Il brand cede il passo al private label

 Il 2012 è stato, per l’Italia ma non solo, l’anno della grande crisi. E se non ci sono più soldi disponibili per i soliti acquisti, si prova a non rinunciare alla qualità, cercando delle alternative ai prodotti di marca. Soprattutto in questi ultimi mesi dell’anno si è evidenziato un nuovo trend nella spesa degli italiani, che abbandonano i grandi marchi in favore dei prodotti private label, ossia quei prodotti che vengono immessi nel mercato con il marchio del distributore.

E’ quanto emerge da uno studio dell’Associazione Distribuzione Moderna, che mostra come la quota di mercato dei private label sia cresciuta del 17% in questo ultimo anno, anche se con delle grandi differenze territoriali. Infatti, i prodotti private label – Coop Italia, Esselunga, Pam – al nord della penisola hanno raggiunto il 35,7% delle vendite totali, mentre al sud si è avuta una crescita molto meno accentuata, lontana dagli standard europei (40% in Gran Bretagna, 34% in Francia).

Il brand, quindi, rimane un lusso che in pochi possono continuare a permettersi. Ciò che conta nelle scelte di acquisto, è il prezzo del prodotto, situazione che mette in pericolo soprattutto la sopravvivenza di quei marchi, garanzia del Made in Italy, che sempre più spesso sono offuscati dalle offerte e dagli sconti che solo le grandi catene di distribuzione possono permettersi di fare.

Il Natale nero degli americani

 Il Natale è passato e gli Stati Uniti sperano che il periodo post vacanze sia meglio di quello appena trascorso, in modo particolare i commercianti che hanno passato il loro peggior Natale dal 2008, anno in cui gli Stati Uniti erano in recessione.

Dal 28 ottobre al 24 dicembre, secondo i dati di MasterCard Advisors SpendingPulse, le vendite sono aumentate solo dello 0,7%, a fronte di un +2% registrato lo scorso anno. La stima è in linea con le  altre che parlavano già nei mesi precedenti di una crescita debole, in un periodo in cui i rivenditori riescono a guadagnare circa la metà dei loro profitti annuali.

Le peggiori performance si sono avute nella zona dell’Atlantico, duramente colpita dall’uragano Sandy, ma gli americani tutti hanno frenato gli acquisti a causa delle preoccupazioni sul fatto che a Washington c’è ancora una grande incertezza sul raggiungimento di un accordo per evitare gli aumenti delle tasse e i tagli alla spesa. E’ Brian Sozzi, capo analista dei titoli azionari di NBG Productions ha dare il quadro della situazione:

Chi vuole il debito sulla carta di credito nel mese di gennaio, quando ci saranno il 2 per cento di controlli e un anno di aliquote fiscali più elevate sui redditi?

Toyota pagherà 1,1 miliardi di dollari, ma non si ferma la sua corsa sul mercato automobilistico

 Si è conclusa la class action contro la casa automobilistica giapponese che ha accettato di pagare più di un miliardo di dollari per risarcire gli automobilisti americani.

La somma che la Toyota sborserà per rimborsare tutti coloro che hanno acquistato delle auto difettose – auto che improvvisamente acceleravano perché il pedale rimaneva incastrato nel tappetino per un difetto di progettazione – servirà sia per installare dei nuovi sistemi di sicurezza sulle auto e per rimborsare i 16 milioni di americani che hanno partecipato alla causa collettiva.

Il tribunale federale di Santa Ana, in California, ha deciso di chiedere alla casa automobilistica la cifra più alta mai richiesta in simili circostanze, ma questo non ferma la corsa della Toyota sul mercato, che si appresta a tornare la prima casa automobilistica al mondo e punta su vendite record nel 2013.

Per il prossimo anno la Toyota ha infatti stimato una crescita delle vendite del 2%, per un totale di 9,91 milioni di veicoli, dopo un 2012 che si è concluso con un +22% (9,7 milioni di automobili immatricolate). Un risultato che permette alla casa nipponica di ottenere il titolo di campione di vendite, superando agevolmente General Motors e Volkswagen, soprattutto grazie all’aumento della domanda negli Stati Uniti e in Asia.

Usa, allarme per il debito e per il Fiscal Cliff

 Vacanze più brevi del previsto per il Presidente americano Barack Obama. Il Tesoro degli Stati Uniti ha previsto che il tetto del debito sarà raggiunto non durante il corso del prossimo anno come previsto nel 2011, ma si arriverà a quota 16.400 miliardi di dollari già entro il 31 dicembre.

Questo vuol dire che, a meno di 5 giorni dal Fiscal Cliff, per Obama si presenta una nuova sfida, forse anche più importante, cioè quella di evitare il default del paese.

Il Ministro del Tesoro Timothy Geithner ha spiegato che si adotteranno delle misure straordinarie per riuscire a posticipare il default. E’ necessario trovare 200 miliardi di dollari, in modo che la cifra massima prevista per il debito non venga raggiunta.

Non è ancora stato chiarito di che tipo di manovre si tratta né di quanto tempo queste misure resteranno in vigore, quel che è certo è che i giorni a disposizione sono davvero pochi e dopo l’ennesimo fallimento delle trattative tra democratici e repubblicani, con la bocciatura del piano di emergenza dello speaker della camera Bohener, allontana sempre di più le speranze di arrivare ad un accordo.

Il presidente Obama, già da queste ore, è al lavoro per cercare una soluzione, ma il popolo americano sta perdendo la fiducia: secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale degli americani che crede ancora che si troverà l’accordo è scesa di 7 punti percentuali.

 

Assunzioni presso la Cassa Depositi e Prestiti

 La Cassa Depositi e Prestiti è una società a controllo pubblico che gestisce una grande parte del denaro degli italiani e si occupa anche di sviluppo delle infrastrutture e della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese.

In questi giorni è stata aperta una campagna di selezione di laureati e diplomati da inserire come Junior Analyst e Junior Controller. A tutti i candidati è richiesta la conoscenza della lingua inglese.

I Junior Analyst dovranno avere una laurea specialistica in Economia o Statistica ed aver maturato almeno due anni di esperienza in analoga posizione all’interno di banche, istituzioni finanziarie o società di consulenza. Richiesta conoscenza di contabilità e analisi di bilancio.

A chi vuole candidarsi per la posizione di Junior Controller è richiesta la laurea in Economia con indirizzo finanziario, oltre che ad una esperienza pregressa nella mansione di almeno tre anni e ottima conoscenza del pacchetto Microsoft Office e del software SAP.

Per entrambe le posizioni le candidature dovranno essere inviate attraverso il modulo on line disponibile alla pagina Carriere del sito dell’azienda entro e non oltre il 31 dicembre 2012.

Gangnam Style: ci vogliono fare una vodka

 Gangnam Style è un motivo sudcoreano che un po’ di tempo fa, caricato su Youtube, ha ottenuto in pochissimo tempo un record di visualizzazioni: più un miliardo di volte. Il mercato è stato coinvolto e galvanizzato dal rapper Psy che oggi risulta l’unico a poter decidere dei diritti del marchio.

Gangnam Style è diventato così famoso che in Russia voglio usare questo marchio per una nuova linea di prodotti, a partire dalla Vodka che dovrebbe chiamarsi appunto “Oppah, Gangnam Style”. L’azienda che ha chiesto di registrare il marchio, in realtà, sta già pensando ad una linea di bevande che comprende anche cocktail e succhi di frutta.

I diritti spettano al rapper che deve però fare i conti anche con altre richieste che arrivano da altre compagnie, per esempio dalla sudcoreana YG Entertanment INC che vorrebbe registrare il marchio per l’America e legarlo ad una serie di prodotti da distribuire nel mercato a Stelle e Strisce.

Lo stesso marchio è nel mirino della Woobo International che ha chiesto di usarlo per le bibite sempre distribuite in america.

Anche l’agenzia di marchi russa Rospatent ha ricevuto delle richieste per la registrazione del marchio dalla City, un’azienda che si occupa della distribuzione.

In base alla soluzione che sarà scelta si potranno osservare distribuzioni diverse dei carichi anche nel mercato azionario.

Kiko assume commesse e Store Manager

Kiko è una realtà giovane ma allo stesso tempo in forte espansione. Il marchio Kiko make up Milano è parte del Gruppo Percassi ed è conosciuto in Italia ma anche all’estero, con oltre 300 negozi in Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e Portogallo

Al momento Kiko è alla ricerca di Addetti Vendita e si Store Manager da inserire nei negozi presenti in  Lombardia, Trentino Alto AdigeLiguria, Veneto, Emilia RomagnaAbruzzo e Lazio.

La ricerca di Addetti alla Vendita e di Commesse è per le sedi di  Avezzano (AQ), Ostia (RM), Parma, Sarzana (SP). Per questa posizione è richiesta flessibilità negli orari di lavoro, predisposizione al contato con il pubblico. L’esperienza pregressa nel ruolo costituirà titolo preferenziale.

Per gli Store Manager le sedi di lavoro sono Avezzano (AQ), San Martino Siccomario (PV), Ostia (RM), Parma, Padova, Vipiteno (BZ), Bressanone (BZ), Sarzana (SP), Reggio Emilia. Richiesto diploma di scola media superiore ed esperienza pregressa nel ruolo, megli se nel settore della bellezza o della profumeria, di almeno 3 o 4 anni.

Per le candidature e per i dettagli sui requisiti richiesti per ogni posizione consultare la pagina posizioni aperte del sito di Kiko.

L’EDF francese ha problemi con i cinesi

 La EDF, il colosso francese dell’energia, chiuderà con diverse difficoltà quest’anno visti i problemi rilevati ultimamente e legati alla figura di Henri Proglio. Quest’ultimo, molto amico di Nicolas Sarkozy deve fare i conti con un cambio ai vertici dell’Eliseo.

Non è certo la poca affinità politica con Hollande ad averlo messo in crisi, quanto piuttosto dei rapporti poco chiari con le autorità cinesi. La faccenda è stata illustrata molto bene da Le Canard Enchainé. La rivista in questione accusa Proglio di aver passato una serie di segreti tecnologici al partner cinese. 

L’indiscrezione sarà approfondita da un’inchiesta da parte del Ministero delle Finanze francese.

L’EDF, in effetti, non attraverso un buon periodo. Le sue relazioni con l’Italia sono poche nel senso che una decina d’anni fa, il colosso francese dell’energia si è affacciato sul mercato tricolore rilevando la maggioranza di Edison dalla FIAT, ma le redini dell’azienda sono state recuperate soltanto recentemente dopo l’uscita di scena dell’A2A.

In generale EDF soffre della crisi del settore nucleare e sembra che avesse trovato la luce soltanto dopo l’accordo con la China Guandong Nuclear Power Company per la costruzione di un reattore di ultima generazione. Peccato che Proglio abbia valicato in modo spudorato i recinti del suo mandato. 

Obama dopo le ferie: non si parla solo di fiscal cliff

 Le vacanze del Presidente degli Stati Uniti sono state brevi e tormentate visto che con un volo notturno, già il 26 dicembre, Barack Obama ha pensato di tornare a Whasington. Per Obama si annuncia una settimana molto difficile in cui dovranno essere approfonditi i colloqui con i repubblicani del Congresso.

Il problema dell’America, infatti, il più sentito dalla maggioranza della popolazione, è il fiscal cliff nel quale potrebbe sprofondare l’America dopo l’abolizione delle agevolazioni volute dal predecessore di Obama. Gli analisti sono però concorsi sul fatto che non sono stati fatti passi avanti nella trattativa.

I repubblicani, in teoria, restano aperti alle proposte di Obama ma vogliono affrontare non solo gli aspetti fiscali della riforma che potrebbe incrementare il peso delle imposte sui cittadini, ma anche quelli legati alla spesa pubblica americana.

Peccato che il sentimento prevalente in questo momento in America, sia lo scetticismo in relazione al raggiungimento di un accordo. Alla fine dei giochi soltanto un americano su due ritiene che sarà siglata un’intesa. Fino a qualche giorno fa, la percentuale dei fiduciosi era di 7 punti percentuali più elevata.

Obama, per superare l’impasse ha provato con la proposta di una mini intesa sugli argomenti più scottanti, in modo da evitare il salasso alle famiglie. I repubblicani hanno subito ribadito di essere contrari ad un accordo per step.

I migliori mutui a tasso fisso e variabile

 Il portale MutuiOnline recensisce le migliori offerte di mutuo disponibili per una richiesta tipo effettuata da un impiegato di 35 anni residente a Milano che abbia un reddito di 2600 euro mensili e voglia un mutuo di 100 mila euro per un valore dell’immobile pari al doppio, da rimborsare in 20 anni.

Il miglior mutuo a tasso variabile, in questo caso, è quello della Deutsche Bank che offre un TAEG del 3,21 per cento con una rata mensile da corrispondere pari a 556,30 euro. Al secondo posto tra i mutui a tasso variabile c’è il prestito BNL che propone un TAEG del 3,23 per cento e una rata di 552,60 euro. Si arriva fino ad una rata mensile di 563,95 euro prendendo in esame il mutuo a tasso variabile di Webank che propone un TAEG del 3,26 per cento.

Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, la migliore offerta è quella di Webank che offre un TAEG del 5,42 per cento con una rata pari a 674,24 euro. Aumenta di pochissimo la rata se si considera il mutuo con TAEG al 5,46 per cento offerto da Iw Bank. Al terzo posto in questo speciale podio si colloca l’offerta di mutuo a tasso fisso del Gruppo Bipiemme con un TAEG del 5,81 per cento.

Iw Bank è la banca più competitiva nel settore delle surroghe, sia a tasso fisso, sia a tasso variabile.