L’effetto Obama sul dollaro
Come ha influito l’elezione di Obama sul dollaro
Come ha influito l’elezione di Obama sul dollaro
L’indice della prima stima, secondo l’Istat, è sulla falsa riga dell’andamento negativo avviato ad aprile e passa a 110,2 punti, da 112,5 di maggio. Le imprese vedono invece l’indicatore diminuire a 101,2, da 103. Per la fiducia dei consumatori si tratta del livello più basso da agosto 2015, mentre per quella delle imprese è il risultato peggiore da marzo di quest’anno.
Evitare un nuovo ‘Bail in’ è l’obiettivo primo. Renzi valuta scenari e possibili interventi.
Gli stipendi 2015 dei numeri uno delle società quotate a Piazza Affari, con buona pace di un Pil che stenta a decollare, hanno riaggiornato tutti i loro record
Il direttorio dell’Eurotower, dunque, non ha agito solo sul tasso sui depositi, la tassa implicita caricata sulla liquidità che le banche parcheggiano verso la Bce, ma anche su quello delle operazioni di rifinanziamento principale, ovvero il tasso applicato alla maggioranza delle operazioni con le quali la Banca centrale offre liquidità al mercato.
L’indice ufficiale Pmi sull’industria è sceso ben sotto le aspettative a 49,4 punti a gennaio, sotto la soglia di 50 punti che separa l’espansione dalla contrazione economica.
Il tribunale dei marchi comunitari di Alicante, come si evince da un comunicato della società di abbigliamento che fa capo a Renzo Rosso nota soprattutto per i jeans, ha dato un verdetto di primo grado che afferma che l’azienda Diesel è la sola proprietaria del marchio Diesel e ha il diritto di revocare ogni autorizzazione a usarlo, anche se questo fosse stato precedentemente concesso.
Se la situazione dovesse deteriorarsi, in ogni caso, Mario Draghi avrebbe una soluzione. Il numero uno della Bce ha rassicurato che l’istituto è pronto a usare tutti gli strumenti a disposizione per centrare gli obiettivi di politica monetaria.
Ieri l’indice Dow Jones a poco dalla chiusura era in calo circa dello 0,3%, l’S&P 500 dello 0,5% e il Nasdaq dello 0,4%.
Attenzione ai bond britannici, in aumento del 15%, ai Treasury statunitensi e ai Btp. Risultati di tutto rispetto nei primi nove mesi dell’anno.