura. Insomma la gestione del rischio, nel 2013, sarà molto elevata.

Di sicuro qualcosa è già nell’aria, per esempio il destino della Cina che sembra già avviata a diventare la prima forza mondiale, con tutti i problemi che il paese ha, tra cui, ad esempio, l’assenza della libertà di stampa.

 

Italia ha perso 7 punti di PIL e mezzo milione di posti di lavoro

 In questi anni dopo lo scoppio della crisi economica internazionale il nostro paese ha sofferto molto. Sono andati persi circa 567.000 posti di lavoro, la richiesta di cassa integrazione è aumentata di circa sette volte rispetto ai periodo precedenti. Questo è quanto emerge dei dati elaborati dall’Osservatorio della Cisl, ma tutte le maggiori istituzioni stanno esprimendo delle grandi preoccupazione e le stime ottimistiche secondo le quali nel corso del 2013 l’economa avrebbe iniziato a dare i primi segni di ripresa stanno scomparendo sotto la pressione dei dati che riguardano l’economia reale.

Nuovi dati disoccupazione dalla Uil

Anche il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha espresso delle forti preoccupazione e parla di un percorso ancora lungo e faticoso per riportare l’Italia alla performance del periodo pre-crisi, dovuto non solo alla sfavorevole congiuntura economica internazionale. In Italia, infatti, a peggiorare le condizioni ci sono anche le conseguenze di

un ventennio in cui e’ stato mangiato tutto quello che avevamo, per cui oggi il reddito pro capite e’ tornato ai livelli del ’93-’94.

Recessione europea 2013

Ed è proprio la questione occupazionale a dare le maggiori preoccupazioni. La Cisl ha confrontato i dati del 2012 su cassa integrazione e occupazione con quelli del 2008 e ne è emerso un quadro tutt’altri che roseo: nel 2012 il tasso di occupazione è del 56,9%, pari a 22.951.000 di occupati, mentre nel terzo trimestre del  2008 il tasso di occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23.518.000 persone occupate, con una maggiore penalizzazione del commercio e delle zone dell’Italia centrale.

► Sondaggio Adecco sulla riforma del lavoro

La crisi occupazionale, secondo la Cisl , è dimostrata anche dalla riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine e i collaboratori.

I terremotati hanno tempo fino al 30 aprile

 Il sisma che l’anno scorso ha colpito l’Emilia Romagna ha messo in netta difficoltà tutte le aziende del territorio che hanno subito diversi danni alle strutture e al patrimonio vedendo precipitare i loro introiti. Il Governo ha immediatamente studiato un modo per posticipare almeno gli adempimenti fiscali.

► Aiuto garantito ai terremotati danneggiati

In pratica molti dei versamenti e degli adempimenti che erano stati sospesi l’anno scorso con riferimento alle dichiarazioni del 2011, sono tornate e riguardano le imprese di Emilia, Veneto e Lombardia.

► Sisma maggio 2012: lavoratori mai soli

Le istruzioni per gli adempimenti erano contenute nel decreto del 21 dicembre del 2012, a cura del Ministero dell?Economia e delle Finanze. Si parla di adempienti tributari e versamenti sospesi l’anno scorso fino al 30 novembre 2012.

Adesso qualcosa dovrà essere fatta entro il 30 aprile 2013: dovranno essere “regolarizzati” gli adempimenti che inizialmente erano stati sospesi fino al 30 settembre del 2012 e che poi hanno ottenuto un prolungamento della sospensione fino al 30 novembre.

► Il contenzioso tributario per i terremotati

L’ultimo provvedimento parla del pagamento dei tributi, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, del pagamento dei premi di assicurazione obbligatoria. Le dichiarazioni, sospese e non presentate, dovranno pervenire al Fisco in via telematica, da parte dei contribuenti o attraverso gli intermediari abilitati, usando il modello relativo al periodo d’imposta di riferimento.

Siccome ci si riferisce al periodo d’imposta 2011, andranno usati i modelli 730/2012 ed Unico 2012, indicando nella casella Eventi eccezionali il codice 4.

 

A chi spettano le ritenute certificate

 Quando un contribuente si rivolge ad un sostituto d’imposta, in genere, sa che deve sempre controllarne l’operato perché la responsabilità dei documenti che il sostituto trasmette, resta a carico del contribuente. Eppure ci sono dei casi in cui questa specie di “scarica barile” non funzione.

► Con i registri introvabili è bancarotta fraudolenta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha spiegato infatti che il liquidatore di una Srl che non versa le imposte risponde al reato di dichiarazione fraudolenta, come reato imputato al liquidatore e non alla società. Questo accade anche nel caso in cui del versamento delle imposte sia stato incaricato il commercialista.

► Se la fattura è falsa non c’è alcuno sconto di pena

L’ordinanza che contiene questa spiegazione è del 7 gennaio 2013 e nasce da una sentenza in cui un liquidatore di una Srl è stato condannato alla reclusione. Il reato a lui imputato è quello di non aver versato le imposte risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituti, entro il termine ultimo della dichiarazione annuale dei sostituti d’imposta.

La Corte d’Appello ha confermato la prima sentenza ma l’accusato ha deciso di ricorrere alla Cassazione per due motivi: primo perché la sentenza sarebbe stata emessa contro di lui e non a carico dello stesso in qualità di liquidatore della società e secondo perchè non ci sarebbero responsabilità riguardo al reato da parte del sostituto d’imposta.

La Cassazione ha esattamente smontato queste due convinzioni.

Il pacchetto IVA è pronto

Ogni anno la prassi vuole che l’Agenzia delle Entrate, dopo aver presentato i modelli dichiarativi in bozza, passi alla pubblicazione dei modelli definitivi che raramente presentano delle differenze sostanziali dalle loro anticipazioni.

Il 2013 si è aperto con la nuova compilazione fatture 2013.

Finito il collaudo e trascorso qualche tempo nel web, è l’Erario stesso ad annunciare il passaggio. In questi ultimi giorni è finito il periodo di limbo per il pacchetto IVA che comprende sia i modelli che le istruzioni per IVA/2013, IVA base/2013 e IVA 26Lp/2013.

Per quanto riguarda la Comunicazione annuale dati IVA e l’IVA 74-bis sono state approvate soltanto le istruzioni perché sia i modelli che le specifiche tecniche restano quelli della versione 2012. Anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ribadito che i modelle definitivi non presentano novità essenziali con riferimento alle bozze.

► Tenete a mente le scadenze IVA

Per quanto riguarda l’IVA/2013, si specifica che deve essere usato dai soggetti passivi che autonomamente presentano la dichiarazione annuale, sia da coloro che decidono di presentarla obbligatoriamente, insieme all’UNICO 2013. In tutti e due i casi, comunque, per semplificare la dichiarazione si può anche usare il modello base, mentre il modello 26Lp è per le liquidazioni periodiche delle società controllate del gruppo.

In un secondo provvedimento si parla della Comunicazione annuale dati IVA e si specifica che serve allo Stato per capire quanto versare al bilancio comunitario e deve essere quindi presentata entro febbraio da tutti i contribuenti che fanno la dichiarazione annuale IVA.

Notizie dell’ultimo minuto per gli ex minimi

 Il nuovo regime dei minimi studiato dal governo per aiutare i lavoratori giovani o in mobilità, ha subito delle restrizioni che hanno rilegato moltissimi possessori di partita IVA in un regime fiscale che a tanti appare con un limbo: il regime degli ex minimi per il quale sono previsti benefici e agevolazioni ridotte.

Rinfreschiamoci le idee sui superminimi

Chi non ha i requisiti per aderire al nuovo regime dei minimi, dal 2012, è rientrato nei ranghi del regime agevolato. Si tratta di coloro che hanno aperto la partita IVA prima dell’inizio del 2008, di coloro che da almeno tre anni hanno iniziato l’esercizio dell’attività artistica, professionale e d’impresa, di coloro che già in precedenza svolgevano l’attività in forma di lavoro autonomo o dipendente, di coloro che hanno comunque un bilancio che supera i 30 mila euro all’anno.

Tenete a mente le scadenze IVA

Chi aderisce al regime degli ex minimi non deve più tenere le scritture contabili, è esonerato dalle liquidazioni e dai versamenti periodici dell’IVA e non deve pagare l’Irap. In questo nuovo contesto tributario ci sono però degli obblighi da rispettare: la conservazione dei documenti ricevuti ed emessi, la fatturazione e la certificazione dei corrispettivi, la comunicazione dati IVA, la dichiarazione Irpef ed IVA, il versamento annuale IVA, l’acconto e il saldo dell’addizionale Irpef, lo spesometro, gli studi di settore e la comunicazione delle operazioni black list.

Con i registri introvabili è bancarotta fraudolenta

 La normativa fiscale è stata aggiornata con una nuova sentenza della Corte di Cassazione, la numero 769 dell’8 gennaio del 2013, dove si parla del reato di bancarotta fraudolenta.

Bancarotta

I porporati hanno ribadito che nel caso in cui il titolare di una ditta individuale sopprima il libro giornale il libro degli inventari obbligatori, oppure faccia in modo che la curatela non possa ricostruire la situazione patrimoniale del contribuente, allora non si parla di bancarotta documentale semplice ma di bancarotta fraudolenta documentale.

La vicenda che sta alla base del pronunciamento risale al 2010 circa, quando è stata la Corte d’Appello di Palermo a confermare la conclusione del giudice per le indagini preliminari che aveva accusato la titolare di una ditta individuale, fallita nel 2004, per bancarotta fraudolenta.

Piano Alitalia per evitare la bancarotta

L’imputata aveva fatto ricorso chiedendo di essere giudicata per bancarotta documentale semplice, spiegando che non aveva commesso il reato che la corte le imputava, quello di falsificazione, distruzione o occultamento dei registri contabili obbligatori, perché nei tre anni precedenti al fallimento aveva operato nel regime di contabilità semplificata e per questo non aveva tenute le scritture contabili.

Nei primi due gradi di giudizio era stata giudicata colpevole nonostante le argomentazioni, per cui si è fatto ricorso alla Cassazione che però ha confermato i pronunciamenti precedenti.

Il canone RAI è un appuntamento per tutti

 Gennaio è un mese molto interessante dal punto di vista fiscale perché ci sono alcune scadenze, come il pagamento del canone RAI che interessano tutti i contribuenti, o almeno quelli che in casa hanno un apparecchio radiotelevisivo.

L’abbonamento alla radiotelevisione italiana deve essere effettuato entro il 31 gennaio 2013 e quest’anno, l’importo da scrivere sul bollettino, sarà di 113,50 euro. Le televisioni stanno spingendo molto sull’argomento, ribadendo che indipendentemente dall’uso della televisione, l’imposta è legata al possesso dell’apparecchio e va pagata.

► Fisco: le prime otto scadenze dell’anno

In pratica si fa riferimento ad una sentenza della Corte Europea di Strasburgo che nel 2009 ha ribadito che l’abbonamento RAI è una tassa che va pagata anche se poi il contribuente non guarda mai i programmi della RAI. La sintonizzazione, infatti, non influisce sul possesso.

Il costo dell’abbonamento è stato definito dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che ha ritoccato leggermente al rialzo questa tassa. Per il 2013, infatti, si pagherà 1,5 euro in più rispetto all’anno scorso. I contribuenti potranno decidere di pagare tutto in un’unica soluzione, oppure possono optare per la rateizzazione, che è trimestrale o semestrale.

► Tutti i rincari del 2013

Sbirciando sul sito della RAI si scopre inoltre che nel DL è spiegato anche come l’abbonamento debba essere pagato per tutti gli “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. E per chi paga in ritardo? Se il bollettino è effettuato entro 30 giorni dalla scadenza il sovrapprezzo è di 4,47 euro, ma la penale può arrivare anche a 8,94 euro dopo sei mesi, oppure all’1 per cento dopo il compimento del semestre di ritardo.