Online il modello CUD 2013 definitivo

  La prima scadenza sul 730 è oggi e riguarda i sostituti d’imposta, i datori di lavoro che devono dichiarare di essere disponibili a fare assistenza fiscale a lavoratori e pensionati. Siccome non sono obbligati a fare questa attività, è necessario avere una dichiarazione annuale in merito.

Restando nell’ambito delle dichiarazioni dei redditi, c’è la possibilità sul sito dell’Agenzia delle Entrate, di consultare il modello CUD definitivo, valido per le dichiarazioni stilate nel 2013 con riferimento all’anno d’imposta 2012.

Pronto il modello CUD 2013

Le novità, anche in questo caso, sono preponderanti visto che nella certificazione unica dei redditi del 2012 è stato inserito il quadrante relativo all’imposta sostitutiva al 10 per cento sulle somme erogate al dipendente per l’incremento della produttività.

La versione adesso pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate, accompagnata dal provvedimento del direttore dell’Erario dell’11 gennaio 2013, è passata dallo status di provvisoria a quello di definitiva.

I datori di lavoro e gli enti pensionistici dovranno consegnare al contribuente, in duplice copia, entro il 28 febbraio, la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, percepiti nel 2012.

Sono state quindi pubblicate anche le guide definitive, le istruzioni per la compilazione dei dati fiscali e di quelli previdenziali e assistenziali INPS.

Il provvedimento che accompagna il CUD introduce anche l’adempimento per notai, intermediari, società ed enti emittenti, con le istruzioni per il rilascio della certificazione.

La prima scadenza sul 730 è oggi

 La prima scadenza sul modello 730 è quella di oggi e riguarda in particolar modo i sostituti d’imposta. I datori di lavoro devono dare la loro disponibilità per l’accoglienza della dichiarazione dei redditi dei propri dipendenti e poi questi hanno un mese per accettare la proposta.

Bozza del 730/2013 online

Il 15 gennaio, oggi, è l’ultimo giorno per far sì che i sostituti d’imposta dichiarino la loro disponibilità sulle dichiarazioni dei redditi, in pratica devono confermare di essere disponibili a fornire assistenza fiscale sulla dichiarazione 730/2013 sia per i dipendenti, sia per i pensionati.

La scadenza fiscale nasce dal fatto che i datori di lavoro non sono obbligati a fornire assistenza fiscale e se decidono di farlo devono darne comunicazione. I dipendenti e i pensionati devono quindi esprimere il loro assenso alla procedura.

Siamo quindi alla prima scadenza dell’anno per le dichiarazioni dei redditi, quelle effettuate con il modello di dichiarazione dei redditi più gettonato d’Italia. Il modello 730, infatti, è di semplice compilazione ed offre numerosi vantaggi riguardo le modalità di rimborsi e versamenti d’imposta che sono fatti direttamente sulla busta paga, senza ulteriore dispendio d’energia per lavoratori e pensionati.

Fisco: gli appuntamenti del 16 gennaio

Questa scadenza è sicuramente molto anticipata rispetto alla compilazione del modello che sarà effettuata dagli interessati a primavera inoltrata.

Il calendario valutario per euro sterlina e dollaro

 Il 15 gennaio è una data molto importante per diverse valute. Molti gli incontri in programma che dovrebbero influenzare l’andamento del dollaro americano, della sterlina e dell’euro.

Il calendario economico ha in programma un buon numero di appuntamenti. Partiamo dal Vecchio Continente, dove saranno pubblicati i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo della Germania. Sembra che il dato in sé non abbia un impatto deciso sull’andamento dell’euro, almeno fino a quando non lo si usa per rilevare dati sull’inflazione in Germania.

In generale non sono previste variazioni rispetto alla versione preliminare dell’indice ferma sul valore dello 0,9 per cento.

Cosa condiziona la valutazione dell’euro

L’indice dei prezzi al consumo del Regno Unito, invece, dovrebbe incidere sulle valutazioni della sterlina. In questo caso il dato avrebbe un’incidenza importante e dovrebbe riportare un valore vicino al 2,7%. Ci si avvicina quindi, pericolosamente, alla soglia più elevata. Da considerare che la Bank of England, rilascia una lettera sull’inflazione nel momento in cui questa supera il livello del 3% in alto oppure si abbassa oltre l’1 per cento in basso.

 Per il dollaro c’è appuntamento con Bernanke

Atteso per la sterlina anche il discorso di Mervyn King, capo della Bank of England, davanti alla commissione parlamentare londinese. C’è molta attesa nel conoscere la politica monetaria pensata dalla BoE.

Vendite al dettaglio e indice della produzione potrebbero essere invece i motori del dollaro. Il secondo dei due indici è considerato molto impattante e capace di dare indicazioni utili per le stime inflazionistiche.

Apple vende meno iPhone

 Per moltissimo tempo la Apple ha potuto vantarsi di avere dei fan fedeli, appassionati di tecnologia che hanno sempre seguito l’ultima moda lanciata dalla Mela Morsicata. Adesso da Cupertino arrivano le prime avvisaglie di un’inversione di tendenza.

Come spiega bene il Wall Street Journal, l’azienda ha ridotto del 50 per cento circa gli ordini per i componenti necessari alla costruzione dell’iPhone 5, sempre in concorrenza con gli smartphone Samsung.Eppure si parlava del fatto che Apple lancia iPhone Low Cost 2013. Forse non basta.

Dal 2013 la produzione Apple torna in America

Tutto dipende da una domanda assolutamente inferiore al previsto. Il fatto che siano crollate le vendite, ha convinto l’azienda a rallentare la produzione di iPhone 5. La notizia è stata scovata dal Wall Street Journal che ha fonti molto vicine al management di Cupertino.

In realtà l’intenzione di “allentare la presa” è stata comunicata anche dalla Apple ai suoi fornitori, già nel mese di dicembre. Gli azionisti, in tutta questa storia, risultano i più preoccupati, perché se va male l’iPhone vuol dire che il mercato sta cambiando rotta, visto che l’iPhone, fino a questo momento non ha mai deluso ed è stato la fonte principale di guadagno per la Apple.

Perché Apple punta sulla Cina

L’azienda di Cupertino, quindi, dovrà tenere gli occhi aperti sui ritrovati coreani e asiatici, sembra infatti che molto di questo “crollo” sia dovuto ai passi in avanti compiuti dalla concorrenza.

Facebook passa ai servizi a pagamento

 Quella di Facebook è una svolta storica che impensierisce moltissimo gli utilizzatori del social network, ma che serve all’azienda di Menlo Park di recuperare la liquidità necessaria per mettere in campo nuovi servizi.

Non c’è niente di misterioso in tutta questa operazione visto che gli Stati Uniti sono già stati preparati all’introduzione dei messaggi a pagamento su Facebook. Per capire la portata economica della rivoluzione basta considerare che il social network blu sfiora oggi il miliardo di account.

Controlli fiscali anche per Facebook Italy

Mettiamo anche una buona percentuale di questi siano profili fake, niente toglie che siamo di fronte ad una volta per le casse di Zuckenberg. Ma perché proprio adesso?

L’introduzione della tariffa sui messaggi scambiati dagli utenti, prima introdotta negli USA e poi nel resto del mondo, consentirà a Facebook di avere le risorse economiche necessarie per poi passare all’attacco di Skype.

► Fine dell’accordo Facebook-Zynga

L’intenzione di Zuckenberg è anche quella di recuperare utenti puntando molto sull’erogazione dei servizi telematizzati, prima della grande novità che potrebbe essere cruciale nel 2013: il lancio del Facebook Phone.

Tutte le iniziative appena elencate hanno fatto malignare tanti sulla possibilità che Facebook sia in crisi economica, in realtà ha soltanto bisogno di liquidità, una liquidità sulla quale aveva provato a concentrarsi in borsa prima del tracollo del titolo.

Adesso come reagiranno i mercati a questo nuovo “programma industriale”?

Strategie di riduzione della tasse

 Periodicamente, soprattutto in coincidenza delle scadenze elettorali, si parla molto di pressione fiscale, termine molto caro alla politica, per indicare una percentuale crescente del reddito che finisce direttamente nelle tasche dell’Erario.

Un discorso molto interessante che fa intuire come i cittadini e i politici siano d’accordo nel confermare un ruolo prioritario alla tassazione nella loro vita di contribuenti.

Tassazione: domani sarà in discesa

Molte delle dichiarazioni che arrivano dalla politica procedono per spot, vale a dire che i politici sono in competizione nella promessa di ridurre le tasse e di farlo abolendone qualcuna.

Un’economista molto arguto, Alberto Bisin, intervenuto sull’argomento dalle pagine di Repubblica, ha riportato la discussione su altri punti, parlando di riforma economica piuttosto che di abolizione delle tasse.

Questo aspetto programmatico ha incuriosito molti lettori che, consapevoli del fatto che le tasse assorbono il 45% del reddito degli italiani, vorrebbero trovare una soluzione al problema.

Sembra dunque che gli interventi previsti siano essenzialmente due: la riduzione dell’IRPEF che aiuterebbe nel miglioramento dell’offerta di lavoro e poi la riduzione del cuneo fiscale per rilanciare gli investimenti. A questi interventi occorre aggiungere anche una razionalizzazione della spesa, in modo che i conti siano sempre tenuti in ordine.

Pressione fiscale e debito fiscale: cosa cambia?

Purtroppo, analizza Alberto Bisin, fino a questo momento ci sono stati soltanto degli interventi di emergenza, lontani dalla “risoluzione del problema”.

Tenete a mente le scadenze IVA

 Sull’IVA, purtroppo c’è ancora un po’ di confusione e spesso non è comprensibile la differenza tra gli adempimenti al punto da dimenticarli. Per esempio, la comunicazione annuale dei dati IVA è diversa dalla dichiarazione annuale IVA ed hanno anche scadenze differenti.

La comunicazione annuale dei dati IVA, per esempio, è in scadenza il 28 febbraio prossimo, mentre per la dichiarazione annuale c’è ancora un po’ di tempo visto che può essere inserita anche nella dichiarazione dei redditi di giugno 2013.

 Nuova compilazione fatture 2013

La dichiarazione annuale dei dati IVA deve essere fatta da tutti i titolari di partita IVA e anche dalle imprese, ma devono rispettare l’adempimento anche tutti i soggetti che hanno potuto rientrare nel regime delle nuove iniziative imprenditoriali.

Al contrario non devono presentare la dichiarazione IVA annuale i soggetti che effettuano le operazioni esenti da IVA, oppure coloro che hanno aderito al regime dei minimi.

 Tutte le novità fiscali del 2013

La dichiarazione, dice il fisco, può essere presentata sia autonomamente, sia attraverso il modello UNICO. Ci si può avvalere dell’assistenza di un commercialista o anche di un CAF che poi provvedono alla trasmissione telematica del modello.

La dichiarazione annuale IVA deve essere presentata tra il 1° febbraio 2013 e il 30 settembre 2013 per la presentazione autonoma ed entro il 30 settembre per chi integra la dichiarazione all’interno dell’UNICO.

 

 

Vaticano ha conto sospetto di 40 milioni

Ammonterebbe a 40 milioni di euro l’anno il match tra Santa Sede e Banca d’Italia per l’autorizzazione a usufruire di Bancomat e carte di credito. Si aggira intorno a questa cifra il saldo movimenti che traspare dai documenti contabili acquisiti dalla procura di Roma prima di segnalare i ‘bug’ che hanno implicato il blocco di tutti i Pos degli esercizi commerciali che si trovano all’interno del Vaticano.

Stiamo parlando di ottanta ‘punti vendita’:  Musei, farmacie, numerosi negozi e spacci. 80 negozi che subiscono un brutto colpo, dal momento che da inizio anno i pagamenti possono avvenire soltanto in contanti e questo, considerando i milioni di turisti e visitatori che arrivano costantemente, sta provocando serie difficoltà e anche perdite economiche.

Appare tuttavia alquanto difficile, se non addirittura impossibile, che il servizio possa essere ulteriormente garantito. Anche perché quanto successo riporta auge le numerose carenze nel sistema antiriciclaggio dello Ior, Istituto per le opere religiose, già messe in luce dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sulla correttezza delle operazioni bancarie realizzate sui conti intestati in zona Vaticano. Quanto è accaduto è successo in virtù degli atti, che hanno permesso di scoprire il conto sospetto. L’iniziativa alla quale si è arrivati non ha alcun precedente.

Moduli Rimborso Imu

Si va sempre più dritti verso un rimborso dell’Imu. Lo consigliano gli economisti e, tacitamente, anche l’Ue, che chiede all’Italia la modifica progressiva della tassa sugli immobili. Come dovremmo procedere in caso di rimborso?

QUATTRO FASI

Fase 1 – Istanza di rimborso;

Fase 2 – Ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale;

Fase 3 – Remissione degli atti alla Corte Costituzionale;

Fase 4 – Giudizio della Corte Costituzionale;

FASE 1

E’ possibile presentare al Comune istanza di rimborso dell’IMU pagata, con in allegato le ricevute di pagamento. L’azione anche di un singolo contribuente, meglio se assistito dalle Associazioni di tutela della proprietà o dai CAF. Si tratta dunque un’azione di classe collettiva può essere sviluppata attraverso una serie di “ricorsi pilota” – individuali o collettivi – per innescare un meccanismo di cui tutti si potranno comunque giovare.

FASE 2

Scaduti i 90 giorni dalla proposizione della istanza di rimborso, ed in caso di mancata risposta da parte del Comune,si può proporre un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente, evidenziando le ragioni di incostituzionalità dell’IMU e chiedendo la remissione degli atti alla Corte Costituzionale. Uno schema di ricorso tipo può essere il seguente:

FASE 3

Se anche una sola delle Sezioni delle numerosissime Commissioni Tributarie italiane, certificata la fondatezza e la rilevanza della questione di costituzionalità proposta, volesse rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, perché questa sia tenuta ad esaminarla ed a pronunciarsi.

In caso di sentenza che accerti l’incostituzionalità totale o parziale dell’IMU, tutti i contribuenti interessati – se non lo hanno già fatto – potranno chiedere e ottenere il rimborso di quanto ingiustamente pagato.

FASE 4

I vizi costituzionali del’IMU trovano la loro genesi e la loro derivazione dalla scelta di sviluppo della sua base imponibile, identificata in valori immobiliari che sono stati rivalutati di colpo e di imperio, in forma lineare, senza alcun collegamento con i valori economici reali sottostanti ed in più senza flessibilità nella previsione di criteri correttivi successivi.

Verso il rimborso Imu

La modifica dell’Imu prende quota. L’analisi del rapporto Ue 2012, che verte sul cambiamento in senso progressiva dell’imposta, impone di renderla più equa, di avere effetto redistributivo.

Il rapporto Ue rammenta che l’Imposta Municipale Unica è stata introdotta durante lo scorso anno successivamente alle raccomandazioni sulla diminuzione di un trattamento fiscale favorevole per gli immobili, basata sull’effetto distorsivo relativamente basso delle tasse circa la proprietà e circa il basso tasso di evasione”.

L’Unione Europea, nel suddetto rapporto, fa una precisazione: che l’Imu include alcuni aspetti di equità”, ma “altri aspetti potrebbero essere ulteriormente migliorati in modo da elevarne la progressività”.

TREMONTI CONSIGLIA IL RICORSO

L’ex Ministro Giulio Tremonti,in alcuni interventi, ha espresso il suo parere, facendo una proposta che ben si lega a quella europea: “Una cosa concreta che può essere fatta istantaneamente dai cittadini è un ricorso gratuito contro l’Imu sulla propria abitazione”.

Qualcuno ha già abbozzato dei moduli di rimborso dell’Imu.

Tremonti ha inoltre aggiunto che il governo Monti ha rivalutato le rendite catastali del 60% e ha introdotto l’imposta sulla casa di abitazione. Si tratta di una patrimoniale permanente a tutti gli effetti, con la conseguenza che i valori fiscali sono aumentati, mentre i valori reali delle abitazioni, anche a per via della recessione, sono crollati”.

Tremonti ha spesso specificato che “un conto è una patrimoniale moderata come era la vecchia Ici che escludeva la prima casa e che aveva valori bassi, un conto è trasformare la vecchia Ici in un’imposta patrimoniale fortissima. Le conseguenze? Se uno ha i soldi per pagare l’Imu se la cava, altrimenti c’è chi, e penso ai pensionati e alle fasce più deboli, è costretto a vendere la casa per pagare le imposte”.