4 motivi per investire nella logistica nel 2021

La logistica è uno dei settori che nel 2021 dovrebbe restituire le maggiori soddisfazioni a tutti gli operatori che sceglieranno di investire in questo comparto. Ma quali sono i motivi che potrebbero determinare un positivo impatto dei propri impieghi?

E-commerce

Cominciamo dal ruolo dell’e-commerce, la cui straordinaria crescita sta facendo emergere una impellente necessità di adeguate infrastrutture e spazi di magazzino. La crisi sanitaria ha contribuito ad accelerare ulteriormente questo processo, ma il trend era già in atto e, dunque, gli operatori più lungimiranti hanno certamente avuto il merito di entrare nel settore nei tempi più adeguati.

Crescente urbanizzazione

Anche se il Covid-19 potrebbe aver parzialmente rallentato questa tendenza, la popolazione europea è sempre più urbana, e lo sarà ancora di più nei prossimi anni. Lo stesso vale, peraltro, anche per gli investimenti extra-UE: due terzi della popolazione mondiale vive già nelle città, con un trend che aggrava la carenza di spazi liberi.

Flussi più veloci

Il commercio elettronico, quale principale catalizzatore della trasformazione della logistica, sta influenzando anche le caratteristiche dei flussi organizzativi. I clienti necessitano delle merci acquistate in poche ore dal momento dell’ordine, e questo sta inducendo gli operatori della logistica ad organizzarsi anche su strutture di piccola scala che siano più vicine al cliente finale e possano limitare i tempi di trasporto.

Diversificazioni e rendimenti

Anche alla luce delle determinanti che sopra abbiamo riassunto, è lecito immaginare che gli investimenti nella logistica italiana ed europea possano costituire una quota di rilievo all’interno di un portafoglio di impieghi ben diversificati, da cui trarre rendimenti sempre più in linea con le attese. Naturalmente, questo non significa che sia sufficiente investire in qualsiasi progetto logistico per ottenere gli auspicati riscontri: risulterà infatti sempre decisiva la fase di corretta analisi e selezione delle destinazioni di investimento.

Mes, arriva l’ok ma ancora tensioni

Un voto a favore ottenuto in modo risicato ma basilare per il futuro dell’Italia: non si può che giudicare così il via libera ottenuto sul filo del rasoio relativo al Mes. Un grande passo in avanti che non porta però con sé la tanto agognata calma tra le forze della maggioranza.

Cashback, ecco tutto ciò che bisogna sapere per i rimborsi

E’ da qualche giorno che è stato istituito il Cashback in Italia, ossia la possibilità per tutti coloro che pagano con carte di pagamento di qualsiasi genere, di credito o bancomat, di ricevere un rimborso del 10% sulla spesa effettuata.

Investire in immobili nel 2020: conviene?

Nel secondo trimestre del 2020 la redditività lorda legata all’acquisto di una casa è cresciuta del 7,4%. Prima del verificarsi della pandemia Covid-19, questo tasso era inferiore, assestato al 6,7%. Ancora ad oggi, secondo molti analisti, la redditività ottenuta dagli affitti di unità immobiliari, nella peggiore delle situazioni è di circa 6 volte quella ottenibile dai titoli di Stato decennali. Nonostante questo però, è doveroso fare alcune considerazioni. In questo articolo dunque, analizzeremo meglio la situazione, per capire se conviene investire in immobili, e soprattutto in quale direzione farlo.

Investire in immobili

DA HONG KONG UNA LICENZA PER PIATTAFORME DI CRYPTO TRADING. IL FATTORE SICUREZZA NEL TRADING ONLINE

Arriva direttamente da Hong Kong la notizia di una licenza obbligatoria destinata alle piattaforme operanti nel campo delle criptovalute che – almeno secondo la recente news di Reuters – sarà imposta ai vari operatori sul mercato, per assicurare il rispetto delle norme vigenti sull’antiriciclaggio previste dall’autorità statale, ovvero la SFC, Securities and Futures Commission.

La notizia, a quanto pare, è stata accolta con diverse riserve dagli operatori e dagli addetti ai lavori, tra chi, come la Bitcoin Association di Hong Kong, teme di non poter più interagire, nella vendita dei Bitcoin, con investitori non accreditati, e chi invece paventa una restrizione esagerata rispetto agli scambi dei Bitcoin stessi, a vantaggio magari delle altre tipologie di scambio (come l’oro) e tenendo anche conto del fatto che le banche non sempre sono propense a questo tipo di servizio.

Un servizio offerto però dai sempre più numerosi broker online, che hanno fatto registrare una forte impennata negli ultimi tempi, in varie parti del mondo.

Quanto all’Italia, secondo il Sole24Ore – sui dati dell’Annuario del trading online italiano 2018-2019 (Mediosfera) –  soltanto tra il 2018 e il 2019 ci sarebbe stata una crescita di oltre 80 punti percentuali dei broker online approvati da Consob.

Un dato confermato dalle liste aggiornate sui siti trading presenti all’interno dei vari comparatori, i quali confrontano le sempre più numerose piattaforme e i vari broker online legali che permettono di investire sui mercati finanziari principali tramite strumenti come CFD su forex, azioni, materie prime, criptovalute e indici.

Anche in quest’ultimo caso fondamentale è il fattore sicurezza, tanto che la gran parte delle recensioni sui vari operatori si concentrano prevalentemente su questo aspetto, che coinvolge, in primis, proprio l’iscrizione degli stessi ai registri degli enti preposti quali CONSOB, CySEC, FCA.

Un altro fattore fondamentale, in questo senso, è la scelta di piattaforme affidabili (come Metatrader), ma anche la qualità del servizio mobile offerto – in particolare se si parla di app – .

Importanti nella scelta sono anche altri strumenti di affidabilità, quali la presenza di un servizio efficiente di assistenza clienti e, magari, di versioni demo o tutorial per introdurre gli utenti alle prime armi in questo esteso campo.

BCE, pandemia ha scatenato paura uso contante

La pandemia di Coronavirus sta aiutando il settore dei pagamenti digitali a crescere: a quanto pare la paura del contagio attraverso il denaro contante sta spingendo sempre di più la crescita di un settore che si pensava potesse anche aver bisogno di 5-10 anni per raggiungere un certo livello di espansione.

L’industria 4.0: tecnologie e agevolazioni

Da qualche anno a questa parte il termine Industria 4.0 è entrato a far parte della dialettica comune, ispirando un nuovo approccio alla trasformazione economica in atto in Italia e nel resto del mondo. Nel nostro Paese, in particolar modo, il termine è stato coniato in riferimento a un piano governativo lanciato quattro anni fa, e successivamente aggiornato e modificato più volte.

Ma quali sono le previsioni di Industria 4.0 nel nostro Paese? In che modo le innovazioni tecnologiche e digitali andranno a impattare sull’economia nazionale? E quali sono le agevolazioni di Industria 4.0 attualmente fruibili dalle aziende?

Vantaggi Industria 4.0: un ampio ventaglio di benefici

Per quanto concerne i vantaggi di Industria 4.0, non si può non sottolineare in queste poche righe come il ventaglio di benefici concreti riservati alle imprese sia stato molto vario, passando dall’iper ammortamento al credito di imposta sulla ricerca, per la finanza di supporto e le agevolazioni alle start up innovative, e per lo sviluppo delle competenze mediante gli auspicati Digital Innovation Hub e i Competence Center.

Da Industria 4.0 a Transazione 4.0

Fatte simili premesse, e cercando di dare uno sguardo al prossimo futuro, è abbastanza evidente come le intuizioni di cui all’Industria 4.0 dovranno essere ulteriormente accentuate.

È dunque lecito che il nuovo piano nazionale Transizione 4.0 – che ha di fatto sostituito Industria 4.0 – sia uno dei perni fondamentali del nuovo Recovery Fund italiano, con la necessità di stimolare gli investimenti privati e fornire maggiore stabilità alle imprese, sul fronte della fruizione dei crediti di imposta e di altri vantaggi fiscali per i prossimi anni.

In tale scenario, è molto probabile che una parte preponderante dell’impegno da parte del legislatore sarà indirizzata a favorire le attività di ricerca & sviluppo, innovazione, green e digitale, così come le attività di formazione dei dipendenti e degli imprenditori. Spunti fondamentali, per un’occasione che potrebbe impattare sul tessuto imprenditoriale nei prossimi anni, influenzandolo per almeno una generazione.

Le principali novità fiscali per il 2021

Per quanto concerne le principali novità fiscali per il 2021 introdotte dalla Transizione 4.0, riassumiamo:

  • possibilità di poter beneficiare del credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali dietro versamento dell’acconto di almeno il 20% dell’importo;
  • fruizione del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali (ex Superammortamento) e in beni immateriali (non 4.0), realizzati da soggetti con ricavi inferiori a 5 milioni di euro, in un anno;
  • compensazione immediata del credito sugli investimenti in beni strumentali, direttamente nell’anno in corso;
  • aumento dal 6% al 10% del credito per beni strumentali materiali (ex Superammortamento) per il 2021, e dal 6% al 15% per investimenti effettuati nell’attuale anno per implementare il c.d. “lavoro agile”;
  • per il programma Beni materiali 4.0, nuova aliquota del 50% (2021) e del 40% (2022) per le spese inferiore a 2,5 milioni di euro, e del 30% (2021) e 20% (2022) per le spese superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro. Per le spese superiori a 10 milioni di euro, aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022;
  • per il programma Beni immateriali 4.0, incremento dell’aliquota dal 15% al 20%, con massimale da 700.000 euro a 1.000.000 euro.

Ricordiamo infine l’incremento delle aliquote e dei massimali per i progetti di ricerca e sviluppo (20% fino a 4 milioni di euro), innovazione tecnologia (10% fino a 2 milioni di euro), innovazione green e digitale (15% fino a 2 milioni di euro), design e ideazione estetica (10% fino a 2 milioni di euro).

Ecobonus auto elettriche, ecco come funziona lo sconto

L’obiettivo è quello di provare a rilanciare il settore automotive e il Governo, proprio per tale ragione, ha preso la decisione di ampliare gli incentivi dedicati all’acquisto delle auto elettriche. Sembra, almeno stando a quanto previsto da un emendamento proposto alla legge di Bilancio, che ha già ricevuto approvazione in Commissione Finanze della Camera dei Deputati, una novità che dovrebbe prendere piede a breve.

Bonus 1000 euro, allungato il termine per la presentazione delle domande

Una nuova circolare che è stata pubblicata da parte dell’INPS ha messo in evidenza diversi punti chiave che si riferiscono al bonus 1000 euro, che è stato confermato all’interno del Decreto Ristori. Si tratta di una misura di vantaggio solamente per alcune categorie di lavoratori, che hanno dovuto affrontare una serie di danni e di conseguenze per colpa della pandemia da Coronavirus.

All’interno del decreto Ristori troviamo nuovamente un bonus pari a 1000 euro, ma solo per determinate categorie di lavoratori, che comprendono gli intermittenti, i lavoratori dello spettacolo, gli stagionali e pure i lavoratori somministrati del turismo. L’INPS ha deciso, tramite una nuova circolare, di fare chiarezza su tutti i dettagli, con l’estensione dei termini per proporre domanda, con la scadenza fissata al 18 dicembre.

Cassa integrazione di Natale, novità per il decreto Ristori

C’è stato un incontro tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ed i capogruppo della maggioranza per discutere una novità importante da integrare all’interno del decreto Ristori e riguarda la cassa integrazione di Natale.