Le Outrageous Predictions di Saxo Bank

 Saxo Bank, da circa 10 anni, prova ad anticipare i mercati con una serie di previsioni shockanti e contro corrente che dovrebbero essere d’aiuto agli investitori nella definizione degli scenari impossibili. Ha senso quindi tener conto delle Outrageous Predictions?

Sostanzialmente sì, perché se una sola delle previsioni di Saxo Bank si avverasse, l’impatto sui mercati sarebbe rivoluzionario e soltanto chi ha osato credere nell’impossibile o essere più cauto nell’investimento in opzioni binarie, avrà ragione.

L’elemento alla base delle previsioni di Saxo Bank è la noncuranza dei governi rispetto al malcontento della popolazione. Nel mondo e soprattutto in Europa, i sacrifici richiesti ai cittadini per superare la crisi, hanno comportato uno sforzo inaudito. I giovani, adesso, potrebbero non essere più disposti a restare in balia dei mercati.

I governi non sembrano interessati, mentre delle questioni sociali si fa scudo Saxo Bank che archivia il 2012 senza entusiasmo e guarda all’anno appena avviato con una punta di scetticismo. Le dieci previsioni shockanti spaziano dalle materie prime al forEX. 

Si parla per esempio del cambio tra il dollaro e lo yen e del cambio tra l’euro e il franco svizzero, si prende in esame il crollo del prezzo dell’oro e del petrolio e l’aumento del 50 per cento dei prezzi dei cereali e della soia, del default spagnolo e dell’ascesa di Hong Kong, dell’America, delle aziende hi-tech del Giappone e del salto del DAX fino a quota 5000.

Il mutuo differito per le imprese

 Approfittare dei tassi vantaggiosi del momento senza avere l’ossessione del pagamento. Se nelle esigenze di un’azienda c’è proprio questo, allora la risposta giusta al “problema” la fornisce la Banca delle Marche.

L’istituto di credito in questione offre alle imprese un mutuo a tasso fisso con piano d’ammortamento differito che consente all’azienda che lo sottoscrive d’iniziare a pagare “più in là”. E’ sicuramente questo il vantaggio del prodotto anche se la durata massima del mutuo non deve superare i 10 anni.

Il mutuo a tasso fisso con ammortamento differito, permette all’impresa richiedente di avere un certo prestito, equivalente all’80 per cento del valore degli immobili sui cui la banca iscrive l’ipoteca, anche in più soluzioni, prefigurando un finanziamento di medio o lungo termine.

Il piano di rimborso può essere mensile, trimestrale o semestrale e qualora l’impresa accumuli della liquidità nel corso del mutuo, può usare i soldi per l’estinzione parziale del debito, a patto di pagare la commissione relativa. Il tasso differito si riferisce alla possibilità d’iniziare il rimborso in un secondo tempo con uno slittamento di massimo un anno.

Il che vuol dire che un’azienda che abbia scelto un piano d’ammortamento semestrale e voglia far slittare l’inizio del rimborso subito, può iniziare a pagare anche 18 mesi dopo.

Pubblica amministrazione, presenza femminile minore ma più omogenea

Nell’arco del triennio negativo per quanto riguarda il calo dei dipendenti che afferisco alla pubblica amministrazione, si è ridotta in maniera drastica la quota rosa.

Tuttavia, il numero di nonne, seppur più basso, è ora più omogeneo. Le donne sono ora presenti in tutti i comparti. Aumentate in percentuale, hanno infatti raggiunto la soglia del 55% degli occupati nei settori pubblici.

L’aumento della quota percentuale della presenza femminile si spiega con il maggior numero di assunzioni, nonché con il minor numero di cessazioni.

La presenza elevata di donne è destinata a crescere in maniera consistente. In quali settori? Quelli preminenti: Scuola e servizio Sanitario Nazionale in primis. Si procede dunque a gonfie vele verso la parità. Ulteriori passi in avanti sono stati effettuati in altri settori dove la presenza femminile è tradizionalmente minoritaria. Parliamo della Magistratura e l’Universitá. Pur essendo ancora molto limitata, nella carriera Diplomatica si è avuto un apprezzabile incremento della presenza femminile, che risulta in crescita anche nei settori di più recente apertura quali i Corpi di Polizia e le Forze Armate.

Una goccia di sole in un mare buio, dunque, allieta la brutta notizia del calo profondissimo dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Pubblica Amministrazione, nelle scuole il maggior calo

I dati messi a disposizione dalla Ragioneria dello Stato circa il calo dei dipendenti pubblici dell’ultimo anno, parlano molto chiaramente: ci sono infatti 155.000 dipendenti pubblici in meno negli ultimi 3 anni.

Entriamo nel dettaglio dei dati. Noteremo che il trend negativo che si verifica consecutivamente dal 2009 ad oggi porta con sé dei risultati sconcertanti. Dai dati erogati dalla Ragioneria dello Stato si evince che nel 2011 i dipendenti della Pubblica Amministrazione erano 3.282.999 . In sintesi, dunque,  sono quasi 154.000 in meno rispetto quanti erano nel 2008. Quattro anni fa, infatti, erano occupati nelle Pubblica Amministrazione ben 3.436.814 dipendenti.

SCUOLA

Il dato più grave riguarda i tagli degli insegnanti. Dobbiamo nuovamente rifarci al 2010. Il calo rispetto a due anni fa è dell’uno per cento. Nel 2010 i dipendenti pubblici che lavoravano nelle scuole erano infatti  3.315.238. Tuttavia, la Ragioneria dello Stato sottolinea una variante da tenere in considerazione. La variazione totale che risulta dal bilancio del 2011 rispetto al 2010 è più alta, ed arriva al -1,6%. Occorre infatti effettuare il calcolo a parità di enti. Ciò è possibile non tenendo in considerazione gli enti inseriti nella valutazione per la prima volta nel 2011.

La scuola, dunque, rappresenta il segmento della P.A, che ha contribuito più di tutti gli altri alla diminuzione del personale.

155.000 dipendenti pubblici in meno negli ultimi 3 anni

La crisi dell’economia italiana, inevitabilmente, diventa crisi della Pubblica Amministrazione. Si tratta di uno degli argomenti predominanti degli ultimi tempi.

Il taglio netto sulla spesa passa come sempre in primo luogo per quella pubblica. Così, negli ultimi tre anni, il calo dei dipendenti pubblici è stato a dir poco spaventoso.

Un trend negativo, quello della diminuzione dei posti di lavoro nelle P.A.

Un trend che si perpetua da ormai 3 anni di fila.

Per entrare meglio nel vivo di questa profonda ferita, occorre analizzare le cifre.

Partiamo dal 2011. I dipendenti della Pubblica Amministrazione erano 3.282.999 lo scorso anno. In altri termini sono quasi 154.000 in meno rispetto quanti erano nel 2008. Quattro anni fa lavoravano nelle P.A., infatti, ben 3.436.814 dipendenti.

I dati in nostro possesso sono forniti dalla Ragioneria Dello Stato.

Regione per regione, ecco quelle in cui ancora non si è verificato un calo dell’occupazione pubblica.

Lombardia: per via di 12,51%, la Lombardia si configura come la regione in cui si trova il maggior numero di dipendenti pubblici;

Lazio: segue a ruota la Lombardia con il 12,35%;

Campania: terza classificata con il 9,14%;

Sicilia: quarta classificata con l’8,88%;

Veneto: quinta classificata con il 6,95%;

Piemonte: ultima classificata con il 6,78%;

Mini-Patrimoniale, ecco quanto costeranno i nuovi bolli

 E’ opportuno elencare tutte le novità che comporta la nuova tassa ‘Mini-Patrimoniale’, introdotta dal Governo Monti. Per quest’anno la tassa porterà nelle casse dello Stato un gettito di 2,6 miliardi. L’erario dovrebbe salire durante il prossimo anno a 4,7 miliardi. Perché? In virtù di una serie di modifiche inserite nell’imposta, che fa parte del pacchetto Salva-Italia. Si evince che i nuovi bolli, accolti non senza polemiche da milioni di italiani che non sanno dove prendere il denaro per pagarli, sono forieri di polemiche da parte di economisti e addetti ai lavori. L’imposta di bollo è vista come una tassazione del patrimonio finanziario. Un modo per tassare i risparmi e un ostacolo per la crescita economica dell’Italia a lungo termine. La pensa così Emilio Rocca dell’Istituto Bruno Leoni, il quale ha approfondito con un’analisi molto puntuale le misure in arrivo. La mini-patrimoniale ha in qualche modo anche delle controindicazioni. Ad esempio, secondo gli economisti, avvantaggia la concorrenza in quanto agevola il risparmio bancario e postale, a discapito dei prodotti gestiti, sopratutto dei fondi comuni di investimento. Non mancano coloro che, puntualmente, considerano vittime di questa patrimoniale esclusivamente i più poveri. Per molti, però, la ‘Mini-Patrimoniale’, avrà vita breve. Staremo a vedere, nel 2013.

Al via la Mini-Patrimoniale

Manca ancora una manciata di ore e poi la fotografia del Fisco ai risparmi degli italiani genererà il primo scatto.

Insieme alle giacenze del 31 dicembre saranno, infatti, calcolate le nuove imposte di bollo relative ai conti correnti bancari, postali e su quasi tutti i prodotti finanziari in circolazione.

Nel complesso, la tassa “mini-patrimoniale” inserita dall’esecutivo guidato da Mario Monti con il decreto Salva Italia dovrebbe interessare, infatti, ben 1.900 miliardi di euro di ricchezza finanziaria privata, e cioé quasi i due terzi dei 3.000 miliardi che rappresentano i risparmi della popolazione italiana.

In base ad alcuni dati preliminari messi a disposizione da Banca d’Italia e Governo, si prevede un gettito di 2,6 miliardi per l’anno in chiusura quest’oggi.

Occorre ricordare che il 2012 è stato il primo anno per quanto riguarda l’applicazione delle nuove imposte sui bolli, i quali già erano stati leggermente modificati con un ritocco al rialzo dal precedente governo Berlusconi a metà dello scorso anno.

Nel contempo, si evince che l’incasso per quanto riguarda l’erario esso dovrebbe aumentare e raggiungere quota 4,7 miliardi all’anno a partire dal 2013.

Il prossimo anno infatti le aliquote dovrebbero ulteriormente aumentare.

In conclusione, per quanto riguarda tutti i rapporti di conto corrente bancari e postali, e per quanto riguarda i libretti di risparmio, non vi sarà alcuna applicazione al di sotto dei 5mila euro di giacenza. Occorre in questo caso ricordare che fino ad oggi si pagavano 34,2 euro.

 

Calo di fine anno per le Borse europee

L’ultimo dell’anno a livello economico-finanziario è senza ‘il botto’.

Le Borse europee sono deboli e fanno registrare dei ranghi assolutamente ridotti in quella che è a tutti gli effetti l’ultima seduta dell’anno che sta per volgere al termine tra pochissime ore.

La situazione, letta dalla borsa di Milano, è la seguente: l’indice d’area Stooxx 600 e’ poco inferiore all’effettiva parità. Per quanto riguarda la situazione delle poche Piazze realmente aperte ed attive, si segnala che Londra e Madrid hanno ceduto una percentuale che si aggira intorno al mezzo punto.

Per quanto concerne Parigi la diminuzione appare di quasi un quarto di punto.

ANSIA FISCAL CLIFF

A cosa è dovuta l’attuale debolezza dei listini? Con ogni probabilità le Borse europee sono molto preoccupate per la situazione di stallo che si sta verificando negli Stati Uniti in merito alle (lentissime e difficilissime) trattative tra repubblicani e democratici sul fiscal cliff.

Per quanto riguarda la situazione ad un livello livello settoriale sono molti deboli i bancari mentre gli acquisti si concentrano sull’energia.

Guardiamo da più vicino la fase di chiusura nelle Piazze di Parigi, Madrid e Londra.

PARIGI

La Borsa di Parigi chiude in rialzo con l’indice Cac 40 che segna +0,58% a 3.641,07 punti.

MADRID

La Borsa di Madrid chiude in positivo. L’indice Ibex-35 segna un +0,45% a 8.167,50 punti.

LONDRA

Chiusura in territorio negativo per la Borsa di Londra. L’indice Ftse-100 cede lo 0,47% a 5.897,81 punti.

 

 

Venduti Iberdrola 32 parchi in Francia

Giungono importanti notizie dal mercato dell’energia. Uno dei settori più in crescita degli ultimi anni registra l’ennesima svolta, che va di pari passo con le attuali condizioni economico-finanziarie della Spagna. E’ infatti risaputo che la Penisola iberica sia a rischio recessione, inghiottita dalla cocente crisi che negli ultimi anni attraversa tutta la zona dell’Euro. Una crisi che porta una delle Società di energia più importanti della Spagna a vendere.

L’accordo in questione ha per protagoniste proprio la Nazione Iberica e la Francia.

Entriamo nel dettaglio dell’operazione.

E’ stato finalizzato l’accordo contrattuale con il quale la Società spagnola Iberdrola ha ceduto 32 centrali eoliche in Francia per una cifra totale di 400 milioni di euro. Ad accaparrarsi le 32 centrali eoliche è il consorzio di EDF Energies Nouvelles, MEAG (gestione patrimoniale controllata di Munich Re e ERGO) di concerto con GE Energy Financial Services.

Un affare imponente, che accresce di gran lunga il settore dell’energia eolica transpalpina e che muove in tutti i sensi l’economia.

Si tratta di un caso di cessione a titolo definitivo, delineata nei minimi particolari all’interno del comunicato stampa della stessa Società Iberdrola. L’azienda ha reso noto quanto segue nelle seguenti righe: “L’operazione e’ stata realizzata mediante la cessione (definitiva) del 100 per cento del capitale sociale di Iberdrola Renovables Francia (IBRF), proprietaria dei parchi eolici venduti.

 

Draghi è l’uomo dell’anno per ‘The Times’

Va al presidente della Bce, Mario Draghi il titolo di Uomo d’affari dell’anno. Il Presidente della Banca Centrale europea è stato nominato con questo illustre riconoscimento dal ‘The Times’ quotidiano britannico.

Secondo quanto affermato dal ‘The Times‘, Mario Draghi è il banchiere centrale che è riuscito a salvarsi dall’immenso caos dell’ultimo periodo economico e finanziario.

Sulle colonne del quotidiano inglese, inoltre, si legge che Mario Draghi è stato senza dubbio il “candidato incontrastato dando forza alla sua istituzione come una delle poche voci credibili nella zona dell’euro”.

Ma le parole sul Presidente della Banca Centrale Europea non finiscono qui. Sul suo conto il quotidiano ‘The Times’ ha aggiunto: “Mario Draghi è riuscito a dare la scossa ai mercati, elevandosi sopra i battibecchi dei leader politici europei per salvare l’euro dalla disintegrazione”.

Ora, però, per Mario Draghi, carico di questa forte responsabilità proveniente dall’incoronazione di uomo d’affari dell’anno del tabloid, arriva la sfida più difficile. Quale: traghettare l’Europa fuori dalla cocente crisi nel corso del prossimo anno. Più volte il Governatore della Banca Centrale europea ha fatto sapere che la missione da compiere avrà dei tempi molto lunghi, e che con ogni probabilità la risalita prevista non arriverà prima del 2014.