Modificare l’IMU, forse si può

 Mancano poco più di due settimane alla scadenza del pagamento dell’IMU ma si discute ancora delle proprietà di questa imposta, di come incide sulla ricchezza degli italiani, sulla ripartizione delle quote tra Stato e Comuni e sugli obiettivi generali della tassa.

In un convegno molto interessante, quello di presentazione del quarto rapporto “Gli immobili in Italia”, non poteva essere trascurata la questione dell’IMU, una delle tasse peggio digerite dagli italiani dopo il canone RAI. Il rapporto è stato redatto dal Dipartimento delle Finanze, in collaborazione con l’Agenzia del Territorio.

Si è preso in esame, nel dettaglio, la caratteristica dell’imposizione fiscale sulla casa. A parlare è stata Fabrizia Iapecorella che dirige il Dipartimento delle Finanze ed ha provato a fare un quadro riepilogativo sull’IMU.

Il punto di partenza è la constatazione che prima della reintroduzione dell’IMU tra l’Italia e gli altri paesi dell’OCSE non c’era uniformità dal punto di vista fiscale. Adesso sembra si sia raggiunto un nuovo allineamento ma resta da chiarire l’obiettivo finale dell’imposta.

Se nelle intenzioni del legislatore c’è quella di fornire liquidità ai Comuni, occorre fare attenzione all’IMU che attualmente non finisce del tutto nelle mani degli amministratori locali. Si rende quindi opportuna una rimodulazione dell’imposta che tenga conto anche delle differenze di reddito dei proprietari degli immobili.

La detrazione di 200 euro è interessante ma ha un impatto scarso sulle famiglie con il reddito più basso. In più non è stata posta la questione degli anziani che non hanno figli al di sotto dei 26 anni e quindi non possono ottenere la relativa detrazione di 50 euro.

Le detrazioni IRPEF, un riepilogo

 In questi ultimi anni le detrazioni IRPEF introdotte e confermate sono state numerose e spesso, per un contribuente classico che non abbia un commercialista di riferimento, è molto complicato seguire tutte le novità in vigore.

Proviamo a riepilogare i contenuti delle detrazioni del 36, del 50 e del 55 per cento. A chi spettano, quali sono i requisiti per effettuare la richiesta e quando realmente si applicano?

La detrazione IRPEF può essere richiesta per gli interventi di manutenzione straordinaria degli immobili, per le opere di restauro e risanamento conservativo, per la ristrutturazione di case ed immobili condominiali, per alcuni tipi di manutenzione ordinaria, per l’eliminazione delle barriere architettoniche, per agevolare la mobilità dei portatori di handicap, per evitare gli incidenti domestici, per evitare atti illeciti da parte di terzi, per ricostruire o ristrutturare gli immobili danneggiati da una calamità.

La precedente detrazione del 36 per cento è stata portata al 50 per cento, ma questo aumento è valido soltanto dall’entrata in vigore del decreto e per i lavori fatti fino al 30 giugno 2013. Aumentata anche l’importo massimo delle spese cui si applica la detrazione che passano da 48 a 96 mila euro.

Per quanto riguarda la detrazione al 55 per cento per il risparmio energetico, questa vale ancora per i lavori fatti fino al 31 dicembre, poi è assorbita nella detrazione al 50 per cento per i lavori dal primo gennaio 2013 al 30 giugno dell’anno prossimo.

Le spese che possono essere detratte riguardano l’Iva sulle spese, la progettazione e l’esecuzione dei lavori, l’acquisto dei materiali, la relazione sugli impianti, la certificazione energetica, i sopralluoghi, i diritti per concessioni, autorizzazioni, DIA e permessi vari, i bolli per la documentazione, gli oneri di urbanizzazione e le tasse di occupazione degli spazi pubblici, ad esempio nel caso in cui si usino le impalcature.

Conto BancoPosta: quanto mi costi?

 Alcune linee di credito offerte dalle banche e da PosteItaliane sono riservate ai titolari di un conto corrente presso l’istituto di riferimento. Abbiamo infatti visto le differenze tra il Prestito Prontissimo di BancoPosta previsto anche per chi non ha un conto corrente e il classico Prestito BancoPosta che invece è riservato ai correntisti.

Qualora vogliate avere un’ampia gamma di prodotti di questo tipo a disposizione, è necessario votarsi a BancoPosta ma quali sono i costi e i vantaggi di tale conto corrente? Analizziamo le condizioni economiche di base.

Il canone annuo del Conto BancoPosta è di 30,99 euro con un tasso d’interesse lordo dello 0 per cento. Annualmente è necessario versare 10 euro per la quota Postamat, mentre sono gratuiti sia il libretto degli assegni, sia la domiciliazione delle utenze.

E’ possibile anche avere un deposito titoli di massimo 30 euro. Interessante come anche l’estratto conto trimestrale e semestrale, in formato cartaceo sia gratuito, tanto quanto l’apertura e la chiusura del conto stesso. Si paga invece un euro per avere l’estratto conto cartaceo mensile.

Nelle condizioni proposte si specifica che le spese di tenuta conto comprendono anche le registrazioni in conto in un numero illimitato.

Due le promozioni collegate al prodotto: la possibilità di passare a BancoPosta Più con tanti servizi esclusivi, tramite una richiesta telematica; la promozione Postemailbox che offre PEC, firma digitale e archivio di 4 giga per 3 anni gratuiti.

Prestito BancoPosta

 Abbiamo già considerato insieme i vantaggi del Prestito Prontissimo Bancoposta che mette immediatamente a disposizione del richiedente una somma variabile dai 1750 ai 10000 euro, anche a chi non dispone di un conto BancoPosta.

Adesso passiamo in rassegna il più classico dei prodotti del gruppo PosteItaliane: il Prestito BancoPosta “classico” che è rivolto soprattutto ai titolari di un conto BancoPosta che devono realizzare un piccolo sogno, oppure che desiderano un po’ di serenità economica attraverso una liquidità più consistente nel portafoglio.

In base all’importo richiesto variano le condizione economiche del prestito: chiedere fino a 10000 euro è diverso rispetto a chiederne più di 10000. In pochi giorni, è importante ricordarlo, si possono ottenere fino a 30000 euro direttamente sul proprio conto.

Entriamo nel dettaglio della scheda tecnica. Il Prestito BancoPosta mette a disposizione degli interessati somme che variano dai 1500 ai 30000 euro, da rimborsare tra i 12 e gli 84 mesi con accredito diretto su conto BancoPosta.

Sono sempre gratuite le spese d’istruttoria, le commissioni d’incasso rata e l’invio delle comunicazioni. Si può facoltativamente sottoscrivere anche una polizza il cui premio si calcola come il 2 per cento dell’importo erogato per i rimborsi fino a 60 mesi e come il 3,65 per cento dell’importo erogato per i rimborsi oltre i 60 mesi.

Mutuo BancoPosta Ristrutturazione a tasso misto

 Il Mutuo BancoPosta a tasso misto con finalità ristrutturazione è un prodotto molto interessante che vuol essere competitivo con le proposte degli altri istituti di credito che intendono fornire ai clienti la possibilità di passare dal tasso variabile al tasso fisso “in qualsiasi momento”.

Il Mutuo BancoPosta a tasso misto consente di avere il tasso fisso o il tasso variabile, in base alle scelte del cliente, attivo per un periodo di 2, 5 o anche 10 anni. Il prodotto in questione consente di gestire al meglio il finanziamento, in base alle opportunità del mercato.

Si può partire sia con il tasso fisso, sia con il tasso variabile e poi scegliere il tempo in cui applicare l’opzione. In base alla “rivedibilità”, al tasso iniziale scelto e al piano d’ammortamento, si avrà un TAEG differente. Facciamo qualche esempio con i tassi di novembre.

Il tasso misto rivedibile ogni due anni, con partenza a tasso fisso, presenta un tasso del 4,241 per cento indipendentemente dal piano d’ammortamento, perché calcolato con l’IRS a 2 anni più lo spread del 3,75 per cento della banca.

Se invee si sceglie un tasso misto rivedibile ogni due anni con partenza a tasso variabile, occorre avere come riferimento l’Euribor a 3 mesi, cui va sommato lo spread della banca arrivando ad un tasso del 3,947 per cento.

PosteItaliane pensa a CREDit-easy

 CREDit-easy è una carta di credito revolving pensata da PosteItaliane per tutti coloro che hanno bisogno di una linea di credito erogata e disponibile in modo semplice e veloce. Con CREDit-easy il credito immediatamente disponibile è rimborsato in comode rate mensili.

Il pagamento del prestito ottenuto deve essere accreditato direttamente sul Conto BancoPosta Click ma la carta è emessa da Deutsche Bank. La quota annua per il rilascio del prodotto è gratuita. L’istituto di credito tedesco, al momento dell’emissione della carta consente di scegliere tra tre plafond diversi: 500, 800 e 1600 euro. La carta in questione è molto flessibile e non ha un solo destinatario.

Si può usare per pagare gli acquisti ma anche per prelevare denaro e gli importi rimborsati, questo è interessante, tornano subito a far parte de credito che la carta mette a disposizione.

Per ottenere il credito PosteItaliane offre un fido iniziale che varia dai 500 ai 1600 euro ed è scelto dall’emittente. L’addebito avviene il il 28esimo giorno del mese e la lettera di addebito è redatta 10 giorni prima. Per quanto riguarda i giorni di valuta per l’addebito, è da considerare il decimo giorno dopo la lettera di addebito.

Nei costi rientrano gli 1,03 euro per la spedizione della lettera d’addebito. Il TAEG, fondamentale per le carte revolving varia da un minimo del 15,84 ad un massimo del 20,13 per cento.

 

Un’assicurazione pensata per gli artigiani

 Se siete lavoratori autonomi nel settore dell’artigianato sapete bene quanti rischi si corrono con questa professione e quanti sono poi i guadagni che si riescono ad ottenere al giorno d’oggi. Risulta quindi fondamentale proteggere se stessi e i propri guadagni.

La vasta gamma di polizze Axa, cerca di rivolgersi a tutte le categorie di cittadini. Nella Assicurazioni per la professione, troviamo dunque una Multirischio, la polizza che protegge l’area sanità e quella rivolta all’area commercialisti. Ci sono poi coperture per chi si dedica all’agricoltura, per chi ha un albergo o per chi si occupa di artigianato e piccola industria. Non manca la protezione commercio, l’RC professionisti e l’assicurazione per chi svolge l’attività d’ufficio.

Prendiamo in esame la polizza “Esperto Artigiano”, la quale è pensata soprattutto per chi lavora presso terzi facendo istallazioni, montaggio, assistenza, manutenzione, riparazione di prodotti e impianti, riparazione e manutenzione dei veicoli o delle imbarcazioni.

L’assicurazione copre il lavoratore autonomo oppure le piccole imprese che non hanno più di cinque addetti. Le coperture previste sono quella da danni da incendio, esplosione, scoppio e loro conseguenze, quella che protegge apparecchi elettronici d’ufficio che fanno parte dell’attrezzatura.

Infine è prevista la Responsabilità civile con garanzia di base, a copertura dei lavori presso terzi, dopo l’ultimazione dei lavori e per gli operai.

La Grecia respira, arriva accordo su debito e aiuti

Manca l’ufficialità, che dovrebbe arrivare il 13 dicembre, ma un’ottima notizia c’è: i Ministri delle Finanze dell’Eurozona e l’Fmi hanno raggiunto un’intesa sul debito di Atene. L’accordo ontempla una serie di misure per aiutare la Grecia a ricondurre il debito verso livelli più accettabili e rivede totalmente le tappe secondo cui dovrà avvenire l’abbattimento: il debito pubblico dovrà essere al 124% (e non più al 120%) del prodotto interno lordo per il 2020, per poi diminuire, entro il 2022, drasticamente al 110%.

Un risultato fortemente auspicato, con il vertice che è durato oltre 13 ore: il negoziato, per il quale l’accordo sul debito rappresenta la prima parte, dovrebbe condurre, previa approvazione da parte di alcuni Parlamenti nazionali a cominciare da quello tedesco, all’esborso dei 31,5 miliardi che la Grecia attende dalla scorsa estate, che aumentano a 43,7 se si considerano gli altri finanziamenti previsti entro la fine dell’anno.

Ecco alcune delle reazioni all’accordo:

Esso è stato accolto con soddisfazione dal presidente del Consiglio greco Antonis Samaras:

“Tutto è andato bene. Tutti i greci insieme hanno lottato per questa decisione, e domani comincia un nuovo giorno per tutti noi”.

Mario Draghi, presidente Bce, descrive così il compromesso. Secondo il presidente questo accordo

“Rafforzerà la fiducia nella Grecia e nell’euro”.

Alquanto positiva anche la reazione del Fondo monetario internazionale (Fmi), espressa per bocca del direttore generale del Fmi, Christine Lagarde:

“Le misure contribuiscono in modo sostanziale alla sostenibilità del debito greco aiuteranno a portare il rapporto debito-pil della Grecia su una traiettoria sostenibile e a facilitarne il graduale ritorno sul mercato”.

 

Previdenza complementare: fondi pensione preesistenti

 La riforma del 1993, ovvero il Decreto Lgs. 124, ha disciplinato in modo organico e coerente le diverse forme di previdenza integrativa, dando loro una normativa adatta alla loro fruibilità e trasparenza per i lavoratori.

Il fatto che questa tipologia di pensione sia ancora operante è stata una scelta del Legislatore dettata dal fatto che oltre il 50% della previdenza complementare in Italia è costituita da questi fondi.

Con la nuova normativa ne sono state riconosciute due classi principali:

1. Fondi pensione preesistenti autonomi: hanno soggettività giuridica (associazioni riconosciute e non, fondazioni o enti morali);

2. Fondi pensione preesistenti interni: costituiti all’interno di società (banche, imprese di assicurazione) come patrimonio separato, per i lavoratori occupati nelle società.

Si tratta di fondi collettivi, quindi anche l’adesione avviane in forma di contratto collettivo, e, fermo restando che ne esistono tanti quanti sono le categorie professionali, sono aperti anche a coloro che hanno contratti di lavoro a tempo determinato o di prova.

Il lavoratore che vuole aderire deve versare al fondo le quote del TFR che maturano dopo l’adesione, il contributo a proprio carico nella misura prevista dall’accordo contrattuale e il contributo del datore di lavoro.

Per adeguarsi alle nuove disposizioni di legge per i fondi pensionistici preesistenti sono state istituite delle particolari sezioni a contribuzione definita, la possibilità della scelta di un intermediario finanziario e sono stati posti dei limiti agli investimenti.

Previdenza complementare: PIP (Piano Individuale di Previdenza)

 I piani individuali di previdenza sono degli strumenti di previdenza complementare che permettono di avere una rendita vitalizia al raggiungimento della pensione che si aggiunge alle prestazioni del sistema pensionistico pubblico.

Per avere diritto alla rendita, chi sottoscrive un PIP deve soddisfare sia i requisiti di accesso alla pensione minima erogata dal sistema previdenziale di stato e deve avere almeno cinque anni di contribuzione alla forma pensionistica complementare.

Soddisfatti i requisiti e raggiunta l’età pensionabile, si può scegliere tra diversi tipi di rendita:

rendita vitalizia, erogata vita natural durante,
rendita vitalizia reversibile, erogata al beneficiario o ad un soggetto precedentemente indicato,
rendita certa e successivamente vitalizia per un determinato numero di anni (cinque o dieci).

Il Pip è autogestito dal contraente, quindi, diversamente da quanto accade con altre tipologie di polizza sulla vita, il soggetto è libero di aumentare, ridurre, interrompere, riprendere i versamenti o variarne la periodicità.

Il Piano Individuale di Previdenza è una forma di pensione complementare che ben si addice alle caratteristiche tipiche dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, anche se tutte le tipologie di lavoratori, come i dipendenti  hanno la possibilità, prevista dalla normativa in materia, di sottoscriverne uno.