AIG farà causa al governo americano?

 Il ringraziamento di AIG per i 182 miliardi di dollari ricevuti dal governo americano – che l’hanno salvata da un sicuro fallimento – dopo la crisi dei mutui subprime del 2008 è una causa per un risarcimento di 25 miliardi di dollari.

► Altri guai per Obama: le compagnie assicurative aumentano i prezzi

La proposta di fare causa al governo americano, che ha già richiesto un rimborso dalle banche per i mutui immobiliari,  è stata fatta nel 2011 da Hank Greenberg, ex-a.d. della Aig ora alla guida della società Starr International – tra i principali azionisti della compagnia assicurativa – perché i termini per il rimborso del pacchetto di aiuti ricevuti sono troppo onerosi (in effetti, il tasso di interesse sul debito è del 14%) e anche perché il governo Usa ha ricavato un profitto di circa 22 miliardi di dollari con la vendita delle azioni dell’Aig ricevute durante la parziale nazionalizzazione della società.

► Assicurazioni nel mirino dell’Antitrust

In questo modo il governo, secondo l’accusa di Greenberg, avrebbe favorito i  colossi di Wall Strett, primo fra tutti Goldman Sachs, a discapito degli azionisti della AIG.

In questi giorni la proposta di Greenberg verrà vagliata dal consiglio di amministrazione di AIG. Dalla Casa bianca ancora nessun commento, ma dalla FED fanno sapere che il pacchetto di aiuti e le relative modalità di restituzione del debito, sono state il frutto di una scelta comune tra le due parti. Anche perché, se non fossero stati emessi, la AIG non avrebbe avuto nessuna via di fuga dal fallimento certo.

Il problema è che il cda della AIG deve per forza di cose prendere in considerazione la possibilità di fare causa al governo insieme ai suoi azionisti, che, in caso di esito positivo della loro causa contro il governo, potrebbero continuare la loro azione legale anche contro la compagnia stessa.

Elenco coefficienti di calcolo delle pensioni

 Con l’inizio dell’anno sono entrati in vigore i nuovi coefficienti per il calcolo delle pensioni che rivoluzionano lì’attuale sistema di valutazione dell’assegno pensionistico.

I nuovi coefficienti, come abbiamo visto anche nell’articolo Nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti contributivi saranno calcolati sia in base all’età in cui si decide di andare in pensione sia in base alle aspettative di vita (secondo i dati che ogni due anni fornirà l’Istat). Questo nuovo parametro è stato inserito per tenere conto di quanto si resterà i pensione: chi sceglie di andare in pensione più tardi (quindi lavorando per più anni) percepirà una pensione maggiore, ma per meno tempo.

Rispetto agli anni precedenti, nella pratica del calcolo, per ottenere lo stesso importo pensionistico si deve lavorare in media un anno in più.

Di seguito vi riportiamo la tabella dei nuovi coefficienti che saranno validi per il calcolo delle pensioni tra i 57 e i 70 anni.

57 anni: 4,304% (4,42% fino al 2012)
58 anni: 4,416% (4,54% fino al 2012)
59 anni: 4,535% (4,66% il precedente)
60 anni: 4,661% (4,80% il precedente)
61 anni: 4,796% (4,94% il precedente)
62 anni: 4,940% (5,09% il precedente)
63 anni: 5,094% (5,26% il precedente)
64 anni: 5,259% (5,43% il precedente)
65 anni: 5,435% (5,62% il precedente)
66 anni: 5,624%
67 anni: 5,826%
68 anni: 6,046%
69 anni: 6,283%
70 anni: 6,541%

 

Cambiamenti pensioni di invalidità: è polemica

 Sindacati e invalidi si sono uniti in una crociata contro le nuove disposizioni per le pensioni che spettano agli invalidi al 100%. Secondo la Circolare n. 149 del 28 dicembre 2012 rilasciata dall’Inps, infatti, le nuove pensioni di invalidità spetteranno solo a chi ha un reddito più basso di 16.127,30 euro annui. 

Ma,diversamente da quanto accadeva fino all’anno appena concluso, il reddito minimo di riferimento non sarà più quello personale (del richiedente la pensione di invalidità) ma sarà quello famigliare.

► Nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti contributivi

Secondo sindacati e associazioni di invalidi la circolare è

una decisione politica che colpisce i più poveri  espropriandoli di una pensione dall’importo risibile.

In effetti l’importo dell’assegno di invalidità è di 275,87 euro al mese, una cifra davvero bassa che ora, con le nuove disposizioni, non sarà più un diritto di coloro che hanno un reddito comunque molto basso, sopratutto dal momento che da ora sarà calcolato sulla famiglia e non più sul singolo.

► Pensioni di anzianità: le novità dal 2013

A creare un maggiore scontento su questa decisione è anche il fatto che questo nuovo metodo di calcolo non si applica a coloro che hanno una percentuale di invalidità inferiore al 100%, il cui limite reddituale di riferimento rimane quello personale.

 

Lavorare in Italia e all’estero con Alstom

Alstom è un gruppo industriale francese il cui business è suddiviso in tre grandi aree: treni ed infrastrutture ferroviarie (Divisione Transport), centrali di produzione di energia (Divisione Power) e trasporto / distribuzione di energia (Divisione Grid). Dal 1198 è presente anche in Italia con 13 sedi e un totale di 3.400 dipendenti.

In questo periodo sono state aperte un numero straordinario di posizioni lavorative che vi potranno portare a lavorare per un grande e solido gruppo sia in Italia che all’estero. Di seguito il dettaglio delle posizioni aperte in Italia.

Per le sedi di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia Alston sta cercando:

– Service Plateform Manager
– Project Manager
– Trainer Expert
– Work Package Owner
– Junior buyer
– S&P Verification & Validation (V&V) Architect/Manager
– Documentation Expert
– Test Engineering Technician
– Team Leader
– Work Package Controller
– Industrial Quality Manager
– APSYS Leader
– Maintenance Engineer
– Cost Manager
– Services Sales Engineer
– Solutions Tendering Engineer
– Thermal Services South East Europe HR Manager & OOEM Learning Centre Manager
– Engineer
– Sales Manager e Stagisti in area sales & marketing.

Per coloro che sono interessati ad una delle offerte di lavoro di Alstom in Italia o per avere maggiori informazioni riguardo alle posizioni aperte nel resto del mondo, consultare la pagina Lavora con noi del sito del gruppo.

Gottardo SpA assume

 Forse non tutti conoscono Gottardo Spa, in quanto è è più facile trovare store che hanno altri brand (come Acqua&Sapone e Tigotà) ma che fanno comunque capo all’azienda. In Italia Gottardo conta in totale oltre 270 punti vendita, una presenza, quindi, solida e ben radicata su tutto il territorio nazionale.

Grazie a questa sua capillare presenza, Gottardo è in grado di dare avvio ogni anno a numerose nuove aperture  per le quali, anche in questo periodo, è alla ricerca di personale. Momentaneamente le posizioni aperte sono:

Addetto/a Analisi/Pricing: richiesta laurea in discipline economiche e disponibilità a trasferte su tutto il territorio nazionale.

Web Communication Specialist: proposta dedicata  chi conosce bene le nuove tecnologie e i nuovi metodi di comunicazione. Si richiede una pregressa esperienza nel ruolo.

Addetto Gestione Contrattualistica: la laurea in Giurisprudenza costituirà titolo preferenziale per questa posizione.

Addetto/a alla sicurezza (per i punti vendita di Marche, Toscana, Lazio): richiesti 1 o 2 anni di esperienza nel ruolo.

Inoltre Gottardo è alla ricerca di neolaureati in Economia da inserire nell’area del marketing, con un programma di formazione di 12/24 mesi.

Per chi fosse interessato a una delle posizioni aperte da Gottardo, la candidatura deve essere inviata dalla pagina dedicata alle selezioni del sito del gruppo.

Per l’Ue l’Imu è inutile

Il Rapporto Ue 2012 su Occupazione e sviluppi sociali parla chiaro, l’equità per l’Imu si lega ad un reale effetto redistributivo e dovrebbe essere modificata in senso più progressivo.

Secondo gli economisti dell’Unione Europea, una modifica dell’Imu potrebbe avere un impatto apprezzabile sulle disuguaglianze se l‘imposta si basasse sul valore dell’affitto dell’immobile invece che sul valore catastale. In questo senso si considererebbe il valore di mercato dell’immobile e quindi la tassa sarebbe più equa.

► Imu sì o Imu No? Il duello Monti-Berlusconi

L’Ue non parla più specificatamente di politiche economiche sulla tassazione degli immobili perché l’Imu è argomento in Italia della campagna elettorale.

Nel rapporto dell’Ue, con riferimento al caso italiano, la Commissione europea si riferisce alcuni aspetti che dovrebbero essere migliorati per quanto riguarda le tasse sulla proprietà. L’Ue parla dell’aggiornamento dei valori catastali, della definizione delle residenza primaria e secondaria e delle deduzioni che non sono legate alla capacità dei contribuenti a pagare la tassa sul reddito.

► Dichiarazione interattiva Imu: il modello da compilare

L’aumento del valore degli affitti si spiegherebbe con la diminuzione della disuguaglianza di reddito che deriverebbe dal passaggio dalla considerazione dei valori catastali a quelli di mercato degli appartamenti.

Disoccupazione record dal 1992

 A dicembre il tasso di disoccupazione giovanile nel nostro Paese arriva al 37,1%.  Un dato che non si vedeva dal 1992, cioè da 21 anni.

La fascia di età più critica in cerca di occupazione e che ha difficoltà a trovare il lavoro, è quella di 15-24 anni. Questa fascia rappresenta 10,6% della popolazione italiana che è disoccupata e ha molte difficoltà a trovare un lavoro.

► Scadenza contratti precari: migliaia di lavoratori in allarme

Secondo l’Istat su base annua la disoccupazione generale è cresciuta molto con circa mezzo milione di disoccupati in più rispetto all’anno precedente. L’istituto di statistica ha mostrato come dal 2007 gli uomini occupati sono diminuiti di circa 746 mila unità e il tasso di occupazione maschile è passato dal 66,3% al 70,8%.

► Rinnovo dei contratti di lavoro: i tempi di attesa secondo l’Istat

Le previsioni per il 2013 sono ancora negative e i dati della disoccupazione rischiano di essere ancora in aumento. C’è il problema della disoccupazione giovanile su tutti, ma non solo.

Per la Cgil i dati sulla disoccupazione sono la dimostrazione che la politica di rigore non è stata utile. Il sindacato parla di

fallimento delle politiche di solo rigore che hanno alimentato la recessione e le disuguaglianze e colpito prevalentemente le nuove generazioni, che ormai vedono un sostanziale blocco nell’accesso al lavoro.

Nessun allarme ma l’Australia è in deficit

 La crisi, è brutto dirlo, accomuna molti paesi in Europa e negli altri continenti. In questi giorni giunge voce di un nuovo possibile deficit, quello dell’Australia, in conseguenza della pubblicazione dei dati PMI e della bilancia commerciale a cavallo del nuovo anno. Gli analisti sono però concordi nel ritenere che ci sono almeno tre buoni motivi per non allarmarsi.

 Il taglio dei tassi australiano

Il report sulla bilancia commerciale australiana ha fotografato un’altra situazione di deficit nel mondo e si tratta della situazione più critica raggiunta dall’Australia dal marzo del 2008. Sembra infatti che le importazioni di beni e servizi, anche a novembre, hanno superano le esportazioni di ben 2,46 miliardi di dollari australiani.

► Soluzione al default USA

Il deficit, confermato a 2,21 miliardi, ha così raggiunto il picco massimo mai visto negli anni passati. Perché non occorre preoccuparsi? Prima di tutto perché se anche le importazioni sono in aumento sulle esportazioni vuol dire che i consumatori australiani stanno ancora spendendo e questo è sicuramente un dato positivo.

In più questo report – ecco il secondo motivo per non preoccuparsi – non tiene conto di quel che sta succedendo nel settore dei materiali del ferro, quindi non tiene in considerazione la ripresa trainata dall’aumento della domanda cinese.

In più o meglio infine, c’è da considerare l’intervento della RBA che ha tagliato i tassi d’interesse quattro volte nel 2012 ed intende sostenere con le stesse azioni l’economia locale.

Hollande pronto a riformare il mercato del lavoro

 La Francia potrebbe guadagnare terreno nel settore dei titoli di stato se Hollande riuscisse a portare a termine il grande progetto di riforma del mercato del lavoro. In che direzione si stanno muovendo i nostri vicini di casa? Analizzare quel che accade in Francia è utile sia agli opzionaristi sia a chi s’interessa di politica nel nostro paese.

Il 2013 è davvero scintillante, almeno in questo avvio d’anno visto che il presidente Hollande ha subito lanciato una sfida pazzesca ai suoi concittadini, dicendo che vuole portare a termine la riforma del mercato del lavoro che è stata inserita come priorità nell’agenda delle associazioni imprenditoriali ma anche dei sindacati.

La riforma nasce dal bisogno di trovare una soluzione alla rigidità che accompagna la firma dei contratti dei dipendenti da un lato e all’aumento delle occupazioni precarie dall’altro.

I datori di lavoro francesi vorrebbero quindi che fossero rivisti i contratti privilegiando l’adozione di una maggiore flessibilità in termini salariali che si dovrà accompagnare con una migliore gestione degli orari di lavoro e della mobilità dei dipendenti. In pratica vogliono garantire il mantenimento del posto di lavoro per tutti ma magari riducendo orari e stipendi o delocalizzando le risorse.

I sindacati non sono sulla stessa lunghezza d’onda e invece chiedono che le aziende che privilegiano contratti precari siano costrette a pagare più contributi così da scoraggiare questi contratti, garantendo al tempo stesso a tutti i lavoratori l’estensione dell’assistenza sanitaria.

Soluzione al default USA

 Il Presidente Obama, adesso che è stato approvato l’accordo sul fiscal cliff, che le borse hanno reagito con entusiasmo e che tutti si sono spesi per dire che non è comunque la soluzione definitiva, torna alla battaglia con i Repubblicani ma le alternative sono poche per evitare il default.

Il primo punto all’ordine del giorno è sicuramente quello del tetto del debito che in modo molto poco lungimirante, secondo tanti analisti, è stato introdotto nell’economia americana e non solo. In pratica questo tetto impedisce al Congresso di fare le manovre desiderate, visto che sono posti dei limiti.

Il corto circuito nasce dal fatto che il Congresso si trova nelle condizioni di approvare le imposte e le spese che determinano il deficit dei bilancio e di poter rifiutare di concedere al presidente Obama la possibilità di chiedere un prestito. Il default in questo caso è assicurato. I Repubblicani, per far pendere la bilancia dalla loro parte, sono pronti a minacciare con questo particolare la Casa Bianca.

L’alternativa legale a questa situazione, è nella politica monetaria o meglio nella coniazione di  monete di platino. Coniando anche una sola moneta da 1000 miliardi di dollari da depositare poi presso la FED, il Tesoro americano avrebbe le scorte finanziarie per attuare le riforme. Una soluzione che per quanto possa apparire bizzarra, è comunque praticabile.