1° trimestre 2013: previsioni del Forex

 Il primo trimestre del 2013 potrebbe essere molto attivo, come si dice in gergo, per la coppia EUR/USD. Lo dicono gli esperti che prevedono un’evoluzione secondo diverse direttrici della coppa valutaria.

Il fatto è che ci sono molti elementi anche sul versante politico che possono incidere su queste valute. Per esempio in America si dovrebbe risolvere il cosiddetto fiscal cliff: i politici d’Oltre Oceano stanno discutendo cioè dell’aumento delle tasse e dei tagli della spesa. In base alla direzione della riforma l’America potrebbe più o meno sprofondare nella recessione.

Di certo non si tratta dell’unico problema da affrontare, specie se si considera quello che sta succedendo in Europa. Il nostro Continente è flagellato dalla crisi del debito che, seppure va avanti da diversi anni, adesso è diventata di urgente risoluzione visto che ha fatto arrivare molte nazioni sull’orlo del precipizio.

Pare sia stato allontanato il rischio default per la Grecia ma è venuto fuori allo stesso tempo il problema Cipro. Gli analisti, a questo punto, valutano l’euro e il dollaro come due valute “malate” che lottano per la sopravvivenza. Il primo trimestre, per la coppia EUR/USD si prevede molto burrascoso. Gli investitori potrebbero puntare tutto sui titoli statunitensi e far crollare la coppia. Anche un rimbalzo è all’orizzonte, ma non si romperà a breve la soglia dell’1,35.

I problemi della Francia con le pensioni

 L’Europa sta attraversando un periodo di forte crisi e gli effetti del rallentamento globale dell’economia, iniziano a vedersi anche nei paesi che prima erano considerati i capisaldi dell’Eurozona, per esempio la Francia e la Germania.

La Francia, di recente, ha eletto il nuovo presidente ma questo non vuol dire che tutti i problemi venuti fuori negli ultimi tempi, siano da associare a François Hollande.

La preoccupazione più fresca del presidente francese riguarda il sistema pensionistico. Adesso è molto probabile che un socialista come lui sia costretto a mettere le mani sulle pensioni, magari prendendo spunto anche da alcune riforme, non proprio socialiste, che sono state varate in Italia.

Il sistema previdenziale francese è stato ritoccato già nel 1998, nel 2003, nel 2008 e nel 2010 ed è rimasto il sistema più favorevole per i lavoratori, se paragonato con i sistemi previdenziali presenti nel mondo che in genere sono stati ritoccati dai partiti di destra.

Adesso però è arrivato il momento d’intervenire perché è stato scoperto un buco da 20 miliardi di euro. Hollande aveva detto di voler intervenire sulle pensioni ma in campagna elettorale non l’aveva presentata come una questione urgente.

Per colmare il deficit le soluzioni sono a portata di mano – dall’aumento dei contributi all’innalzamento dell’età pensionistica – ma sarà molto difficile farle approvare.

Il calo dello spread merito della BCE

Per capire quando effettivamente ci sarà la ripresa del mercato dei mutui, è necessario capire quali sono le variabili che condizionano l’oscillazione degli spread.

 Secondo il Rapporto di previsione 2012-2014 Afo dell’Abi, le tensioni sui mercati finanziari si sono allentate ma è tutto merito della BCE. Senza l’intervento della Banca Centrale Europea e contando soltanto sulle politiche nazionali e comunitarie, non si sarebbe raggiunto lo stesso risultato.

Interessante per l’Italia, un particolare contenuto in questo Rapporto, in cui si spiega che lo spread tra Btp e bund si assesterà sui 200 punti già tra due anni nel 2014, a patto che la politica fiscale del Governo Monti continui o sia propria da chi succederà al professore.

Attualmente, il miglioramento dello spread, che di per sé è una cosa positiva, non è sufficiente a far emancipare le banche del nostro paese dal finanziamento della BCE, per il fatto che la raccolta sull’estero è ancora negativa.

Nel Rapporto di previsione 2012-2014 Afo dell’Abi ci sono anche delle interessanti indicazioni macroeconomiche. Per esempio, per quanto riguarda l’Italia, a conti fatti, si prevede una riduzione del 2,1 per cento del PIL nel 2013 chi seguirà una contrazione più lieve, nel 2013 dello 0,6 per cento.

Tra il 2013 e il 2014 però ci potrebbe essere una nuova ascesa e la chiusura del 2014 potrebbe già essere in positivo al +0,8 per cento. Il problema resta il rallentamento globale della crescita.

Rischio default anche per Cipro

 Tra i paesi a rischio default, fino a questo momento, si è parlato soltanto della Grecia che nell’ultima settimana, però, ha ottenuto un buon riconoscimento da parte di Standard&Poor’s. La situazione di Atene resta ancora critica ma il governo ha fatto numerosi passi avanti per non vanificare gli sforzi dei cittadini.

Adesso, però, l’attenzione si sposta verso un’altra nazione che sta attraversando un periodo molto difficile: Cipro. Il rating dell’isola in question è stato tagliato proprio da Standard&Poor’s che lo ha portato al livello CCC+ conservando però un outlook negativo.

Il che vuol dire che il rischio di default di Cipro è ancora più plausibile. C’era già stato ad ottobre un declassamento da parte delle agenzie di rating che aveva messo in evidenza una situazione molto precaria delle finanze cipriote.

Standard&Poor’s spiega  nella nota che il rischio di default per Cipro è crescente perché da un lato il Governo non ha più le opzioni di finanziamento che aveva in passato e dall’altra i partner dell’isola che appartengono all’aerea euro, non sembrano disposti a sobbarcarsi il peso di una crisi bancaria dell’isola.

Cipro ha chiesto aiuto nel giugno del 2012 ma le trattative con la Troika sono andate molto a rilento e la domanda su come finanziare le banche di Cipro è rimasta inevasa.

La fine dell’indipendenza del NYSE

 Le borse di tutto il mondo sono sempre più intrecciate tra loro per i traffici e per le reciproche influenze. Adesso dopo 200 anni, il New York Stock Exchange, noto anche con l’acronimo NYSE, ha rinunciato alla sua indipendenza e ha operato in vista del consolidamento delle borse cosiddette globali. 

In poche parole, l’agenzia che gestisce li scambi di Wall Street è stata comprata dall’InterContinentaExchange, che è il colosso dei mercati future che aveva provato anche negli anni passati a fare la stessa operazione. Il costo di questa operazione è stato di 8,2 miliardi di dollari.

A questo punto a scegliere dovranno essere gli azionisti del NYSE che potranno decidere di avere i solo soldi in contanti oppure potranno scegliere di averli sotto forma di titoli, oppure ancora una parte in denaro e una parte in titoli.

Ma chi guiderà questo nuovo colosso della finanza? Sulla poltrona più prestigiosa di questa borsa globale, si siederà il presidente e CEO dell’ICE, Jeffey Sprecher.

L’operazione non è stata ancora definita nei dettagli, soprattutto per quel che riguarda l’Europa dove l’ICE conserverà sicuramente il NYSE Liffe a Londra per i derivati e il marchio NYSE Euronxt, ma ci potrebbe essere uno scorporo dei mercati azionari nell’Europa continentale attraverso un collocamento.

Il costo dell’operazione di aggira sugli 8,2 miliardi di dollari.

La crisi fa sempre meno paura

 La crisi economica, in questo momento, fa meno paura, forse perché gli investitori e i cittadini sono convinti che migliorerà tutto all’inizio del nuovo anno. Ma c’è motivo di essere così speranzosi? Le parole dei leader politici, in qualche modo, aprono uno spiraglio e i mercati non sono più così ballerini.

Guardiamo quello che è successo: lo spread tra i Bund tedeschi e i nostro Btp decennali è tornato sotto i 300 punti base, nonostante a livello politico ci sia molto da chiarire sulla candidatura di Monti alle prossime elezioni. Restando sempre in Europa si apprende con piacere della decisione dell’agenzia di rating Standard&Poor’s di alzare il rating della Grecia.

Se poi si lancia uno sguardo verso le altre borse si scopre che Wall Street è piena d’entusiasmo perché è stato sfiorato l’accordo sul fiscal cliff, anche se poi la votazione è stata rimandata a dopo Natale. Gli indici americani si sono dimostrati prudenti ma in rialzo.

Tokyo, po ha superato i 10 mila punti con un rialzo di 2,39% un paio di giorni fa, un record che ormai non si vedeva dal marzo scorso. Insomma tutte le borse sono speranzose nella soluzione delle questioni più urgenti. Lo stesso Monti, in Asia, dichiara che l’Europa è quasi fuori dalla crisi.

Vicino l’accordo sul fiscal cliff?

 I giornali, in questa settimana, si sono spesi molto sulla questione del fiscal cliff guardando con entusiasmo al clima disteso del Congresso dove sembrava che fosse stata raggiunta l’intesa. Molti i titoli dedicati alle dichiarazioni ottimistiche di Obama.

Nella giornata di giovedì, ad esempio, era stato annotato un gesto di “apertura” da parte di John Boehner, tanto che Obama aveva rinunciato alla sua “conditio sine qua non” ed aveva accettato di aumentare le aliquote dei redditi al di sopra dei 250 mila dollari l’anno, fino alla nuova soglia di 400.000.

Alzare questa soglia, in termini economici, vuol dire che nelle casse dello stato entrerebbero 1.200 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni. Una decisione da prendere alla svelta considerando che le agevolazioni volute di Bush Jr stanno volgendo al termine.

Lo spirito costruttivo che ha animato il dialogo tra Obama e le varie anime del Congresso, aveva dato fiducia anche ai mercati. Il Dow Jones, per esempio, ha chiuso con un aumento dello 0,75%, a quota 13.235,39. Un rialzo lieve, forse giustificato dal fatto che non era stato ancora dato nulla per cento.

Gli investitori avevano ragione: a distanza di 24 ore la situazione è di nuovo precipitata, nel senso che il piano di Boehner non è stato votato alla Camera perché ci si è resi conto che mancavano i voti necessari per l’approvazione del documento. Tutto è rimandato a dopo Natale.

Conto italiano Per Noi con Monte dei Paschi

 Quando si cercano i prodotti creditizi offerti da una banca, si va subito a controllare l’elenco dei prestiti e dei mutui concessi alla ricerca dell’offerta del momento. Sono pochi quelli che considerano un “banale” conto corrente, un prodotto bancario come tutti gli altri.

Vogliamo per questo presentarvi oggi anche un conto corrente molto interessante del Monte dei Paschi di Siena: il Conto Italiano per Noi, dopo aver esaminato il Sostimutuo, il Mutuo On Off e il Mutuo Natura.

Il Conto Italiano per Noi è un conto cosiddetto modulare dedicato principalmente alle famiglie che, in base alla loro operatività possono scegliere un canone mensile diverso. Per esempio si può scegliere tra l’operatività illimitata che non dipende dalla tipologia delle operazioni e l’operatività illimitata per le operazioni svolte tramite i canali innovativi. 

In realtà, il set di base è composto da quattro tipologie di prodotti e servizi: il conto corrente, la carta di debito MPS Euroshop, il servizio di Muticanalità integrata e il servizio Documenti On Line. Chiaramente si tratta soltanto di un set di base al quale possiamo aggiungere altri tipo di servizi facoltativi che però fanno lievitare il canone mensile di base.

Tra gli altri servizi c’è la Carta di credito monofunzione CartaSi Unica Classic o Unica Oro, il Deposito Titoli, la polizza AXA per la protezione del conto o la Carta revolving M’Honey.

Il conto con operatività illimitata online ha un canone mensile di base di 6 euro che cresce a 8 euro per l’operatività illimitata a prescindere dal canale.

 

 

La sostituzione conviene con il Monte dei Paschi

 Il Monte dei Paschi di Siena ha ampliato l’offerta dei mutui per andare incontro ad una clientela più vasta. Adesso, tra le pagine del suo sito si scoprono numerose soluzioni, adatte a tante tipologie di richiedenti. Insieme abbiamo già analizzato le caratteristiche del Mutuo Natura e del Mutuo On Off.

Il primo è pensato per chi vuole acquistare o ristrutturare una casa secondo i principi della bioedilizia e del risparmio energetico. Il Mutuo On Off è invece rivolto ai lavoratori precari che quando passano al contratto a tempo indeterminato ottengono una riduzione dello spread ma, se sono in difficoltà economica, possono sospendere il rimborso del prestito ottenuto.

Per chi invece vuole soltanto cambiare istituto di credito approdando a condizioni più favorevoli, c’è a disposizione il Sostimutuo, un finanziamento a tasso variabile rivolto a chi vuol passare al Monte dei Paschi partendo da una banca che non fa parte del gruppo. Si sostituiscono mutui accesi per l’acquisto o la ristrutturazione dell’immobile.

L’importo finanziabile massimo è quello necessario per estinguere il mutuo precedentemente acceso. La surroga consente il trasferimento dell’ipoteca e c’è un risparmio per il cliente che non deve ripagare l’imposta sostitutiva. La durata del piano d’ammortamento non deve superare i 30 anni.

I documenti richiesti sono sempre gli stessi, di carattere reddituale, tecnico e legale.

Mutuo on off per lavoratori a progetto

 Se avete un contratto di lavoro a tempo determinato, oppure se avete un contratto di lavoro a progetto, è molto complesso chiedere l’erogazione di un mutuo tradizionale per l’acquisto della prima casa. Le banche, spesso, chiedono garanzie enormi, a meno di non avere un prodotto adatto a questi lavoratori.

E’ il caso ad esempio del Monte dei Paschi di Siena che ha una gamma molto vasta di mutui. Abbiamo visto insieme quello dedicato a chi vuole acquistare o ristrutturare una casa secondo i principi della bioedilizia e del risparmio energetico, il Mutuo Natura. Adesso vediamo le caratteristiche del Mutuo on off per i precari.

L’importo massimo finanziabile è pari all’80 per cento del valore dell’immobile posto in garanzia, fino ad un massimo di 200.000 euro. Il piano d’ammortamento può essere di 15, 20, 25 e 30 anni a patto che alla scadenza del mutuo, i richiedenti non abbiano superato i 75 anni.

Il mutuatario può chiedere la sospensione del rimborso massimo 4 volte per un massimo di 3 rate mensili ogni volta. Nel caso in cui il lavoratore ottenga un contratto a tempo indeterminato, la banca gli offre una riduzione dello spread.

La documentazione da portare per la richiesta è quella reddituale dei richiedenti, quella tecnica relativa alla casa e quella legale.