Costruzione del portafogli di investimento: diversificazione o specializzazione?

 Esistono due modi opposti per la costruzione di un portafogli di investimento: la diversificazione e la specializzazione, che rispondono a diverse esigenze dell’investitore e al suo personale profilo rischio/rendimento. Infatti, quando si decide di investire, sono tante le variabili che si devono prendere in considerazione, e, solo dopo che tutte saranno messe in giusta relazione tra di loro si può scegliere se optare per un portafoglio di investimenti specializzato o diversificato.

Diversificazione

Attraverso una strategia di diversificazione del portafogli, cioè la presenza di più attività finanziarie, si riduce la rischiosità dell’investimento complessivo, che viene frazionato su una molteplicità di titoli, che hanno valore e scadenze diverse.

Oltre alla riduzione del rischio, un portafogli diversificato riduce anche i costi di transazione attribuibili ad una serie di singoli investimenti.

Specializzazione 

I portafogli di investimento specializzati sono quelli al cui interno si trovano poche, o un’unica, attività finanziaria. Ne esistono di diversi tipi e con diverso grado di specializzazione:

Fondi Monetari: comprendono titoli obbligazionari (Titoli di Stato; Obbligazioni) con scadenza residua inferiore ai 24 mesi.

Fondi Obbligazionari: prevalenza di investimento in obbligazioni e una piccola parte residua in azioni.

Fondi Bilanciati:portafogli ripartito tra titoli azionari e titoli del mercato obbligazionario.

Fondi Azionari: prevalenza di azioni e una percentuale minima di obbligazioni.

Il rischio connesso ad un investimento di questo tipo, anche se può avere un rendimento atteso maggiore di un portafogli diversificato, è quello di una poca stabilità e sicurezza del rendimento stesso.

 

Outlook

 Per outlook si intende, in termini finanziari, il sentiment verso un’azienda o un’istituzione finanziaria degli investitori. Si configura come uno strumento molto importante per individuare il trend del soggetto di cui si è avviata l’analisi. E’, diversamente dal rating che agisce e chiarifica la situazione del momento del soggetto in analisi, una previsione a lungo e medio termine.

Se le classi di rating, poi, possono essere variabili e diverse in base all’agenzia che compie l’analisi e monitora i soggetti, quando si parla di outlook si possono avere solo tre situazioni possibili: positivo, negativo e stabile.

Outlook positivo

Un outlook positivo sta ad indicare che per il soggetto in questione le condizione futura sarà meglio (o al limite uguale) di quella attuale;

Outlook negativo

In questa situazione l’ente in analisi ha delle prospettive negative per il futuro, che facilmente si possono risolvere in peggioramenti e ulteriori declassamenti del rating;

Outlook è stabile

Un outlook stabile indica che il sentiment degli investitori rimarrà stabile nel tempo e che, quindi, per l’ente non sono previsti né miglioramenti né peggioramenti.

L’Ue taglia i fondi della Riforma Pac

Tagli per venticinque milioni di euro. Il bilancio comunitario dell’Unione Europea boccia questo quantitativo che sarà detratto dai fondi destinati alla Riforma Pac in procinto di partire nel 2014 e in vigore fino al prossimo 2020.

Manca una settimana al vertice di capi di Stato e di governo di tutti i Paesi europei. Un vertice fissato per discutere proprio del budget da destinare al presente settennato.

Le brutte notizie non mancano. Sono infatti miseramente falliti i tentativi di colmare il gap di nove miliardi di euro provocato dal buco finanziario del budget dell’anno scorso a disposizione della Pac.

Le cose, dunque, si complicano. Fortunatamente, gli aiuti del fondo di solidarietà per i terremotati dell’Emilia Romagna sono salvi.

Nel frattempo, il commissario europeo Dacian Ciolos, dice la sua su Twitter. Affidandosi al social network più famoso del momento, Ciolos ha giudicato con le seguenti parole l’operazione dettata dal bilancio comunitario Ue. Un’operazione spinosa che lascia molti addetti ai lavori con l’amaro in gola.

“È un interventi che riporta il bilancio Pac indietro di 30 anni che va contro gli sforzi di rendere la Pac più equa, più verde, più efficiente e colpisce i più deboli”.

Come reagirà il comparto agricolo a questa drastica riduzione dei fondi comunitari?

Cdp, il Qatar pronto ad aiutare l’Italia

Fondo Strategico Italiano e Qatar Holding danno vita a una Joint Venture del valore di 2 miliardi di euro.

A controllarla è la Cassa depositi e prestiti insieme alla società del Qatar. Le due parti hanno firmato un accordo che prevede la creazione di

Nasce una joint venture da 2 miliardi di euro tra il Fondo strategico italiano (Fsi) e la Qatar Holding. La holding controllata dalla Cassa depositi e prestiti e la società del Qatar hanno firmato un accordo per la creazione di «Iq Made in Italy Venture», una joint venture dotata di 300 milioni di euro iniziali e un capitale complessivo fino a 2 miliardi, che sarà versato in due somme uguali da Fsi e Qh nel corso dei primi quattro anni.

Di cosa si occuperà Iq Made in Italy Venture? A spiegarlo è il Fondo Strategico Italiano:

“Investirà nelle società italiane che operano in alcuni settori del Made in Italy: alimentare e distribuzione alimentare, moda e lusso, arredamento e design, turismo, stile di vita, tempo libero. Sono settori che rappresentano l’eccellenza italiana, contribuiscono in misura determinante alle esportazioni e presentano diverse aziende di elevata qualità, con un significativo potenziale di crescita e di espansione internazionale. La joint venture «investirà in aziende leader, creando valore attraverso diverse leve, incluso il consolidamento settoriale e la trasformazione attraverso la crescita, anche internazionale. Combinando la conoscenza locale di Fsi con la portata globale e la conoscenza del settore di Qh, la joint venture italo-qatarina sarà in grado di fornire alle aziende un insieme unico di competenze, potenziandone i processi di crescita». Iq Made in Italy Venture sarà gestita da Fsi e Qh con una governance paritetica. L’accordo è stato raggiunto grazie alle eccellenti relazioni tenute in occasione della visita del primo ministro Mario Monti in Qatar ed è una delle iniziative che appartengono a un quadro di cooperazione tra il Qatar e l’Italia”

 

Chi guadagna con il dollaro

 Il fatto che l’euro da un bimestre a questa parte sia debole nei confronti del dollaro, aiuta le aziende italiane ed europee che investono in America a stabilizzare i propri capitali. E’ questo quello che si deduce considerando tre aziende europee spinte negli affari da un dollaro forte.

La notizia non è di quelle più importanti perché in realtà è soltanto una constatazione algebrica. Al rafforzarsi di una moneta corrisponde un maggiore valore attribuito alla stessa. Quindi chi ha investito i propri euro nel campo dei dollari, si ritrova con un capitale maggiore che in passato.

A Piazza Affari questa situazione è evidente se si vanno a spulciare i conti di aziende come Luxottica, Autogrill e Finmeccanica che ricavano parecchio denaro, ed oggi anche di più, da quel che hanno investito in America.

Prendiamo ad esempio Finmeccanica che da circa un anno è – come si dice in gergo – in una fase laterale e, se a dicembre del 2011 era ai livelli minimi di rendimento, oggi si assesta sui livelli massimi riguardo gli investimenti in America, passando dal debutto al 2,56 al consolidamento del 4,50 circa.

I prezzi dovuti alla reazione al comportamento del dollaro dovrebbero alzarsi ancora a stabilizzarsi a livelli che per comodità definiamo record. Una cosa simile accade anche per le quotazioni delle altre due aziende nominate.

In attesa del Fiscal Cliff Piazza Affari esulta

Piazza Affari ha aperto benissimo questa mattina. Un risultato inaspettato, se si pensa che il Fiscal Cliff preoccupa l’economia mondiale. Molti Paesi sono col fiato sospeso per via della decisione dell’Eurogruppo circa il versamento di una prima sessione di aiuti economici da inviare alla Grecia. Si parla di 44 miliardi.

Nel frattempo, come detto, Piazza Affari chiude benissimo la seduta. Occorre segnalare che il Ftse Mib guadagna il 3,01% e si porta a 15.297 punti.

Analizziamo la situazione dei mercati. Le Borse Usa fanno registrare un elevato rialzo. L’avvio di per se era già positivo in virtù dell’entusiasmo degli addetti ai lavori, i quali sperano che gli Usa evitino le conseguenze provocate dal Fiscal Cliff.

Il presidente Barack Obama e i responsabili del Congresso si sono dati appuntamento per la prima volta venerdì scorso dopo le elezioni presidenziali dei giorni passati e hanno concentrato le loro energie sugli sforzi da fare per comprendere come evitare il Fiscal Cliff, una combinazione di tagli automatici di spesa e aumento delle aliquote fiscali che potrebbero trascinare l’economia americana in una pesante recessione.

Come accennato, Martedì l’Eurogruppo darà un nulla osta provvisorio per quanto riguarda il  versamento di una tranche di aiuti da 44 miliardi di euro da recapitare alla Grecia, che dovrà però aspettare sino al 5 dicembre per ricevere i prestiti, sempre che rispetti tutte le condizioni previste.

 

Indicatori, redditest e difese future

 Il nuovo redditometro è pronto, adesso ai contribuenti devono soltanto imparare a conoscerlo ma online sono già pronte le guide per difendersi in futuro dalle spie rosse che il software accende per dimostrare che c’è una qualche irregolarità.

Sono mesi che il nuovo redditometro è promosso dall’Agenzia delle Entrate e il software in questione, adesso, sembra arrivato al capolinea. I rappresentanti delle categorie produttive ne hanno già preso visione ma i contribuenti potranno visionarlo soltanto a partire da oggi.

I tempi di realizzazione e sperimentazione del prodotto sono stati abbastanza lunghi: si parla di circa due anni e mezzo visto il redditest era stato presentato con la manovra estiva del 2010. Il programma in questione sarà a disposizione dei contribuenti che indicando redditi e spese potranno sapere se il fisco valuta congrue le dichiarazioni rilasciate.

A livello visivo non ci saranno dubbi: spia verde per le dichiarazioni conformi, spia rossa per quelle che presentano una qualche irregolarità. Il bello è che il nuovo redditometro è soprattutto uno strumento di autodiagnosi e i risultati forniti ai contribuenti non potranno essere usati dal fisco.

Il fisco è molto preciso, ha raggruppato in macrocategorie qualcosa come 100 indicatori, le spese per la casa da una parte, quelle per i figli dall’altra e via dicendo. Ma se la ricchezza aggiuntiva di cui si dispone deriva dalla donazione dei famigliari (per esempio quel bonifico di papà per comprare casa), il contribuente non sarà considerato più ricco ma dovrà presentare traccia dei trasferimenti di denaro se l’Erario gliene chiederà conto.

Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

 Entro i primi mesi del prossimo anno un nuovo esecutivo salirà al governo e l’attuale compagine di tecnici che sta lavorando per risollevare le sorti dell’Italia tornerà alle precedenti occupazioni. In questo anno in cui è stato al potere il governo Monti ha messo a punto delle importanti manovre che stanno lentamente cambiando il volto del mondo del lavoro in Italia: alcune discusse e invise, altre attese e ben accette, ma comunque fondamentali.

E’ il Ministro del Welfare Elsa Fornero al convegno promosso da Confindustria Trento a parlare della riforma del lavoro, della sua importanza e del perché ciò che è stato fatto deve essere mantenuto.

La riforma del lavoro non sarà cancellata dal prossimo Governo: il Ministro Fornero sottolinea i vantaggi per la produttività e i giovani.

Io credo che il prossimo governo non farà a fette le mie riforme. Tornare indietro sarebbe un’operazione pericolosa e, in ogni caso, non lo permetteranno le condizioni esterne, né i prossimi decisori saranno così ”miopi” da farlo.

Ha detto la Fornero per quanto riguarda due punti fondamentali della riforma, quello della stabilizzazione finanziaria e dell’equità tra le generazioni. Il ministro ha poi continuato parlando di flessibilità in azienda:

La riforma ha introdotto un po’ più di stabilità, accompagnata da un po’ più di flessibilità, specie in alcune aree troppo protette. La riforma non punta ad una restrizione di flessibilità, ma ad un contrasto alla precarietà.

 

Imprese e professionisti esentati dall’Irap tra due anni

È stato approvato l’emendamento sulla legge di stabilità che disciplina, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, l’istituzione, a decorrere dal 2014, di un fondo destinato interamente all’esclusione dall’Imposta Regionale sulle Attività Produttive di imprese e professionisti che ne avranno i requisiti.

In fase di declinazione, la legge di Stabilità, pertanto, 2013 fuga ogni incertezza sull’applicazione dell’IRAP.

Ecco un estratto del comunicato stampa dell’emendamento:

“Dal 2014 potranno essere esentati dal pagamento dell’Imposta le imprese e i professionisti (lavoratori autonomi) che non si avvalgano di dipendenti (o assimilati) e che impieghino beni strumentali di valore inferiore a una certa soglia. L’importo massimo dei beni strumentali che dovrà far scattare l’assoggettamento all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, sarà stabilito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. La dotazione annua del fondo sarà di 248 milioni di euro nel 2014 e di 292 milioni di euro dal 2015″

Niente di molto distinto da quanto regolarizzato in giurisprudenza a forza di pronunce della Cassazione, ma con la sola eccezione che se i requisiti saranno definiti per legge, non sarà più vincolante andare a dare prova del possesso delle condizioni di esclusione mediante sentenze di ricorso.

La legge sarà analizzata in aula alla Camera nei prossimi giorni e poi andrà al Senato in prima lettura. Pertanto il provvedimento sarà definitivo solo dopo il termine dell’itinerario di conversione. Le modifiche al testo, così come approderà in Aula, includono anche l’aumento dell’IVA, viene previsto l’incremento di un punto dell’aliquota del 21% da luglio 2013, mentre resta fissa – almeno per ora – quella al 10%. Cancellata dal provvedimento la diminuzione dell’Irpef, dal 23 al 22% e dal 27 al 26%, che era stata decisa dal Governo ed inclusa nel testo del ddl.

Il fisco guadagna con la mediazione

 Evitare mille liti tributarie al mese. Se questo era l’obiettivo del nuovo istituto di mediazione del fisco italiano, allora si può festeggiare per il compimento dell’opera. La mediazione tributaria è in piedi, per così dire dall’aprile di quest’anno e le prime stime sul lavoro realizzato parlando di un bel successo.

In prima fila tra le Regioni che hanno rasserenato i rapporti tra fisco e contribuenti ci sono la Sicilia e la Campania. In sette mesi, la mediazione messa in campo dall’Agenzia delle Entrate per dirimere questioni legate ad accertamenti, contestazioni e altre “piccole” beghe di valore non superiore ai 20 mila euro, ha riportato una buona quantità di soldi nelle casse dell’Erario.

Il 31 ottobre i dati aggiornati parlavano di 27 mila istanze di reclamo, un passaggio necessario affinché i contribuenti possano poi avviare il ricorso alle Commissioni tributarie competenti. Le istanze di reclamo analizzate da aprile alla fine di ottobre sono state circa 13.550.

Di queste, ben 7 mila, che possono essere considerate mini-liti, hanno portato ad un accordo con il contribuente. La risoluzione è stata fissata a metà tra le richieste dell’Erario e quelle dei contribuenti. Un altro 25 per cento di domande, invece, sono state analizzate dall’amministrazione finanziaria che ha effettuato una proposta d’intesa ai contribuenti ed ora è in attesa di un feedback.