Mutui a tasso zero per famiglie a basso reddito

 Il 2013 si è aperto, almeno per il settore dei mutui e dei prestiti, con una rincorsa verso le migliori opportunità del mercato creditizio. Per il morale dei comuni cittadini che aspirano a trovare il miglior mutuo del momento, non è opportuna la notizia dell’esistenza di mutui più convenienti per dipendenti pubblici e pensionati.

Eppure qualche offerta c’è, per esempio il consolidamento è un’opportunità di mutuo spesso non tenuta in considerazione dai mutuatari tradizionali. Sicuramente se a chiedere un prestito è una famiglia a basso reddito, più che un consolidamento, sarebbe necessario un mutuo a tasso zero.

Anche questa possibilità esiste ma bisogna fare molta attenzione ai bandi pubblicati sul territorio dai vari enti, quali possono essere le Regioni. Queste, insieme a comuni e province, hanno la possibilità, in base all’articolo 2 del decreto anticrisi (legge del 28 gennaio 2009), di pubblicare bandi per l’assegnazione di finanziamenti a tasso zero.

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I richiedenti devono prima di tutto fare uno screening dei requisiti da rispettare per accedere al finanziamento. In genere i mutui a tasso zero, per cui non sono previsti nemmeno costi di apertura e chiusura della pratica, sono pensati per coppie giovani, anziani e famiglie a basso reddito che vogliono ristrutturare la prima cosa o comprare l’immobile di famiglia.

 

Il consolidamento è un’opportunità

 E’ di oggi la notizia che ci sono mutui più convenienti per i dipendenti pubblici e i pensionati. Tutte le altre categorie di cittadini devono far ricorso alle corsie tradizionali e constatare che, almeno per quel che riguarda i tassi di mutui e prestiti, l’Italia è messa maluccio visto che c’è troppa differenza tra quel che accade nel nostro paese e quel che succede nel resto d’Europa.

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Eppure le soluzioni per risparmiare ci sono ed un’opportunità troppo spesso lasciata in secondo piano, è il cosiddetto mutuo per consolidamento.

Le banche, oggi, sono molto propense ad erogare prodotti di questo tipo, anche in Italia dove per la prima volta, il mutuo per consolidamento è stato introdotto dall’istituto di credito americano G.E. Capital. In pratica il richiedente accede ad un certo quantitativo di capitale, da restituire con interessi calcolati su un tasso che oscilla tra il 4 e il 6 per cento, ed usa i soldi per coprire tutti i prestiti ancora in essere.

In pratica se ha acceso più finanziamenti a tassi anche del 10 per cento, si ritrova a pagare un’unica rata alla banca, che si occupa di estinguere gli altri prestiti e che offre condizioni più vantaggiose di una comune finanziaria. Barclays e CheBanca! hanno già questo prodotto nel carnet degli “affari” proposti ai clienti.

 Il variabile con cap che conviene è di CheBanca!

Le banche, dalla loro, hanno la garanzia che il debitore è affidabile e già censito dal Crif.

Nel 2012 diminuzione record dei consumi

 I dati della Confcommercio parlano chiaro, nei primi 11 mesi del 2012 c’è stata una diminuzione dei consumi del 2,9%, che nei servizi arriva al 3,6%. Una diminuzione record quindi che non si era registrata.

Secondo la Confcommercio si dimostra come

il 2012 si avvii a essere ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra. La riduzione è, infatti, la più elevata registrata dall’inizio delle serie storiche.

► Disoccupazione record dal 1992

La situazione emerge evidentemente dalla crisi che sta vivendo l’Italia e da una sorta di preoccupazione diffusa tra gli italiani. Anche le questioni della disoccupazione e della paura di perdere il lavoro, che spesso è precario, si legano alla contrazione dei consumi.

La Confcommercio ha detto:

Il permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali dell’anno, continua a segnalare, unitamente agli altri indicatori congiunturali, come la crisi sia ancora ben presente all’interno del sistema economico. Difficilmente la nostra economia, ed i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento.

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La ripresa non è quindi prevista nel breve periodo ed è chiaro che la diminuzione dei consumi esprime la situazione di crisi che in Italia è ancora importante.

L’Ue precisa sulle critiche all’Imu

 Ieri sembrava che l’Unione Europea criticasse l’Imu perché aumenta le disuguaglianze sociale ed è quindi, in un certo senso, iniqua.

► Per l’Ue l’Imu è inutile

Dall’Ue è arrivata però subito la precisazione. La critica riguarda l’Ici e non l’Imu. La precisazione sembra dovuta più a fattori politici per la verità. Infatti, la questione dell’Imu è argomento di campagna elettorale in Italia e a volerla è stato il governo di Mario Monti, cioè un europeista convinto e uno che ha l’obiettivo non solo di salvare l’Italia ma anche quello di salvare l’Europa.

Ieri sembrava quindi che secondo l’Ue l’Imu provocava un aumento della povertà in Italia, ma ora si precisa che la causa del leggero aumento della povertà in Italia è l’Ici. È questo quanto si può leggere nel rapporto sull’occupazione realizzato dalla Commissione europea. Nel rapporto si precisa che la questione “riguarda la situazione nel 2006 e non la nuova tassa”. È questo quanto affermato in una nota dal portavoce del Commissario Ue all’Occupazione Laszlo Andor.

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L’Imu quindi non è bocciata e per l’Ue non incide sulla povertà. In particolare, la Commissione europea in una nota ha detto che la tassa sugli immobili che è stata analizzata ha avuto un “impatto molto contenuto (0,1%) e molto inferiore a quello della tassa inglese sulla proprietà”.

Mutui più convenienti per dipendenti pubblici e pensionati

 La riduzione degli spread applicati ai mutui doveva essere il buon proposito delle banche per venire incontro ai cittadini che lavorativamente e quindi economicamente, non hanno attraversato un momento piacevole. Invece gli istituti di credito si trovano a mettere in campo gli stessi strumenti del 2012.

Anno nuovo, tassi nuovi e più “agevolati” soltanto per alcune categorie di persone: i dipendenti pubblici e i pensionati che possono farsi largo tra le opportunità di mutuo offerte dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. Gli altri dovranno accontentarsi di rate più leggere con l’Euribor ai minimi, ma il discorso vale soltanto per chi ha stipulato un mutuo variabile.

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I mutui offerti dall’INPS propongono tassi molto agevolati e per capire la convenienza dei prodotti basta sottolineare che il tasso medio dei mutui fissi è fermo al 3,75% e il tasso medio dei mutui variabili, sempre erogati dall’INPS, è dell’1,23%.

Bisogna sicuramente aggiungere le spese d’istruttoria e perizia e la parcella notarile, ma non si arriva mai alla media dei tassi tradizionali, quelli riservati ai comuni cittadini che accendono  mutui a tasso fisso al 5,55% e mutui a tasso variabile al 3,26%.

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Il mutuo INPS, che non può superare i 300 mila euro, può essere acceso soltanto dagli iscritti in attività di servizio con contratto a tempo indeterminato e pensionati iscritti alla gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali, che abbiano un’anzianità d’iscrizione di almeno 3 anni. I soldi erogati devono essere usati per l’acquisto della prima casa e poi devono essere rimborsati in un tempo che oscilla tra i 10 e i 30 anni.

40 posti di lavoro in Tirrenia

Per chi ha sempre avuto il desiderio di lavorare sulle navi, è arrivata l’occasione giusta. Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione S.p.A, infatti, è alla ricerca di personale da inserire a bordo della proprie navi.

La compagnia nasce nel 1936 a Napoli, dove ancora oggi c’è la sede principale, e negli anni è riuscita a ricavarsi un posto di tutto rispetto nel settore del cabotaggio marittimo, essendo, ad oggi, la titolare del servizio pubblico di collegamento tra le grandi isole italiane. La sua flotta conta 16 navi dalle grandi dimensioni.

I principali collegamenti sono Genova – Porto Torres ed Olbia, Civitavecchia – Olbia e Cagliari, Napoli – Cagliari, a cui si aggiungono le linee Cagliari Palermo e Cagliari Trapani.

In questo inizio di 2013, Tirrenia ha lanciato la campagna di reclutamento per personale di bordo. Le posizioni aperte sono:

– 10 Ufficiali di macchina muniti di patente;
– 10 Operai frigoristi;
– 10 Operai meccanici;
– 10 primi Elettricisti.

Per chi fosse interessato a partecipare alle selezioni, che si svolgeranno a Napoli nella sede centrale della compagnia, è necessario inviare il proprio cv all’indirizzo e-mail: [email protected].

Opportunità di lavoro con ING Direct

ING Direct, la banca online più grande del mondo, è alla ricerca  di personale da inserire su tutto il territorio italiano.

Presente in Italia dal 2011 con il conto di deposito Conto Arancio, ING Direct fa parte Gruppo bancario e assicurativo olandese ING. Ha poi continuato ad espandersi e, ad oggi, può contare su un’ampia gamma di offerte per i mutui, i prodotti di investimento, i servizi di conto corrente e anche i trading online, che hanno fatto arrivare il Gruppo ad un volume di attività pari a 23 miliardi di euro.

Al momento, ING Direct sta cercando diverse figure professionali in vista di un ampliamento dell’organico. Di seguito i dettagli delle posizioni aperte.

Sales Network Agent per le sedi di Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna. Richiesto diploma o laurea e l’iscrizione nell’elenco degli agenti in attività finanziaria della Banca d’Italia.

Bank Shop Agent per la sede di Roma: richiesta esperienza pregressa di almeno 1 o 2 anni nel settore del retail sales di ambito finanziario.

Per candidarsi ad una delle posizioni aperte da ING Direct in Italia è sufficiente collegarsi alla pagina Lavora con noi del sito della banca e rispondere all’annuncio a cui si è interessati inserendo il proprio cv nell’apposito form.

Affittare camere per resistere alla crisi

 In realtà non si tratta di un piccolo budget. Secondo le stime fatte da Immobiliare.it, infatti, affittare una delle stanze della propria abitazione può fruttare tra i 170 e i 500 euro.

Una buona entrata a cui gli italiani che hanno uno spazio in più in casa stanno ricorrendo sempre più spesso. Rispetto allo scorso anno, infatti, le famiglie che decidono di cedere privacy e spazio in cambio del pagamento dell’affitto sono cresciute del 14%, percentuale che raddoppia se confrontata con il numero relativo al 2011.

► Per l’Ue l’Imu è inutile

Secondo l’amministratore delegato di Immobiliare. it Carlo Giordano, la crescita del numero delle stanze in condivisione è un fenomeno che si può far derivare dall’Imu che ha imposto un costo aggiuntivo sulle abitazioni. Le famiglie hanno quindi deciso di dedicarne una parte per produrre reddito aggiuntivo.

► Troppe tasse scoraggiano acquisto immobili

Un fenomeno, quello delle stanze in affitto, che si mostra più frequentemente tra i lavoratori fuori sede che non tra gli studenti, in quanto questa soluzione permette di risparmiare tra i 50 e i 75 euro al mese rispetto all’affitto di una stanza in un appartamento in condivisione senza il proprietario di casa.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia: circa la metà di questi affitti sono in nero, ossia non sono regolati da un contratto e il ‘guadagno’ delle famiglie non figura tra i redditi dichiarati

 

I mestieri più ricercati dalle aziende

 Il lavoro non c’è, o meglio, ce n’è poco. I giovani italiani sanno bene quanto sia difficile trovare un impiego che rispecchi, da un lato, le ambizioni e le prospettive di carriera di ognuno e, dall’altro, le esigenze economiche della vita di tutti i giorni.

Le assunzioni di under 30 durante lo scorso anno sono state circa 200mila – il 31% in meno di quanto stimato nelle previsioni – e, secondo l’elaborazione dei dati fatta Datagiovani su fonti Unioncamere, la ricerca di personale si è maggiormente concentrata su profili di media specializzazione.

► Disoccupazione record dal 1992

I più ricercati nel 2012 sono stati i commessi delle vendite al dettaglio (23.000), seguiti da magazzinieri e camerieri (6.000), impiegati e segretari (5.000) e informatici, cuochi e contabili (3.000).

► Novità per i lavoratori over 50

I risultati dell’elaborazione fatta da Datagiovani, mette in luce come i profili high-skilled (altamente qualificati) siano poco cercati dalla imprese: su 32 tipologie di mestiere, le richieste di personale superiore alle mille sono state solo sette, con una media di 2/3.000 ingressi programmati per analisti e progettisti di software, contabili e tecnici della vendita.

Un ulteriore riflessione deriva anche dai dati sui titoli di studio richiesti per le varie professionalità: il più ricercato resta il diploma (48%), seguito dalla laurea, richiesta nel 15,4% delle offerte di lavoro, e dalla qualifica professionale (10%).

Secondo Giovanna Vallanti, docente di Economia alla Luiss di Roma, questa situazione è

L’ennesima conferma che in Italia conseguire livelli più elevati di istruzione non comporta un vantaggio per i giovani. Da un lato l’università, che è la principale responsabile della formazione del capitale umano, non è in grado di formare adeguatamente figure utili alle aziende. Dall’altro, il sistema produttivo italiano, basato su un modello di sviluppo molto tradizionale, non è in grado di assorbire profili altamente qualificati. Questo ha implicazioni pesanti in termini di bassa crescita della produttività e della competitività nel medio-lungo periodo.

Novità per i lavoratori over 50

 Si iniziano a vedere gli effetti della doppia manovra messa in campo dal Governo Monti per i lavoratori che hanno più di cinquanta anni. Le riforme varate hanno prodotto due tipi di effetti:

1. allungamento dell’età di pensionamento e nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti contributivi;

2. riorganizzazione dei sussidi per chi esce dal lavoro prima dell’età prevista.

In riferimento a coloro che si trovano ad uscire dl lavoro prima del previsto, un fenomeno non raro data l’attuale situazione delle aziende italiane), con la legge n. 92 è stato previsto un nuovo incentivo per le aziende che assumono un lavoratore con più di 50 anni e disoccupato da più di 12 mesi. In questo caso il datore di lavoro potrà usufruire di una riduzione del 50% dei contributi a suo carico per un massimo di 12 mesi (18 in caso di stabilizzazione del rapporto).

Per gli over 50 che non riescono a trovare un impiego, è prevista una nuova forma di sussidio, l’Aspi. Nel biennio 2013-2015 sarà versata per un massimo di 16 mesi, che diventeranno poi 18.

► Aspi: cos’è e come funziona

Per quanto riguarda l’indennità di mobilità sarà a requisiti pieni per tutto il 2014, poi andrà a confluire gradualmente nell’Aspi. A conti fatti, l’assegno di disoccupazione sarà più alto di quello attuale, mentre l’indennità di mobilità (il passo prima del licenziamento) sarà più basso.