Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Le prospettive economiche del Giappone siano in linea con i risultati economici e finanziari del paese.

E’ evidente che in questo momento, il colosso asiatico di cui stiamo parlando, attraversa un momento di forte stress e ci fa immaginare anche il futuro dell’Italia visto che, almeno a livello tendenziale, parliamo di due realtà molto simili: bassa natalità e sostrato economico da ricostruire e consolidare.

I giapponesi, per indole, sono stati sempre restii all’accettazione degli aiuti esterni ed hanno preferito sempre le dimamiche protezioniste dell’economica. Il nuovo premier, Shinzo Abe, è un campione dell’austerità e in questo periodo ha fatto un discorso molto chiaro alla nazione spiegando che il suo desiderio è quello di pompare l’economia con più denaro, rilanciare la domanda interna e poi sostenere ogni intervento attraverso il supporto della banca nazionale.

Sul sostegno della banca nazionale, Shnizo Abe ci crede parecchio perché il suo desiderio è che tornino in Giappone molte linee d’investimento e per farlo è necessario tenere lo Yen sotto un certo livello.

► Dollaro/Yen: una settimana complessa

 

Incertezza politica Italia allontana investitori, il parere della BCE

 La Banca centrale europea (Bce) mostra le sue preoccupazioni per la situazione politica di incertezza che c’è in Italia. Il bollettino mensile della Bce sottolinea la debolezza della situazione economica in Europa e chiede le riforme.

In particolare, quindi, l’incertezza politica in Italia non fa bene al Paese con gli investitori e i capitali che stanno fuggendo all’estero. E questa situazione frena la ripresa nel nostro Paese.

Nella crescita del paese ci crede solo il 16% degli italiani

Secondo la Bce:

continuano a pesare le persistenti incertezze e gli aggiustamenti di bilancio in atto nei settori finanziari e non finanziari e solo nella seconda parte del 2013 è attesa una graduale ripresa.

Una situazione di debolezza economica che riguarda quindi l’Eurozona. Dalla Bce si chiedono quindi le riforme strutturali per risanare le finanze pubbliche, diminuire i rendimenti sui titoli di Stato e riequilibrare gli investimenti nell’area dell’Ue.

La preoccupazione per la situazione italiana nasce “dall’accresciuta incertezza politica all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri, verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA”.  Il calo della fiducia dei consumatori in Italia è un indice che preoccupa la Bce.

Finanziamenti per famiglie e imprese in diminuzione

Nel bollettino della Bce c’è anche un riferimento all’accesso al credito come base per rilanciare l’economia. Si propone una vigilanza bancaria unificata.

 

Prima rata Tares posticipata a luglio

La prima rata della Tares si pagherà a luglio e non più ad aprile. È questo quanto approvato dall’aula del Senato in prima lettura e relativamente al decreto rifiuti n. 1/2013. Un emendamento ha modificato il decreto e ha disposto la proroga.

Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

Questo slittamento serve per permettere al nuovo governo che uscirà dalle elezioni di febbraio di modificare la norma. L’obiettivo è quello di riportare la Tares ad essere una tariffa e non una imposta patrimoniale nascosta.

La proposta di differire il pagamento della prima rata della Tares era stata approvata all’unanimità in commissione Ambiente, ma poi era stata bocciata dalla commissione Bilancio. La questione era la copertura. Alla fine si è trovata una soluzione.

Nel 2013 tasse in aumento del per 14,7 miliardi

Il decreto passa ora alla Camera che dovrà esaminarlo. Nel decreto non c’è solo la Tares, ma anche la questione dei contributi a favore delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto per la ricostruzione. Il decreto così come è stato approvato al Senato prevede che i contributi passino dall’80% al 100%. I contributi copriranno quindi integralmente le spese per la ricostruzione.

La Tares sarà più alta della Tarsu

Tra gli altri emendamenti che sono stati approvati c’è il fatto che si estende la proroga delle gestioni commissariali per l’emergenza idrica nelle Eolie.

Borse in calo ma Fitch dice che l’Italia si stabilizzi

 Le principali borse europee hanno chiuso in territorio negativo la giornata di contrattazioni di ieri. Reduce di una seduta positiva soltanto Piazza Affari che si è confermata maglia rosa d’Europa, imprimendo nella mente degli investitori un +0,44% del FTSE Mib.

► Fitch conferma rating italiano: “A-”

Scendono tutti gli altri indici: il CAC 40 di Parigi ha perso lo 0,29%, il Dax di Francoforte lo 0,69% e anche la borsa di Madrid arretra un po’ dello 0,36%. Negativa perfino Wall Street, tanto cara agli investitori italiani. Leggermente in recupero, ma non si può certo parlare di ripresa, la borsa di Londra che recupera lo 0,15%.

► Fitch taglia le stime di crescita dell’economia mondiale

Su tutte le borse ha avuto un impatto negativo la nota dell’agenzia di rating Fitch che ha giudicato la situazione americana dicendo che sarà rivisto il rating americano nel caso in cui l’amministrazione Obama non provveda all’incremento del tetto del debito. In più, in questo panorama deprimente, si aggiungono i brutti dati sul PIL tedesco che è in rialzo dello 0,7% ma è comunque al di sotto delle aspettative generali.

A Milano, considerando soltanto la situazione italiana, si nota una performance positiva per i titoli bancari ed energetici mentre arrancano quelli legati all’industria. Perciò non stupisce il crollo di un punto percentuale circa de titolo FIAT.

Il BTp a 15 anni fa “strage di cuori”

 Se l’obiettivo del ministero del Tesoro era quello di attirare investimenti sull’Italia, possiamo dire che l’obiettivo sia stato raggiunto visto che sono stati collocati 6 miliardi di euro di BTp a 15 anni e gli ordini per questo nuovo prodotto d’investimento sono stati di ben 11 miliardi di euro.

► Il rendimento dei BTp sotto la soglia del 4,3%

Il ministero del Tesoro è emesso la prima tranche di BTp a 15 anni e li ha collocati facendoli pagare circa 100,017 euro, che vuol dire che i titoli in questione sono stati piazzai sul mercato con un rendimento lordo annuo del 4,805 per cento al momento dell’emissione.

Il titolo emesso, dunque, ha la scadenza fissata per il primo settembre 2008, con il godimento al 22 gennaio 2013 e il tasso annuo, pagato con cedole semestrali e fissato al 4,75%. Il collocamento dei BTp a 15 anni è stato fatto tramite sindacato e nell’operazione hanno partecipato dei lead managers molto importanti quali Banca IMI, Barclays Bank, Credit Agricole, Goldman Sachs, JP Morgan Securities e una serie di specialisti italiani di titoli di stato, come co-lead.

► BTp di lungo periodo se le condizioni migliorano

Interessante l’entusiasmo degli investitori che hanno fatto richiesta per 11 miliardi di BTp a 15 anni. Il rendimento di questi titoli, dicono gli esperti, è di 30 punti base superiore a quello dei BTp che scadono nel marzo del 2026. Molto importante la richiesta enorme di BTp che è arrivata dall’estero.

Con la crisi generale rallenta anche la Germania

 La crisi economica che ha interessato da vicino il nostro paese nel 2012, non sembra allentare la presa in questo avvio d’anno. Eppure per il 2013 le prospettive sono ottimiste sia all’indirizzo dell’Italia che in relazione all’Europa in generale.

► Paesi in crescita nel 2013

Eppure il fatto che siamo lontani dal tunnel, secondo molti, si evidenzia dalla condizione della Germania che è stata interessata dalla crisi, per contagio, proprio sul finire dell’anno scorso. Adesso il governo Merkel tira le somme e si scopre che il PIL è sceso dello 0,5% nell’ultimo trimestre del 2012. Tutto è peggio di come se lo aspettavano analisti e investitori.

Se il paese che è considerato il pilastro dell’UE, si ferma, tutti pensano che presto ci sarà un nuovo ciclo di “perdite” anche per gli altri paesi membri dell’Eurozona, soprattutto per quelli periferici, tra i quali c’è anche l’Italia.

► Oro, petrolio e cereali: le previsioni Saxo Bank

In Germania, per quanto riguarda il flusso inport/export, si nota che all’aumentare delle esportazioni, cresciute del 4,1%, non è seguito un aumento analogo delle importazioni che si sono fermate invece al +2,3%.

Quel che comunque è da tenere d’occhio è il rallentamento degli investimenti nell’impiantistica e nei macchinari, perché vuol dire che nonostante le condizioni vantaggiose dei finanziamenti siano vantaggiose, nonostante l’indice di disoccupazione resti al di sotto della media,la crisi del debito inizia a farsi sentire. La Germania, tra l’altro, da sola accumula il 28% del PIL dell’Eurozona.

Nuove regole Agenzie Rating

 Ecco quali sono le modifiche di comportamento che le Agenzie di Rating dovranno assumere nell’espressione del loro giudizio di merito creditizio.

DEBITO PUBBLICO

I rating non richiesti circa il debito di uno Stato potranno essere pubblicati due o tre volte l’anno, in date prestabilite. Non solo, questi rating potranno essere pubblicati solo successivamente alla chiusura dei mercati europei e almeno un’ora prima dell’apertura.

Alla fine di dicembre di ogni anno le agenzie di rating pubblicheranno l’anno successivo, ponendo la data di pubblicazione di massimo tre valutazioni non richieste. Solo in casi eccezionali potranno pubblicarne di più.

RESPONSABILITÀ

Per gli investitori che concentrano le loro attività sui rating sarà possibile citare in giudizio un’agenzia qualora la variazione di giudizio fornita sia in contrasto con le nuove norme previste dalla legislazione approvata dal Parlamento Europeo in merito alle nuove responsabilità delle società in questione.

GIUDIZI INTERNI, PIATTAFORME UE

La mossa del Parlamento è finalizzata alla volontà di liberarsi in poco tempo dalle agenzie. Stando a quanto detto dai regolatori, gli istituti di credito e quelli di investimento devono essere sollecitati a sviluppare internamente le capacità di giudicare il rischio creditizio, senza fare ricorso alle Agenzie.

CONCORRENZA

Occorre cambiare sovente agenzie così da aumentare la concorrenza e diminuire di gran lunga i rischi.

 

L’allarme dell’UE sulla povertà

 Bruxelles chiama a rapporto tutti i paesi dell’Eurozona per dire loro che la povertà è un rischio che stiamo correndo con troppa leggerezza. L’analisi, infatti, dimostra che 1 europeo su 4 sono in situazioni di difficoltà e vivono poco al di sopra della famosa soglia di povertà.

► Le assicurazioni sono più care in Italia

Tutto è stato messo nero su bianco nel Rapporto UE 2012 su Occupazione e Sviluppi Sociali che propone uno scenario futuro attraverso la presentazione dei rischi di esclusione sociale di lungo periodo. Le parole usate dall’Europa sono state molto dure ed hanno evidenziato grossi rischi per il nostro paese.

In particolare la povertà è stata paragonata ad un enorme trappola, nella quale possono finire tutti i paesi, ritrovandosi poi in un tunnel dal quale è difficile uscire. La situazione è particolarmente drammatica in Italia, in Grecia, in Spagna, a Malta e nelle repubbliche baltiche.

► Nella crescita del paese ci crede soltanto il 16% degli italiani

In tutta Europa c’è stato un aumento del numero di famiglie che vivono in situazioni di difficoltà economica, con un incremento dell’indice di stress che in Italia è arrivato anche al 13%. Il peggioramento percepito e rilevato in Italia, non è altrettanto valido se si considerano Lettonia, Lituania e Romania dove le difficoltà economiche delle famiglie sono addirittura in calo.

Nuove responsabilità Agenzie Rating

 Le agenzie di rating, che in altri termini sono le società che forniscono giudizi meritocratici sul credito degli emittenti di debito internazionali, dalle singole aziende agli Stati (le più importanti sono Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch), sono in difficoltà.

Il Parlamento europeo ha deciso di approvare all’interno della seduta di Strasburgo le leggi per la riduzione dell’eccessivo affidamento ai rating su debito sovrano e operatori finanziari.

BARNIER

Non si è fatto attendere il commento di Michel Barnier, commissario al Mercato interno e ai Servizi finanziari, il quale ha parlato del voto definendolo come un altro step fondamentale in nostra agenda al fine di rendere ancora più concreta la regolamentazione finanziaria e più forte la risposta del Parlamento alla crisi finanziaria.

Le agenzie, secondo Barnier, dovranno essere più trasparenti quando forniranno il rating ai Paesi sovrani e dovranno ottemperare a regole più strette che le faranno diventare più responsabili per errori intenzionali o di negligenza. Ma secondo Barnier le nuove regole hanno anche altre proprietà, in quanto contribuiranno ad accrescere la competizione nell’industria del rating, governata da pochi protagonisti e tante piccole comparse di mercato.

Non resta che conoscere le nuove regole delle Agenzie di Rating.

Auto e Case trainano economia Usa

L’economia americana sta crescendo, anche se a rilento. Lo afferma la Fed all’interno del primo Beige Book del 2013. In tutti i dodici distretti della Federal Reserve si è verificata una crescita ‘modesta’ o ‘moderata’, la quale conferma un accrescimento dell’attività economica.

Ciò è accaduto in particolar modo nei distretti di New York e Philadelphia, dove si segnala un ‘rimbalzo’ a seguito delle conseguenze negative dell’uragano Sandy.

In tutti i distretti la spesa delle famiglie è cresciuta, al punto da far scaturire un bilancio finale delle vendite di fine anno leggermente più alto rispetto a quello del 2011.

AUTO

La Fed parla dunque, a ragion veduta, di una forte ripresa delle vendite di automobili nuove in dieci distretti su dodici. All’interno del Beige Book, tuttavia, si sottolinea anche come malgrado la cautela dei consumatori a causa delle incertezze provocate dallo stallo nel dibattito sul bilancio federale, rimane positivo il panorama per le vendite future.

TURISMO

Appare particolarmente fiorente anche la situazione del settore turistico, con una crescita dell’attività.

IMMOBILI

In tutti i distretti cresce bene anche il settore immobiliare, fondamentale per l’economia statunitense, in virtù di uno sviluppo positivo dell’edilizia non residenziale, che si riprende da anni di stenti.