Satispay: cos’è, come funziona e le migliori recensioni

Avete spesso sentito parlare di Satispay, ma non avete la minima idea di cosa sia? Ebbene, stiamo parlando di una delle applicazioni più note nell’ambito dei pagamenti tramite smartphone. Al giorno d’oggi, infatti, per pagare in diversi ambienti non c’è più l’esigenza di avere con sé un borsellino ricco di monete oppure di contanti, dal momento che è sufficiente estrarre lo smartphone dalla propria tasca e provvedere con quello. Grazie a piattaforme con Satispay, infatti, c’è l’opportunità di inviare una somma di denaro molto facilmente tramite un velocissimo tap sul tasto giusto, senza dover toccare minimamente il portafogli: un servizio estremamente pratico e comodo.

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Programmatic Advertising, come avviene l’attività di compravendita di spazi pubblicitari online

Programmatic Advertising: due parole che si sentono spesso nominare, ma che in molti non sanno cosa vogliano dire. Ebbene, corrispondono semplicemente all’attività di compravendita di spazi pubblicitari sul web, sfruttando delle piattaforme software che hanno il pregio di rendere automatico tale processo, ottimizzandolo per di più. Capita spesso di sentir parlare di campagne RTB o Real Time Budding in tema di Programmatic Advertising, ma sono uno dei tanti tipi di campagne che si possono pianificare tramite le varie piattaforme. L’avvento di questa forma di compravendita è avvenuto poco più di una decina di anni or sono, rappresentando a tutti gli effetti una rivoluzione nell’ambito del marketing digitale. I publisher non fanno altro che proporre sul mercato le impression che caratterizzano il proprio inventory, mentre gli inserzionisti sono in competizione per il loro acquisto. Dal lato publisher ci sono le piattaforme SSP, mentre dal lato degli inserzionisti troviamo le piattaforme DSP, tra cui DataXu, Turn e MediaMath.

Quali sono le campagne pubblicitarie più diffuse

Le principali tipologie di campagne Programmatic sono quattro. La prima è quella definita Automatico Garantito (detta anche Programmatico Diretto): in questo caso, l’intesa viene stretta in maniera diretta tra inserzionista e publisher, con un prezzo che viene mantenuto fisso e l’inventory riservato. Sia i processi di acquisto che quelli di vendita hanno numerose somiglianze con quelli classici, ma con la differenza di essere automatizzati. La seconda tipologia di campagna è denominata Marketplace privato: qui l’intesa è pubblica e non riservata, con un prezzo mantenuto fisso e che viene stabilito in precedenza. L’Asta su invito è la terza tipologia, denominata anche Asta chiusa: i publisher hanno l’opportunità di confinare l’offerta ad un certo numero di partecipanti, con la possibilità anche di rendere più ricca l’offerta inserendo nuove informazioni per far alzare il valore dell’inventory. La quarta tipologia è chiamata Asta Pubblica: in questo caso i publisher propongono a tutti i potenziali inserzionisti il proprio inventory, senza che si instauri un rapporto diretto tra chi compra e chi vende.

Case study: le push notification

Gli annunci di push notification hanno la capacità di portare dei CTR importanti, ma esistono delle questioni da risolvere per fare in modo che tale tipologia di annunci possa entrare all’interno dell’ambito Programmatic in maniera definitiva. Ad esempio, uno degli aspetti da sistemare è l’integrazione dei pixel di tracciamento di terze parti, per poi attivarli nel momento in cui vengono “consegnate” le notifiche push. Non solo, ma l’attuale ecosistema RTB non è in grado di riconoscere le notifiche push come un’inventory potenziale.

Le notifiche push nell’ambito della pubblicità online rappresentano un formato innovativo, che ha preso piede solamente da pochi anni, che permette di piazzare un annuncio pubblicitario direttamente su una notifica push online. Un sistema senz’altro molto più adatto rispetto a tanti altri a scegliere e delimitare meglio l’audience a cui si è interessati.

I numeri che caratterizzano il Programmatic

Le stime parlano chiaro: il comparto del Programmatic Advertising continuerà a crescere, per quanto riguarda gli investimenti, fino a toccare e superare il muro dei 300 milioni di euro. Attualmente, gli investimenti sono arrivati a sfondare la soglia dei 234 milioni di euro nel 2019, ma è impressionante notare la quota da cui siano partiti nel 2016, quando coprivano meno dell’1% del Display Advertising, con investimenti complessivi al di sotto dei 5 milioni di euro. L’anno dopo la crescita è notevole, fino a toccare i 50 milioni di euro di investimenti nel 2017. Balzo in vanti del 120% l’anno dopo, quando sono stati toccati i 110 milioni di euro di investimenti complessivi e il 10% del Display Advertising.

Come scegliere la piattaforma Programmatic più adatta?

Uno dei vantaggi correlati al Programmatic è sicuramente quello di oltrepassare i confini del media planning tradizionale. La piattaforma che si sceglie deve facilitare il fatto di raggiungere tutta la target audience, offrendo una gamma ricca e dettagliata di campagne, che permettano di contattare i vari utenti nel corso di ogni parte del processo di acquisto. È chiaro che bisogna anche capire bene dove si vogliano pubblicare le proprie inserzioni. Nel caso in cui, ad esempio, si volessero effettuare delle conversioni oppure un tracciamento multi device, ecco che le soluzioni che si possono personalizzare maggiormente sono quelle da prediligere, visto che la possibilità di controllare i dati e l’acquisto dell’inventory sono senz’altro migliori. Il legame con i dati è fondamentale nella scelta della piattaforma: in tal senso, va specificato come la precisione dei dati che si riferiscono alla propria audience è fondamentale. La soluzione personalizzabile si fa preferire, soprattutto per fare in modo che la DMP venga impostata seguendo delle precise esigenze, senza dimenticare come debba essere integrabile con i numerosi sistemi di CRM. La decisione su quale piattaforma puntare è legata anche alla vostra offerta: si tratta unicamente di pianificazione o è prevista anche una strategia?

Quali sono i vantaggi di Programmatic

Questa forma di pubblicità online è indubbiamente un sistema efficiente per veicolare i propri annunci sul web. Non è chiaramente un caso che un gruppo come Cookies Digital abbia posto negli obiettivi per il 2020 quello di sviluppare delle soluzioni tecnologiche che possano mirare all’ottimizzazione nella compravendita di traffico programmatic/rtb. Sono tanti i punti di forza che si possono sfruttare: su tutti, il fatto di acquistare gli spazi molto più velocemente, ma anche riuscire a programmare in maniera più efficiente le varie campagne, senza dimenticare naturalmente come tutti i costi legati alla mediazione si abbassano. E anche la trasparenza delle varie operazioni pubblicitarie ne guadagna. L’inserzionista, dal canto suo, non è più obbligato a comprare degli enormi quantitativi di impression indifferenziate, ma ha finalmente la possibilità di programmare meglio solamente sui target scelti.
Se tutto questo può apparire anche quasi fin troppo semplice, è importante mettere in evidenza come qualsiasi campagna che si dimostra vincente, ha alle spalle un’analisi preventiva molto precisa e dettagliata: quindi, le campagne Programmatic hanno bisogno di un’ottimizzazione costante.

Fed lascia ancora invariati i tassi

La Fed ha deciso di non toccare i tassi di interesse. La banca centrale statunitense lascia quindi il costo del credito tra l’1,50% e l’1,75% votando all’unanimità rendendo noto contestualmente come la situazione economica sia rimasta invariata rispetto all’ultima comunicazione.

Conad, a rischio 817 posti di lavoro

Una messa in mobilità imponente quella che coinvolge Conad e gli ex punti vendita di Auchan da essi acquisiti: è stato infatti deciso il licenziamento di ben 817 persone. Esuberi che potrebbero crescere con i mesi.

Cookies Digital: un 2019 in grande crescita e si prevede un 2020 altrettanto super

Il 2019 è stato un anno difficile da dimenticare eppure si aprono le porte di un 2020 che potrà riservare ancora parecchie soddisfazioni di livello: stiamo parlando di Cookies Digital, una media agency che fa parte del gruppo Cookies Factory e che gestisce le campagne pubblicitarie della divisione B2B e B2C.

Tantissimi meriti per questo straordinario successo sono dovuti anche al grande lavoro che è stato portato a termine da parte di un team buyer estremamente ricco di competenze tecniche quando si parla di acquisizione di utenti sul mobile online. Si sono rivelati molto positivi anche gli investimenti che sono stati approntati l’anno scorso ma, più in generale negli ultimi tre anni, con Cookies Digital che ha offerto sempre molteplici soluzioni di alta tecnologia che si sono dimostrate non solo valide, ma anche efficaci in riferimento sia all’analisi dei dati che all’ottimizzazione di ogni tipo di prestazione in merito alle campagne di pubblicità digitale.

Uno dei fiori all’occhiello dell’attività recente di Cookies Digital è stato senz’altro quello di produrre oltre il 95% del suo fatturato direttamente all’estero. Non è più un mistero, ormai, infatti, che l’azienda sia riuscita a fare di vari mercati europei un vero e proprio punto di forza, riuscendo a penetrare in maniera efficace anche all’interno dei mercati africani e di diversi mercati in Medio Oriente. È evidente come la differenza l’abbia fatta l’ampia gamma di prodotti di digital entertainment proposti, sviluppati in collaborazione con le più importanti società di telefonia mobile internazionale. Hanno dato i loro frutti anche le varie campagne pubblicitarie che sono state lanciate con l’obiettivo di acquisire sempre più clientela sulle diverse piattaforme mobile. Gli ultimi dodici mesi sono da incorniciare, quindi, per la notevole espansione su mercati esteri, considerando come Cookies Digital sia riuscita a proporre i suoi servizi anche in altri cinque Paesi: Polonia, Bahrain, Tunisia, Madagascar e Botswana.

Traffico online di qualità

Nell’ultimo anno uno dei principali obiettivi di Cookies Digital è stato anche quello di concentrarsi il più possibile sull’innalzamento della qualità del traffico online che viene acquistato non solo per promuovere i prodotti proprietari, ma anche per la pubblicizzazione dei prodotti dei partner che hanno scelto di porre i propri investimenti media attraverso le competenze di Cookies Digital.

Da tutta questa grande attività di sviluppo della qualità del traffico online sono due i fattori che sono emersi in modo principale. Il primo è quello relativo agli investimenti su Google Ads, che hanno subito una sterzata verso l’alto di tutto rispetto. È vero, d’altra parte, che già nel 2018 Cookies Digital poteva contare sulla certificazione Google Partner. Gli investimenti totali hanno superato ampiamente i 3,5 milioni di euro nel corso degli ultimi dodici mesi, raggiungendo il picco dell’81% del media spending della società.

Un altro fattore che si è rivelato di sicuro interesse è rappresentato dalla scelta di Cookies Factory di entrare a far parte del capitale sociale di aziende che operano all’estero. In modo particolare, l’investimento fatto nel 2019 per acquisire delle quote di minoranza del gruppo spagnolo Opticks è stato molto importante, soprattutto sotto il profilo strategico, visto che l’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza del traffico mobile rispetto alle frodi online, che rappresentano sempre un ostacolo sia per il settore del mobile VAS che per il mercato dell’advertising nel suo complesso.

Da notare anche il raggiungimento della posizione numero 26 nella classifica di crescita 2020 stilata da Il Sole 24 Ore e da Statista, con un tasso di crescita che si è aggirato intorno al 98,37% nel periodo compreso tra 2015 e 2018.

Dal 2019 al 2020: ecco quali sono gli obiettivi fissati da perseguire

E se il 2019 è stato ricco di tanti traguardi raggiunti e previsioni superate alla grande, ecco che il 2020 si appresta a seguire il medesimo destino.

Prima di tutto, Cookies Digital ha l’obiettivo di perseguire la propria attività espansiva all’estero: il focus sarà quello di concentrarsi sui nuovi mercati, nello specifico quelli asiatici, adottando strategie mirate e più efficaci. Un perfetto esempio di tale obiettivo è rappresentato dal fatto che i vari prodotti di digital entertainment verranno ben presto proposti anche su tanti altri mercati, in primis quello della Cambogia.

Al tempo stesso, ci sarà da lavorare per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e all’avanguardia, in grado di ottimizzare ancora di più le attività di acquisizione di traffico programmatic/RTB. Come se non bastasse, il 2020 potrà riservare ancora importanti novità per quanto riguarda la valutazione di entrare nel capitale sociale di società straniere, rimanendo ovviamente sempre all’interno del comparto della pubblicità su device mobili.

L’anno che ha da poco preso il via sarà molto importante anche perché è in fase di costruzione un team specifico che si occuperà di realizzare degli innovativi prodotti digitali, focalizzando la propria attenzione sue due comparti in modo particolare che stanno dimostrando una crescita impressionante negli ultimi anni, ovvero quello degli eSports e quello della Salute e del benessere.

Naviris vede la luce, ecco la joint venture tra Naval Group e Fincantieri

È finalmente diventata operativa Naviris: si tratta della joint venture 50/50 che è sorta dalla collaborazione tra Fincantieri e il gruppo di origini transalpine Naval Group. È stata stabilita anche la sede principale della nuova società, che si tratta di Genova, mentre ci sarà spazio anche per una controllata a Ollioules. L’attività principale di Naviris sarà quella di occuparsi in modo specifico di progetti bilaterali, ma anche di operazioni legate all’export.

Naviris non è altro che il frutto naturale di una collaborazione storica tra i due colossi: sono oltre vent’anni che va avanti la partnership tra Naval Group e Fincantieri ed era arrivato il momento di finalizzarla in qualcosa di ancora più solida. Delle relazioni commerciali tra questi due gruppi che hanno portato in dote un gran numero di successi, a partire già dagli anni Novanta. In quel periodo, infatti, ebbe un notevole apprezzamento il piano di cacciatorpediniere per la difesa aerea Horizon, con la presenza di quattro navi, ma anche le venti navi che hanno fatto parte del piano di fregate multi-missione FREMM, attivato nel 2005.

Importanti anche le nomine che hanno accompagnato questo primo processo di nascita di Naviris. Infatti, per rimarcare ancora di più il progetto comune a livello strategico e di sviluppo, i due colossi hanno voluto spartirsi ruoli e responsabilità in questo modo: Giuseppe Bono è stato assegnato alla presidenza della joint venture, mentre Hervé Guillou è diventato membro del Consiglio di amministrazione. Saranno però altri due i ruoli ancora più importanti a livello operativo, dato che la guida della società è finita nelle mani di Enrico Bonetti, che è stato nominato Chief Operational Officer, e di Claude Centofanti, che è stato scelto come Chef Executive Officer.

Sia Bonetti che Centofanti hanno voluto sottolineare, nel primo discorso insieme, quanto sia stato importante il supporto che è stato garantito sia dal governo italiano che da quello francese per poter sviluppare in maniera efficace questo progetto. È chiaro che l’obiettivo di Naviris sia quello di affermarsi come uno dei punti di riferimento nell’ambito della difesa navale europea. In che modo? Attingendo a risorse e competenze comune tra i due marchi, senza però abbandonare i fattori di differenziazione che sono perdurati fino ad ora. Al tempo stesso, ci sarà una combinazione di capacità e competenze, dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo, che indubbiamente potrà fare la differenza, soprattutto a livello di offerta di prodotti proposta nei confronti dei clienti.

Regime agevolato, gli esclusi del 2020

Vi sono novità e non piacevoli per alcuni contribuenti che lo scorso anno hanno aperto partita Iva in regime agevolato: alcune categorie potrebbero trovarsi a chiuderla nel corso di questo 2020.

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Alitalia, ecco le condizioni di Lufthansa

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