Il nuovo tributo si chiama TARES

 Sommare la tassa sui rifiuti alla tassa sui cosiddetti servizi indivisibili, denominazione nella quale rientrano ad esempio i costi per l’illuminazione delle città, oppure per la polizia municipale. Questo è l’intento del governo che ha già creato la nuova imposta.

La tassa al debutto dal 2013 si chiamerà TARES e sarà una tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili, in sostituzione delle “vecchie” Tarsu e Tia. Il tributo si potrà pagare in un’unica soluzione a giugno. L’ultima parola sui calendari dei pagamenti e soprattutto sulle scadenze che erano state fissate a gennaio, spetta comunque ai comuni.

Le amministrazioni locali sono state dotate di un’autonomia tributaria ma devono comunque rispettare alcuni paletti governativi. Per esempio devono dare la possibilità di pagare tutto il tributo a giugno, ma se volessero anticipare qualche scadenza, comunque, non devono collocare la prima rata prima del mese si aprile.

Il vincolo vale soltanto per il 2013. Dall’anno dopo, infatti, a regime di libertà di decisione, i sindaci potranno scegliere autonomamente il calendario dei pagamenti.

La TARES riguarda tutti coloro che occupano un immobile oppure un’area a qualsiasi titolo. La tassa si calcola sull’80 per cento della superficie catastale e saranno usate come riferimento le superfici già comunicate ai fini Tarsu e Tia.

Pensioni in calo del 3% nel 2013. Tutte le novità della riforma

 

 Il piano pensionistico per il prossimo anno? Pieno di novità, che allo scadere dell’attuale legislatura ne sconvolgono il quadro generale. Chi andrà in pensione a 65 anni, ad esempio, vedrà un incremento del risparmio previdenziale di 320 euro. Un incremento che è stato studiato per coprire il gap che scatterà dal primo dell’anno.

Chi vuole una pensione dignitosa deve alzare il versamento dei contributi previdenziali a 1.558 euro l’anno. Solo così avrà la stessa pensione di chi ha smesso di lavorare nel 1995.

La fine del 2012, dunque, lascia adito a diverse sorprese. Il futuro porta stress dal punto di vista economico e da gennaio le novità saranno ancora tantissime.

Rendita

La riforma Monti – Fornero prevede che la pensione sarà raggiunta dopo essere stata calcolata in virtù delle aspettative di vita, al pari del suo ammontare. I coefficienti di trasformazione, che in altri termini sono i valori atti alla conversione in rendita dei contributi accumulati e rivalutati negli anni, saranno ciclicamente riveduti e corretti. Una sorta di work in progress continuo.

Cambio del coefficiente

In pensione a 65 anni: il coefficiente passa dal 5,62% al 5,44% (- 3,2%).

In pensione a 70 anni: il coefficiente sarà ridotto del 4,41%.

Nel primo caso il calo si aggira intorno ai 450 euro, nel secondo intorno ai 750 euro.

; ma che sale per chi lascerà il lavoro a 70 anni del 4,41%. Tradotto in cifre? Prendiamo

L’America cresce ma il futuro è incerto

 Il fiscal cliff ha messo sotto la lente d’ingrandimento un’America molto diversa da quella che abbiamo sempre associato al cosiddetto sogno americano. Oggi il Paese, alla guida del quale che è stato confermato Barack Obama per un secondo mandato, cresce ma le prospettive future sono molto incerte.

L’economia a stelle e strisce ha fatto registrare un incremento del business del 3 per cento nel terzo trimestre, mentre gli analisti prevedevano che non si sarebbe andati oltre il +2,7 per cento. Il ritmo di crescita lievemente aumentato è stato trainato verso l’alto dall’aumento delle esportazioni e della spesa pubblica.

Un po’ quello che vorrebbero fare molti paesi in Europa. Una crescita, quella americana, che nasconde sotto il tappeto ogni incertezza finanziaria legata al mancato accordo sul fiscal cliff. Il piano B legato al nome del senatore repubblicano Boehner, non vedrà la luce nel giro di poche settimane.

Vuol dire che dal 3 gennaio ci sarà un aumento di tutte le aliquote riferite sia ai redditi personali, sia ai redditi d’impresa e poi sarà operato un taglio alla  spesa pubblica di circa 600 miliardi dollari. Se così fosse, il fiscal cliff non sarebbe risolto e per l’anno prossimo ci sarebbe una crescita negativa dell’America, al -0,5 per cento.

Con il 2013 parte il Fondo per le aziende ricercatrici

 Le aziende chiedono da tempo un aiuto concreto per migliorare il loro business, per ottenere sconti sul prelievo fiscale in modo da lasciare intatto l’aspetto occupazionale. Non è proprio un ricatto ma una richiesta d’aiuto in un momento economico per tutti molto difficile.

In questo senso il governo che ormai possiamo considerare uscente, ha disposto un fondo per fornire aiuti alle imprese ma in modo selezionato. Non ci sono soldi per tutti ma soltanto per chi investe in ricerca e sviluppo.

Questo paletto posto dall’esecutivo dovrebbe garantire da un lato la sussistenza dell’azienda nel tempo, e dall’altro favorire lo scambio di know-how tra imprese e università. Saranno gli atenei, infatti, ad assumere il ruolo di centro nevralgico dello sviluppo.

Entriamo nel dettaglio del Fondo per agevolare le piccole aziende, contenuto nella Legge di Stabilità. Il fondo nascerà nel 2013 e il suo capitale sarà usato per fornire un credito d’imposta a tutte le piccole e medie aziende che investiranno nello sviluppo. Ma i soldi saranno anche usati per ridurre il cuneo fiscale.

Il fondo in questione è istituito presso la Presidenza del Consiglio e si finanzia con la riduzione degli stanziamenti di bilancio che sono destinati ai trasferimenti e ai contributi alle imprese. Questo “metodo” era stato suggerito dall’economista Francesco Giavazzi e infatti passerà “alla storia” come Piano Giavazzi.

Lo Stato batte cassa con le lotterie

 Lo Stato italiano si avvia verso il nuovo anno con tantissime novità per i contribuenti. Basta pensare a tutte le norme inserite nella Legge di Stabilità. Una delle cose più strabilianti è la rinuncia all’IMU che a tutti gli effetti, dall’anno prossimo, diventa una tassa municipale.

Lo Stato dà inoltre la possibilità ai Comuni e alle Regioni di aumentare l’aliquota addizionale. I Comuni lo potranno fare dal 2013 e ha scelto di ritoccare all’insù le “tariffe”, un’amministrazione su tre, mentre le Regioni potranno farlo dal 2014. Le addizionali peseranno sulle buste paga dei cittadini che saranno d’altro canto “tenuti buoni” dall’incremento dei bonus famiglia.

Le imprese, invece e così arriviamo al cuore del nostro discorso, si troveranno a far fronte ad un incremento del prelievo fiscale sulle video lotterie. La tassazione sulle somme giocate, il cosiddetto Preu (prelievo erariale unico) passa dal 4,5 al 5 per cento.

Limitazioni anche per quel che riguarda la pubblicità de giochi. Secondo le disposizione contenute nel decreto Balduzzi, il volume dell’advertising sarà più contenuto. Salta infatti la proroga contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità.

Per quanto riguarda le video slot la tassa sale al 6 per cento per tutte le vincite superiori ai 500 euro. Da gennaio, infine, sarà indetta una gara per l’apertura di mille nuove sale da poker anche se quello online, dice il governo, potrebbe essere presto abolito.

Cipro a rischio default

Ci sono nuovamente brutte notizie per Cipro. Il suo rating è stato declassato dal punteggio B al punteggio CCC+ dall’agenzia di Rating Standard & Poor’s. Per l’agenzia, inoltre, il rischio che il debito cipriota implichi l’azzeramento e il default del Paese è nettamente progredito.

A cosa si deve il declassamento del rating di Cipro? A seguito dell’ultimo downgrade (in data 17 ottobre 2012) si è verificato un deterioramento. La pressione finanziaria e l’incertezza ora si fanno sentire maggiormente su Nicosia e dintorni.

Appaiono inoltre sempre più limitate le opzioni di finanziamento del Governo. I Partner d’area dell’Eurozona non fanno che esitare. La crisi bancaria, d’altronde, è nell’aria da tempo e i costi sono altissimi. Ecco perché Standard & Poor’s parlano di rischio default. Un rischio che cresce di giorno in giorno e che va tenuto in considerazione.

Nel giugno di quest’anno Cipro ha chiesto assistenza alla Troika. Ma le trattative sono state lente e passive. La negoziazione ha fatto registrare timidamente alcuni progressi soltanto nelle ultime settimane. In ballo c’è la negoziazione dei termini di un memorandum of undertanding che stenta però a decollare.

Secondo S % P, l’esitazione dei partner d’area e il mancato decollo delle trattative con la Troika sono dovuti al fatto che non vi è ancora una soluzione al modo in cui aiutare Cipro e il suo sistema bancario. Il downgrade, se le pressioni e l’incertezza dovessero protrarsi sarà dunque necessario.

L’IMU diventa municipale

 Dopo la reintroduzione dell’imposta sugli immobili, per i cittadini c’è stata molta confusione, legata soprattutto al fatto che si voleva interpretare l’IMU come una versione rivisitata e corretta dell’ICI. In effetti qualcosa in comune, queste due imposte, ce l’hanno ma l’IMU cambierà pelle ancora nel 2013.

Se vi siete avvalsi dell’aiuto di un Caf per il calcolo dell’IMU e per la compilazione dell’F24 necessario al pagamento dell’imposta, avete notato l’inserimento di due codici distinti per far sì che una parte dei soldi fosse versata allo Stato e l’altra rimanesse nelle casse del Comune. Ma come? L’IMU non è un’imposta municipale?

La risposta è affermativa se si guarda al 2013, anno in cui l’IMU diventerà municipale di nome e di fatto. Il secondo anno di vita dell’IMU, dunque, sarà caratterizzato dalla trasformazione dell’imposta. Gioiscono i sindaci che si vedranno recapitare per intero nel portafoglio comunale il gettito legate alle abitazioni.

Lo Stato non resterà a bocca asciutta ma conserverà il gettito sui capannoni e sugli opifici.

Ne guadagnano tanto i cittadini anche in termini di semplificazione degli adempimenti, visto che sul prossimo F24 si dovrà inserire un solo codice tributo e le aliquote di partenza saranno ancora le stesse: lo 0,4 per cento sulla prima casa e lo 0,76 per cento sulle altre case.

Pressione fiscale e debito fiscale: cosa cambia?

 In Italia esiste un Fondo dove si accumula denaro da usare per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti. Questo fondo è alimentato di volta in volta da una serie di manovre. Secondo le premesse alla Legge di Stabilità, il fondo in questione doveva nutrirsi dei risparmi di spesa per interessi sui titoli pubblici.

Poi si disse che il fondo doveva essere alimentato dal recupero dei contributi non precedentemente versati. L’ultima notizia legata all’approvazione della Legge di Stabilità, dice che i soldi del fondo daranno attinti dalle risorse che derivano dall’evasione fiscale e dalla riduzione delle spese fiscali.

Collaborando con il fisco nella lotta all’evasione, dunque, si ottiene sul lungo periodo uno sconto sulle tasse con il conseguente allentamento della pressione fiscale. Per questo dal 2013 il Documento di economia e finanza conterrà la valutazione delle entrate che derivano dal contrasto dell’evasione fiscale.

I soldi di questa attività che andranno a finire nel fondo saranno al netto delle spese utili a mantenere l’equilibrio di bilancio o a ridurre il rapporto tra debito e PIL.

Per alleggerire, inoltre, le attività dell’Erario ci sarà un azzeramento dei vecchi debiti con il fisco e si potrà ottenere l’annullamento delle cartelle “pazze” in modo più semplice: entro 90 giorni dalla notifica il contribuente deve presentare una dichiarazione in cui prova che gli atti emessi dal creditore sono invalidi e se l’amministrazione non risponde in 220 giorni le cartelle sono annullate di diritto.

IVA, IRPEF E Tobin Tax: cosa cambia per l’Italia

 È stata firmata la legge di stabilità che regala agli italiani un bel pacchetto di aumenti, attivi già dal primo mese del 2013 con un alleggerimento delle buste paga dovuto agli incrementi degli addizionali locali. Ma qual è nel dettaglio la novità in materia di IVA, di IRPEF e tassa sulle rendite finanziarie?

Le prime due aliquote IRPEF, quelle associate ai redditi più bassi, non saranno tagliate come precedentemente promesso. Il fatto è che non ci sono i fondi per sostenere questo tipo d’intervento. Il Parlamento, in più, ha disposto l’aumento dell’IVA di un punto percentuale a partire dal primo luglio 2013.

Il Parlamento aveva intenzione di finanziare gli sconti IRPEF ma l’aumento dell’IVA non sarà sufficiente in tal senso e quindi sono stati approvati soltanto i bonus per le famiglie numerose. Cosa vuol dire? Che a partire dal primo gennaio 2013 per i figli ac carico, siano essi la prole naturale, i figli adottati, affiliati o affidati, ci saranno sconti di 950 euro, dagli 800 previsti l’anno scorso.

Sconti che salgono fino a 1350 euro in caso di portatori di handicap. Per quanto riguarda le regioni, non potranno rimodulare gli addizionali con sconti e detrazioni per il 2013, ma le manovre locali dovranno essere rinviate al 2014.

Per quanto riguarda la Tobin tax si apprende che sarà applicata un’aliquota dello 0,1 per cento per le operazioni sui mercati regolamentati e un’aliquota dello 0,2 per cento per le operazioni sui mercati Otc.

Il PIL nel 2013: ancora un anno non florido

 Le previsioni sull’incremento del PIL nel 2013, adesso, sono molto più caute che alla fine dell’estate quando gli analisti, spinti dall’entusiasmo dei mercati, avevano parlato di ripresa già a partire dal prossimo anno. Oggi è stato spostato il limite temporale dell’inversione di tendenza e poi si è passati a parlare di stallo piuttosto che di crescita.

Questo vuol dire che la ripresa tanto agognata non ci sarà nel 2013 ma occorrerà attendere il 2014 per tornare a sorridere. Speculazione? Non proprio. La base dati su cui sono costruite queste intuizioni, è quella del rapporto AFO 2012 2014, lo stesso che ha preso in esame il perdurare della sofferenza delle banche.

Secondo l’ABI, il 2012 si concluderà con una contrazione del PIL pari al 2,1 per cento e nel 2013, l’anno prossimo, si avrà ancora una flessione dello 0,6 confermata dai dati del primo semestre cui ne seguirà un altro in lieve rialzo.

Il saldo sarà maggiormente benaugurante nel 2014, quando si porterà a casa un risultato interessante: il +0,8% del PIL, una crescita lieve ma comunque di crescita di parla.

Molto più pessimistico dell’ABI, il CER che prevede una flessione dell’attività produttiva italiane anche nel 2013, pari all’1 per cento con una leggerissima ripresa nel 2014 che non supererà lo 0,6 per cento.