Il Conto Italiano Zip – Base

 Il conto a pacchetto del Monte dei Paschi di Siena, quello che consente di avere molti servizi ma pagando un prezzo piccolissimo, si chiama Conto Italiano Zip  – Base.

Quali sono i servizi compresi in questo prodotto? Innanzitutto il conto corrente, in secondo luogo la carta di debito che è il bancomat, il servizio di Multicanalità Integrata e infine il servizio di Documenti Online. Questo tipo di conto corrente è riservato dal Monte dei Paschi di Siena ai nuovi clienti, oppure a quei clienti che da almeno sei mesi hanno rinunciato al conto corrente.

I costi del Conto Italiano Zip – Base. Il canone mensile da corrispondere per questo prodotto è di 5 euro che diventano 4 nel momento in cui si usa il conto per l’accredito dello stipendio. Il conto base comprende l’operatività illimitata sul conto corrente la quota associativa carta di debito, l’attivazione della multicanalità e i documenti online gratuiti.

E’ chiaro che nel prezzo sono compresi anche 8 bonifici, 24 disposizioni di pagamento tramite RID, 4 bonifici da sportello, 10 assegni e 2 estratti conto allo sportello trimestrali.

Per ottenere questo prodotto è necessario rivolgersi ad una delle filiali del Monte dei Paschi di Siena che avverte: se il conto è aperto entro il 31 dicembre 2012 e si dispone l’accredito dello stipendio, si ha il canone gratuito per 12 mesi.

Sconti da WeBank: si riparte con il nuovo anno

 WeBank ha lasciato la vetta della classifica dei mutui più convenienti soltanto per poche settimane. Adesso, l’offerta promozionale che consiste in uno sconto sullo spread dello 0,20 per cento per i mutui richiesti entro il 31 gennaio 2013 e stipulati entro il 28 febbraio 2013.

I vantaggi sono nelle condizioni promozionali, nell’assenza di spese e nell’assicurazione obbligatoria corrisposta in forma gratuita.

Il fatto che le spese siano davvero poche si evidenzia dalla differenza contenuta tra il tasso e il TAEG. Il tasso è del 4,07 per cento ed è dato dall’IRS a 5 anni pari allo 0,87 per cento cui si deve aggiungere uno spread sul muto del 3,20 per cento.

Il TAEG che comprende il costo degli interessi, le spese iniziali, quelle ricorrenti e l’imposta sostitutiva, è soltanto del 4,16 per cento. L’offerta – valida per i clienti che fanno la richiesta di mutuo attraverso il portale MutuiSupermarket –  è calcolata per una richiesta tipo: un mutuo di 140 mila euro da rimborsare in 30 anni a fronte di un valore dell’immobile di 220 mila euro.

La rata mensile calcolata è di 673,72 euro e il mutuo in promozione è un prodotto a tasso misto. Maggiori informazioni possono essere dedotte dalla scheda presente su Mutuisupermarket.

Ferragamo e Tod’s trascinano in alto le borse

Il lusso non conosce crisi tanto che tra i migliori titoli dell’anno si confermano molte aziende, tra cui quelle di cui parleremo approfonditamente: Salvatore Ferragamo e Tod’s. Molto buoni anche i rialzi siglati da Luxottica.

Nel dettaglio Salvatore Ferragamo, dall’inizio dell’anno alla “fine del mondo”, cioè fino al 21 dicembre 2012, ha guadagnato il 65,52 per cento del suo valore. Tod’s invece, ha fatto un salto molto importante, anche se meno consistente ed ha incrementato il suo valore del 52,6 per cento.

Infine dobbiamo registrare la performance del titolo Luxottica che è cresciuto del 44,47 per cento ma non è tra le blue chip di Piazza Affari.

Per quanto riguarda Ferragamo e Tod’s non è sorprendente la sua performance, visto che in questi mesi si è preso atto dell’aumento dei ricavi che sono sati per il primo di 832,6 milioni di euro con un incremento dell’utile dell’8,1 per cento. Tod’s, invece, ha aumentato del 7,3 per cento il suo business, facendo salire fino a 199,5 milioni di euro l’ebitda.

Tutto il settore del lusso è comunque in positivo. I tecnici, infatti, dicono che si tratta di un settore anticiclico che non subisce la crisi. In più Ferragamo e Tod’s ci hanno messo del loro, spingendo molto sull’internazionalizzazione della loro attività.

Piazza Affari: fine anno e si parla di rally

 È arrivato il momento di tirare le somme e fare l’elenco delle azioni che dall’inizio dell’anno ad oggi hanno ottenuto i maggiori ricavi, le cosiddette blue chip e poi le azioni che al contrario hanno fatto registrare il record negativo di performance.

C’è molto interesse nella scoperta delle azioni che hanno ottenuto il maggior numero di rincari dall’inizio dell’anno ad oggi. Il bello è che le blue chip appartengono a settori molto diversi tra loro, per esempio quello biomedicale, l’immancabile hi-tech, il cemento e la difesa. Stiamo chiaramente parlando di Diasorin , Prysmian, Buzzi Unicem e Finmeccanica.

Il bello è che tra i titoli migliori ci sono anche due titoli del mondo del credito che sono la Banca Popolare di Milano e Azimut. Non manca certo l’incremento del valore dei titoli di Lottomatica ma a trainare la Borsa di Milano sono soprattutto i titoli del lusso.

Il mercato in questione, infatti, non subisce crisi. Spiccano in tal senso le performance di Salvatore Ferragamo e Tod’s.

Sul versante che possiamo chiamare “negativo”, invece, si deve ricordare che alle peggiori azioni, quelle di Mediaset e di A2A, seguono quelle delle banche più grandi del nostro paese. Tutti i titoli, comunque, si sono ripresi molto dopo il discorso di Draghi il 26 luglio.

Grande successo per il Private Label

Ecco come le famiglie ridisegnano i loro consumi. La crisi si fa sentire e per sopperirvi gli italiani si affidano al Private Label, una tendenza che negli ultimi mesi di questo anno ha raggiunto la sua definitiva consacrazione.

A dimostrazione dell’exploit del Private Label l’analisi degli esperti di marketing si è concentrata sulla cosmetica. Solitamente gli italiani non acquistavano mai i prodotti che riportano il brand del distributore e non la grande griffe.

Gli esperti tuttavia non possono fare a meno di notare che si sta lentamente rimpicciolendo il bacino di utenza dei grandi brand di lusso. Così, la pressione promozionale del distributore acquista lentamente più spazio.

Il motivo è presto: occorre offrire sconti maggiore al cliente per indurlo all’acquisto.

Eccoci dunque ad uno sprazzo di cambiamento per quanto riguarda la dinamica dei consumi. La quota di mercato del private label cresce a dismisura e i prodotti in vendita con marchio del distributore superano il 17%. E’ il caso di Pam, Esselunga e Coop Italia.

In percentuale, il Private Label non ha ancora sfondato il muro del consumo di massa, ma vi si sta avvicinando a passi da gigante. Negli altri Paesi europei, infatti, i prodotti con marchio del distributore toccano vette molto più alte, che ancora non si vedono in Italia.

In Gran Bretagna, ad esempio, si supera un volume pari al 40%. In Francia si è attorno al 34%.

Ciò non toglie che il settore è in grande crescita. Ha raggiunto il 7,3% dei consumi in più nel 2011, con una prevalenza di acquisti al Nord-Italia.

Petrolio, acciaio e caffè: i trend di fine anno

 Il mercato delle materie prime, in questo scorcio di fine anno è attraversato da modifiche profonde. La prima di cui abbiamo fornito un resoconto è quella dei semi di soia il cui prezzo è calato vertiginosamente dopo l’annullamento di importanti ordini provenienti dalla Cina.

Adesso prendiamo brevemente in esame quello che sta succedendo al petrolio, all’acciaio e al caffè.

Petrolio. Petrochina, che è la divisione della Cnpc (China National Petroleum Corp) ha deciso di avviare le trattative per rilevare la quota di Exxon Mobil in Iraq, presso lo giacimento di West Qurna-1. Questo giacimento è stato messo in vendita dall’azienda  a stelle e strisce che ha deciso di concentrare i traffici sul Kurdistan. Si prevede quindi che la Cina diventi per l’Iraq il partner privilegiato.

Acciaio. La produzione di acciaio, anche a novembre, è cresciuta del 5,1 per cento portandosi a 122 milioni di tonnellate. Tutto anche in questo caso si lega all’accelerazione della produzione sul versante asiatico dove in Cina, ad esempio, l’output è aumentato del 13,7 per cento. La produzione d’acciaio è invece rallentata sia negli Stati Uniti, sia in Europa.

Caffè. In Brasile il raccolto di caffè è stato di 50,8 milioni di sacchi da 60 chili. Si può parlare di record.

 

Soia: la Cina cancella un ordine molto grande

 Se la Cina decide di annullare un grande ordine di soia, il mercato delle materie prima va in fibrillazione e vuol dire che sta succedendo qualcosa all’economia cinese, oppure è in atto una manovra di cui vediamo soltanto i primi passi.

Il fatto che riportiamo è molto semplice. Gli acquirenti cinesi, alla fine della settimana scorsa, hanno deciso di annullare un ordine di semi di soia dagli Stati Uniti per 540 mila tonnellate.

A memoria, nel mercato finanziario, non è mai successo che fosse annullato un ordine così corposo in un solo giorno. In più molti analisti ritengono che arrivasse sempre da Pechino l’annullamento di un altro ordine di 120 mila tonnellate, registrato sempre all’inizio della settimana scorsa ed attribuito ad “acquirenti sconosciuti”.  La Cina, in più aveva annullato anche un altro ordine in settimana per 300 mila tonnellate di soia.

Tutti questi annullamenti hanno scatenato le vendite sul prodotto tanto che il prezzo dei semi di soia è stato spinto al ribasso e si è verificato un calo del 2 per cento ai mini da un mese a questa parte.

Il calo del prezzo ha interessato anche frumento e mais ma, in questi casi, la riduzione del valore deve essere attribuita rispettivamente alle nevicate delle Grandi Pianure USA e alle esportazioni inferiori al previsto.

Se tutti gli italiani restituissero i soldi degli interessi percepiti avrebbero la possibilità di pagare meno tasse. Tutto in teoria, per il momento.

I Btp zero di Assoetica

 Lo Stato emette periodicamente i BTp e sono addirittura stati istituiti dei BTp Day, dei giorni dedicati all’acquisto di questi buoni che servono a rimpinguare le casse dello Stato con denaro da usare per pagare scuole, ospedali, strade e servizi.

In borsa, la presentazione di questi strumenti, tende a far prevalere l’aspetto speculativo e per chi deve comprare BTp è importante che lo Stato che li emette sia poco “raccomandabile” in modo che il rendimento dei buoni resti elevato.

Il rendimento dei BTp rappresenta l’interesse che lo Stato dovrà corrispondere alla scadenza del titolo ai suoi creditori. La finalità della “raccolta fondi” effettuata tramite BTp, giustifica l’iniziativa di Assoetica “BTp zero”.

In pratica Assoetica restituirà allo Stato italiano gli interessi percepiti attraverso i titoli di stato, sotto forma di un bonifico intestato alla Presidenza del consiglio. La pubblicità dell’iniziativa punta a rendere “virale” questo procedimento in modo che aumenti il budget a disposizione della società.

Assoetica ne approfitta per ricordare che lo Stato emette dei BTp per finanziare la costruzione o la manutenzione di ospedali, scuole e strade e per finanziare la progettazione e l’erogazione di un certo numero di servizi. Poi lo Stato usa il prelievo fiscale per pagare i tassi d’interesse dovuti sui BTp.

Se tutti gli italiani restituissero i soldi degli interessi percepiti avrebbero la possibilità di pagare meno tasse. Tutto in teoria, per il momento.

onista. Opel deve  rimborsare 2,5 miliardi di euro entro la fine del 2014.

Con Intesa Sanpaolo si vola in Messico

 Non è l’ultima trovata pubblicitaria di una banca che ha deciso d’investire nel settore aeroportuale, anzi, Intesa Sanpaolo si dedica ai prodotti finanziari e non intende tornare sui suoi passi.

Di fatto però i prodotti finanziari venduti possono ampliare l’orizzonte dei clienti e così si scopre che la banca in questione fa da sponda alle piccole e medie imprese italiane che decidono d’investire nel mercato emergente messicano.

Illustrare il funzionamento di questo “passaggio” è sufficiente per capire le prospettive di crescita del titolo azionario.

Intesa Sanpaolo, insieme ad altre banche ha sostenuto la realizzazione del progetto Etileno XXI portato avanti dalla Braskem Idesa, una join venture brasiliano-messicana. L’obiettivo del progetto Etileno XXI è quello di trasformare lo stato di Veracruz in un impianto petrolchimico di riferimento per tutto il continente.

In quest’opera, grazie alla presenza di Intesa Sanpaolo, sono state coinvolte anche 25 aziende italiane che hanno ottenuto ben 40 contratti finalizzati all’esportazione per lavori di progettazione e per la fornitura dei macchinari.

Nell’impianto petrolchimico di Veracruz ci sarà un cracker per la trasformazione di etano in etilene ed è prevista la realizzazione di un secondo polo con tre unità dedicate alla produzione di polietilene. In termini di denaro l’investimento previsto supera i 13 miliardi di dollari. L’impianto inizierà a funzionare nel 2015.

edere sei filiali europee alla GM al fine di ripagare un mutuo al proprio azionista. Opel deve  rimborsare 2,5 miliardi di euro entro la fine del 2014.

Opel e Deutsche Bank: l’emblema della crisi tedesca

 Anche la Germania sta attraversando un periodo di forte crisi al punto che anche colossi del settore industriale e finanziario come Opel e Deutsche Bank, sono stati colpiti dalla sorte avversa. Certo non è un caso ma una situazione che si è prodotta negli anni.

Partiamo dal caso Deutsche Bank che è il più semplice da illustrare visto che nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di parlare della condanna dell’istituto di credito nel processo sui derivati stipulati dal Comune di Milano.

Questo imbarazzo giudiziario arriva al termine di alcuni anni di turbolenze il cui teatro è stato proprio la Germania. Per esempio l’inchiesta sul fallimento di Leo Kirch, passato alla storia come il magnate delle tv private tedesche, oppure la frode sulle emissioni di CO2.

In questo secondo caso pare che la banca abbia ottenuto indebitamente dei rimborsi pubblici, soldi che il governo tedesco assegna ai soggetti privati che inquinano meno. Nonostante su questa inchiesta non sia ancora stato messo il punto, la banca è comunque sotto pressione.

Per quanto riguarda Opel si apprende che il marchio automobilistico tedesco, controllato ormai dalla General Motors americana, ha dovuto cedere sei filiali europee alla GM al fine di ripagare un mutuo al proprio azionista. Opel deve  rimborsare 2,5 miliardi di euro entro la fine del 2014.