Lavorare all’estero con Heineken

Heineken è tra le più grandi aziende produttrici di birra al mondo. Nata nel 1863 in Olanda, Heineken è riuscita a conquistare tutti i paesi del mondo e, ad oggi, la sua presenza è ben radicata in diversi paesi, dove l’azienda ha le sue sedi.

Ogni anno Heineken dà l’opportunità ai giovani laureati di fare un’esperienza di lavoro all’estero attraverso i suoi graduate programme, percorsi formativi e di apprendistato della durata di 18 mesi in una delle filiali dell’azienda. Anche quest’anno è iniziata la campagna di reclutamento delle giovani leve che inizierà dal prossimo gennaio e che porterà alla scelta dei candidati che potranno iniziare lo stage a settembre del 2013.

I requisiti richiesti per la candidatura ad uno degli stage Heineken sono:

– laurea
– 2 anni di esperienza lavorativa nel settore prescelto di cui almeno 6 mesi all’estero
– conoscenza di almeno tre lingue, tra cui l’inglese
– patente di guida

Le selezioni avranno inizio il 28 gennaio con la valutazione delle candidature pervenute. Le tappe che i candidati dovranno affrontare successivamente sono:

11 – 29 marzo 2013: interviste telefoniche
18 marzo 2013 – 19 aprile 2013: colloquio 
19 – 20 e 26 – 27 giugno 2013
: Assessment Center ad Amsterdam

Per partecipare alle selezioni è necessario compilare il modulo di domanda online alla pagina International Graduate Programme del sito dell’azienda, entro e non oltre il 22 febbraio 2013.

La crisi economica europea nel 2013

 Per la previsione di questo studio l’inizio dell’anno sarà caratterizzato dal fatto che la crisi continuerà, mentre in seguito ci sarà la crescita della domanda mondiale.

In particolare, si parla di ripresa economica debole nella seconda parte dell’anno. Il Pil sarà in ripresa in questo 2013 anche se la stessa sarà debole e concentrata sulla seconda parte dell’anno. La ripresa del Pil nell’Eurozona è prevista allo 0,2% e dipenderà dall’aumento della domanda mondiale.

► Per Standard & Poor’s Europa fuori dalla crisi nel 2013

L’Istat, l’Ifo e l’Insee affermano che la ripresa, anche se debole, è

trainata dall’accelerazione della domanda mondiale dovuta a un maggior dinamismo dei mercati emergenti e dal recente accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti, che dovrebbe limitare possibili effetti negativi sulla ripresa dell’economia americana.

► Situazione critica per i prestiti bancari dell’Eurozona

Si prevede anche il fatto che il debito sovrano dei Paesi allenti le tensioni dei mercati finanziari e stabilizzi gli investimenti.

Per quanto riguarda la produzione industriale, nel quarto trimestre del 2012 si prevede una contrazione, mentre nel 2013 ad una prima parte di diminuzione dello 0,4% seguirà una ripresa dello 0,2% per la crescita del mercato mondiale e per la stabilizzazione della domanda interna.

 

iWatch iOs 7 iPhone Mini iMac Pro e iTv sono le novità Apple 2013

Dopo l’annuncio del lancio dell’iPhone Low Cost 2013, Apple svela tutte le novità per il 2013. E c’è da divertirsti. Oltre al lancio del nuovo melafonino studiato per catturare le fasce con il reddito più basso, infatti, l’azienda di Cupertino medita di inserire interessantissimi prodotti sul mercato.

Ipotesi avveneritiche, che a prima vista rasentano la fantasia, ma che in realtà sono la testimonianza del fermento nel Quartier Generale diretto da Tim Cook.

TUTTE LE NOVITA’ APPLE DEL 2013

Andiamo dunque a vedere quali sono tutte le novità in casa Apple per quest’anno.

iPhone Mini

► Dal 2013 la produzione Apple torna in America

Fonti vicine all’azienda sostengono che il tanto atteso iPhone 5s (modello di raccordo tra il 5 e il 6, come vuole la lettera ‘s’) potrebbe non arrivare mai sul mercato. Sembra infatti che il colosso di Cupertino stia meditando di lanciare direttamente  sul mercato il 6. Nel frattempo, come accennato in precedenza, si parla tanto di un arrivo dell’iPhone Mini per fare breccia nei mercati emergenti, incentrato su un prezzo collocabile nella fascia tra i 250 e 300 euro.

Tablet più leggero e con più potenza

Il 2013, inoltre, potrebbe essere l’anno dei phablet, una sorta di dispositivo a metà tra smartphone e tablet.

iPad Mini con display retina

L’iPad Mini con display retina è un’altra delle news provenient da Apple. Con il lancio dei nuovi phablet, l’applicazione della retina al display del Mini viene interpretata come una strategia di diversificazione dell’offerta.

Nuovi iMac pro

Come tutti sanno, la gamma iMac è stata rinnovata a fine 2012. Nel 2013, però, dovrebbero essenzialmente essere rifiniture tecniche e l’inserimento di un Wifi “Gigabit”, più veloce dell’attuale.

iTv & Apple Tv

Un’altra ghiotta novità riguarda la Apple smart Tv, in relazione alla quale circolano diverse voci da molto tempo. Che l’apparecchio sia nei programmi della casa di Cupertino è ormai noto ai più. La piattaforma Tv è spesso una delle allusioni di Tim Cook, alle quali vanno aggregate quelle dei dirigenti di Foxconn.

Ancora la data di lancio è segreta. Potrebbe comunque rientrare tra i progetti da portare a termine entro l’anno.

iWatch

Ecco un’altra mossa per battere su un fronte nuovo, quello della tecnologia indossabile, Google e Samsung . Con molta fretta, Cupertino sarebbe già disposta a lanciare entro la prima metà dell’anno in corso un orologio intelligente. Si tratterebbe di uno smartwatch, che con ogni probabilità dovrebbe chiamarsi iWatch. Un modello a metà tra smartphone e orologio, che godrebbe degli stessi format di produzione attualmente utilizzati per l’iPod Nano.

iOs 7

Superati i 40 miliardi di download per il 6, è tempo di fare l’upgrade del sistema operativo. Il 2013 porterà in casa Apple anche la versione 7 di iOS, tra i dispositivi mobili. C’è già un’idea sul periodo dell’anno all’interno del quale il nuovo Os potrebbe essere mostrato. Dovrebbe accadere prima dell’estate, in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori.

La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Lo dimostra la Cgia di Mestre che parla di entrate di 8 miliardi di Euro per lo Stato. I proprietari degli immobili pagheranno circa 30 centesimi in più a metro quadrato

Per la Cgia, la differenza porterà a una entrata per lo Stato di 0,9 miliardi di Euro cui si aggiunge 1 miliardo di Euro che arriva dalla maggiorazione di 30 centesimi a metro quadrato prevista dalla Tares. La stima di questo miliardo di Euro è contenuta nel decreto legge “Salva Italia”.

► Nel 2013 tasse in aumento per 14,7 miliardi

Le entrate fiscali della Tares serviranno anche per finanziare le spese degli Enti Locali. Si parla di quei costi per i cosiddetti “servizi invisibili” come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la gestione dei parchi ecc. cioè servizi che riguardano la collettività.

► Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

Dopo l’Imu, quindi, ancora tasse in aumento che riguardano gli immobili. In un situazione di crisi economica, quindi, lo Stato sembra puntare sugli immobili considerando che in Italia l’80% delle persone è proprietaria di una casa. Una sorta di patrimoniale, anche se sulla questione dell’equità di queste imposte ci sarebbe da ragionare, anche in base a quanto affermato dall’Ue sull’Imu e poi riportato sull’Ici. Anno nuovo e tasse nuove, ma comunque più alte e si paga di più.

Per Standard & Poor’s Europa fuori dalla crisi nel 2013

Fuori dalla crisi del debito già nel 2013? Per Standard & Poor’s, agenzia di rating tra le più note, si può.

Il 2013 potrebbe essere un anno fondamentale per l’Eurozona. Molti dei suoi problemi potrebbero trovare una soluzione, a patto che le politiche attuate per riequilibrare i bilanci già da qualche anno, continuino su questa linea.

In tale contesto, sarà importantissimo il voto in Italia e Germania. Molto dipende, pertanto, dall’esito delle elezioni in questi due Paesi.

Standard & Poor’s afferma che i prossimi 12 mesi potrebbero risultare decisivi al fine di superare la fase di volatilità nonché la frammentazione dei mercati che si è vista negli ultimi anni con il ritorno di alcune Nazioni come Irlanda e Portogallo “a un più sostanziale ricorso” a emissioni di titoli di Stato sul mercato primario. Gli analisti hanno poi aggiunto che “Ciò nonostante crediamo che la fiducia degli investitori ritornerà solo se gli Stati membri continueranno a fare progressi nel riequilibrare le loro economie, sia stabilizzando in modo strutturale il loro debito sia riducendo il deficit”.

 Sfida Irlanda – Ue su debiti bancari

La premessa per questa visione ottimistica rispetto alla ripresa è dunque che l’Italia, citata come esempio, prosegua il cammino di riforme avviato dal governo Monti. Standard & Poor’s ne è convinta: “Con la chiave di una soluzione della crisi di successo nelle mani dei governi, il calendario elettorale rimane un fattore vitale nella valutazione del corso futuro delle politiche, nonchè dei progressi nella soluzione della crisi”, si legge nello studio diffuso dall’agenzia.

Sfida Irlanda – Ue su debiti bancari

L’antefatto: due anni fa, nel 2010, la Bce ha fatto un prestito di 32 miliardi di euro al Governo d’Irlanda, affinché potesse ricapitalizzare le banche AIB e Bank of Ireland.

Il presente: Fresco di incarico di responsabile dell’Unione Europea, il governo irlandese inaugura il suo turno di Presidenza a Bruxelles cercando di fare in modo che l’Europa renda più leggeri i debiti delle banche, che da molto tempo gravano sul Paese. Un Paese, l’Irlanda, in piena crisi finanziaria.

Proprio oggi Herman Van Rompuy , Presidente del Consiglio europeo ha confermato seppur in maniera indiretta di voler perorare la causa del primo ministro Enda Kenny durane una visita a Dublino.

► Evasione fiscale, a Marzo il nuovo Redditometro

Nel frattempo i Paesi membri dell’Unione europea stanno ancora trattando circa i dettagli per una quasi impossibile unione delle banche. Non si direbbe che Van Rompuy sia un campione di opportunismo, insomma.

Torniamo all’antefatto: il prestito del 2010. Oggi, Dublino vorrebbe quantomeno cambiare i tempi del rimborso del debito.

La stampa irlandese dice che le trattative sono in corso, ma che sono complesse per via della paura della Banca Centrale europea di concedere il finanziamento monetario.

Intanto, il Ministro Enda Kenny ha dichiarato: “Per uscire in modo efficiente dal programma di assistenza europeo dobbiamo poter contare sull’aiuto dell’Europa”. L’Irlanda ha dunque bisogno dell’appoggio europeo per tornare a finanziarsi sui mercati entro la fine del 2013.

Come Berlusconi vuole risolvere problema disoccupazione

Silvio Berlusconi ha una ricetta per salvare l’Italia dalla disoccupazione, ma potrebbe rivelarsi un boomerang contro il Fisco.

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Il Cavaliere, intervenuto a Porta a Porta, ha in mente qualcosa di eccezionale.

Uno dei suoi obiettivi, al quale più volte ha fatto riferimento durante questa campagna elettorale, è quello di combattere la piaga della mancanza di lavoro.

LA PROPOSTA DI BERLUSCONI

Ecco la proposta del ‘Cavaliere’:

Le imprese che assumono a tempo indeterminato non pagano le tasse per 3-5 anni (una sorta di ‘assunzione in nero’). I contributi previdenziali li versa lo Stato. L’Italia, come sostiene Berlusconi e non solo lui, si trova in una fase di recessione grave che può diventare depressione e portare al ‘Default’, se si dà ancora retta al Governo tecnico. Il Cavaliere, dunque, propone di rivisitare il fiscal compact.

► Prima riunione Bce 2013

Ha poi aggiunto Berlusconi: “Se le imprese (che sono più di 4 milioni in Italia) assumessero almeno una persona in più con un contratto a tempo indeterminato, su questa persona non dovrebbero pagare i contributi previdenziali, che saranno a carico dello Stato, né le tasse. Una sorta di ‘assunzione in nero’.

Prima riunione Bce 2013

Durante la prima riunione dell’anno nuovo, la Banca Centrale europea ha confermato i dati degli ultimi giorni del 2012. In primo luogo, il tasso di riferimento della Zona Euro è ancora allo 0,75%.

► Draghi è l’uomo dell’anno per ‘The Times’

Nel contempo, restano invariati tanto il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento, all’1,50%, quanto il tasso sui depositi, a zero.

RIDUZIONE SPREAD

Si registra un’ulteriore riduzione dello spread tra BTp e Bund, il quale durante l’ultima seduta di borsa torna a più riprese sotto la soglia dei 260 punti base. Fondamentali per il raggiungimento di questo risultato sono state le parole del presidente della Bce Mario Draghi, in merito alla crescita economica europea del 2013. Lo spread tra i decennali benchmark di Italia e Germania si attesta così a circa 20 punti in meno della chiusura di ieri e ai minimi da luglio 2011. In grande calo c’è anche il rendimento dei decennali italiani che va sotto il 4,16%, raggiungendo minimi da oltre due anni.

► Salvati fondi stanziati da Ue

BORSE

Intanto, nella giornata di oggi, brilla Piazza Affari. E’ stata una seduta tutto sommato variegata per le Borse Europee, con Milano in grande ascesa.

Piazza Affari chiude la seduta con un +0,72%. Bene anche Madrid. Chiusura sotto la parità, invece, per Parigi, Francoforte e Londra. Wall Street procede invece maluccio.

 

Salvati fondi stanziati da Ue

Alla fine dello scorso anno la spesa dei programmi che hanno ricevuto i fondi stanziati dall’Ue ha raggiunto il 37% del totale progettato in relazione al periodo 2007-2013.

A fine 2011 in percentuale era stato raggiunto il 22%.

Si tratta dunque di un considerevole salto in avanti di 15 punti su scala nazionale, il quale ha permesso di evitare la perdita di consistenti fondi comunitari.

Soltanto uno dei 52 programmi finanziati (Il programma interregionale degli “attrattori culturali”) non ha toccato il target prefissato dall’Unione, e per tale ragione deve restituire 33 milioni a Bruxelles.

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Si tratta dunque di una larga vittoria, soprattutto dal momento che il rischi era la perdita di fondi molto consistenti.

OBIETTIVI RAGGIUNTI E SUPERATI

I risultati resi noti dall’Unione europea sono soddisfacenti. In primo luogo la spesa nazionale certificata dal Parlamento europeo ha eguagliato e superato di 5,5 punti l’obiettivo minimo richiesto, che era del 31,5 per cento.

Il banco di prova è ovviamente soprattutto il Sud.

C’era infatti un programma specifico concernente Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, considerate come le cinque Regioni “convergenza”. Nelle cinque aree suddette è stata raggiunta la spesa del 33,2% sul programmato totale. L’obiettivo minimo era del 27,4.

Anche le altre Regioni vanno molto bene, in quanto hanno raggiunto il 45,2% a fronte di un obiettivo minimo del 41,6.

Il raggiungimento degli obiettivi prefissati è giustificato in parte dalla riduzione del cofinanziamento nazionale ai programmi di spesa, successo in tre tranche dal novembre 2011 a fine 2012.

Due sono le soddisfazioni maggiori dopo il raggiungimento degli obiettivi:

in primo luogo c’è la soddisfazione di aver salvato i fondi.

Successivamente è positivo il fatto che le Regioni ‘Convergenza’ abbiano superato gli obiettivi minimi preposti.

La Cina lascia l’Italia

 La crisi mina il giro di affari della comunità cinese insediata in Italia. Nelle maggiori città italiane, Roma e Milano in testa, il fenomeno è già molto evidente. Serrande chiuse nei quartieri a maggior concentrazione cinese, come già preannunciato dal Financial Times.

La ristorazione continua a tenere bene. A sentire il peso della crisi e delle rinunce degli italiani sono soprattutto i negozi di abbigliamento e di casalinghi. L’Italia, insomma, non è più l’Eldorado di qualche tempo fa, quando arrivarono i primi emigranti della profonda Asia, l’economia non gira e tenere un negozio aperto è un problema anche per i cinesi.

► Auto, Cina pronta a sorpassare l’Europa nel 2013

Secondo le prime stime sul fenomeno, a partire per tornare in patria è la prima generazione di cinesi, i pionieri dell’emigrazione in Italia, che, in una buona percentuale, lasciano in Italia moglie e figli e si dirigono verso lo Zehjang, loro regione d’origine, attirati dalla situazione economica cinese e dal suo forte sviluppo.

I più giovani, invece, vanno a cercare altrove un’occasione di fare fortuna. Le mete predilette sono l’Africa e l’America Latina.

► Paesi in crescita nel 2013

Un dato accomuna tutti i cinesi che stanno andando via dall’Italia: nella maggior parte dei casi si tratta di un allontanamento momentaneo con previsione di ritorno non appena l’economia italiana riprenderà il suo corso.