Allievi direttore supermercato per Esselunga

Tra le più grandi società italiane operanti nella grande distribuzione, Esselunga sta puntando su nuove risorse, laureandi e laureati, ai quali offre la possibilità di un percorso formativo come direttore di supermercato per le aree Panificazione, Panificazione, Macelleria, Gastronomia, da inserire in uno dei 140 punti vendita presenti sul territorio.

Le offerte di formazione e lavoro attive sono:

Allievi direttori di negozio per le sedi di Emilia Romagna, Lombardia, Verbania, Torino, Novara, Biella, Asti, Alessandria, Toscana. La ricerca è rivolta a candidati anche senza esperienza diretta: laureati in Scienze Politiche, Management d’Impresa, Scienze Turistiche, Scienze Motorie e diplomati in Tecnico Agrario, Tecnico Commerciale, Tecnico Industriale, Tecnico per Geometri, Tecnico per il Turismo, Tecnico Alberghiero, e Licei.

Allievi repartisti per le sedi di Varese, Pavia, Monza e Brianza, Lecco, Cremona, Como, Brescia, Bergamo, Milano, Reggio Emilia, Piacenza, Parma, Modena, Bologna da iserire nei reparti Macelleria, Gastronomia, Panificazione e Pescheria. Per candidarsi è sufficiente la licenza media, il diploma o una qualifica professionale.

Allievi responsabili bar per le sedi di Verbania, Novara, Varese, Monza e Brianza, Lecco, Brescia, Bergamo, Milano, Piacenza, Parma, Bologna, ai quali è richiesta licenza media, qualifica professionale o diploma di scuola secondaria di secondo grado.

Per chi è interessato alle posizioni indicate la candidatura va inviata tramite i form presenti alle pagine offerte di lavoro nei supermercati offerte di lavoro in sede del sito della società.

La Svezia dice ancora no all’euro

 L’integrazione, in Europa e la solidarietà tra gli stati membri dell’UE, sono elementi essenziali per portarsi fuori dal recinto rischioso della crisi del debito che sta condizionando l’evoluzione e la ripresa del Vecchio Continente.

Secondo diversi analisti l’anno prossimo ci sarà effettivamente una ripresa in Europa e in Italia e sarà il nostro paese a cavarsela e ad illustrare la via della salvezza agli altri stati fratelli. Intanto però, bisogna far fronte alla crisi del debito e alla crisi della fiducia riposta nell’euro.

La moneta unica non è più considerata il deus ex machina per il salvataggio tanto che ci sono paesi che pur facendo fisicamente parte dell’Eurozona, rifiutano l’euro.

Basta pensare alla Svezia che è un caso a parte nel nostro panorama perché è entrata nell’Unione europea soltanto nel 1995 ed in seguito ad una consultazione popolare. All’epoca del referendum, il 52,3% degli svedesi votò a favore dell’ingresso nell’UE.

Fu firmato un tratto di adesione all’Unione Europea che in genere obbliga gli stati firmatari ad accogliere entro un tempo determinato anche la moneta unica. Il trattato firmato dalla Svezia, invece, non ha un termine ultimo quindi il paese ha pensato di lanciare una consultazione popolare sull’argomento. Nella prima, quella del 2003, gli svedesi rinunciarono alla moneta unica.

Nell’ultima consultazione, il novembre scorso, l’euro è stato ostacolato dall’82,3 per cento dei votanti. Si tratta di un nuovo record.

Incasso record per l’Imu, allo Stato sono arrivati 24 miliardi di euro

 Scaduto il termine ultimo per il pagamento dell’Imu – per chi non lo ha fatto vale la pena affettarsi per poter usufruire degli sconti sulle multe con il ravvedimento operoso – le casse dello Stato traboccano di euro. Il gettito totale dell’imposta sulla casa è stato di 24 miliardi di euro, tre in più rispetto a quanto previsto dall’esecutivo.

Si tratta ancora di un bilancio provvisorio, i dati reali arriveranno solo il prossimo anno, ma, come detto anche dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, è possibile che il dato sia destinato a salire, proprio in virtù di tutti coloro che non hanno completato il pagamento della terza rata e che lo faranno in futuro aggiungendo all’importo base la penale per il ritardo.

Non si sa quanti saranno i soldi che entreranno nelle casse dello stato grazie ai ritardatari, ma, sempre nel’opinione di Grilli “le entrate superiori alle attese potrebbero essere salutari per i nostri conti“.

Secondo le stime del Sole 24 Ore il gettito totale dell’Imu è di 23,2 miliardi, dei quali 11,8 miliardi (quindi circa il 50% del totale) arrivano dalle regioni del Nord, 4,91 miliardi sono quelli derivati dal super saldo, cioè la terza rata la cui aliquota è stata decisa dai comuni, molti dei quali hanno optato per quella massima, e 980 milioni di euro arrivano dall’Imu sulle prime case.

 

 

 

Come sarà la ripresa dell’Europa

 La prima cosa da chiedersi è se ci sarà il tanto agognato rimbalzo degli indici nel 2013, se effettivamente le maggiori economie europee, che ancora resistono alla crisi, affronteranno il default o voleranno verso l’isola della salvezza. Alcuni analisti hanno delle previsioni sull’Europa in generale e sull’Italia e la Spagna in particolare.

Chi investe in opzioni binarie ed ha seguito la questione europea sa che molti hanno considerato dopo la Grecia, come anelli deboli del Vecchio Continente, il nostro paese e il governo di Madrid. In realtà Spagna e Italia sono sotto la lente d’ingrandimento anche in relazione al cambio di legislatura.

Secondo gli esperti della società Jefferies International la ripresa dell’Europa ci sarà ma bisognerà attendere ancora 6 mesi prima di vedere qualche risultato. Poi si comincerà a crescere ma in modo graduale, senza incrementi rapidi degli indici. A trainare tutti sarà proprio l’Italia che insieme alla Germania si metterà alla guida dell’UE.

Alla Vanguard c’è sempre molto ottimismo rispetto all’Italia. Il nostro paese è considerato una potenza ancora in fase d’incubazione rispetto al 2013. Di certo sarà importante conoscere la strategia economica e finanziaria del nuovo governo che seguirà quello di Monti. Il rifinanziamento del debito pubblico, invece, è la prospettiva nell’orizzonte spagnolo anche se la svolta ci sarà soltanto dopo l’aprile del 2013.

Titolo MPS vola a Piazza Affari

 Buone notizie per il Monte dei Paschi di Siena dopo che sono stati approvati i cosiddetti Monti Bond da parte della Commissione europea. In pratica il Monte dei Paschi che in borsa ha recuperato in avvio di settimana oltre 6 punti percentuali, potrà beneficiare della ricapitalizzazione dei 3,9 miliardi di euro.

Questa operazione potrà essere conclusa a patto che l’istituto di credito presenti entro sei mesi un piano di ristrutturazione. Questo è quanto scritto dalla Commissione Europea che ad ogni modo offrirà un aiuto finanziario alla banca, anche sotto forma di strumenti cosiddetti ibridi di capitale che prenderanno il posto dei Tremonti Bond del valore complessivo di 1,9 miliardi di euro.

In cosa consistono i Monti bond. In pratica aumenta fino al 9% degli attivi il coefficiente di patrimonializzazione dei base e Monte dei Paschi, in questo modo, si mette sul solco definito per tutti gli istituti di credito dall’European banking authority.

L’operazione è possibile per via di un piccolo patrimonio di scorta che impedisce che la banca si esponga troppo sul debito sovrano mantenendo una certa distanza dalla crisi economica. La ricapitalizzazione dei Monte dei Paschi è considerata necessaria da parte della Commissione Europea per far sì che resti in piedi tutto il sistema finanziario italiano.

 

Bloomberg sconfessa le agenzie di rating

 A pronunciare una sorta di veto sulla libertà di azione delle grandi agenzie di rating è stata per prima l’Unione Europea che, solo pochi giorni fa, ha raggiunto un accordo sulle nuove regole che queste dovranno seguire nella pubblicazione delle loro valutazioni. L’UE ha posto il limite massimo di tre valutazioni annue e l’entrata in gioco anche delle agenzie più piccole.

All’accordo europeo segue la dichiarazione di Bloomberg, la maggiore agenzia economica americana, che ha pubblicato un giudizio impietoso sull’operato di Moody’s e di Standard&Poor’s le quali, nel corso dell’ultimo anno, avrebbero sbagliato la metà delle loro previsioni, come dimostra l’andamento del mercato sui titoli presi in considerazione.

32 i casi esaminati e una percentuale di errore del 53%, la peggiore dall’inizio del controllo dei report di valutazione da parte di Bloomberg che se ne occupa dal 1947. Tutti casi i cui i mercati non hanno preso in considerazione le indicazioni delle agenzie sul credit outlook e sono andati nella direzione opposta. Il caso più eclatante è quello del taglio del rating della Francia i cui titoli di stato sono immediatamente saliti.

Sono in molti, quindi, a voler ridimensionare il ruolo delle agenzie di rating: Europa, Stati Uniti e anche la Cina che ha aperto una sua agenzia nazionale sulla quale fare affidamento.

 

L’avvio di settimana di Piazza Affari

 L’avvio di settimana delle borse è stato molto positivo in tutto il mondo. In America gli indici hanno reagito bene all’ennesimo mancato accordo sul fiscal cliff guadagnando anche più dell’1 per cento. Tokyo, reduce da una tornata elettorale che ha riportato al potere i liberaldemocratici, ha visto schizzare alle stelle in Nikkey con il conseguente indebolimento dello yen.

Giusto in Europa l’entusiasmo non è stato del tutto palese, nel senso che le maggiori piazze del Vecchi Continente hanno chiuso in modo debole e contrastato. In Europa il fiscal cliff fa ancora paura. Parigi perde lo 0,14%, Londra diminuisce dello 0,16 per cento. Madrid invece chiude in terreno positivo guadagnando lo 0,2 per cento e sale anche Francoforte che recupera lo 0,11%.

Maglia nera d’Europa di conferma Atene che brucia il 2,8% del suo valore. Sul versante opposto la migliore performance è quella di piazza Affari dove si riduce lo spread tra Btp e Bund decennali fino a raggiungere quota 320 punti.

Zoomando sui titoli si prende atto dell’ottima chiusura del titolo della Banca Monte dei Paschi di Siena che guadagna il 6,09 per cento. Vanno bene anche le altre banche come la Popolare dell’Emilia Romagna che guadagna il 3,22 per cento, come il Banco Popolare che è in rialzo del 2,60 per cento e come Mediobanca che recupera il 2,28 per cento. Bene anche FIAT mentre chiude in rosso con il -1,13 per cento il titolo Telecom Italia.

Obama negozia ancora sul Fiscal Cliff

 Barack Obama ha dovuto rivedere i suoi programmi per evitare il Fiscal Cliff. Le sue proposte iniziali non sono piaciute ai repubblicani che hanno fatto muro, costringendo il presidente a rivedere la soglia minima di tassazione sui gradi capitali.

Un piccolo passo, forse ancora troppo piccolo per essere sicuri che l’accordo verrà raggiunto, nella migliore delle ipotesi entro Natale o comunque entro la fine dell’anno, ma i quarantacinque minuti che Obama ha passato con lo speaker repubblicano della Camera dei rappresentanti, John Boehner, vanno nella giusta direzione, almeno nell’idea del Congresso.

Il nuovo programma presentato da Obama, infatti, abbassa il tiro e porta la soglia minima per la tassazione dai 250 mila dollari iniziali a 400 mila. Un bel salto che, però, secondo i repubblicani non è ancora abbastanza, ma che è il minimo per poter arrivare ad un aumento delle entrate dello stato di circa 1.200 miliardi di dollari in dieci anni e ad un taglio delle spese per lo stesso ammontare.

l’intesa si fa quindi più vicina e potrebbe passare al vaglio del Senato degli Stati Uniti il prossimo 26 dicembre, quando ormai i giorni rimanenti per scongiurare il Fiscal Cliff – che entrerà automaticamente in vigore e comporterà l’aumento delle tasse per il 98% degli americani – saranno davvero pochi.

L’avvio di settimana di Wall Street e Tokyo

 Com’è iniziata la settimana borsistica di New York? In rialzo ed è un’ottima notizia perché generalmente, prima della pausa natalizia, il mercato è caratterizzato da un’elevata volatilità. Piazza Affari, invece, ha incrementato i guadagni dopo che dopo l’avvio in grande forma delle contrattazioni di Wall Street e dopo aver registrato il rialzo della borsa di Tokyo.

Insomma l’entusiasmo delle borse asiatiche e di quella americana hanno traghettato piazza Affari in un terreno positivo.

Cos’ha inciso su Tokyo. La borsa giapponese è stata spinta al rialzo dal successo dei Liberaldemocratici di Shinzo Abe che è tornato al potere ed è stato nominato nuovo premier del Giappone. A livello pratico l’indice Nikkey è salito fino a quota 9.829 punti con un incremento dello 0,94%. Si tratta ad ogni modo del punto massimo raggiunto negli ultimi 8 mesi. In realtà l’incremento del Nikkey (+12%) delle ultime settimane, unito alla perdita di terreno dello yen (-5%), fanno immaginare che gli analisti avevano previsto il risultato delle elezioni.

Wall Street ancora stretta nella morsa del fiscal cliff.  Ancora una volta il mercato finanziario americano è chiamato a reagire con decisione al mancato accordo sul fiscal cliff e la reazione è sicuramente buona viso che l’indice Nasdaq e il Dow Jones stesso tengono il passo guadagnando rispettivamente l’1,04 e lo 0,67 per cento.

La crisi arriva in Svezia

 La Svezia corre al riparo prima che sia troppo tardi. La Riksbank, la banca centrale svedese, ha deciso di tagliare il tasso di riferimento per il costo del denaro di di 25 punti base portandolo all’1%, il più basso dall’ottobre del 2010. Era una mossa attesa già da qualche tempo, per portare il paese in linea con le attese del mercato.

Gli analisti, poi, prevedono che questo sarà il tasso di riferimento anche per tutto il prossimo anno. Una decisione che mira a dare un po’ di respiro all’economia del paese che, pur restando tra le più solide dell’area Euro, risente della crisi che ha colpito gli altri paesi:

E’ proprio dal quartier generale della Riskbank che fanno sapere che

I negativi sviluppi in Eurozona hanno chiaramente impattato l’economia svedese, che ora risulta in rallentamento. I consumi delle famiglie sono diminuiti, la disoccupazione è aumentata e le pressioni inflazionistiche sono scarse.

Il taglio del costo del denaro mira a riportare il target dei prezzi al consumo attorno al 2% e dare i primi risultati per quanto riguarda la ripresa dell’economia del paese già nell’immediato, anche grazie agli anti-crisi adottate nell’Area Euro, al miglioramento della congiuntura globale e alla politica di tassi bassi applicata dalle autorità monetarie.