Capodanno, 80 milioni di spumanti venduti

Con lo scoccare della mezzanotte e con l’avvento dell’anno nuovo aumenteranno a ottanta milioni le bottiglie di spumante stappate e vendute durante queste festività 2012.

Per lo spumante, quest’anno, gli italiani hanno speso circa 600 mln di euro.

La stima, come nel caso dell’aumento di zampone e cotechino, è stata fornita dalla Coldiretti.

Si evince che circa l‘87% degli italiani ha voluto acquistare lo spumante nonostante la crisi e nonostante sia stato un periodo festivo Low Cost. Si tratta del 20% in più rispetto allo scorso anno.

Inoltre, dalle stime Coldiretti, si evince che il 13 per cento (-1 per cento rispetto allo scorso anno) ha optato per lo champagne. L’indagine di fine anno erogata dal gruppo Coldiretti/Swg non manca di illustrare altri punti fondamentali, così da ricalcare anche le abitudini alimentari ed economiche degli italiani che si preparano al capodanno e alla fine delle feste.

Coldiretti dichiara, infatti, che oltre allo spumante non mancheranno come da tradizione sulle tavole panettone e pandoro. Per quanto riguarda il panettone, ad esso non rinuncerà l’80% degli italiani, mentre hanno preferito acquistare in maggioranza il secondo il 68% degli italiani.

Capodanno, aumentano dell’8% i consumi di zampone e cotechino

Le famiglie italiane hanno sempre amato tutte le tradizioni del BelPaese. Tra queste figurano anche quelle tradizioni seguite per tener fede a una credenza della quale talvolta si ignorano le stesse origini.

Una cosa è certa: la sera di San Silvestro è obbligatorio l’assaggio di due lenticchie, perché a livello folkloristico vuol dire augurarsi di avere più soldi per l’anno venturo.

Di questi tempi, peraltro, con la crisi che galoppa, gli italiani ne avrebbero proprio bisogno.

Le altre due pietanze che non possono mancare per nessun motivo sono poi il cotechino e lo zampone.

Cotechino e zampone appaiono sulle tavole quasi esclusivamente soltanto durante il periodo di Capodanno e, in particolar modo, in maniera abbondante durante l’ultimo giorno dell’anno e il primo giorno del nuovo anno.

Per il 2012 il trend impone di risparmiare e di mettere in tavola un cenone Low Cost, giacché la crisi si fa sentire, in particolar modo nelle Regioni del Sud.

Malgrado ciò, le famiglie italiani non vogliono rinunciare a cotechini e zamponi. Prova ne è che i consumi sono saliti dell’8% rispetto al 2011. Nel complesso sono stati venduti circa sei milioni di chili di cotechino e zampone, così da essere messi sulle tavole dell’intera Penisola.

I dati in questione sono stati forniti da Coldiretti. Consideriamo, tutto sommato, che siano stime molto positive per questo tipo di mercato.

Basti pensare infatti che il 62% degli italiani, ovvero in media due italiani su tre, mangeranno a capodanno cotechino e zampone.

Acqua, arriva la ‘Tariffa Ponte’

E’ stato fatto il primo passo in avanti per una tariffa che è stata soprannominata come la ‘Tariffa Ponte’ e che riguarda l’acqua. Un percorso, molto positivo, in grado di permettere e facilitare tutta una serie di importanti investimenti nel settore.

La buona novella è arrivata durante le scorse ore, in virtù dell’intervento dell’Autorità per l’Energia. L’Autorithy ha infatti scelto di dare il Nulla Osta a tutto un insieme di provvedimenti finalizzati alla regolazione del famoso servizio idrico integrato.

La lista dei provvedimenti messi in luce dall’Autorità per l’Energia, è abbastanza lunga e degna di nota.

Appare opportuno, in questa sede, menzionare i provvedimenti più importanti e prossimi a entrare in vigore. Uno su tutti è senza ombra di dubbio il cosiddetto Metodo transitorio per la determinazione delle tariffe, che sarà inerente per l’appunto alle tariffe degli anni 2012 – 2013. Inoltre è da citare in ultima analisi un altro provvedimento. Stiamo parlando della prima Direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione.

Successivamente all’approvazione della Tariffa Ponte, però, non sono mancate diverse polemiche. In prima linea ci sono i Cobas, i quali hanno protestato duramente, evidenziando che “il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancisce, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell’acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato”.

Fiscal Cliff, accordo ancora lontano

L’America rischia grosso e il tempo sta per scadere. Per il Fiscal Cliff è necessario trovare un’intesa entro questa sera. Se così non fosse, il 2013 arriverebbe con una bruttissima notizia per la popolazione: aumento delle tasse ad libitum e tagli alla spesa.

L’accordo tra i Repubblicani e i Democratici sembra, però, essere ancora molto lontano.

Barack Obama dà la colpa ai repubblicani, rei di non dare la propria disponibilità per il raggiungimento di un eventuale compromesso. I negoziati sono iniziati con il piede sbagliato, proprio all’indomani della rielezione del Presidente.

Tutto lascia presagire che i Repubblicani vogliano mettere a priori i bastoni tra le ruote alla gestione Obama.

Entrando nel dettaglio, la lotta si gioca sul fronte delle imposte per i redditi più alti.

I democratici vorrebbero aumentare infatti le imposte a coloro che superano annualmente i 250.000 dollari.

I repubblicani si oppongono. Il compromesso, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere trovato nell’aumento delle imposte entro la soglia dei 400.000 dollari su base annua.

RISCHIO RECESSIONE

Se democratici e repubblicani non si accordano gli Usa potrebbero piombare nel baratro della recessione. Succederebbe infatti che da domani ci sarebbe l’avvio dei tagli automatici alla spesa. Tagli per un valore di 1.200 miliardi. Inoltre, si verificherebbe in automatico l’aumento delle tasse per tutti i contribuenti nonché il rischio per il sussidio di disoccupazione.

Lo scalping nel mercato ForEX

 Per investire nel mercato valutario ci sono tantissime opportunità e tante tecniche. Conoscerne qualcuna aiuta a far fruttare i risparmi con il minimo investimento. La tecnica che presentiamo oggi si chiama scalping.

Le strategie di “forex scalping” consistono nell’investire tutti i risparmi puntando su “opportunità” dell’ultimo minuto, opzioni con scadenze brevissime che consentono di ridurre al minimo le perdite nel momento in cui s’individua il trend direzionale.

Il senso del forex scalping è tutto nell’apertura e nella chiusura delle posizioni nel breve o brevissimo periodo, spesso si tratta di pochissimi secondi entro i quali ci deve essere comunque un aumento di almeno 10 pips. Per poter individuare il trend è necessario affidarsi ai grafici ad un minuto ma quali sono le operazioni da compiere? Proviamo ad elencarle tenendo conto di un trend rialzista.

Prima di tutto è necessario che sia stata evidenziata una tendenza al rialzo in qualche modo significativa. A quel punto è bene trovare una coppia di valute che si muove seguendo la linea di tendenza evidenziata e che in genere non chiude mai al di sotto del punto di partenza.

Il terzo passo da fare è controllare che si sia in una posizione di cosiddetto ipervenduto e quindi bisogna sbirciare l’indice stocastico. A quel punto, definito il cosiddetto stop loss di 1 pips sotto la linea di tendenza si può iniziare lo scalping avendo ben chiaro in mente che l’obiettivo finale è l’incremento del prezzo di 20 pips.

Assunzioni nella GDO con Bennet

 Tante le opportunità di lavoro per la Grande Distribuzione Organizzata grazie alla nuove assunzioni previste per il nuovo anno da Bennet, la catena di supermercati attiva principalmente nelle regioni del Nord Italia con le sue 67 sedi.

Bennet è una realtà giovane e dinamica, nata nel 1964 a Como e poi cresciuta anche in Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria, per un totale di 8.200 impiegati. Per tutte le sue sedi Bennet è alla ricerca di diversi profili. Vediamoli nel dettaglio:

Allievi capo reparto tessile
Addetti reparto tessile (età compresa tra i 19 ed i 32 anni e disponibilità a lavorare su turni e nei week end)
Addetti Ipermercato (solo per i week-end)
Allievi direttori punto vendita (età compresa tra i 19 ed i 32 anni e disponibilità a lavorare su turni e nei week end)
Farmacisti (richiesta  laurea in Farmacia o CTF, abilitazione al ruolo e iscrizione all’Ordine dei Farmacisti e disponibilità a lavorare su turni e nei festivi)
Manutentori Impianti (richiesta comprovata conoscenza ed esperienza per impianti ventilazione e climatizzazione)
Addetti gestione energetica impianti (richiesto siploma di perito tecnico e esperienza pregressa)
Addetto sala regia manutenzione impianti (richiesta esperienza)

Per i dettagli sulle sedi di lavoro, i requisiti richiesti e l’invio della candidatura visitare la pagina Lavora con noi del sito di Bennet.

Metro Cash & Carry assume in tutta Italia

 Metro Italia Cash and Carry fa parte di Metro Group, una delle realtà maggiormente attive sul territorio nazionale nel settore della grande distribuzione. La presenza di Metro Group è importante anche all’estero, per un totale di 2.200 punti vendita in 33 Paesi.

La società è alla ricerca di numerose figure pere tutto il territorio nazionale. Vediamole nel dettaglio:

Capi settore Food e No Food per Milano e Varese
Capo reparto ortofrutta per Liguria, Rimini, Bergamo e Milano
Capo reparto pescheria
per Rimini
Capo reparto Non Food e Capo reparto dry 
per Milano
Capo reparto Macelleria
per Ferrara e Bastia Umbra (PG)
Capo reparto secchi
per Ferrara

Per tutte le posizioni è richiesta esperienza pregressa di 2/3 anni e conoscenza dei principali strumenti informatici.

Inoltre, per le sedi di Baranzate (MI), Bolzano, Cesano (MI) e San Donato Milanese (MI), Metro Group cerca:

Personale di vendita (età non superiore ai 30 anni e esperienza di un anno)
Specialista reparto vini (conoscenza dell’inglese e comprovata conoscenza del prodotto).

Per la sede di Miano sono richieste le seguenti professionalità:

Junior Buyer Ortofrutta
Regional Controller
Junior Buyer Alimentari
Delivery Conditions and Negotiation Manager
Delivery Commercial and COD Expert
Stage Ufficio Acquisti (Marchi Propri)
Stage Web Marketing

Per le candidature e tutti i dettagli visitare la pagina Lavora con noi del sito dell’azienda.

La Cina usa i bond per sostenere le imprese locali

 Siamo talmente abituati a pensare che i titoli come bond e buoni del tesoro, debbano essere usati per vendere quote del debito pubblico di un paese, che dimentichiamo gli usi alternativi che si possono fare dei soldi raccolti.

La Cina, ancora una volta, c’illustra l’alternativa. Nel 2012, infatti, questo paese ha insistito molto sul mercato dei corporate bond che sono aumentati in modo esponenziale. Nell’anno 2012 le emissioni di bond sono diventate 14 volte più numerose delle azioni.

È chiaro ormai che sono lo strumento privilegiato dal governo pechinese per il finanziamento dell’economia. A livello quantitativo si nota che le obbligazioni emesse nel 2012 sono state il 54% in più di quelle emesse nel 2011 ed hanno raggiunto al quota record di 4,1 miliardi di yuan che equivalgono a 657 miliardi di dollari.

A riportare questi dati ci ha pensato Bloomberg che ha evidenziato anche il calo dei collocamenti azionari che hanno subito complessivamente una contrazione del 14 per cento arrivando a quota 277 miliardi di yuan alla Borsa di Shanghai.

Quest’ultima, ha chiuso l’anno con un modestissimo incremento delle contrattazioni pari allo 0,7 per cento. Un aumento risibile se paragonato ai rendimenti dei corporate bond fissati al 4,69 per cento che è sempre il doppio del rendimento medio mondiale del 2,59 per cento.

Bankia: un anno e mezzo da dimenticare

 Le banche spagnole sono in crisi e forse sono all’origine di tutta la crisi del paese. È emblematica la situazione dell’istituto di credito Bankia che in un anno e mezzo ha perso il 90 per cento del suo valore.

Abbiamo già considerato il caso della Dexia franco belga, per la quale è stata attivata una procedura di salvataggio, tramite fallimento ordinato che ha garantito la sopravvivenza del titolo.

Non si può fare un discorso analogo rispetto alla Bankia spagnola che, per esempio, la settima scorsa in un sol giorno ha perso il 26 per cento del suo valore. In un anno e mezzo, in realtà, la perdita è stata molto consistente ed ammonta ad un -90 per cento.

Gli analisti spagnoli, ormai, non hanno più speranze e ritengono che quando una società ha più debiti che attivi, ha anche un titolo che ormai non vale più nulla. È normale allora che dall’inizio dell’anno ci sarà l’uscita di scena: il titolo Bankia sarà escluso dal principale indice iberico, l’Ibex 35.

La scelta è giustificata dal fatto che la quotazione dei titoli Bankia è ora fissa a 0,412 euro, il 90 per cento in meno rispetto all’IPO che aveva lanciato nel luglio 2011 le azioni della banca sul mercato con un valore unico di 3,75 euro.

Il caso Dexia belga: ecco come si salva una banca

 Le banche sono croce e delizia di un sistema economico e finanziario. Alle banche è attribuita la colpa della crisi ma è merito delle banche se cittadini ed imprese hanno una base di liquidità per le loro operazioni. Risulta quindi fondamentale occuparsi di alcuni casi emblematici.

Quello che vogliamo sottoporre all’attenzione dei cittadini, dei consumatori e degli investitori, è quello della banca Dexia, per la quale il governo ha in serbo il quarto salvataggio pubblico consecutivo. La banca è considerata un colosso franco-belga del credito, ma ha subito per prima e con dolore gli effetti della crisi finanziaria.

Fino a che ha ottenuto, la scorsa settimana, il via libera dall’Unione Europea per avviarsi verso un fallimento ordinato che va a completare il ciclo di tre iniziazioni di denaro pubblico negli ultimi quattro anni.

In questo modo, grazie al contributo economico della Francia, del Belgio e del Lussemburgo, si procederà con la risoluzione della situazione del gruppo, che comprende, tra le altre operazioni, anche la vendita della DMA, una sussidiaria di Dexia, e la ristrutturazione della Belfius, l’ex banca Dexia belga.

Con questa ristrutturazione si ammortizzano i costi previsti per i contribuenti che avrebbero pagato un conto più salato scegliendo altre direttrici.