ForEX: l’indicatore stocastico

 Per indirizzare i propri investimenti ci sono due possibilità interpretative. Ci si può affidare alla capacità predittiva di alcuni indici, considerando che anche questi possono essere fallaci, oppure ci si può affidare agli indicatori che ricostruiscono a posteriori l’accaduto.

Nel secondo caso non si ottiene in tempo reale una “dritta” sul passo da compiere e nel caso del ForEX il real time interpretativo è decisamente importante.

Un indicatore con capacità predittiva è quello stocastico che sostanzialmente si configura come un oscillatore in grado di riassumere tutte le situazioni in cui una valuta è stata eccessivamente venuta o eccessivamente comprata. Gli analisti dicono che l’indicatore stocastico misura la velocità di cambiamento del mercato.

Come? Attraverso una comparazione di dati. Si sceglie un intervallo di tempo, un periodo e poi si confrontano tutti i prezzi di chiusura di una valuta in rapporto all’intervallo di oscillazione della valuta stessa nel periodo di riferimento.

A questo punto partono le interpretazioni: se tutte le chiusure fissano il prezzo in prossimità dei massimi pressi del periodo, è facile che si stia avviando una fase rialzista. Se al contrario la chiusura tende a posizionarsi sui valori minimi del periodo, si è o ci si sta avviando in un periodo di ribassi.

Si può detrarre l’IVA sui terreni “da costruire”

 Se avete acquistato un terreno che aveva inclusi dei fabbricati e poi li avete demoliti per costruire altri edifici che rientravano in un progetto immobiliare, potete ottenere la detrazione IVA sull’acquisto. Il dubbio che partiva da un’interpretazione erronea della direttiva comunitaria numero 12, è stato chiarito dalla Corte Europea.

La normativa. La legge europea che disciplina l’imposta sul valore aggiunto in merito ad una compravendita di terreni e fabbricati (con l’obiettivo di realizzare un progetto immobiliare) è racchiusa negli articoli 167, 168, 182 paragrafo 2 della direttiva 2006/112/CE.

Il fatto. Una società ha comprato un terreno con dei fabbricati annessi ed ha ottenuto il permesso per realizzarvi un complesso residenziale. A quel punto, interpretando la normativa sull’IVA, durante la dichiarazione annuale, ha chiesto il rimborso dell’IVA pagata per l’acquisto del terreno.

L’Amministrazione finanziaria ha giudicato questa operazione come detrazione d’imposta indebita ed ha inviato un avviso di accertamento. La società ha quindi chiesto l’annullamento dell’avviso e, sentendosi rispondere con un rifiuto ha fatto ricorso al giudice nazionale, il quale, sospeso il procedimento, ha rimandato la pratica alla Corte Europea.

Il pronunciamento. Senza entrare nel dettaglio delle valutazioni della Corte, arriviamo alla conclusione. Secondo i giudici europei, per l’acquisto di terreni con fabbricati annessi, da demolire per la costruzione di un complesso residenziale, si ha diritto alla detrazione d’imposta sull’IVA.

8,5 milioni di italiani in difficoltà

Sono più di otto milioni gli italiani in difficoltà. A dirlo è Unimpresa, la quale afferma che

“Ai semplici disoccupati vanno aggiunte infatti, secondo l’associazione, ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un’enorme area di disagio viene sottolineato: ai 2,87 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (687mila persone) sia quelli a orario pieno (1,76 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (766mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,39 milioni)”.

5,6 milioni di persone, dunque, sono occupate ma hanno il futuro in dubbio in termini di impiego stabile e retribuzione continua nel tempo. Una zona di disagio ampia, che il Centro Studi Unimpresa ha individuato per effetto dei dati Istat e che in totale ammonta a 8,47 milioni di italiani:

“Il deterioramento del mercato del lavoro non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Di qui l’estendersi del bacino dei ‘deboli’.

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ha dichiarato:

“Sono questi i numeri e gli argomenti su cui ragionare per capire quanto sono profonde la crisi e la recessione nel nostro Paese. Serve maggiore attenzione proprio alla famiglia da parte del Governo, soprattutto per chi dopo il voto del 2013 avrà la responsabilità di guidare il Paese. Vorremmo vedere la parola famiglia in cima a tutti i programmi elettorali, ma non solo come slogan per aumentare il consenso”.

 

Studi di settore: segnalare le anomalie

 L’Agenzia delle Entrate controlla sempre le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti per verificare se le informazioni fornite corrispondono alla realtà. Il Fisco ha in tasca una serie di strumenti per rilevare gli indicatori relativi a tutti i tipi di contribuenti.

Gli studi di settore sono lo strumento cardine per controllare liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese e sono attivi dall’agosto del 1993. Se dagli studi di settore emerge un’anomalia, l’Erario ha la possibilità di chiederne conto ai contribuenti, attraverso le cosiddette cartelle.

Oggi anche i contribuenti hanno la possibilità di dialogare con l’Amministrazione finanziaria attraverso un programma informatico che si chiama “Segnalazioni 2012“. Il software in questione è rivolto a tutti i contribuenti che direttamente o tramite gli intermediari abilitati, intendono motivare e giustificare alcune situazioni.

Se per esempio l’Agenzia delle Entrate rileva un’incongruità in una dichiarazione, relativa ad uno studio di settore per il periodo d’imposta 2011, i contribuenti si collegano a Segnalazioni 2012, e possono predisporre una comunicazione, inviarla telematicamente e spiegare le cause di inapplicabilità o di esclusione dagli studi di settore per il periodo indicato dall’Erario.

La trasmissione delle segnalazioni è stata attivata il 27 novembre 2012 e sarà valida fino al 28 febbraio 2013. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito dell’Agenzia delle Entrate. 

La Spagna non raggiungerà gli obiettivi

 La Spagna non ce la fa. Nonostante la Commissione Europa abbia approvato il piano di ristrutturazione delle banche iberiche e l’Ocse abbia confermato la buona riuscita di questa prima serie di misure anticrisi, il paese ancora non vede ancora gli effetti delle drastiche misure varate e non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi previsti.

Questo è quanto emerge dalle stime fatte dagli economisti di Mariano Rajoy, citate oggi dalla radio Cadena Ser, l’obiettivo del deficit fissato per il 2012 al 6,3% del Pil non sarà raggiunto e, molto probabilmente, la Spagna non centrerà nemmeno l’obiettivo del 4,5% di deficit previsto per il 2013, che si potrebbe assestare al 6% del Pil.

A confermare questo trend è stato qualche giorno fa anche lo stesso capo del governo, il conservatore Mariano Rajoy, che annunciava un’intervista al quotidiano La Razon, già con un certo anticipo, che, a causa delle difficoltà del paese, da qualche anno vittima di una profonda recessione, e della congiuntura economica mondiale negativa, il raggiungimento della meta prevista sarebbe stato molto più difficile del previsto:

Il nostro obiettivo è fare bene le cose e vedremo cosa accade a fine anno.

 

Ricongiunzioni pensioni gratis

 Un problema grande quello del ricongiungimento pensionistico: dopo la legge 122, molti statali, infatti, all’atto della domanda di ricongiungere i contributi versati all’Inpdap con quelli dell’Inps, si sono sentiti chiedere dall’Inps delle cifre esorbitanti che hanno reso di fatto impossibile accedere all’erogazione della pensione.

C’è anche chi, presentando domanda, si è sentito rispondere che il ricongiungimento previdenziale gli sarebbe costato circa 600 mila euro. Per questo il premier Monti, il Ministro Fornero e il Ministro Passera, stanno lavorando ad una circolare dell’Inps o ad un atto amministrativo di interpretazione della legge che dovrebbe equiparare la condizione degli statali a quella degli ex lavoratori del fondi speciali (circolare 97 dell’ottobre 2011), che hanno il ricongiugimento gratuito indipendentemente dal momento in cui si presenta la domanda.

In questo modo si risolve la questione di chi è passato al pubblico impiego prima dell’entrata in vigore della legge 122, ma non risolve il problema di chi lo ha fatto dopo. Per quasta categoria di lavoratori è necessaria un’integrazione alla legge che dovrebbe prevedere, in base alla proposta di Marialuisa Gnecchi (Pd) e di Giuliano Cazzola (Pdl), il cumulo dei contributi versati ai diversi enti (a titolo gratuito) con il calcolo delle quote di pensione, una cifra che poi sarà erogata nell’assegno pensionistico.

La decisione potrebbe arrivare mercoledì.

I democratici americani non cedono: aumenteremo le tasse ai ricchi

 Barack Obama è ottimista sull’accordo per il Fiscal Cliff, e crede che sarà possibile raggiungerlo anche entro Natale. Di diverso avviso il sui Segretario al Tesoro Timothy Geithner il quale, in una intervista alla CNN ha ribadito che i democratici non hanno intenzione di raggiungere nessun accordo se verrà messa in discussione l’ipotesi della tassazione per i ricchi.

In effetti, uno dei punti principali della campagna elettorale di Barack Obama è stato proprio quello di prendere dei provvedimenti a favore della classe media, riportando le tasse sui grandi patrimonio a livello dell’amministrazione Clinton.

Geithner ribadisce:

Non ci sarà accordo sul budget al Congresso se i repubblicani non vogliono un aumento delle tasse che le riporti al livello in cui erano sotto l’amministrazione Clinton, epoca in cui l’economia americana era florida. Non ci sarà accordo senza un aumento delle tasse.

Geithner in qualità di negoziatore principale dell’amministrazione Obama nelle trattative con il Congresso per la riduzione del deficit, ha chiesto ai repubblicano di fare un’altra proposta, che dovrà arrivare il prima possibile. Infatti, il tempo inizia a stringere: si ha solo un mese prima che il Fiscal Cliff proceda automaticamente, a causa della scadenza degli sgravi fiscali e dei tagli alla spesa pubblica per complessivi 600 miliardi di dollari.

 

Parte il buy back della Grecia

 Dopo il via dell’Unione Europea allo sblocco della terza tranche di aiuti alla Grecia e il sì della Germania, Atene si sta preparando a varare l’offerta di sconto sui titoli di stato per allontanare il default. Un’operazione che dovrebbe risolvere le tensioni tra il Fondo Monetario Internazionale e e la Comunità Europea sulla quantità e la modalità di aiuto alla Grecia.

Stamattina Atene ha confermato l’offerta di riacquisto dei bond di stato per un totale di circa 60 miliardi di euro da investitori privati. Il Ministero del Tesoro avrebbe a disposizione circa 15 miliardi di euro per acquistare un ammontare della sua esposizione pari a circa 45 miliardi.

Dal momento che i bond saranno riacquistati per cifre che saranno comprese tra il 30 e il 40% del valore delle obbligazioni, il governo ellenico prevede un risparmio di circa 30 miliardi di euro.

Non si sa ancora quali saranno i risultati di questa importante operazione, soprattutto perché questa mattina, dopo l’annuncio del buyback greco, i titoli di stati ellenici sono per la prima volta dall’inizio della crisi sotto il 15%. Pochi giorni ancora per coloro che posseggono i bond ellenici: alle 17 del 7 dicembre (orario di Londra) scadranno i termini per decidere quanti bond vendere e a quale prezzo

 

 

Grecia, settimana di fuoco per il taglio del debito

Il destino della Grecia è appeso a un filo. A muoverlo è l’Unione Europea, che apre una settimana cruciale per quanto concerne l’economia ellenica, il suo debito, l’austerity e il futuro di un’intera Nazione.

Qualcosa nell’aria, però, pare si stia muovendo. Angela Merkel ha rilasciato alcune dichiarazioni che fanno ben sperare. La cancelliera tedesca non esclude che il debito di Atene possa essere cancellato. Tutto sta nel comprendere se ci saranno le condizioni necessarie per offrire il miglior aiuto possibile alla grecia. L’Eurozona non naviga in acque tranquille, per cui in settimana occorrerà fare il punto della situazione su più fronti.

La Merkel, durante un’intervista rilasciata a diversi  cronisti della stampa ha osservato quanto segue per quanto riguarda le ipotesi di taglio del debito:

“L’attuale programma di aiuti alla Grecia va fino al 2014, per il raggiungimento di determinati obiettivi di bilancio abbiamo concesso al Paese due anni in più di tempo, fino al 2016. Se un giorno la Grecia riuscirà a farcela con le proprie entrate, senza contrarre nuovi debiti, allora dovremmo esaminare e valutare la situazione. Ciò non accadrà prima del 2014-15, se tutto andrà come previsto”.

Non è dunque più pura utopia pensare che il debito potrà essere cancellato. Sicuramente l’iter da seguire sarà lungo e complicato. I Ministri dell’Economia di tutti i Paesi dell’Eurozona si incontreranno a brevissimo per la questione  buyback o riacquisto del debito da parte di Atene.

Moody’s declassa i fondi UE

 I due fondi della Comunità Europea sono stati declassati da Moody’s. L’agenzia di rating ha tolto la tripla A, il voto più alto, all’ESm, il fondo di stabilità europea, abbassandolo a AA1 con outlook negativo, stessa cosa per l’Efsf, il “Fondo europeo di stabilità finanziaria”.

Nella nota dell’agenzia Moody’ in cui è stato comunicato il downgrade, si legge che la motivazione principale della decisione è stato il precedente declassamento della Francia (anche lei passata da una tripla A ad una AA1 con outlook negativo), in quanto il paese contribuisce al Fondo europeo di stabilità finanziaria per il 20,39% del capitale.

Una decisione che ha lasciato perplessi diversi analisti e lo stesso Klaus Regling, direttore del fondo, ma Moody’s aveva già avvertito, nella nota del 19 novembre sul downgrading della Francia, che il rischio di un effetto Parigi poteva essere molto alto.

Moody’s spiega che questo declassamento è dovuto alle meno garanzie che gli stati possono dare nel rispetto dei meccanismi di stabilità. Il downgrading, inoltre, potrebbe non fermarsi alla Francia, ma colpire anche tutti gli altri stati che contribuiscono al finanziamento dell’Esm e dell’Efsf.

Ci sono dei rischi inevitabilmente legati all’evoluzione della crisi dei debiti sovrani nel Vecchio Continente. E come risultato di questi rischi il rating dei due fondi salva-Stati non può che essere allineato a quello dei loro principali contributori. Con l’outlook negativo che riguarda anche la Germania, l’Olanda e la stessa Francia.