Giovani in movimento per capire la cultura

 L’Europa pensa ai giovani e lo fa finanziando le attività di mobilità dei ragazzi che intendono approfondire la conoscenza della cultura dei vari territori dell’UE e non solo. Il bando è in scadenza, c’è tempo per le proposte fino al primo gennaio 2013. 

Il programma EURO-MED ha come obiettivo quello di promuovere la mobilità dei giovani e la comprensione tra i popoli. Di conseguenza il suo focus sono le attività di promozione dell’istruzione non formale, dell’apprendimento interculturale, della cittadinanza attiva che posso esprimere i giovani, ma anche gli animatori, e i cosiddetti operatori giovanili.

E’ un bando quindi rivolto a tutti coloro che operano nelle organizzazione giovani e civili e serve a favorire gli incontri nella cornice della cooperazione europea. Non è certo una cosa nuova visto che il programma esiste dal 1999.

Gli obiettivi specifici sono tre: incoraggiare la comprensione reciproca tra i giovani, promuovere la cittadinanza, favorire lo sviluppo di politiche giovanili nei paesi dell’UE. Tre le azioni che sono previste dal Programma Euro-Med Gioventù: scambi di giovani tra i vari paesi, servizi di volontariato a lungo o breve termine, formazione dei giovani e networking.

A disposizione dei progetti ci sono circa 380 mila euro e possono beneficiarne organizzazioni specifiche non governative, che operano nel settore pubblico, gli enti locali e le organizzazioni coinvolte nel settore giovanile e dell’istruzione. L’importante è che siano senza scopo di lucro e che siano responsabili diretti della preparazione e della gestione delle attività.

Un bando per chi si occupa di mare

 Un nuovo bando europeo in scadenza a gennaio, offre l’opportunità a chi si occupa di mare, di studiare una struttura di monitoraggio delle acque europee. Le aziende e gli enti già coinvolti in un capitolato dello stesso progetto sono escluse dalla partecipazione al bando per l’attività di vigilanza e supervisione.

Il bando di cui stiamo parlando è stato pubblicato dalla Direzione Generale Affari marittimi e pesca ed è proposto come call for tender con scadenza entro il 28 gennaio 2013. Il titolo del bando è “Secretariat for European Marine Observation and Data Network (EMODnet)“.

La denominazione conferita all’appalto, in italiano, suona così: “Segretariato per la rete europea d’osservazione e dati sull’ambiente marino (EMODnet) – MARE/2012/15”. E’ un tipo di appalto che riguarda i servizi e rientra nella categoria dei Servizi di consulenza gestione e affini.

Si tratta chiaramente di un appalto pubblico. La Commissione europea, che in questo caso è rappresentata dalla Direzione Generale degli Affari marittimi e della pesca, ha intenzione di concludere un contratto per fornire una struttura di segretariato per la rete europea d’osservazione e dati sull’ambiente marino. 

Questo organo deve occuparsi di monitoraggio, collaudo, consultazione, valutazione e divulgazione. Per cui, al fine di evitare conflitti con le aziende già coinvolte nell’EMODnet, queste sono escluse dalla partecipazione al bando. In tutto sono a disposizione 600.000 euro. Il bando completo e tutti i riferimenti possono essere reperiti a questo indirizzo. 

L’Italia non è ancora fuori pericolo recessione

 I numeri non lasciano spazio a nessuna interpretazione e quelli emersi dai dati Istat sull’andamento del Pil italiano parlano chiaro: il nostro prodotto interno è sceso ancora (seppur la percentuale è minima, solo lo 0,2%) nel terzo trimestre del 2012 e questo vuol dire che l’Italia è ancora a rischio recessione.

Si tratta del quinto calo consecutivo. La percentuale è bassa, ma è rapportata solo al trimestre precedente; se le stime attuali si rapportano a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente la percentuale di contrazione del Pil nazionale arriva al 2,4%. Cifre importanti che dimostrano come ancora il cammino per il risanamento dell’economia sia lungo e difficile.

Anche se è da notare un trend positivo: la caduta del Pil è più lenta rispetto ai periodi precedenti, l’ultimo trimestre dello scorso anno la flessione trimestrale è stata dello 0,7%, dello 0,8% nel primo trimestre 2012 e dello 0,7% tra aprile e giugno. Questo vuol dire che, per l’anno in corso, si può attendere un calo tendenziale del Pil del 2% annuo.

Situazione un po’ diversa per Stati Uniti (+0,5%) e per Regno Unito (+1,0%), ma le prospettive non sono rosee: la BCE annuncia che la situazione rimarrà invariata anche per il 2013, anche se, grazie alle misure prese, ilo calo tendenziale potrebbe essere meno forte.

Trimestrali: crolla Mediaset

 Nella storia di Mediaset questo è forse uno dei momenti più drammatici visto che il titolo in borsa ha subito un brusco calo dopo la pubblicazione dei dati trimestrali.

Forse sarà ricordato come il primo trimestre in rosso della storia quello di Mediaset e la borsa lo ricorderà come i manager dell’azienda visto che l’oscillazione del titolo è stata a dir poco “preoccupante”. Il titolo dell’impero televisivo della famiglia Berlusconi ha perso circa 5 punti percentuali.

Vuol dire che le azioni Mediaset sono crollate a 1,204 euro. Un crollo che appunto deriva dalla pubblicazione dei dati trimestrali. Nell’ultimo periodo di rilevazioni, infatti, è stata segnalata una perdita di 88,4 milioni di euro.

In particolare è stata emblematica la crisi della raccolta pubblicitaria che nel periodo che va da luglio a settembre del 2012, è stata del 24 per cento in meno rispetto al precedente periodo d’analisi. Il problema è stato aggravato dalla constatazione che ad ottobre non si è registrata alcuna “inversione di tendenza”.

Il calo dei proventi legati alla raccolta pubblicitaria sarà ancora più deciso nell’ultimo trimestre dell’anno come confermato dalla società. Le stime per il 2012 legate a Mediaset si sono abbassate molto e potrebbe partire a breve un piano aziendale per la riduzione dei costi.

Fitch pronta a lasciare l’Italia

Nelle ultime ore l’agenzia Fitch ha annunciato che a breve spegnerà le luci e chiuderà la sua filiale italiana.

La decisione è completata da un comunicato in cui si legge:

“Una decisione che fa seguito alle richieste di rinvio a giudizio formulate dalla procura di Trani contro due suoi dirigenti (e cinque di S&P) per gravi manipolazioni del mercato. Una mossa senza precedenti e priva di ogni fondamento”.

Vittorio Grilli, Ministro dell’Economia ha commentato a più riprese tale decisione, proprio mentre Fitch parlava della voglia di attivare il suo personale “black out“:

“Il ruolo delle agenzie di rating può essere positivo se resta nella sfera privata, senza riflessi sul sistema di supervisione pubblico”.

In un’audizione in Senato inerente al sistema di vigilanza bancario, Grilli ha aggiunto:

“Il problema è che negli anni, senza esserne ben consapevoli, abbiamo inserito le valutazioni delle agenzie di rating nel nostro sistema di supervisione pubblico”.

Con queste parole Grilli vuole sottolineare che la funzione delle Agenzie di Rating non è quella di “andare oltre” i propri limiti:

“Se un privato vuole comprarsi dei pareri se li compra. Non c’è niente di male”.

Secondo il ministro dell’Economia è opportuno, di conseguenza, rendere il sistema di sorveglianza pubblica immune o indipendente dalle loro valutazioni.

“Questo non può essere fatto all’improvviso perchè si rischia il collasso completo, ma in modo graduale”.

Europa in crisi, e il Pil precipita nel terzo trimestre

La crisi e la paura di finire nel baratro della recessione attanagliano sempre di più l’Italia. Una situazione non facile, come conferma l’Istat illustrando i dati del terzo trimestre 2012.

Il noto Istituto di Statistica ha dimostrato con i numeri che il calo nel terzo trimestre per quanto concerne il Prodotto Interno Lordo è dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Ma rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il calo è del 2,4%. Resta dunque da dire che la ricchezza del Paese nel 2012 ha subito un ulteriore calo.

L’Eurozona non fa di meglio. Lo testimonia la Bce. La Banca Centrale Europea parla di una situazione di crescita molto debole. Il bollettino mensile della Banca parla chiaro in merito a ciò e in merito alla recessione:

“Per l’anno prossimo ci si attende una crescita debole”.

La Bce rileva una crescita debole malgrado la migliorata fiducia sui mercati e le misure standard e non standard messe in atto dalla stessa Bce.

I dati della ricerca periodica condotta dalla Bce sono tuttora in linea con previsioni peggiorative su recessione e crescita. Quest’anno ci si aspetta una contrazione dello 0,5% del Pil dell’Unione valutaria. Nei prossimi anni la crescita sarà invece lenta, con uno 0,3% nel 2013 e un 1,3% nel 2014. Dati meno rassicuranti di quelli mostrati dall’indagine tre mesi fa. Tutt’altro che positivi sono anche i dati di previsione sul tasso di disoccupazione, che è dell’11,3% nel 2012, dell’11,6% nel 2013 e dell’11,2% nel 2014.

Riflessioni sull’incidenza dell’IMU

 L’impatto economico dell’Imu sulle tasche degli italiani sarà abbastanza corposo. All’avvicinarsi di questo appuntamento con l’Erario, si sono scatenate online una serie di riflessioni sull’Imposta Municipale.

Sicuramente l’approssimarsi dell’ultima scadenza per il saldo dell’Imu preoccupa molto le famiglie che devono fare i conti con un nuovo esborso di denaro che arriva alla fine di un anno molto difficile. L’Imu dipende molto dal tipo di casa posseduta, dalla localizzazione e dall’aliquota prevista dal comune di residenza, tuttavia è stata fatta una stima della spesa media.

Mediamente le famiglie italiane dovranno tirare fuori dal portafoglio 405 euro all’anno. Ma non è soltanto questo l’impatto dell’IMU sul bilancio degli italiani perché ci saranno anche degli effetti indiretti. In primo luogo si prevede l’aumento degli affitti, privati e commerciali.

Alcune categorie professionali che per l’attività che svolgono sono tenuti ad avere un magazzino, dovranno pagare di più per i locali adibiti alla gestione e alla giacenza delle merci. Vuol dire che indirettamente gli italiani saranno portati a pagare l’Imu ma anche a sostenere costi collaterali pari a 210 euro a famiglia.

L’aumento delle spese determinerà a stretto giro anche un aumento dello 0,7% del tasso d’inflazione. Questa stima è stata fornita dagli analisti dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori.

Tutto l’iter che porta all’erogazione del mutuo

 Chi ha bisogno di un  mutuo per acquistare una casa deve rivolgersi ad un istituto di credito ed in generale si affida alla propria banca. Nonostante si sia clienti, però, il percorso da seguire è sempre lo stesso. Si deve scegliere la banca e decidere se per il modo di essere del cliente e per le sue esigenze è meglio un tasso fisso o un variabile.

A quel punto inizia un inter non troppo lungo, che porta dalla verifica di fattibilità della richiesta fino all’erogazione dell’importo da parte della banca. Scelto l’istituto di credito è necessario che la banca faccia una verifica della fattibilità della richiesta.

In pratica l’istituto di credito deve capire se il richiedente ha i requisiti anagrafici e reddituali per chiedere una certa somma da rimborsare con il piano d’ammortamento preferito. La rata calcolata ai tassi proposti della banca non deve mai superare il 35% del reddito del richiedente.

Se questa veloce verifica dà un esito positivo, allora il richiedente firma una domanda di mutuo e s’impegna a fornire alla banca tutta la documentazione necessaria a certificare dati anagrafici e reddito. Aperta l’istruttoria che generalmente ha un costo, si va verso le ultime verifiche e la delibera definitiva.

Gli ultimi due passi sono la definizione dell’atto di mutuo, l’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile e l’erogazione dell’importo al rogito.

Tipologie e caratteristiche dei fondi di investimento chiusi

 La tipologia di fondi comuni di investimento maggiormente utilizzata da coloro che decidono di rivolgersi a delle società per la gestione del loro risparmio sono i fondi di investimento aperti, in quanto flessibili e anche facilmente monetizzabili.

Ma ne esistono anche altre tipologie che possono rappresentare una valida alternativa in base al capitale a disposizione per l’investimento e del profilo specifico del cliente. Tra questi troviamo i fondi comuni chiusi e i fondi speculativi.

Il fondo di investimento chiuso

Diversamente dai fondi di investimento aperti, il cui capitale è in costante variazione, i fondi chiusi hanno un patrimonio predefinito, che non varia a seguito di nuove sottoscrizioni o rimborsi e sono, quindi, caratterizzati da un numero fisso di quote.

Inoltre, le quote del fondo di investimento chiuso sono soggette anche ad altre limitazioni: possono essere sottoscritte solo nella fase di offerta (limitatamente alla disponibilità massima del fondo) e anche il rimborso è possibile solo alla scadenza della stessa.

Le principali aree di investimento dei fondi chiusi sono strumenti finanziari poco soggetti alla fluttuazione delle liquidità e di lungo termine come gli immobili, i crediti e le società non quotate.

Le caratteristiche di questa tipologia di fondo di investimento li rende poco adatti al profilo dell’investitore privato, ma sono ampiamente utilizzati per gli investimenti istituzionali in quanto la sottoscrizione è solitamente piuttosto alta, i tempo per il rimborso sono lunghi e, dato che spesso si tratta di investimenti su piccole e medie imprese, sono anche ad alto rischio.

 

Tipologie e caratteristiche dei fondi di investimento aperti

 In sostanza, per fondo comune di investimento si indica uno strumento finanziario che raccoglie il denaro dei risparmiatori e lo mette in mano a una società di gestione del risparmio. Al decreto legge che definisce i fondi di investimento comune si affianca il decreto del Ministero del Tesoro n. 228/99, che individua tre diverse tipologie di fondo comune: fondo aperto, fondo chiuso e fondo speculativo.

Il fondo di investimento aperto

Il fondo di investimento comune aperto si caratterizza per una variazione continua del suo patrimonio (sia in composizione che in valore). Si suddivide in quote (il valore di ognuna di queste è dato dal rapporto tra il totale delle attività del fondo e le quote emesse) delle quali i partecipanti possono richiedere il rimborso in qualsiasi momento.

Le tipologie principali dei fondi di investimento aperto sono:

Fondi di diritto italiano armonizzati UE

Gestiti da società italiane con sede legale in Italia che si adeguano alle direttive comunitarie per quanto riguarda le garanzie per i sottoscrittori.

Fondi di diritto italiano non armonizzati UE

Istituiti dalla Banca d’Italia nel 1999 sono caratterizzati da maggiore libertà di investimento. Appartengono a questa categoria i fondi speculativi (o hedge funds) e i fondi di fondi.

Fondi immobiliari

Si caratterizzano per il fatto che la maggior parte del patrimonio viene investito in immobili.