Scelta del patrimonio finanziario in base al reddito

 Il livello del reddito da lavoro di un individuo, sia quello presente che quello atteso per il futuro, è una delle variabili da tenere in considerazione nella scelta dell’allocazione finanziaria del patrimonio disponibile per gli investimenti.

Il suo ammontare, infatti, determina quanto di questo patrimonio può essere investito in titoli a lunga scadenza (che no danno rendimenti immediati) e quanto, invece, deve essere utilizzato per investimenti più a breve termine (che però possono essere maggiormente rischiosi).

Ad influire sulla scelta del patrimonio finanziario oltre al livello di reddito, concorre anche la tipologia di reddito. Il reddito, infatti, soprattutto alcune sue tipologie, tendono a muoversi in maniera coordinata con le altre variabili dei mercati finanziari. Per coloro che, ad esempio, ricevono una parte di stipendio in titoli azionari, investire nelle stesse attività finanziarie significa sottoporre i propri risparmi e redditi ad un rischio molto alto (al quale corrisponde, di contro, anche un possibile rendimento molto alto).

Lo stesso vale per coloro il cui reddito, invece, rimane stabile nel tempo. Sulla base del principio della differenziazione del portafogli per la diminuzione del rischio degli investimenti, livello e tipologie di reddito (che possono essere definite anche come capitale umano dell’investimento) sono variabili che influiscono in maniera determinante per fare una scelta oculata del patrimonio, che sia stabile e duratura sul lungo periodo.

Cosa tenere in considerazione nella scelta dell’allocazione del patrimonio

 Un qualsiasi patrimonio finanziario è, per sua stessa natura, soggetto ad aumenti e diminuzioni del suo ammontare. Può aumentare quando vi si aggiungono i redditi provenienti dal lavoro e può diminuire per le spese di consumo.

Allo stesso modo ogni capitale è soggetto a delle fluttuazioni quando questo è investito, a causa dei redditi da capitale e dalle variazioni del valore di mercato delle varie attività in cui è suddiviso.

Date queste premesse, è importante che ogni investitore si renda conto che è difficile quantificare il rendimento annuo di un patrimonio con certezza, perché da un lato, a prescindere dal tipo di titoli su cui si è deciso di investire, il reddito e/o il valore di mercato di fine periodo di tali scelte non può essere definito con certezza, dall’altro perché gli investimenti non devono essere programmati solo in base al rendimento alla fine del periodo, ma vanno scelti in un’ottica di più ampio respiro, che vada a considerare anche i rendimenti degli anni futuri.

La prima variabile può essere controllata in modo più o meno efficace attraverso la scelta dei titoli: quelli meno rischiosi danno un rendimento minore ma più sicuro, quelli più rischiosi, per contro, hanno maggiori possibilità di alti rendimenti, come anche possibilità di perdita totale del patrimonio investito.

Il migliore investimento, quindi, è quello in cui le due variabili sono entrambe prese in considerazione e valutate in base all’ammontare del patrimonio investito, alle esigenze di spesa dell’investitore e al suo specifico profilo rischio/rendimento.

Il risparmio gestito e i mercati finanziari

 Quando un individuo si trova a gestire un patrimonio si trova, nel caso in cui decida di investirlo per aumentarne l’ammontare, a doversi confrontare con i mercati finanziari. Attraverso le contrattazioni finanziarie, infatti, l’individuo che è in possesso di un patrimonio può fare in modo che questo cresca, nonostante gli esborsi che si devono fare per la gestione delle spese.

Il problema fondamentale, quindi, per chi vuole investire i patrimoni, è quello di trovare la giusta allocazione finanziaria che deve essere decisa in base alla situazione patrimoniale, di reddito e di consumo del singolo individuo e del suo nucleo famigliare.

L’allocazione finanziaria, quindi, non può essere una scelta basata solo sulle informazioni che può avere l’investitore privato, che potrebbe anche non essere in grado di decifrare le informazioni che vengono dai mercati. La soluzione migliore, quando si decide per l’investimento, è quella di delegare la gestione del patrimonio a organismi (che possono essere di diversa natura, come i fondi pensione o i fondi immobiliari) gestiti da professionisti del settore.

Saranno loro, quindi, a fare la scelta migliore dell’allocazione del patrimonio nei mercati finanziari, in modo che si possano ottenere determinati flussi di cassa futuri in determinati scenari futuri, grazie ad una scelta razionale e cosciente  della composizione del portafogli di investimento.

Project Bond, modifiche pesanti

Gli emendamenti presentati dai relatori del decreto legge sullo sviluppo (Simona Vicari del Pdl e Filippo Bubbico del Pd) presentano molte novità riguardanti infrastrutture e appalti.

Gli emendamenti sono densi di proposte, quali ad esempio quella della norma che abbassa da 500 a 100 milioni la soglia per il credito di imposta a vantaggio delle opere finanziate con capitali esclusivamente privati.

Nei giorni scorsi il Viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia ha rivelato che il Governo è disponibile a procedere in questa direzione.

L’annuncio di Ciaccia segue alle richieste di Confindustria circa l’allargamento del bacino delle opere che possono trarre vantaggio dalle agevolazioni.

La commissione Bilancio commenta così:

“L’emendamento risulta suscettibile di deterrminare maggiori oneri e non si può escludere qualche ulteriore aggiustamento”.

Intanto, in Commissione Industria sono arrivate pesanti modifiche sul Project Bond. La disciplina sembrava dovesse partire già da tempo. Invece, dopo tre interventi in dodici mesi, il piano è stato riaperto con dei cambiamenti significativi. Tra questi c’è il fatto che anche le reti tlc dovranno sottostare alle obbligazioni. Vengono inoltre escluse le opere ‘brownfield‘.. Si tratta di opere già realizzate o in corso di realizzazione per cui l’emissione del bond serve a rifinanziare il debito già prodotto in precedenza per sostenere l’intervento.

 

Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Buone notizie per i lavoratori che aspettano un bebè. Saranno previsti dei congedi parentali su base oraria, a patto che costoro indichino anzitempo al proprio datore di lavoro inizio e fine del periodo di congedo.

Se ne parla in particolar modo all’interno dell’articolo 17 dello schema di Dl. Il Governo vuole pubblicare l’accordo quadro in materia di congedo parentale inteso nella direttiva n. 18 del 2010. Direttiva che ancora non è stata attuata in Italia.

Gli esperti spiegano così la direttiva:

“Le norme messe a punto dall’Esecutivo intervengono direttamente sul testo unico in materia di maternità e prevedono, in base all’accordo quadro comune, la possibilità di poter fruire del congedo parentale anche su base oraria. Non solo. Come detto il lavoratore all’atto della presentazione della domanda di congedo dovrà indicare al datore di lavoro l’inizio e la fine del periodo di congedo. Allo stesso tempo lavoratore e datore potranno comunque mantenersi in contatto durante il periodo di congedo, anche al fine di concordare adeguate misure di ripresa dell’attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. E le parti potranno concordare anche forme di ripresa differenti e ulteriori rispetto alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.

 

Sviluppo Bis, passi in avanti sul decreto

Il decreto sviluppo bis ha fatto alcuni passi in avanti durante la scorsa notte. La Commissione Industria al Senato ha preparato il campo per la fiducia in Aula prevista per oggi, riguardante la proroga trentennale delle concessioni balneari. Oggi si vota.

Sono state bocciate alcune proposte, quali:

proroga di dodici mesi degli incentivi per il solare fotovoltaico;

estensione ai professionisti delle misure su certificazione;

compensazione dei crediti con enti locali, regioni ed enti sanitari.

Per quanto riguarda il prolungamento al 2045 delle spiagge Pd e Pdl provano a difendere a spada tratta la proposta, ma Governo e Unione Europea continuano ad opporsi.

Nel frattempo c’è chi pensa già ad un nuovo pacchetto di proposte. I relatori e il governo pensano ad equiparare le regole di distribuizione e vendita delle sigarette tradizionali e di quelle elettroniche.

Si pensa inoltre all’avvio dei libri in versione digitale o mista nelle scuole di primo e secondo grado (a partire dalla prima classe). Un esperimento, questo, che partirà con l’inizio del prossimo anno scolastico.

Intanto torna in auge l’idea di istituire l’Agenzia per la gestione dei Fondi Ue. Durante l’esame del disegno di legge sulla stabilità, però, tale misura era stata dichiarata impossibile da disciplinare.

Se andasse in porto il Ministero dello Sviluppo economico risulterebbe ancor di più ridimensionato.

 

Mutuo DOMUS di Banca dell’Adriatico

 La Banca dell’Adriatico cerca di essere attenta alle esigenze dei suoi clienti offrendo sempre una vasta gamma di prodotti garantiti dalla solidità dell’istituto di credito e del gruppo bancario cui fa riferimento. Abbiamo valutato l’offerta del Conto FACILE, adesso prendiamo in esame il Mutuo DOMUS.

Si tratta di un prodotto che per le sue caratteristiche è considerato su misura, centrato sui bisogni dei richiedenti, flessibile e chiaro. Ma cosa si cela dietro questi slogan?

La Banca dell’Adriatico vuole offrire ai suoi clienti un prodotto che può essere personalizzato in modo da affrontare con serenità il piano di rimborso. Per capire come personalizzare il prodotto la banca fa un check-up iniziale delle esigenze e della capacità di credito degli utenti.

Poi si compone un muto flessibile, da arricchire con altri prodotti ma che ha di base la chiarezza delle condizioni spiegate in modo semplice ed immediato.

Chi accende un Mutuo DOMUS entro la fine dell’anno ha la possibilità di attivare con lo sconto delle opzioni aggiuntive, ad esempio pagando 100 euro invece di 150 si può optare per l’opzioni “Sospensione delle rate” che consente di sospendere il piano di rimborso per tre volte al massimo durante tutto il mutuo.

Per conoscere l’offerta completa, il tasso applicato e gli sconti possibili si consiglia di visitare il sito della banca.

Conto FACILE della Banca dell’Adriatico

 Aprire un Conto Corrente è un’operazione semplicissima ma diventa ancora più FACILE se ci si affida alla Banca dell’Adriatico che propone un Conto FACILE di fatto e di nome.

La prima caratteristica annunciata del prodotto è il suo canone mensile di base che determina la possibilità di accedere a tantissimi servizi bancari tra cui la carta bancomat rilasciata gratuitamente a tutti gli intestatari del conto, la possibilità di accedere ai servizi tramite internet, cellulare e telefono.

Se il canone mensile può spaventare è bene che i potenziali clienti della Banca dell’Adriatico sappiano che chi apre un Conto Corrente FACILE entro il 31 dicembre, ha uno sconto: pagherà per sempre il 50 per cento del canone previsto.

Ma quant’è questo canone? Si parla di 4 euro al mese che comprendono le spese di registrazione contabile di un numero illimitato di operazioni, l’accredito dello stipendio o della pensione, la domiciliazione delle utenze e il libretto degli assegni.

Gratuitamente invece sono fornite le chiavi d’accesso per i servizi via internet, cellulare e telefono e la carta bancomat.

Per  chi ha meno di 26 anni il canone di base è gratuito, mentre si può ottenere lo sconto del 50% sulle spese di tenuta conto, attivando il prodotto entro il 31 dicembre e poi mantenendo attivi almeno 4 servizi tra accredito dello stipendio o della pensione, carta bancomat, servizi internet, carta di credito, piano di accumulo, domiciliazione delle utenze.

Novità sulle detrazioni per i mutui

 Fino all’anno scorso di potevano detrarre dalle imposte le spese sostenute per il pagamento degli interessi passivi del mutuo, le spese per le assicurazioni e i figli a carico, singolarmente. Con la prima bozza del decreto di stabilità sembra che queste detrazioni siano state messe da parte.

O meglio, la prima versione del documento che ha generato diverse perplessità tra i cittadini, prevedeva che fosse ridotto il tetto massimo di detrazioni e fossero unite tutte le spese, in modo tale che oltre agli interessi passivi del mutuo, non si potesse “scaricare” alcunché.

Oggi si apprende che in tal senso il Governo ha fatto un passo indietro o meglio ha perfezionato la normativa sulle detrazioni relative ai mutui. Il testo non è ancora definitivo, quindi è necessario attendere una conferma ufficiale dei dati che stiamo per elencare.

La buona notizia per i mutuatari è che è stato abolito il tesso massimo sulle detrazioni, che era stato inserito nella prima versione della legge di stabilità. Per cui, chi ha acceso un mutuo, potrà continuare a fare come l’anno scorso, quindi a detrarre il 19 per cento su un importo massimo di 4000 euro che vuol dire avere uno sconto di massimo 760 euro.

E’ stata poi ristretta la base sulla quale calcolare le detrazioni ed ora i mutui fanno di nuovo storia a sé e non sono compresi nell’insieme di assicurazioni, figli a carico e altri costi.

Buy su Telecom Italia: il titolo piace

 Tra ieri ed oggi sono passate all’attenzione degli investitori almeno tre titoli italiani: Enel, Mediaset e Telecom Italia. Le prime due hanno visto incrementare il valore delle azioni mantenendosi sulla scia positiva tracciata dal Ftse Mib, mentre per Telecom Italia i guadagni sono anche più consistenti.

Tutto parte dalla considerazione delle borse europee dei dati positivi giunti da Wall Street. Una scia positiva che ha visto poi divergere i risultati dei due mercati, quello americano che ha chiuso in rosso, e quello europeo che al contrario ha visto un aumento debole, ma comunque aumento, di tutti i titoli maggiori.

Passiamo quindi alla considerazione di quel che è successo a Telecom Italia. Si sono scatenati gli acquisti su questi titoli. L’avvio della giornata di contrattazioni di oggi, tutto sommato, può essere considerato debole ma in pochissimo tempo sono arrivati i guadagni.

Il titolo è giunto ai massimi livelli intraday, è aumentato dell’1,93% e si sono registrati scambi per circa 16 milioni di azioni. La tensione sul titolo Telecom Italia è tenuta alta dall’appuntamento di giovedì prossimo, giorno in cui si riunirà il Cda per discutere dello scorporo della rete.

In pratica Telecom ha in mente il lancio di nuovi servizi tutti legati alla banda larga e questa opportunità piace anche agli investitori.