Vodafone è in rosso di 2,5 miliardi

Vodafone ha chiuso il primo semestre con i conti profondamente in rosso. La perdita netta è di 2,47 miliardi di euro (1,9777 miliardi di sterline) mentre l’utile netto risalente all’anno scorso è di 8,3 miliardi di euro (6,679 miliardi di sterline).
Il motivo di questa grave perdita? Pare sia legato alle svalutazioni inerenti al peggioramento della congiuntura economica in Italia e Spagna. In entrambi i Paesi gli utenti stanno risparmiando in tutti i modi sulle bollette telefoniche. Le svalutazioni, pertanto, si aggirano intorno ai 9,4 miliardi di euro (5,9 miliardi di sterline).
Nel frattempo Vodafone ha annunciato inoltre l’intenzione di acquistare azioni proprie da 1,5 miliardi si sterline. Si tratta di un programma di acquisto che verrà finanziato mediante il dividendo di una società che Vodafone controlla al 45%, Verizon. Il dividendo ammonta a 2,4 miliardi di sterline.
RICAVI VODAFONE PRIMO SEMESTRE
Durante i primi sei mesi dell’anno Vodafone ha fatto registrare una cifra pari a 21,78 miliardi di sterline per quanto riguarda i ricavi. Rispetto all’anno scorso parliamo di una cifra in calo del 7,4%. Il margine operativo lordo è invece arrivato a 6,2 miliardi ed è sopra di 8,5 punti.
Il Ceo del gruppo, Vittorio Colao ha dichiarato:
“Continuiamo a fare progressi verso gli obiettivi strategici che ci siamo posti, con una buona crescita nei mercati emergenti  i risultati di breve termine, invece, riflettono le difficili condizioni dei mercati, in particolare nell’Europa meridionale”.

 

Niente agevolazioni senza la residenza

 Una volta acquistata una casa e fatto il rogito davanti al notaio, ci sono 18 mesi per stabilire la residenza nella casa stessa se si vogliono ottenere le agevolazioni sull’acquisto. In caso di mancato spostamento della residenza, si può perdere il diritto alle agevolazioni.

A stabilire questa procedura è stata la Cassazione con la sentenza n. 17597 del 12 ottobre. In pratica è stato stabilito che le lungaggini burocratiche, oppure l’aver stabilito nella casa acquistata la sede dell’attività professionale, non sono elementi che possono impedire il trasferimento della residenza per la fruizione delle agevolazioni.

Come ogni sentenza, anche in questo caso c’è stato un fatto all’origine del pronunciamento. Un contribuente aveva acquistato una casa e aveva usufruito delle agevolazioni “prima casa”. Nell’immobile svolgeva già la sua attività professionale ma per una serie di lungaggini burocratiche legate al fatto che è un cittadino extracomunitario, non è riuscito a trasferire la residenza nell’immobile nei 18 mesi seguenti al rogito. 

L’Agenzia delle Entrate, quindi, ha provveduto a recuperare l’agevolazione fiscale sull’imposta di registro spettante per l’acquisto della prima casa e le imposte ipotecaria e catastale, facendo ricorso all’articolo 1 della tariffa, parte I, allegata al Dpr 131/1986.

La Commissione tributaria provinciale ha rigettato il ricorso e l’esito della sentenza è stato confermato anche in appello dove il giudice ha spiegato che al momento dell’acquisto l’acquirente non aveva ancora iniziato a svolgere la sua attività nell’immobile e il trasferimento dell’alloggio non può essere considerato uguale al trasferimento della residenza anagrafica.

Positivo il rapporto di Bankitalia sulle famiglie italiane

Il Rapporto sulla stabilita finanziaria rilasciato da Bankitalia è positivo e sottolinea quanto segue:

“La crisi non sembra aver modificato in misura significativa le condizioni debitorie delle famiglie”.

La Banca d’Italia ha condotto un’analisi relativa ai bilanci delle famiglie italiane.

L’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia è chiara a riguardo:

“Con riferimento al 2010, la quota di nuclei familiari indebitati è contenuta (pari a circa un quarto del totale); essa risulta in leggero calo, specie tra le famiglie a basso reddito, soprattutto come conseguenza dell’irrigidimento delle politiche di offerta di credito da parte delle banche”.

Prosegue il Rapporto:

“Le condizioni finanziarie delle famiglie rimangono nel complesso equilibrate, grazie al ridotto indebitamento e all’elevata quota di attività finanziarie a basso rischio. In questa fase il servizio del debito è contenuto soprattutto dal basso livello dei tassi di interesse. Il principale rischio è rappresentato dalla debole dinamica del reddito”.

In definitiva si prosegue verso una ripresa lenta e ancora ricca di dubbi e incertezze:

“L’economia dell’area dell’euro mostra nuovi segni di debolezza, con andamenti difformi tra paesi”.

Il rapporto si concentra anche sulla domanda interna, alquanto debole:

“Risente della perdurante incertezza sull’evoluzione della crisi del debito sovrano, oltre che delle manovre restrittive di finanza pubblica attuate in più paesi. Ha inoltre inciso il rallentamento delle altre principali economie. Solo di recente sono emersi segnali di rafforzamento negli Stati Uniti e in alcune economie emergenti”

Come si spiega tale debolezza della domanda interna?

“La debolezza della domanda interna sta favorendo un significativo miglioramento dei conti con l’estero. Malgrado il peggioramento del quadro economico la politica di bilancio resta orientata al risanamento finanziario. I timori circa i progressi nell’azione di riforma, legati all’incertezza sull’evoluzione del quadro politico, rappresentano un rischio per il costo del debito”.

 

La decisione sugli aiuti alla Grecia è stata rinviata

Grecia, si tornerà a discutere degli aiuti il 20 novembre. Il Parlamento ellenico ha approvato il Bilancio 2013 e l’Eurogruppo ha fatto ulteriori passi in avanti al fine di raggiungere un accordo sui nuovi finanziamenti da destinare ad Atene.

Restano però molte cose da risolvere. Nello specifico alla Grecia si vogliono concedere due anni in più. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 30 miliardi.

Occorre dunque capire dove trovare questi finanziamenti, nonché trovare un’intesa con il Fondo Monetario Internazionale circa la sostenibilità del debito.

Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker si dichiara ottimista:

“Il 20 novembre tutti i problemi troveranno una risposta. Siamo molto vicini a un accordo e farò di tutto perché sia presa una decisione formalmente corretta”.

Al termine della riunione è stata diffusa la seguente nota:

“I ministri delle Finanze dei 17 si sono trovati d’accordo sull’opportunità di concedere due anni supplementari (dal 2014 al 2016) ad Atene per la riduzione del deficit sotto il 3% alla luce dei recenti sviluppi economici. L’Eurogruppo spera che il 20 ci siano anche tutti gli elementi necessari per dare il via libera alla prossima tranche da 31,2 miliardi di euro in modo che questa possa essere erogata entro fine mese”.

Il presidente Juncker ha dunque sottolineato che venerdì 16 la Grecia non andrà in default attraverso un’operazione di rollover sui titoli di Stato a breve termine.

Il Pil italiano potrebbe risalire grazie al web

Una ricerca condotta dal noto Boston Consulting Group di concerto con Google svela risultati molto interessanti che riguardano il Pil italiano. Di cosa si tratta. Entro il 2015 l’economia internet generated registrerà un’enorme crescita annua, tra il 13% e il 18%, al punto da fatturare ogni dodici mesi un valore pari a 59 miliardi di euro.

Parliamo di una cifra che rasenta il doppio rispetto ai 31 miliardi del 2010.

Il web dunque sarà un ottimo traino per il Pil. La responsabile delle relazioni istituzionali di Google, Giorgia Abetino ha discusso questa tesi durante un incontro atto a siglare un’intesa tra il motore di ricerca, Regione Toscana e Cna.

La Abetino ha illustrato la sua ricerca dal titolo Fattore Internet, realizzata come detto in virtù del prezioso ausilio del Boston Consulting Group.

La ricerca dimostra che le aziende attive sul fronte internet fatturano, assumono ed esportano di più e sono molto più prolifiche di quelle non presenti sul web. A proposito di ciò Giorgia Abetino afferma:

“Negli ultimi tre anni le Pmi attive su internet hanno infatti registrato una crescita medi dell’1,2% dei ricavi, rispetto a un calo del 4,5% di quelle ‘offline’, e un’incidenza di vendite all’estero del 15% rispetto al 4% di quelle non presenti in rete.  Secondo lo studio inoltre, in un ipotetico paese medio, l’aumento della difffusione di internet del 10%, comporta un aumento dell’occupazione dello 0,44% e dell’1,47% per quella giovanile”.

Ultimi emendamenti al Piano Stabilità: Irpef e Irap

 Il piano di stabilità proposto dal governo è stato profondamente rivisto in queste ultime settimane. La versione definitiva, stilata dai due relatori (Brunetta e Baretta) insieme ai tecnici del governo dovrebbe arrivare oggi sul tavolo della Commissione Bilancio, che dovrà votare sulla sua fattibilità.

Gli ultimi emendamenti presentati riguardano Irpef e Irap. Per l’Irpef, a partire dal 2013, sono stati previsti degli incrementi per le detrazioni: 980 euro per ogni figlio, a cui si aggiungono altri 100 se i figli hanno meno di tre anni. Le detrazioni saranno poi equilibrate con il numero dei figli e con il reddito, in modo da favorire le famiglie più svantaggiate.

Gli sgravi sull’Irap per le imprese sono stati previsti a partire dal 2014, con un aumento delle detrazioni forfettarie in caso di assunzioni e per le imprese giovanili. L’importo totale delle detrazioni ammonta a 1,2 miliardi di euro.

Definiti anche i fondi con i quali il governo potrà tradurre in realtà queste detrazioni e l’alleggerimento della pressione fiscale generale su famiglia e imprese. Sono tre le risorse attualmente disponibili: lotta all’evasione fiscale, revisione delle attuali agevolazioni fiscali e l’abbassamento dei tassi di interesse.

Un secondo fondo sarà quello composto dalle risorse provenienti dalla revisione degli incentivi alle imprese, fondo che sarà specificatamente dedicato al credito d’imposta finalizzato alla ricerca ed alla riduzione del cuneo fiscale.

 

Monti bacchetta la rigidità delle Germania

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha parlato alla platea dell’auditorium dell’università parigina di Sciences Po per la presentazione de “La democrazia in Europa“, il libro scritto insieme a Sylvie Goulard, eurodeputata francese. Tanto pubblico, sia studenti che personalità della politica, che hanno ascoltato Monti parlare dell’Europa, della democrazia e delle prospettive future, sia politiche che economiche, della zona Euro.

Le parole che tutti aspettavano sono poi arrivate e, sulla questione economica e del direttorio franco-tedesco, Mario Monti ha tenuto a precisare, riferendosi principalmente alla Germania:

E’ opportuno che i Paesi più forti, come è oggi la Germania, facciano uno sforzo per meglio apprezzare i vantaggi del mercato unico e della moneta unica per l’economia tedesca. Vorrei un’Europa in cui i Paesi più deboli abbiano meno bisogno di invocare il tema della solidarietà, perché i più forti si rendono conto da soli che questa va nel loro interesse.

Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni e che si inseriscono a pieno nella visione politica ed economica che il Presidente del Consiglio italiano cerca di trasmettere sia a livello europeo che a livello nazionale:

L’Europa ci protegge dagli eccessi delle classi politiche nazionali. Bisogna accrescere l’esistenza e la percezione della democrazia in Europa, e non credere che si parta da zero. Oggi possiamo avere un sistema di governance meno monomaniacale. E lo dico io che sono considerato germanista… possiamo permetterci di concentrarci su una crescita non inflazionistica e su una maggiore integrazione europea.

Esodati, cresce la copertura.

La legge di stabilità è in grado di offrire una maggiore copertura agli esodati. Lo rendono noto i relatori Renato Brunetta (Onorevole del Pdl) e Pierpaolo Baretta (Onorevole del Pd). Brunetta e Baretta hanno rettificato l’emendamento iniziale inserendo una modalità di tutela più adeguata, che come tale è stata certificata dalla “Ragioneria”. Il nuovo emendamento contempla la deindicizzazione delle pensioni sei volte superiori al minimo.

Provvidenziale è stato l’incontro alla Camera tra Governo e Onorevoli relatori, conclusosi prima con un “nulla di nuovo” e poi con la soluzione che ha ottenuto il “nulla osta”.

Nel frattempo la Commissione Bilancio, approvando l’emendamento dei relatori, è pronta a destinare i 900 milioni messi a disposizione da Palazzo Chigi nelle diverse direzioni.

365 milioni saranno appannaggio dei ricercatori universitari, del Comitato paraolimpico, dei paesi colpiti dalle calamità naturali. Ad esempio 30 milioni sono impiegati per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Aquila

300 milioni saranno spesi negli ambiti sociali e 200 milioni saranno spesi per i malati di Sla.

Gli esodati licenziatisi prima del 2011 per un fallimento dell’impresa per la quale lavoravano sono esclusi dalla “copertura”. Rientrano nella “categoria protetta” coloro che sono entrati in mobilità entro il 4 dicembre dello scorso anno.

Il testo è stato dunque depositato in Commissione Bilancio e non resta che votarlo. Il Viceministro al Lavoro, Michele Martone, si dichiara soddisfatto del grande operato svolto sino ad oggi e ritiene che si sia fatto un grande e importante passo in avanti verso l’erogazione della legge.

 

Grecia e Fiscal Cliff pesano sulle borse europee

 I mercati azionari europei hanno aperto la settimana di contrattazioni con molta cautela. Tutti i titoli europei sono in rosso e anche nel resto del mondo la situazione non è certo migliore.

La causa di questo rallentamento sta in due fattori fondamentali, quelli di cui si parla molto spesso in questo giorni: da un lato la questione greca e le operazioni di salvataggio per il paese ellenico, dall’altra il Fiscal Cliff, il maggiore cruccio di Obama appena rieletto al suo secondo mandato.

La questione della Grecia ha creato una profonda spaccatura nella troika (BCE, UE e FMI) che inciderà sulle decisioni che verranno prese a riguardo dell’economia disastrata dalla crisi di questo paese. Le opinioni maggiormente discordanti sono quelle dell’Eurogruppo di Jean-Claude Juncker e quelle del Fondo Monetario Internazionale di Christine Lagarde.

Altro nodo cruciale per le contrattazioni finanziarie è quello del Fiscal Cliff. Barack Obama ha annunciato la sua intenzione di tassare maggiormente gli stipendi più alti, ma la restante parte del Congresso (i repubblicani) hanno osteggiato fin dall’inizio questa metodologia.

In questa settimana, che si è aperta con grosse difficoltà del mercato azionario mondiale, con indici sempre più bassi e uno scarso volume di contrattazioni, sono attese delle decisioni importanti che dovrebbero lasciare spazio ad una ripresa del mercato.

Eurozona salva grazie agli interventi della BCE

 Tutti i paesi della zona dell’euro hanno subito i contraccolpi della crisi, anche la Germania, paese in cui l’economia e sempre rimasta molto solida, inizia ad avere dei problemi.

Ma, secondo gli esperti, il peggio dovrebbe essere passato e, se si è riusciti a evitare le conseguenze peggiori, è stato solo grazie agli interventi mirati della Banca Centrale Europea la quale, anche se a volte ha dovuto prendere delle decisioni impopolari e spesso osteggiata nelle sue scelte, ha fatto in modo che la crisi mondiale distruggesse i mercati dell’Euro.

I mercati stanno registrando dei lievi miglioramenti, che possono essere attribuiti anche alla ripresa dell’economia americana, anche questa lenta e difficile, ma comunque importante, e, soprattutto, la ripresa della domanda da parte dei paesi e delle economie emergenti.

Ma i rischi ancora ci sono. Si tratta soprattutto di rischi legati alla bassa crescita economica, alla crisi del debito sovrano e alla debolezza attuale del sistema bancario, messa ancor più in difficoltà dalla sua frammentazione e dai nuovi titoli di reversibilità. Tra gli strumenti approntati dalla BCE l’Outright Monetary Transactions, ossia interventi mirati al ripristino dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria per quanto riguarda i titoli di Stato.

Una medicina a volte amara, quella della BCE, a cui si aggiungono gli interventi per la riforma strutturale necessari nei paesi che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi, ma che, lentamente, sta dando i suoi risultati.