Mercato immobiliare: due scenari

 Il mercato immobiliare è sicuramente molto interessante ma se si osserva quel che accade in Italia, assume anche delle sfumature di “mistero” visto che nel nostro paese si è verifica e perpetuata nel tempo una situazione anomala: blocco delle compravendite senza il conseguente ed atteso calo dei prezzi.

Dunque il settore immobiliare italiano si avvia verso la sua fase calda, quella autunnale, in cui si dovrebbe assistere ad un nuovo aumento delle compravendite che però, ancora una volta, non sarà accompagnato dalla diffusione di costi calmierati.

Secondo la maggior parte degli analisti questa situazione si spiega con il fatto che gli italiani hanno una ricchezza nascosta che li aiuta ad aspettare un momento migliore per la vendita o per l’acquisto. Qualcun altro attribuisce lo stallo di prezzi e compravendite alla pressione delle lobbies edilizie, ma il dato di fatto è che oggi i prezzi sono comunque superiori o al massimo uguali a quelli che c’erano già nel 2007.

Due gli scenari possibili, uno è quello di Bankitalia che dice che in futuro si venderanno sempre meno case ma a prezzi sempre più alti. Qualcuno la chiama teoria dell’Highlander: 2040, soltanto una vendita e sarà quella di una casa scambiata per 4 miliardi di euro.

L’altro scenario è quello di  Reddy’s Group secondo cui ci saranno ribassi dei prezzi ciclici nel 2014, nel 2016 e nel 2017 e rialzi record nel 2024, nel 2026 e via dicendo.

Elusione fiscale: colpiti Google, Amazon e Starbucks

 La lotta all’elusione fiscale è diventata prioritaria per l’Europa visto che le istituzioni nazionali ed europee sono oggi costrette a battere cassa. Perché non farlo partendo proprio dalla lotta all’evasione? In realtà l’elusione fiscale è qualcosa di diverso e sul confine tra legittimo/illegittimo.

L’elusione è la pratica adottata da molte aziende che consiste nello spostamento delle attività più remunerative e tassate dell’azienda nei paradisi fiscali al fine di ottenere uno sconto sulle imposte o poter invece approfittare della fiscalità privilegiata.

Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel mirino delle istituzioni ci sono alcuni colossi della tecnologia come Google ed Amazon ma anche aziende importanti come Starbucks che fanno affari in numerosi paesi dell’Eurozona. Le aziende citate non fanno altro che pagare le tasse in paesi diversi rispetto a quelli in cui è realizzato l’utile di gestione.

Nelle casse degli stati “abbandonati” da queste aziende, ogni anno, vengono a mancare cifre abbastanza grandi, che sono quantificate in tesoretti che sfiorano i 60 miliardi di dollari l’anno. La Commissione europea ha deciso di arginare questo flusso di denaro impedendo alle aziende di usare i paesi a fiscalità agevolata.

Sono stati dunque definiti gli elementi per identificare i paradisi fiscali, sarà incentivato lo scambio di informazioni e saranno scoraggiate le agevolazioni per i non residenti.

Mercato ForEx: gli eventi odierni

 Il mercato valutario è periodicamente condizionato da una serie di eventi che riguardano la politica e l’economia internazionale. Cosa potrebbe influenzare oggi il ForEX? Ecco qualche informazione utile per chi si dedica alla compravendita valutaria o per chi investe in questo particolare settore delle opzioni binarie.

Una giornata che è considerata cruciale quella odierna visto che nel calendario economico sono inseriti una serie di appuntamenti importanti che potrebbero far vacillare le quotazioni dell’Euro, dello Yen e del Dollaro americano.

Tutto inizierà con il discorso del Governatore Stevens della Reserve Bank of Australia che dovrà rendere conto della scelta di lasciare invariati i tassi al 3,25%. Una scelta che ha spiazzato gli analisti, i quali si auguravano e prevedevano un taglio di 0,25 punti. Dopo il suo discorso ci potrebbe essere un po’ di volatilità sui mercati.

Nella giornata di oggi è importante anche la decisione della Bank of Japan che deve aprire una finestra sulla politica monetaria del paese. Gli analisti propongono due soluzioni, entrambe in linea con la volontà di un allentamento monetario: il taglio dei tassi o un nuovo programma d’acquisti.

Non mancheranno d’influire sull’Euro le decisioni del meeting salva-Grecia e l’outlook sul mercato manifatturiero tedesco. La giornata si chiuderà con il discorso di Bernanke che dovrebbe anch’egli promuovere una politica di allentamento monetario.

S.E.A. deposita il prospetto informativo

 S.E.A. è l’acronimo che indica la Società per Azioni Esercizi Aeroportuali e in questi giorni è sulle prime pagine dei giornali finanziari in virtù del fatto che il 16 novembre ha depositato il Prospetto informativo per l’Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione il cui obiettivo è l’ammissione alle negoziazioni delle azioni ordinarie della società sul MTA, il mercato Telematico Azionario.

La pubblicazione è stata regolarmente autorizzata dalla Consob il 14 novembre.  Questa Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione riguarda più di 58 milioni di azioni, di cui 24.400.000 Azioni rivenienti dall’Aumento di Capitale e le altre 34.120.000 messe a disposizione dall’Azionista venditore.

L’Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione è divisa in un’offerta pubblica che riguarda il 15 per cento delle azioni ed è rivolta al pubblico italiano indistinto ad eccezione degli Investitori Istituzionali. Questi ultimi possono invece prendere parte ad un contestuale Collocamento Istituzionale dell’85 per cento delle azioni.

Nell’ambito di questa Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione, la S.E.A. ricorda che sono previsti una serie d’incentivi sia per il cosiddetto Pubblico Indistinto che mantiene la piena proprietà delle azioni per 12 mesi dal momento del pagamento delle Azioni assegnate, sia per i dipendenti che si assicurano un lotto minimo e potranno comprare la loro quota anche con un anticipo del TFR.

Indagine Confesercenti sulla tassazione

 Uno studio molto approfondito di Confesercenti offre una panoramica sulla tassazione operata nel nostro paese e in Europa, spiegando come l’Italia sia il posto più caro per i contribuenti. Ecco una breve presentazione dei risultati del rapporto.

Il primo dato interessante riguarda l’aumento netto dell’imposta calcolato nel periodo che fa dal 2001 al 2012, sembra infatti che sia stata una crescita di 9 miliardi di euro di tasse in più, mediamente, ogni anno, fino a raggiungere 103 miliardi di aumenti nell’intero periodo. 

L’incremento della tassazione è legato alla maggiore pressione fiscale introdotta progressivamente dalle manovre di finanza pubblica dalla fine del 2000 ad oggi. Il gettito complessivo è di 204 miliardi e la metà di questa quota arriva proprio dalle tasse.

Rispetto all’Europa, l’Italia è un paese molto caro, dove la pressione fiscale è cresciuta di 3,4 punti percentuali ed oggi il divario rispetto alla media UE è cresciuto fino a 5 punti. I dati ufficiali per il 2012 raccontano di una tassazione al 44,7 per cento, che vuol dire 2,2 punti in più rispetto a quanto abbiamo visto nel 2011.

In pratica, le tre manovre economiche, dalla metà del 2011 alla Legge di Stabilità, peseranno sulle tasche delle famiglie del Belpaese per ben 1450 euro. Confesercenti spiega che se l’Italia si allineasse con la tassazione all’Europa, ogni famiglia avrebbe in tasca circa 3400 euro in più ogni anno.

La Francia perde la tripla A

 Chi investe in opzioni binarie, in questi ultimi giorni sta sicuramente tenendo sotto controllo la situazione della Francia, visto che dopo il “crollo” dell’economia tedesca, sembra il paese papabile per il prossimo passo falso nella cornice del Vecchio Continente.

Cosa sta succedendo alla Francia. Fondamentalmente Hollande sta provando a rispettare le promesse fatte all’elettorato nella campagna delle presidenziali e al tempo stesso sta provando ad evitare la recessione. Invece quello che è accaduto è stata un’accelerazione del declino dei conti francesi dopo la presa di coscienza dell’avvio della recessione tedesca. 

Alla fine bisogna arrendersi alla fotografia che del paese fanno l’Economist prima e Moody’s subito dopo. Il quotidiano economico aveva dedicato a Parigi un recente approfondimento definendo la Francia la bomba ad orologeria dell’Europa, con possibili effetti, dell’esplosione, anche sui paesi periferici. 

Moody’s sembra continuare il discorso: la Francia non offre speranza per il futuro finanziario del paese, l’outlook è assolutamente negativo. Il fatto è che ha perso competitività rispetto alla Germania, è troppo esposta sui mercati periferici dell’UE e non dà garanzie riguardo lavoro e servizi. In futuro, cioè la rigidità del mercato del lavoro e dei servizi potrebbe risultare bloccante per l’economia intera.

A questo punto, secondo Moody’s, ci sono tutti gli elementi per togliere la tripla A alla Francia che vede assegnata ai suoi titoli di stato la classe AA1.

L’oro difeso in momenti di crisi

 Chi investe in opzioni binarie e soprattutto nel particolare settore delle opzioni binarie legato alle materie prime, ha sicuramente osservato la tendenza dell’ultimo periodo che mira a proteggere le risorse e i risparmi aurei. Tutto dipende dalle condizioni globali dell’economia.

Il panorama economico. La premessa è tutte nelle condizioni economiche mondiali dove molti paesi del Vecchio Continente sono alle prese con piani d’austerity impopolari, tra tagli della spesa pubblica ed aumento delle tasse. La Grecia, poi, sembra davvero troppo lontana dalla rinascita. Sul versante opposto l’America sembra aver trovato la soluzione al fiscal cliff ma i dati positivi sono ancora troppo timidi.

Si capisce che sul fronte finanziario ci potrà essere molta incertezza e qualche oscillazione di troppo per l’anno prossimo. La soluzione è affidarsi a quei beni che anche sul lungo periodo possono garantire un buon rendimento. Chi ha almeno 44 mila euro da parte può acquistare degli ottimi lingotti d’oro, gli altri dovranno accontentarsi di fondi legati al metallo giallo, opzioni binarie e altri bene inseriti nei cosiddetti portafogli aurei.

Anche le banche propongono ai loro clienti di mettere al sicuro i risparmi investendo nell’Oro. Il responsabile del Servizio Oro della Banca dell’Etruria, per esempio, difende con sicurezza l’idea dell’oro in crescita anche per il 2013 senza dare dettagli sulla quota raggiunta ($ per oncia).

Fiscal cliff, le borse chiudono con entusiasmo

 Il fiscal cliff è stato considerato bloccante per gli affari degli Stati Uniti, sia per i traffici verso questo paese, penalizzato dall’apprezzamento del dollaro, sia per i traffici in uscita dall’America che ha frenato gli investimenti stranieri per paura di dover far fronte a gravi dissesti interni.

Oggi il precipizio fiscale, ad un giorno dalla soluzione trovata dall’amministrazione Obama, sembra un ricordo vago, soprattutto se si considera la reazione delle borse che già a metà mattinata erano fiduciose, benché in attesa di conoscere l’esito della riunione europea dedicata al caso greco.

Wall Street, alla fine della giornata può contare sul rialzo di tutti i suoi maggiori indici: il Dow Jones guadagna l’1,65 per cento, il Nasdaq cresce del 2,21 per cento e lo S&P 500 fa registrare un buon +1,98 per cento.

In Europa è molto interessante il progresso di Milano. Piazza Affari è incoronata migliore borsa europea nella giornata di ieri con una crescita del Ftse Mib del 3,05 per cento. Vanno bene anche Parigi il cui Cac 40 recupera il 2,93 per cento, Londra con un Ftse 100 al +2,36%, Francoforte che cresce del 2,49 per cento e Madrid che segna un balzo in avanti di 2,31 punti percentuali.

Interessante anche la reazione di Atene che alla fine della giornata fa registrare un +5,54 per cento.

La Banca dei cittadini è social

 Social è ormai un’etichetta associata a qualsiasi prodotto moderno. Non poteva quindi mancare la denominazione di banche social. Ma che vuol dire? Questa espressione indica sostanzialmente una tendenza tutta contemporanea dei contribuenti che usano internet come canale privilegiato per raccogliere informazioni sui prodotti finanziari e per “acquistarli”. 

A parlare delle nuove abitudini dei contribuenti ci ha pensato l’ad di CheBanca! Christian Miccoli in un’intervista rilasciata a Wired.it. Miccoli spiega che internet, oggi, è lo strumento a disposizione dei cittadini per carpire informazioni sulle banche.

I dati di CheBanca! parlano chiaro: il 62 per cento delle persone che si rivolgono a questo istituto di credito per aprire un conto corrente hanno prima chiesto informazioni al web e si sono magari confrontati con gli amici su Twitter, Facebook o Youtube.

Da qui l’idea di molti istituti di credito di aprire una pagina su Facebook, di usare dei blog aziendali per dialogare con i clienti, tagliando i costi legati alla cura del cliente tramite email e telefono. In realtà questi ultimi due strumenti non sono messi al bando ma le banche, in un’ottica più redditizia di multicanalità, gli dedicano una parte marginale del tempo lavorativo.

CheBanca! spiega anche che bisogna fidarsi delle abilità informatiche dei clienti visto che pur avendo il 21 per cento dei clienti che supera i 55 anni, hanno il 90 per cento delle operazioni finanziare svolte online.

Condono tombale sui conti correnti svizzeri

 Il 21 dicembre le autorità elvetiche dovrebbero ratificare un accordo con l’Italia per l’applicazione del cosiddetto condono tombale sui conti correnti che gli italiani detengono nel paradiso fiscale limitrofo.

L’idea dell’accordo Svizzera-Italia è quello di tassare tutti i patrimoni italiani tenuti in caldo nei conti svizzeri, ma con un profondo rispetto per l’anonimato, come la tradizione elvetica vuole.

Il provvedimento è stato commentato positivamente anche da Oscar Knapp, responsabile delle divisioni Mercati della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie della Svizzera. Una premessa su questo provvedimento, però, va fatta.

Il condono , infatti, riguarda chi non ha approfittato degli scudi fiscali messi a disposizione dal governo italiano nel 2001, nel 2003, nel 2009 e nel 2010. Se un contribuente ha già approfittato delle sanatorie passate non può usufruire di questa.

Una differenza importante tra questo scudo fiscale e i suoi predecessori è nell’aliquota applicata ai conti all’estero che si assesterà tra il 30 e il 35 per cento. Una cifra molto superiore ai precedenti condoni: 2 per cento nel 2001, 4 per cento nel 2004, 5 per cento nel 2009 e 7 per cento nel 2010.

Chi parla già di ingiustizia deve pur considerare che la sanzione massima per chi – in modo illecito – detiene un piccolo patrimonio all’estero è pari al 480 per cento dei capitali “nascosti”.