Finanziamento per lavoratori “determinati”

 La Banca Popolare di Milano pensa a tutti i suoi clienti, ma proprio a tutti, compresi i lavoratori subordinati che hanno un contratto a tempo determinato e che, per questo piccolo particolare professionale, hanno più difficoltà ad accedere ad una linea di credito.

Si tratta di un prestito pensato ad hoc per i precari che in genere possono appartenere anche alla categoria dei giovani. Il prodotto che è un finanziamento per lavoratori subordinati a tempo determinato, è rivolto ai privati che sono residenti nella provincia di Milano e svolgono anche l’attività lavorativa in un’impresa che ha sede nella provincia.

Il prestito è limitato, nel senso che la banca è disposta a concedere fino a 4000 euro di prestito che possono arrivare anche a 10000 nel caso in cui il prestito sia finalizzato all’acquisto di una macchina, sia nuova, sia usata.

Il tasso applicato al finanziamento è fisso ed equivale al 6,50 per cento. La banca, nel presentare il prodotto, fa anche un esempio di finanziamento. Per un importo di 5000 euro, da rimborsare in 60 rate mensili (quindi in 5 anni), si dovrà corrispondere una rata di 97,83 euro.

Il TAEG è quello del 6,870 per cento e alla fine del rapporto con la banca a fronte di 5000 euro di prestito erogati, ne saranno rimborsati 5891,55 euro.

La carta Je@ns della Banca Popolare di Milano

 La carta Je@ns  non è una carta di credito ma una carta di pagamento prepagata, che può essere ricaricata e che si può acquistare in tutte le filiali della Banca Popolare di Milano. D’interessante ha almeno due aspetti: fa parte dei circuito MasterCard e in più ha sia il microchip interno che il PIN.

Si può usare subito, dal momento del rilascio e può essere caricata fino ad un massimo di 5000 euro. Così come per molte altre carte di pagamento, ha una scadenza fissata a cinque anni. La scadenza è indicata sul fronte della carta.

Cosa si può fare con la carta Je@ns. Il foglietto illustrativo spiega bene che la carta di pagamento può essere usata per fare acquisti in tutti gli esercizi commerciali convenzionati con il circuito Mastercard, sia in Italia che all’estero. Si può usare per acquistare e pagare online sui siti che espongono il marchio Mastercard. In più si può usare per prelevare contanti dai bancomat abilitati.

Nelle agenzie della Banca Popolare di Milano, nelle ricevitorie Sisal o con bonifico tramite l’IBAN associato alla carta, si può effettuare la ricarica della carta. Il credito ancora disponibile si può visualizzare tramite i Bancomat del gruppo Bipiemme e nelle stesse agenzie.

Online è disponibile anche il numero da chiamare per effettuare il blocco della carta.

Slitta al 4 febbraio presentazione modello Imu

Il termine per presentare la dichiarazione Imu è rimandato al 4 febbraio. La precedente scadenza (ora procrastinata) era stata fissata per il 30 novembre.

Lo ha ufficializzato il Ministro dell’Economia, successivamente alle decisioni prese in parlamento circa la consegna del modello.

L’appuntamento con la consegna del modello, prassi che interessa i proprietari di due immobili, rimane invece invariato. Il saldo dovrà essere effettuato entro il prossimo 17 dicembre, e può essere pagato anche in posta od online. Tra meno di venti giorni, dunque, occorrerà pagare l’imposta, revisionando gli importi connessi alle aliquote fissate dai Comuni.

Dal 5 novembre scorso è presente sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo modello di dichiarazione Imu,

Le istruzioni al modello Imu riportano quanto segue:

“L’obbligo di dichiarazione non sussiste per le abitazioni principali ma, come viene spiegato nelle istruzioni al modello Imu, sorge nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni Ici già presentate, nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal Comune. La dichiarazione deve dunque essere presentata quando gli immobili godono di riduzioni dell’imposta (fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, fabbricati di interesse storico o artistico, immobili per i quali il Comune ha deliberato la riduzione dell’aliquota, i fabbricati destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, i terreni agricoli) e quando il Comune non è in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell’obbligo tributario”.

 

 

Obama ottimista, accordo su Fiscal Cliff entro Natale

C’è ottimismo alla Casa Bianca sugli accordi relativi al Fiscal Cliff. Barack Obama è fiducioso sulla possibilità di trovare un’intesa con il partito Repubblicano già prima di Natale. Nel suo discorso in merito, il Presidente da poco rieletto ha dichiarato:

“L’importante è non toccare la classe media, per la quale le tasse non vanno aumentate, altrimenti si avrà un impatto sull’economia mondiale”.

Il discorso di Obama, che anticipa quello di domani sullo stesso argomento in Pennsylvania, ha avuto un ottimo effetto su Wall Street, allentando i timori sulle trattative inerenti al precipizio fiscale.

L’intervento di Obama, che venerdì tornerà a parlare di tasse sulla classe media in Pennsylvania, ha come risultato quello di allentare, momentaneamente, i timori di Wall Street sulle trattative sul fiscal cliff, dopo l’allarme sullo stallo delle negoziazioni segnalato nelle ultime ore dal leader della maggioranza in Senato, Harry Reid.

Il fiscal cliff, intanto, sta già facendo percepire il proprio eco sull’economia. Nel Beige Book della Fed si legge:

“L’economia degli Stati Uniti è cresciuta a un ritmo “misurato” tra ottobre e novembre, con molti distretti che temono gli effetti negativi del fiscal cliff e stanno facendo i conti con le conseguenze dell’uragano Sandy. La maggior parte dei 12 distretti della Fed ha visto un miglioramento nelle assunzioni di lavoratori e nei consumi, a fronte però di un indebolimento del comparto manifatturiero. Per il Wall Street Journal la Federal Reserve probabilmente proseguirà anche nel 2013 con gli acquisti di mortgage backed security di lungo termine e di Treasury per affrontare il rallentamento della crescita dell’economia e i rischi provenienti dal fiscal cliff. Alla riunione dell’11 e del 12 dicembre, la Fed dovrà dunque prendere molte decisioni importanti, tra le quali quella che riguarda i programmi di acquisto asset”.

 

La Commissione Europea ha approvato la ristrutturazione delle banche spagnole

 

 Gli istituti bancari coinvolti nel piano di salvataggio sono quattro: BankiaNcg Banco, Catalunya BancBanco de Valencia.

Per i primi tre istituti nazionalizzati, BankiaNcg BancoCatalunya Banc, la Commissione Europea crede che la ristrutturazione così come prevista nel piano di salvataggio possa in breve tempo riportare ad una gestione normale di lungo termine. L’accordo, preso nel rispetto delle volontà tanto delle autorità spagnole che di quelle europee, prevede una riduzione del 60% del bilancio entro il 2017, con il ricollocamento delle attività sul business al dettaglio e i prestiti alle Pmi. Una strategia che dovrebbe rafforzare il capitale e le posizioni di liquidità degli istituti in questione.

La ristrutturazione delle banche spagnole prevede dei tagli particolarmente duri che porteranno ad una sostanziale riduzione dell’organico, delle filiali e degli sportelli presenti sul territorio spagnolo.

Per il Banco de Valencia, invece, la misura è stata più forte: la banca sarà venduta a Caixabank e non sarà più un istituto di credito indipendente.

Nonostante la soddisfazione espressa da entrambe le parti per l’accordo raggiunto, i dati macroeconomici del paese continuano ad essere poco incoraggianti. Secondo il bollettino di novembre diffuso dalla Banca di Spagna il Pil del paese continuerà a diminuire fino alla fine dell’anno.

 

Google Italia deve pagare 96 milioni di euro di tasse

 Google è nel mirino del fisco. Da un lato la Germania che propone una legge per il pagamento dei diritti d’autore per tutti i contenuti messi in rete dai motori di ricerca (tra i quali compare anche Google, ovviamente) in difesa del diritto d’autore e della stampa cartacea, dall’altra il ministero dell’Economia e delle Finanze  che, rispondendo all‘interrogazione presentata da Stefano Graziano, deputato del Pd, risponde:

Nel quinquennio 2002-2006 Google non ha dichiarato reddito imponibile per oltre 240 milioni di euro, che sono pari a 96 milioni di euro di iva da versare al Fisco italiano.

L’obiettivo dell’interrogazione parlamentare era quello di capire quali fossero le decisioni e le misure che il governo italiano ha intenzione di prendere contro tutte le grandi aziende internazionali che sfruttano le lacune delle leggi tributarie dei vari paesi per non versare quanto dovuto in base alla loro capacità contributiva.

Il problema fiscale, infatti, non riguarda solo Google, ma tutte le aziende e i gruppi che operano nel settore dell’hi-tech che

sfruttando ingegnerie finanziarie offerte da evidenti lacune nella normativa nazionale e internazionale, riescono a non pagare le tasse nel nostro paese. Per contrastare efficacemente fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva aventi scala transnazionale, sta procedendo, in base a un primo screening delle risultanze dell’attività di tutoraggio dei grandi contribuenti, a una selezione di posizioni che possano dar luogo a una mirata attività di controllo fiscale nei confronti dei gruppi multinazionali attivi nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e le cui strategie fiscali sono oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica italiana e internazionale

Da parte sua Google, nelle cui sedi si stano facendo ulteriori ispezioni,

rispetta le leggi fiscali in tutti i Paesi in cui opera e siamo fiduciosi di rispettare anche la legge italiana. Continueremo a collaborare con le autorità locali per rispondere alle loro domande relative a Google Italy e ai nostri servizi.

Cameron provoca: conviene detassare i ricchi

 Il governo Cameron lancia una forte provocazione: abbassiamo le tasse ai ricchi. Esattamente l’opposto di quanto detto ieri da Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del mondo, secondo il quale, invece, i ricchi dovrebbero pagare molte più tasse se si vuole arrivare ad una vera ristrutturazione dell’economia.

L’editoriale di Buffet, nel quale il miliardario rilancia il suo appoggio alla politica di Obama, ha fatto il giro del mondo, così come anche la provocazione del governo Cameron, che però, per raggiungere lo stesso scopo, passa per la strada opposta. Infatti, stando a quanto dichiarato dal ministro del Tesoro inglese George Osborne, l’aumento delle tasse voluto da Gordon Brown (aumento dell’aliquota fiscale dal 40 al 50%) ha fatto scappare i ricchi dalla Gran Bretagna con una conseguente perdita per l’erario di 7 miliardi di sterline. La soluzione è quella di riportare l’aliquota al valore iniziale, passando dall’attuale 50 al 45% per poi tornare di nuovo al 40% quando l’economia si sarà ristabilita.Una tesi che Cameron, conservatore, condivide anche con l’ex premier laburista Blair. Entrambi concordano sul fatto che il paese non ha che da guadagnare dagli incentivi per i ricchi. Detassare i grandi patrimoni vuol dire che saranno in molti a riportarli sul territorio inglese, quindi, le tasse più basse saranno compensate da un maggior numero di contribuenti.Ma non solo l’erario beneficerà di questo. Sarà tutta l’Inghilterra a beneficiarne, perché i miliardari che torneranno in patria, con le loro attività e i loro capitali, creeranno un indotto da miliardi di sterline.

Mutuo Fisso Last Minute 2 di Banco Popolare

 Il Gruppo Banco Popolare offre un prodotto in promozione per tutti i nuovi clienti che aderiscono all’offerta tramite il portale d’intermediazione MutuiOnline. Si tratta di un mutuo a tasso fisso che in questo periodo d’incertezza sulla ripresa economica può anche far gola agli aspiranti mutuatari.

Il mutuo in questione è rivolto a coloro alla fine del piano d’ammortamento scelto non abbiano ancora compiuto 80 anni. I soldi erogati devono essere usati per l’acquisto della prima casa. La rata, pur essendo un tasso fisso, risulta più leggera per i primi 12 mesi in cui il tasso è appunto del 4,75%. Dal tredicesimo mese in poi, invece, si passa al tasso fisso al 5,25%.

L’offerta è valida per tutte le richieste di mutuo che sono caricate in filiale entro il 31 dicembre 2012 per erogazioni e rogiti stipulati entro il 28 febbraio 2013.

Gli aspiranti mutuatari che ambiscono a diventare anche nuovi clienti del Gruppo Banco Popolare devono considerare tra le spese quelle di istruttoria, quelle periodiche e l’imposta sostitutiva. Dal punto di vista assicurativo è prevista la copertura obbligatoria, vale a dire la polizza incendio del fabbricato per un importo almeno uguale all’importo del mutuo.

Anche le spese per l’assicurazione vanno a contribuire alla definizione del TAEG. L’ipoteca proposta è al 200 per cento e questo potrebbe influire sul costo complessivo del mutuo. L’offerta resta comunque interessante per la media dei mutui del periodo.

Accordo sulle nuove regole per le agenzie di rating

 La comunicazione dell’avvenuto accordo è arrivata solo in tarda notte: un negoziato lungo e difficile, durato mesi, che ha mosso dei grandi interessi finanziari, non solo quelli delle lobby americane, ma anche quelli dei singoli stati che si trovano, spesso, vittime di valutazioni sul rating che aggravano delle situazioni già critiche di per sé.

Il Parlamento Europeo, nonostante la soddisfazione per l’accordo raggiunto, ritiene che il

molto resta ancora da fare per tenere a freno l’attività delle agenzie di rating le cui valutazioni possono essere non ben fondate e essere pubblicate al momento giusto con il risultato che si aggravi la crisi finanziaria. E’ necessaria più concorrenza.

Questi i pilastri fondamentali su cui si basa il regolamento che le grandi agenzie di rating (quelle che vengono chiamate il trigono, Standard&Poor’sMoody’s e Fitch): trasparenza, introduzione di un limite massimo alla rivelazioni (massimo 3 giudizio all’anno), riduzione della dipendenza dalle valutazioni esterne, maggiore concorrenza e introduzione della responsabilità civile.

Le agenzie di rating non potranno pubblicare più di tre giudizi non richiesti all’anno che potranno essere pubblicati il venerdì dopo la chiusura dei mercati e almeno un’ora prima dell’apertura. Avranno voce in capitolo anche le agenzie più piccole, che interverranno in caso di giudizio discordante del trigono.

Inoltre, è stato deciso che le finanziarie non tengano solo conto dei rating delle agenzie per la valutazione della solvibilità, con un sistema interno e indipendente dalla grandi agenzie.

 

 

L’Argentina avrà più tempo per pagare i suoi Bond

 Le richieste di Thomas Griesa, giudice distrettuale di Manhattan, che imponevano all’Argentina di pagare entro il 15 dicembre 1,33 miliardi di dollari ai detentori di bonds che non hanno accettato le ristrutturazioni dei titoli del 2005 e del 2010, sono state rigettate dalla corte di appello.

Quindi nulla di fatto per il fondo di garanzia richiesto da Griesa. Un fondo che avrebbe messo l’Argentina in serio rischio di default tecnico, in quanto, nella stessa data, il governo avrebbe anche dovuto pagare circa 3,3 miliardi di dollari ai detentori dei bond ristrutturati.Il ricorso è stato presentato al tribunale di New York dai fondi speculativi americani, per avere il rimborso del valore nominale dei bond (20/25 centesimi per dollaro) acquistati prima del default del 2001. Il giudice Griesa, che da più di dieci anni si occupa della questione, si augurava una decisione diversa, ma il governo del paese, insieme a tutti i detentori di bond ristrutturati, che, se fosse passata la sentenza di Griesa, avrebbero perso il loro investimento, hanno deciso di correre ai ripari.

La decisione è rimandata al prossimo febbraio, termine entro il quale l’Argentina dovrà presentare la sua linea difensiva alla corte d’appello degli Stati Uniti. Il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner si è detto soddisfatto della decisione dei supremi giudici, anche se la questione è tutt’altro che risolta.