Dati mercato lavoro Usa: creati a marzo 215.000 posti
E’ questo il segnale della robustezza dell’economia americana che potrebbe consentire alla Federal Reserve di alzare quest’anno in modo graduale i tassi di interesse.
E’ questo il segnale della robustezza dell’economia americana che potrebbe consentire alla Federal Reserve di alzare quest’anno in modo graduale i tassi di interesse.
Con il nuovo piano di intervento, l’Eurotower remunera le banche mentre le finanzia, a patto che queste facciano circolare i denari nell’economia reale.
I dati erano molto attesi dai mercati, anche in considerazione del prossimo summit del board della Federal Reserve di metà mese, che tornerà a discutere del possibile aumento dei tassi di interesse.
Ribassi, più o meno pesanti, da Milano a Shangai.
I mercati stanno scontando una caduta della crescita globale, mentre si affievolisce la convinzione che le banche centrali possano fare di meglio per opporsi a questa fase.
Il tasso di crescita è rallentato durante l’ultimo mese del 2015.
Oggi, peraltro, è atteso il dato sulle scorte strategiche negli Stati Uniti contemplate su livelli record. Il che dovrebbe mettere altra tensione relativamente al prezzo dell’oro nero.
Dall’inizio del 2016, la capitalizzazione di Borsa a Piazza Affari, per via del peso specifico delle banche sempre più forte con gli istituti che attraversano una fase assolutamente delicata, è scesa di ben ottanta miliardi di euro attestandosi a quota 550 miliardi.
L’Eurotower non toccherrà il costo del denaro e neanche i tassi sui depositi già tagliati di 10 punti base a -0,3%, ma il mercato aspetta le parole del presidente
Il rialzo dei tassi di 25 punti base rappresenta un forte segnale di fiducia verso la ripresa economica mondiale. Certo rimangono i rischi al ribasso, dettati principalmente dal rallentamento dei Paesi emergenti, ma anche per questo la Fed ha garantito che le future strette monetarie saranno graduali e gli analisti scommettono su quattro rialzi di 25 punti base nel prossimo anno in modo da portare i tassi all’1,5% alla fine del 2016.