JPY, USD ed EUR: in che rapporti sono?

 Qual è la moneta più forte tra lo yen giapponese, l’euro del Vecchio Continente e il dollaro americano? Per rispondere a questa domanda possiamo dare un’occhiata alla giornata di scambi, nel settore Forex, che c’è stata ieri.

Tutto depone a favore dello yen.

La moneta giapponese sale nei confronti del dollaro che perde circa lo 0,5 per cento contro lo yen e sale anche dello 0,8% rispetto all’euro. Il cambio USD/JPY si assesta sugli 87.70 e quello EUR/JPY è scambiato a 105.60. Tutta la situazione sembra sia da attribuire alla paura del fiscal cliff che influisce sulle sensazioni degli investitori, oppure alla decisione europea di rimandare l’incontro FOMC.

Lo yen, quindi, si è configurato come un porto franco in questo momento particolare per gli investitori che non vogliono prendere rischi durante la configurazione degli affari.

Se lo yen sale, perde quota invece il dollaro che avrebbe dovuto essere spinto dai dati sul settore immobiliare che in genere danno conto della ripresa economica del paese. Invece questi dati si sono mantenuti molto al di sotto delle aspettative.

Basta pensare che nei riguardi del dollaro hanno guadagnato terreno anche il dollaro australiano e quello canadese.

L’euro, infine, delude molto le aspettative e perde quota rispetto a tutte le valute “maggiori”. Sembra che l’accordo sulla Grecia sia stato tradotto in tanto entusiasmo tutto insieme ma gli investitori hanno bisogno di maggiori rassicurazioni.

Gli USA contro la CINA sul mercato ForEX

 Per una questione diplomatica che non dobbiamo nemmeno spiegare, gli Stati Uniti non muoveranno un’accusa ufficiale all’indirizzo della Cina, ma sembra che siano convinti comunque del fatto che il governo cinese manipoli la sua valuta per avvantaggiarsene a livello commerciale.

In questo modo la Cina ottiene maggiori profitti a discapito dei suoi interlocutori, per esempio gli Stati Uniti, ma anche tutti i paesi che per gli scambi hanno deciso di usare il dollaro americano.

Il Tesoro americano ha spiegato che lo yuan, la moneta cinese, è sempre troppo sottovalutata ma allo stesso tempo, non ci sono delle prove certe sulla manipolazione della valuta. Il governo americano ha però invitato la Cina a mettere in campo delle riforme o meglio delle politiche per apprezzare la valuta rispetto ai sui concorrenti. Un modo per non incorrere tra l’altro nelle sanzioni commerciali da parte dell’America.

Gli analisti critici all’indirizzo della Cina hanno detto che questo paese continua a mantenere la moneta al di sotto di una certa soglia per favorire le esportazioni e rendere competitive con i flussi degli altri paesi. Come? Riducendo il livello d’intervento sul mercato valutario.

Una strategia portata avanti dal terzo trimestre del 2011 al fine di ottenere un cambio flessibile.

Sterlina e dollaro USA: chi li smuove?

 Il mercato valutario, generalmente, subisce l’influenza di alcuni dati, pubblicati anche in maniera periodica, che spiegano un po’ meglio qual è la situazione economica e finanziaria dei paesi. Abbiamo considerato cosa potrebbe influire oggi sulle quotazioni dello yen, del dollaro neozelandese e di quello australiano, del franco svizzero.

Adesso prendiamo in considerazione gli eventi che potrebbero incidere invece sulle quotazioni della sterlina e del dollaro americano.

Per quanto riguarda la sterlina ci sono almeno due eventi da monitorare. Il primo sono i prezzi degli immobili Nationwide che, secondo gli analisti, hanno un medio impatto sulla valuta. In pratica l’indicatore in questione fa capire se c’è stato un cambiamento medio dei prezzi degli immobili. Se c’è un aumento, in genere, gli investitori sono attratti e la sterlina guadagna terreno.

Ma dalla Gran Bretagna arriva anche la notizia della Bank of England che ha pubblicato un rapporto sulla stabilità finanziaria del paese. Con questo documento si cerca di capire quali sono i rischi per il settore finanziario del Regno unito. Ci potrebbero essere momenti di grande volatilità.

Il dollaro USA sarà invece influenzato dai dati sul PIL preliminare che dovrebbe fare una fotografia della crescita economica degli Stati Uniti. e poi anche dall’indice che misura sia le vendite pendenti del settore immobiliare, sia la richiesta dei sussidi di disoccupazione. Si evince dall’analisi un possibile effetto rialzista anche per il dollaro.

Cosa influirà sul mercato valutario oggi?

 Per il mercato valutario, quella di oggi, è da considerarsi una giornata molto intensa perché andando a guardar bene l’agenda economica, scopriamo che saranno diffusi dei rapporti che riguardano il Giappone, la Nuova Zelanda, l’Australia, il Regno Unito e la Svizzera.

Cerchiamo di capire bene che dati saranno diffusi e che effetto possono avere. Per il Giappone saranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio e gli analisti, che hanno tirato un sospiro di sollievo a settembre quando l’indice era al +0,4 per cento, sia aspettano oggi una flessione dello 0,7 per cento. Lo yen potrebbe essere influenzato da tali notizie.

Il dollaro neozelandese, invece, potrebbe essere scalfito dalla pubblicazione dell’indice che misura lo stato di salute dell’economia interna, redatto dalla banca centrale del paese. Se questo indice raggiungerà un valore superiore alle aspettative, allora il dollaro dovrebbe crescere.

Il dollaro australiano sarà invece “toccato” dalla pubblicazione dei dati sugli investimenti del settore privato che dà il polso dell’andamento futuro delle attività economiche. Gli analisti si aspettano un calo del 2,1 per cento.

La Swiss National Bank pubblicherà oggi i dati sul PIL svizzero del terzo trimestre del 2012 e ci aspetta un lieve miglioramento dello 0,2 per cento, rispetto alla contrazione che si era rilevata nel secondo trimestre dell’anno.

Il rendimento dei nostri Bot

 I titoli del debito pubblico a breve scadenza, emessi dal Tesoro italiano, sono tornati ai livelli di rendimento che avevano prima della crisi. La notizia fa sicuramente piacere allo stato che s’indebita meno nei confronti di chi ha provato a speculare sull’Italia comprando Bot, ma allo stesso tempo non fa altrettanto piacere agli investitori.

La Banca d’Italia – che ha fatto l’ultima comunicazione sui Buoni Ordinari del Tesoro, ha detto che il Mef ha piazzato i 7,5 miliardi di euro previsti di Bot a sei mesi. Questa occorrenza ha determinato un calo del rendimento loro sotto la soglia dell’1 per cento, una cosa che non succedeva da più di due anni. Si è passati quindi da un rendimento dell’1,347% ad un rendimento dello 0,919%.

La Banca d’Italia ha comunicato anche che questa notizia positiva ne segue un’altra relativa all’asta Ctz che ha fatto registrare rendimenti in discesa. Più nel dettaglio si dice che i titoli assegnati sono stati 99.538 a fronte di richieste 1,65 volte più numerose.

Il risultato dell’asta dei Bot ha contribuito anche all’abbassamento dello spread che è sceso sotto i 330 punti base arrivando fino a quota 325. Il rendimento, in questo caso, si è fermato al 4,66 per cento.

Quasi tutti gli analisti e i commentatori di sono dichiarati contenti del risultato ottenuto nell’asta.

Gran Bretagna in bilico per il downgrade

 State investendo nelle opzioni binarie e dovete capire quale stato, dopo il declassamento della Francia da parte di Fitch e Moody’s, finirà sotto le grinfie delle agenzie di rating.

Il fatto che la Francia abbia perso la tripla A e adesso abbia ottenuto un’etichetta più bassa per i propri titoli che sono Aa1, si lega alla crisi generale economica e del mercato del lavoro. La crisi è così consolidata nel sentire comune che anche il downgrade della Francia, per certi versi, non è stato sorprendente.

Lascia più stupiti la previsione sul prossimo paese declassato dalle agenzie di rating che potrebbe essere la Gran Bretagna. Questa sensazione prende spunto dall’ultimo rapporto pubblicato sull’indebitamento netto del settore pubblico.

Sembra infatti che il governo in carica, nell’ultimo mese di rilevazioni, ottobre, abbia preso in prestito circa 8,6 miliardi di sterline che sono circa 2,7 miliardi in più di quanto avesse preso in prestito nel 2011. Il che vuol dire che c’è qualcosa che non funziona.

Oltre a questa maggiore richiesta, il rapporto indica anche che il governo ha contratto un deficit di 6,7 miliardi di sterline, nel senso che ha speso più di quanto avesse guadagnato andando anche oltre le aspettative degli analisti. Sono questi tutti i dati importanti per chi sta definendo un trend d’investimenti.

Prestazioni della previdenza complementare: le anticipazioni

 I lavoratori che sottoscrivono un fondo pensionistico integrativo, hanno il diritto ad accedervi anche prima che siano maturi i tempi per ricevere la pensione garantita dalla previdenza pubblica. Uno degli strumenti previsti dal Legislatore è l’anticipazione, ossia la possibilità di avere liquidato una parte del montante accumulato.

In qualunque momento il lavoratore può richiedere un anticipo sulle prestazioni pensionistiche integrative fino al 75% della contribuzione fino a quel momento accumulata, ma solo nel caso in cui il denaro sia utilizzato per spese sanitarie conseguenti a gravissime condizioni relative a sé, al coniuge e ai figli, per terapie e interventi straordinari certificati dalle competenti strutture pubbliche. In questo caso all’importo è applicata una ritenuta a titolo d’imposta pari al 15% (che diventa dello 0,3% per ogni anno dopo il 15°).

Solo dopo l’ottavo anno di contribuzione il lavoratore ha diritto ad accedere al capitale del suo fondo pensione anche in caso di acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé e per i figli. Qui l’imposta è del del 23%.

Da notare che se si ricorre all’anticipazione, il montante contributivo accumulato diminuisce, con una conseguente diminuzione delle prestazioni previdenziali future. Per questo motivo è stata prevista la possibilità di reintegrare il capitale liquidato con contribuzioni sopra il limite di deducibilità di 5.164,57 euro.

Prestazioni della previdenza complementare: rendita e capitale

 Qualunque sia la forma di previdenza complementare scelta dal lavoratore, questi avrà il diritto di accedervi solo dopo aver raggiunto i requisiti minimi per l’accesso alla pensione garantita dagli enti previdenziali pubblici.

Se i requisiti sono stati soddisfatti e se il lavoratore ha alle spalle almeno cinque anni di iscrizione ad una forma pensionistica complementare, può decidere se avere il suo TFR sotto forma di rendita periodica o sotto forma di capitale.

Il lavoratore ha diritto di accesso alla pensione complementare anche nel caso in cui i cinque anni necessari per accedervi non siano stati consecutivi e nel caso in cui si siano sottoscritte, nel tempo, diverse forme di integrazione (a patto che il lavoratore non abbia già chiesto il riscatto delle precedenti contribuzioni).

Il lavoratore iscritto può quindi decidere se ricevere la prestazione pensionistica integrativa solo sotto forma di rendita periodica, o in parte come rendita periodica e in parte come capitale.

In questo secondo caso solo il 50% della contribuzione integrativa potrà essere liquidato come capitale, a meno che, convertendo in rendita periodica almeno il 70% della posizione individuale maturata, questa risulti minore alla metà dell’importo dell’assegno sociale INPS mensile, caso in cui si può richiedere l’intera liquidazione sotto forma di capitale.

i paradossi italiani: 65mila posti di lavoro vacanti

 Il motivo di questa discrepanza? Non si trovano le figure professionali adatte a ricoprir le diverse mansioni richieste.

Questo è quanto emerge dall’analisi annuale del  Sistema informativo Excelsior di Unioncamere  e del Ministero del Lavoro, secondo la quale anche nel 2012, il 16,1% delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese rimane scoperto.

Tra le figure professionali maggiormente ricercate ci sono progettisti informatici, analista programmatore, sviluppatore di software, progettisti meccanici, revisore contabile, tutti lavori per i quali è richiesta un’alta formazione. Ma mancano candidati anche per quanto riguarda per cui non è richiesta la laurea come termoidraulici, tessili, elettrotecnici e camerieri.

Anche quest’anno dai dati Excelsior emerge un paradosso: pur in presenza di una contrazione dell’occupazione, una parte non marginale della domanda di lavoro delle imprese comporterà difficoltà nella ricerca del candidato più idoneo – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. E’ un paradosso che rende sempre più urgente intervenire con un cambio di passo del mondo della formazione: serve uno sforzo straordinario per offrire a tutti i giovani la possibilità di conoscere dal di dentro il mondo dell’impresa e, nello stesso tempo, far apprezzare alle imprese il proprio talento. E’ necessario in definitiva organizzare anche in Italia in maniera sistematica percorsi di apprendimento in azienda completamente integrati nel curriculum formativo.

Offerte di lavoro Bartolini

Nata a Bologna nel 1928, La Bartolini SPA è una delle maggiori realtà del settore delle spedizioni e del trasporto merci. Per una riorganizzazione del personale l’azienda necessita di 30 figure professionali da distribuire nelle sedi di Roma, Milano, Torino, Bologna, CesenaBrescia, Parma, Reggio Emilia e Pavia.

Vediamo nel dettaglio i profili professionali ricercati.

Commerciali esterni (Toscana Ovest, Roma Fiano, Torino Orbassano)

Commerciali Interni (Brescia)

Senior Infrastructure Engineer (Bologna)

Impiegati operativi (Crespellano (BO), Parma Messaggeria, Reggio Emilia, Roma Casalino, Rovato (BS), Torino Sud)

Responsabili Operativi (Cesena)

Supervisori operativi (Cesena)

Impiegati (Bologna, Brescia, Firenze Calenzano, Landriano (PV), Milano Albairate, Milano Cinisello)

Responsabili (Bologna, Cesena)

Per tutti i dettagli sui requisiti richiesti per ogni profilo professionale e per l’invio della propria candidatura visitare il sito dell’azienda alla pagina Lavora con noi, dove si trova anche il form da compilare per l’invio del curriculum vitae.