Dati europei del manifatturiero e dei servizi

 Chi investe in opzioni binarie ha sempre in mente l’oscillazione degli indici e cerca di scoprire in anticipo, con la lettura di numerosi documenti, come crescerà o come decrescerà un paese, quali saranno i nuovi trend sul mercato.

Markit, in questo caso, è diventata nelle ore scorse una fonte molto interessante dopo la pubblicazione dei dati sugli indici PMI della zona Euro, sia per quel che riguarda il settore manifatturiero, sia per quel che riguarda il settore dei servizi.

In generale si assiste ad un bel miglioramento dell’Europa che sembra aver imparato dal rischio contagio finanziario che bisogna mantenere circoscritte le zone di contrazione. Ecco la panoramica offerta sul Vecchio Continente.

In primo luogo la Grecia dove la situazione è tranquilla e questo determina un’oscillazione lieve dell’Euro rispetto al Dollaro. Lo scambio è sempre nel range 1,2864-1,2880. Passiamo quindi alla considerazione dell’indice PMI manifatturiero di Francia e Germania. 

In Francia l’indice PMI manifatturiero è cresciuto dal 43,7 al 44,7 andando anche al di sopra delle aspettative che bloccavano l’indice a 44,1 punti.  Il settore dei servizi ha subito anche aumenti più sostanziosi. Ci si attendeva un assestamento sul 45,3 mentre si è passati dal 44,6 al 46,1.

Anche la Germania è al di sopra delle aspettative: il PMI manifatturiero atteso al 45,9 arriva fino al 46,8, mentre i servizi subiscono un lieve calo. Si sperava in un miglioramento dell’indice atteso sul 48,5 mentre si è preso atto di un calo dal 48,4 al 48.

Cina e Israele fanno bene a Piazza Affari

 La seduta della borsa italiana si è conclusa con un rialzo che ha contraddistinto la giornata di cambi di tutta l’Europa. Un momento molto particolare, quello di ieri, visto che la borsa americana aveva chiuso i battenti per il giorno del ringraziamento.

I mercati, nonostante questo allentamento degli scambi Oltreoceano ha saputo approfittare delle altre evenienze, in particolare sembra che abbiano influito sul trend dei mercati, sia l’inizio della tregua in Israele, sia i dati arrivati dalla Cina che parlano di un indice PMI manifatturiero in crescita, dal 49,5 al 50,4.

Questa buona notizia è riuscita a bilanciare i dati macroeconomici negativi riguardanti l’Europa. I rialzi sarebbero stati ancora più consistenti se non ci fosse stato un pizzico di attesa per il vertice straordinario a Bruxelles in cui si è parlato nella serata di ieri del Bilancio dell’UE del periodo 2014-2020. 

Riguardo la nostra borsa possiamo dire che il Ftse Mib ha guadagnato l’1,03 per cento, il Ftse Italia All-Share, invece, ha fatto registrare il +0,99 per cento.

Uno zoom sui titoli ci dimostra un’inversione di tendenza. Oggi in rialzi ci sono i titoli come Buzzi Unicem che guadagna il 4,43 per cento, oppure Mediaset che recupera il 3,73 per cento o il titolo Exor che fa registrare un buon +2,95%.

Crescono anche i bancari con il Banco Popolare al +2,5% e Intesa Sanpaolo con il +0,8%, mentre soffrono un po’ Autogrill e Snam che perdono rispettivamente lo 0,14 e lo 0,06 per cento.

Cos’è l’indice di Vix

 Chi fa trading online o investe in opzioni binarie ha sempre uno scoglio da superare dopo aver scelto il terreno d’investimento: i tempi. Vale a dire che in base alla scelta del momento in cui investire, di quello in cui rilanciare, di quello in cui comprare o vendere, possono variare parecchio i rendimenti.

La borsa non è certo un settore in cui la matematica spadroneggia, anzi, ci sono tantissimi comportamenti delle azioni che sono interpretabili sulla base della psicologia. Questa estrema variabilità, in passato, ha fatto nascere l’esigenza di avere degli indicatori che rendessero le previsioni un po’ più stabili.

Dal 1993, il Chicago Board Options Exchange, ha introdotto l’indice VIX che serve a dare una misurazione delle aspettative del mercato e della volatilità di breve periodo.

L’indice VIX è stato più volte chiamato l’indice della paura perché punta a misurare la volatilità del mercato e la fiducia degli investitori. Il mercato di riferimento è quello americano visto che l’indice VIX si calcola partendo dalle opzioni inserite nello S&P.

Quando il VIX è alto vuol dire che i mercati hanno paura del calo improvviso e gli investitori si lanciano nell’acquisto di opzioni put. Quando la paura passa e si torna a vendere, anche l’indice VIX torna a livelli più moderati.

E’ evidente che chi non si fida di questo strumento di misurazione adotterà la tecnica del compounding, accumulando gli investimenti ogni volta che si ha un flusso di denaro a disposizione così da ammortizzare eventuali inconvenienti.

Test per la moneta unica

 In questi giorni si sente molto parlare della tenuta dell’Euro rispetto a questa grande crisi globale e c’è anche chi propone di arrivare ad un euro a tre velocità che sia in grado di sostenere lo sviluppo del Nord Europa e non zavorrare le economie in del Sud del Vecchio Continente. 

In una prospettiva squisitamente valutaria, alcuni analisti della Commerzbank si dicono convinti che questo momento per l’Euro sia sono una fase di stallo prima del delirio che potrebbe arrivare già la settimana prossima.

Il cambio EUR/USD, al momento, si stanzia su un intervallo che spazia dall’1,26 all’1,29 ma pesano sulla situazione alcuni dati che arrivano proprio dall’Europa. Sicuramente ci sono degli aspetti politici da valutare ed in particolare l’incertezza sulla risoluzione della questione greca.

Ma a questo discorso che ormai sembra vecchio, occorre aggiungere i nuovi dati sul settore manifatturiero e dei servizi che sono stati pubblicati nella giornata di ieri da Markit. Al di là di quanto era stato previsto e di quanto poi si è realizzato, dobbiamo considerare che il mercato è in una fase di forte contrazione.

Lo stallo di cui parlavamo in precedenza, quindi, sembra preparatorio ad una fase più turbolenta, quella in cui si potrebbe scoprire una vera bolla speculativa legata alla moneta unica.

Gli strumenti del risparmio gestito: i fondi immobiliari

 Come i fondi comuni di investimento, i fondi immobiliari danno la possibilità al risparmiatore con un fondi comuni di investimento (o, per un risparmiatore con grande disponibilità, solo una piccola parte del capitale) di investire nel mercato immobiliare. Le azioni principali di cui si occupano i fondi immobiliari sono l’acquisizione di immobili, i diritti reali immobiliari e la partecipazione in società immobiliari.

In rendimenti dei fondi immobiliari sono legati, in via quasi esclusiva, dalla valutazione degli immobili contenuti al suo interno, nel caso di cessione e acquisti, e dall’importo dei canoni mensili in caso di contratti di locazione. Proprio per questa loro strutturazione, i fondi immobiliari sono degli strumenti di investimento adatti a coloro che hanno una bassa propensione al rischio, in quanto il loro valore e il loro rendimento non è particolarmente legato alla fluttuazione del mercato finanziario.

Esistono tre principali tipologie di fondi immobiliari che si differenziano a seconda della sottoscrizione delle quote e del conferimento dei beni: si possono trovare, quindi, fondi immobiliari ordinari, misti o ad apporto.

I fondi immobiliari sono storicamente nati come fondi chiusi. Solo successivamente è stato prevista la possibilità di emettere quote anche dopo la costituzione del fondo e di avere rimborsi anticipati, al fine di facilitare l’ingresso e l’uscita dei sottoscrittori.

Gli strumenti del risparmio gestito: le gestioni patrimoniali

 Caratteristiche principali delle gestioni patrimoniali

Prodotto di derivazione anglosassone, la gestione patrimoniale prevede che l’investitore incarichi un professionista della gestione del risparmio (SGR, SIM e banche autorizzate) di amministrare al meglio delle somme che partono dai 20.000 euro.

Lo scopo principale di questa forma di investimento è di ottimizzare il risultato degli investimenti in coerenza con il livello di rischio scelto dal cliente e con gli obiettivi di rendimento fissati. Differentemente dai fondi comuni di investimento, nelle gestioni patrimoniali il capitale di ogni singolo investitore è gestito i modo individuale e personalizzato, pur mantenendone, però, i vantaggi.

Ogni organismo che si occupa di gestione patrimoniale prevede delle offerte diversificate che hanno anche dei costi diversi, che vengono calcolati sia in base al patrimonio gestito che sulla base del benchmark di riferimento.

Tipologie delle gestioni patrimoniali

Le tipologie principali di gestione patrimoniali sono due:

Gestione Patrimoniale Mobiliare (GPM): in questo tipo di gestione il patrimonio messo a disposizione dal risparmiatore sarà distribuito in investimenti sugli strumenti finanziari classici, come azioni e obbligazioni;

Gestione Patrimoniale in Fondi o SICAV (GPF/GPS): in questo caso il patrimonio viene utilizzato per investire in  in quote di organismi di investimento collettivo del risparmio.

 

 

Wall Street nel giorno del Ringraziamento

 La performance dei listini europei, molto interessante in seguito ai risultati dell’asta dei Bonos spagnoli, è sembrata ancora più brillante alla luce del rallentamento di Wall Street dove la giornata di scambi di ieri è iniziata in modo debole, per il fatto che oggi il Giorno del Ringraziamento.

I rialzi a Wall Street sono stati molto deboli in mattinata, hanno sfiorato un lieve +0,5 per cento. I broker erano probabilmente molto più interessati ai festeggiamenti del Thanksgiving. Basta pensare che il Dow Jones è cresciuto soltanto dello 0,38%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,34% e lo S&P ha fatto segnare il +0,23%.

Sicuramente le quotazioni sono state influenzate anche dai dati sui sussidi di disoccupazione che sono calati pur restando al di sopra delle 400 mila unità. In qualche modo è stato determinante per il blocco delle assunzioni, l’arrivo e il perdurare delle conseguenze dell’uragano Sandy.

Entrando nello specifico dei titoli che sono sul mercato americano, c’è da rilevare un interessante +1,92 per cento delle azioni HP che hanno reagito un po’ timidamente al tracollo di ieri, quando l’azienda ha presentato dei conti molto deludenti  legati all’acquisizione sbagliata dall’azienda Autonomy.

Il taglio del rating da parte dell’agenzia Fitch, sul versante opposto, ha influito sulla pessima performance di Best Buy.

Nel lavoro la parità tra uomini e donne è utopia

Emancipazione femminile e diritti? A volte sono solo parole, come nel caso del lavoro. Perché diciamo questo?

Una classifica elaborata dal Global Gender Gap Report 2012, improntata su un’analisi Inps, sottolinea che l’uguaglianza di genere è ancora lontana. Solo un terzo della popolazione femminile è popolata e le retribuzioni sono inferiori a quelle percepite dai colleghi maschi. Ma qualche segnale positivo esiste.

Il Ministro Elsa Fornero ha dichiarato sull’argomento:

“Ho sempre creduto nella parità, ma credo che oggi l’Italia è un Paese nel quale essere donna è un motivo di differenziazione, un ostacolo oggettivo e un motivo per prendersela. Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta, in onda domani sera su Rai1, ha parlato della condizione disparità di trattamento tra i generi. Lo dico nei riguardi di un Paese civile: il fatto che una persona sia uomo o donna fa una differenza nell’interlocuzione, nei luoghi di lavoro, nell’accesso e nella progressione delle carriere, praticamente in tutti gli ambienti della vita e questo è la radice per cui poi la violenza è quasi una sorta di continuità, rispetto a comportamenti che hanno radici profonde. Credo che ci sia un accanimento nei confronti delle donne”.

Azioni dal valore enorme

 Il mercato azionario è molto variegato. Chi investe in borsa sfruttando i moderni sistemi del trading online è abituato a scommettere piccole cifre, magari anche attraverso le opzioni binarie, ottenendo rendimenti elevati in poco tempo.

Difficilmente i piccoli investitori buttano lo sguardo sulle azioni più costose. Fa invece una panoramica di questi prodotti Il Sole 24 Ore che racconta di azioni che costano anche tanto quanto una casa.  Il primo esempio fatto dal quotidiano economico è quello delle azioni della Berkshire Hathaway che è stato rilevato moltissimi anni fata da Warren Buffett.

Dagli anni Sessanta ad oggi è cresciuta molto questa realtà finanziaria. Dall’essere una semplice industria tessile praticamente prossima al fallimento si è trasformata in un sistema in grado di portare ogni anno enormi disponibilità finanziarie all’azienda. Per l’esattezza vale qualcosa come 119 miliardi di dollari.  Una sola azione della  Berkshire Hathaway può essere comprata per 131.310 dollari. Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 16 per cento.

Questa quotazione stratosferica del titolo accomuna l’industria tessile ad altre aziende come il colosso Lindle & Spruengli. Per una singola azione di questa azienda si devono pagare quasi 36 mila dollari, cioè 28 mila euro.

Al terzo posto tra le aziende che hanno titoli costosissimi si classifica la Rothschild che fa parte del listino svizzero. Una sola delle sue azioni è pagata 19 mila euro.

Mercato immobiliare in caduta libera

Il mercato immobiliare ha fatto registrare un nuovo crollo nel terzo trimestre del 2012. Un crollo che rappresenta la caduta più forte dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 2004.

Da luglio e settembre 2012, se confrontiamo questi mesi allo stesso periodo del 2011, le compravendite sono scese del 25,8%.

Per quanto concerne il comparto residenziale il crollo è del 26,8%. Se la tendenza dell’ultimo trimestre dell’anno si manterrà come quello degli ultimi tre, allora nel 2012 le compravendite di appartamenti scenderanno sotto quota 500 mila, riportandosi ai livelli di trenta anni fa.

Il direttore centrale dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia del Territorio, Gianni Guerrieri, ha tal proposito afferma:

“Il calo (repentino e violento) delle compravendite di abitazione oltre a risentire di fattori come l’incremento della tassazione e la difficoltà di accesso al credito” probabilmente è dovuto a qualcosa di più profondo, che interessa i piani di investimento delle famiglie, spiega Guerrieri. I consumi delle famiglie si stanno modificando, non si investe più a lungo termine perché c’è un grado più forte di incertezza sul futuro, che comporta un allungamento delle attese e il ritiro da acquisti importanti come quello per le abitazioni,provando a delineare le cause del crollo”.

Guerrieri sottolinea, inoltre, che l’altro fattore fondamentale è quello del credito:

“I mutui sono sempre più piccoli e sempre più difficili da ottenere. Negli ultimi sei mesi l’erogato ha subìto una nuova contrazione, calando del 4% e fermandosi a 116mila euro, contro i 121mila del maggio scorso. Analizzando le richieste di preventivo di mutuo registrate ad aprile scorso, e confrontandole con quelle di ottobre 2012, si registra un nuovo aumento della differenza tra la somma media richiesta e quella effettivamente erogata. Sei mesi fa era di 6 punti percentuali, a ottobre è diventata dell’11%. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’analisi dell’Ufficio studi di Mutui.it per il semestre maggio-ottobre 2012”.