5 borghi imperdibili nei dintorni di Firenze

Firenze è meravigliosa, e senz’altro non stufa: il capoluogo toscano è una meta straordinaria, E merita di essere scoperta in modo approfondito nel corso di qualche giorno. Tuttavia, durante la vostra vacanza, potrebbe capitarvi di aver voglia di alternare al panorama cittadino quelli di alcuni dei borghi più spettacolari della regione, che è possibile raggiungere percorrendo pochi chilometri di strada. Volete qualche nome?

Il primo vi sarà, pensiamo, molto più che familiare: si tratta di Vinci, nota per aver dato i natali a Leonardo. Facile capire, dunque, come le principali attrazioni turistiche del luogo siano legate al genio più fulgido della storia italiana: oltre alla Casa Natale, che si trova appena fuori dal paese, è possibile visitare la Biblioteca Leonardiana, il Museo leonardiano – tra i più frequentati di tutta la Toscana: a questo link trovate informazioni su orari e tariffe –  e il Museo ideale Leonardo da Vinci. Un po’ più a sud, invece, si trova la bella Certaldo, un borgo medievale del tredicesimo secolo cinto da splendide mura, complete di torri. Visitate la Casa Boccaccio, antica residenza del poeta, e in seguito il Palazzo Pretorio, simbolo della città e un tempo castello dei conti Alberti. Con la chiesa dei Santi Tommaso e Prospero, forma un percorso museale ricco di arte, storia e meraviglia.

Cercate su portali come expedia un hotel o un B&B per la notte, poi al mattino alzatevi di buon’ora per visitare la vicina San Gimignano (che rientra nella provincia di Siena, ma non ci formalizziamo). Famosa per le sue torri – un tempo erano oltre settanta, oggi ne rimangono sedici -, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, possiede l’incredibile potere di far tornare il visitatore indietro nel tempo di 700 anni (provare per credere). Tra le molte chiese del comune, quella di Sant’Agostino e il Duomo sono le più apprezzate dai turisti, ma non perdete nemmeno l’occasione di passeggiare per i corridoi del locale Museo civico. Tornando invece a nord, verso Firenze, vi suggeriamo di soggiornare a Bagno a Ripoli: fondato dagli etruschi e adorato dai Romani, grazie alla presenza di lussuose terme, consente di ammirare le vestigia di una Toscana più antica da quella medievale e rinascimentale che tutti conosciamo. A pochi chilometri di distanza avrete anche la possibilità di scoprire Fiesole, da secoli uno dei comuni più ricchi di tutta la regione. Quest’opulenza è testimoniata anche dalla presenza di numerose ville, molte delle quali d’ispirazione medicea. Il paese è sede di molte architetture religiose di grande bellezza, che è piacevole scoprire nel corso di una passeggiata, e inoltre è vicinissima a Firenze: non perdete l’occasione di visitarla, per impreziosire ulteriormente la vostra vacanza toscana!

 

Maldive, da meta esclusiva a tante offerte per tutte le tasche

Quando si parla di Maldive il pensiero corre inevitabilmente ad una delle destinazioni più belle e affascinanti che esistono sul nostro pianeta. Per chi non ha grandi possibilità economiche, rimane solamente l’immaginazione di queste meravigliose e incantevoli isole coralline dislocate non molto distanti rispetto all’India e allo Sri Lanka. Tra spiagge da urlo, caratterizzate da sabbie davvero bianchissime, risaltano immediatamente all’occhio le acque turchesi, che rendono questi luoghi una sorta di Eden in terra.

Ebbene, i pacchetti turistici che hanno come destinazione le Maldive, nella maggior parte dei casi, prevedono il soggiorno presso un resort: la peculiarità di queste zone è che c’è una sola struttura su ciascuna isola, dotata ovviamente di tutti i comfort possibili e immaginabili. Relax, sport acquatici e molto altro vi attendono in questi spettacolari e unici bungalow, realizzati proprio a filo sull’oceano.

È innegabile che un po’ tutti abbiamo sognato almeno una volta nella vita di viaggiare verso questa straordinaria meta, ma il più delle volte sono mancati i mezzi economici. Certamente una destinazione del genere presenta anche dei costi piuttosto alti: è altrettanto vero che se fino a qualche tempo fa le Maldive si potevano considerare una meta estremamente lussuosa, adesso le soluzioni che vengono proposte sono molto più ampie e variegate e anche adatte a budget meno importanti.

Il fascino delle Maldive rimane comunque intatto con il passare degli anni, visto che la possibilità di visitare uno dei luoghi più remoti e spettacolari del nostro pianeta rappresenta il motivo principale di un’attrazione che non sembra poter avere mai fine. I fondali maldiviani lasciano sempre senza fiato e anche la popolazione autoctona è molto ospitale nei confronti dei turisti. Per chi vorrebbe far diventare questa vacanza indimenticabile da sogno a realtà, consultare le offerte Alpitour per le Maldive è la cosa migliore da fare. Affidare ad un tour operator del genere un viaggio lungo e in una zona del genere è sinonimo di lungimiranza: adesso non resta che trovare il pacchetto vacanza migliore e… Partire!

ALLARME RIENTRATO: L’ILVA REPLICA AI SINDACATI

Foto LaPresse – Cosimo Calabrese
5/8/2015 Taranto
Cronaca
Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Entro la fine della settimana riprenderà la produzione dell’altoforno 1 dopo i lavori di ambientalizzazione e 300 operai torneranno al lavoro.
Photo LaPresse – Cosimo Calabrese
5/8/2015 Taranto (Italy)llva, steel plant in Taranto. By the end of the week it will restart his production after extraordinary maintenance on blast furnace number 1 and 300 workers will return to work.

Pare essere rientrato l’allarme sulle condizioni di sicurezza e i pericoli per la salute dei dipendenti dell’Ilva di Taranto, il più grande stabilimento europeo per la produzione dell’acciaio.

L’azienda era stata accusata dai sindacati, che in una nota congiunta si erano lamentati per la mancanza di un impianto di aspirazione nonostante la presenza di fumi tossici nel reparto di Acciaieria 1, ma la replica dell’ILVA ha completamente smentito questa versione.

L’appello dei sindacati era stato pubblicato pure dal sito Inchiostroverde, sul quale campeggiava in bella mostra un’inquietante immagine di una fitta coltre di fumo. Una foto che, secondo il sito, sarebbe stata scattata da un operaio per rendere “l’idea dell’inferno che si presenta in determinati reparti”. Queste le parole delle Rsu di Fim, Fiom e Uilm che hanno scritto il comunicato congiunto rivolgendosi  “al direttore dello stabilimento ILVA, al direttore di area e ai capo area”: “Nonostante siamo intervenuti più volte con i preposti di GRF e Acciaieria 1, ancora oggi ci troviamo di fronte ad un’attività che i tagliatori del Grf stanno svolgendo in Acciaieria 1 in mancanza di qualsiasi sicurezza e in assenza dell’impianto di aspirazione con la totale fuoriuscita di fumi rossi all’interno del capannone stesso. Tutto questo accade con il consenso continuo dei preposti che si disinteressano delle conseguenze”.
La replica dell’Ilva, come detto, ha smentito questa versione. Secondo l’azienda, infatti, “nel reparto bilico 8 dell’Acciaieria 1, dove viene svolta l’attività del taglio di acciaio eccezionale, è presente una cappa di aspirazione sempre funzionante”. Le accuse delle Rsu sono quindi infondate, perché il personale in servizio in quell’area non opera in condizioni di totale mancanza di sicurezza e a rischio della propria salute, come scritto nel comunicato.
L’Ilva, inoltre, ha voluto soffermarsi sulla situazione generale, assicurando che “Per quanto riguarda i preposti, gli interventi vengono svolti nel rispetto delle relative procedure di stabilimento in termini di ambiente e sicurezza”, a voler sottolineare che la politica dell’azienda in materia di sicurezza e tutela della salute è radicalmente cambiata, nonostante facili sensazionalismi.

Aprire un negozio in franchising: come fare

 Molte persone oggi si trovano in una situazione professionale precaria, che non amano o addirittura in mobilità. In questi casi spesso si ritiene che il modo migliore per rimettersi in gioco consista nell’avviare una nuova attività commerciale. Un buon metodo per farlo senza troppi rischi consiste nell’approfittare dell’ampia offerta di affiliazioni oggi disponibile, che permette di avere tutto l’aiuto necessario per avviare al meglio la nuova impresa. Se si tiene conto che il franchising in Italia è in costante crescita, sia per numero di marchi disponibili, sia per addetti, allora la questione diventa ancora più divertente. Un punto da cui partire sta nella scelta del miglior franchising disponibile.

Avere le idee chiare
Non esiste un’attività in franchising migliore di tutte le altre, ci sono solo proposte migliori per ogni singola situazione. Come primo passo è importante chiarire quale tipo di attività si intende avviare e per quale ci si sente più portati. Oggi i franchisor sono tantissimi, si va dalla vendita di scarpe, al noleggio di veicoli elettrici, o ai locali per la ristorazione. La giornata tipo di chi noleggia biciclette elettriche è ben diversa da quella del pizzaiolo e non tutti sono portati per entrambe i ruoli, meglio sapere per tempo cosa si vuole fare. A volte chi avvia un franchising ha già qualche esperienza nel settore, altre volte invece per nulla. La situazione di un cameriere che vuole aprire un suo ristorante approfittando di un’offerta in franchising è ben diversa da quella di un impiegato che si trova in mobilità e si vuole rimettere in gioco. Perché un lavoro sia piacevole è importante che rispecchi i nostri desideri più intimi. Prima di valutare i diversi contratti di franchising disponibili è quindi importante avere le idee chiare su cosa si vuole fare nella vita: il venditore di bigiotteria, il gelataio o altro?

Verificare i contratti
Dopo aver ristretto i settori in cui si intende operare è venuto il momento di valutare le offerte disponibili. Per farlo è importante considerare i diversi tipi di contratto. Ogni singolo franchisor infatti redige un contratto del tutto personalizzato. In linea generale le aziende con un nome noto e famoso tendono a richiedere delle quote di ingresso abbastanza importanti, mentre i franchisor più piccoli e non troppo noti possono anche non esigere alcun tipo di pagamento di questo genere. Potersi affidare a un marchio noto però dà maggiori opportunità di successo in ambito commerciale, mentre scegliere un franchising quasi del tutto sconosciuto o nuovo può essere un rischio elevato. Molto dipende anche dal capitale che si ha a disposizione: se è minimo, il numero di contratti cui ci si può avvicinare diminuisce enormemente. Ci sono poi diverse altre questioni che riguardano il contratto di franchising. Alcune aziende infatti sono disposte a lasciare i loro prodotti in conto vendita nel negozio del franchisee: l’invenduto può essere restituito alla casa madre, ottenendo un rimborso o un cambio merce. In altri casi invece il contratto prevede una fornitura periodica con nuova merce, o il pagamento di royalties alla casa madre per ogni articolo commercializzato.

Ex banchieri Tercas nei guai: risarcimento da oltre 350 milioni di euro dovuto alla Popolare di Bari

Il gruppo Tercas nelle mani di Claudio di Gennaro e Antonio Di Matteo aveva compiuto numerose irregolarità e operazioni sospette. Ebbene, la decisione della Banca Popolare di Bari di prendersi sulle spalle e sul bilancio proprio l’istituto teramano ha portato ad una conseguenza principale, ovvero quella di dare il via ad un’azione di responsabilità nei confronti dei due ex amministratori.

Ed è stata un’azione che creerà sicuramente un precedente giurisprudenziale molto importante, visto che Banca Popolare di Bari è riuscita a convincere i giudici del Tribunale dell’Aquila. E gli esiti della causa civile sono davvero storici, al punto tale che potranno essere presi da esempio anche per i vari crac bancari che si sono verificati in questi ultimi anni.

Un maxi risarcimento da oltre 350 milioni di euro: rispettivamente 192 milioni di euro imputati a Di Matteo e 172 milioni di euro a Di Gennaro. E d’altra parte le irregolarità emerse nella gestione di Di Gennaro, vice presidente di Tercas dal 1998 fino al 2010, e quelle commesse da Di Matteo, che ha ricoperto il ruolo di direttore generale dal 2005 al 2010, erano piuttosto evidenti. In particolar modo per quanto riguarda Di Matteo, il Tribunale dell’Aquila ha riscontrato numerose irregolarità nella gestione delle perdite su credito e nelle operazioni riguardanti azioni proprie. Ebbene, è stata notata una gravissima negligenza per quanto concerne la concessione di fidi, nello specifico quelli legati ai gruppi De Gennaro, Isoldi e Di Mario. E i giudici hanno voluto evidenziare anche l’operazione con cui sono stati persi ben 10 milioni di euro con il Gruppo Samorì.

La Popolare di Bari aveva avviato un’azione di responsabilità dopo che nel 2013 l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Teramo, allora in profondissima crisi e commissariata da Bankitalia, aveva pesato e non poco sui conti iscritti a bilancio.

Housers arriva anche in Italia, esordio positivo per la nuova startup fintech

Che sia la volta buona per la crowd-economy per affermarsi anche in Italia? È quello che ovviamente spera il CEO di Housers Italia Giovanni Buono, che ha svelato e snocciolato durante l’evento di presentazione della piattaforma di crowdfunding immobiliare, specializzata nel real estate, alcuni interessanti dati che riguardano questo nuovo fenomeno. Solamente in tre mesi, infatti, questa startup fintech è riuscita ad abbattere il muro dei 4 mila utenti attivi in Italia, gran parte dei quali ha già dimostrato segni di fiducia nei confronti della piattaforma. Come? Con il deposito di fondi e con l’avvio di investimenti in varie città spagnole, come ad esempio Barcellona, Valencia e Madrid, ma pure a Milano.

Proprio nel capoluogo milanese sono stati selezionati fino ad ora quattro immobili: tre sono stati finanziati interamente, mentre uno è ancora in fase di raccolta fondi. Una somma totale stanziata da oltre 1000 utenti che ha praticamente toccato il milione di euro. E Housers si può considerare un’opportunità davvero molto interessante in ambito immobiliare, visto che corrisponde al primo locale commerciale presente in Italia con un contratto di locazione che è già attivo, il che fa diventare l’investimento fin da subito redditizio.

All’evento di presentazione di Housers Italia hanno partecipato diversi esponenti di spicco del mondo della finanza, ma è particolarmente interessante il pensiero di Luca Dondi, CEO di Nomisma, in merito a tale piattaforma di lending crowdfunding. Dondi, infatti, ha sottolineato come Housers consente di accedere al mercato immobiliare anche investendo cifre davvero molto basse e si tratta di un’opportunità da non sottovalutare in una fase in cui gli impieghi alternativi risultano ancora troppo poco redditizi e il comparto immobiliare fa registrare quantomeno dei timidi segnali di ripresa. Le caratteristiche principali di Housers, ovvero partecipazione, semplicità e trasparenza rappresentano senz’altro degli ottimi valori su cui fondare una startup di successo. Quel successo già ottenuto si può considerare davvero un bel biglietto da visita, ma un risultato positivo in Italia dipenderà dalla conoscenza delle peculiarità del mercato nostrano. E, in questo senso, non si può certamente dire che Housers abbia iniziato la sua avventura con il piede sbagliato.

Fatturazione elettronica, gli errori più comuni

La ristrutturazione e la digitalizzazione di un’azienda rappresentano oggi un processo imprescindibile e gettano le basi per creare un’impresa al passo con i tempi, evitando la possibilità di essere spazzati o esclusi dal mercato sempre più diretto verso nuovi modelli di business.

Come funziona la Fatturazione Elettronica

La fatturazione elettronica ha da tempo preso piede e guarda verso il futuro: già da due anni le pubbliche amministrazioni, rispondendo alle linee guida imposte dall’Unione Europea, non possono più ricevere o mettere in pagamento fatture cartacee, rispondendo ad una precisa normativa che non lascia spazio a possibili interpretazioni. Il formato deve essere realizzata nel formato digitale xml, deve essere immutabile e non alterabile, deve essere firmata digitalmente. La conservazione della fattura elettronica, imposta dalla legge, deve essere effettuata in modalità sostitutiva nel formato originale.

È interessante comprendere come il lavoro non sia semplicemente limitato alla scansione in pdf dei documenti cartacei, come molti pensano. Nicolasavino.com, precursore dello specifico settore, spiega nel dettaglio come la Fatturazione elettronica rappresenti uno dei processi più importanti di digitalizzazione e di dematerializzazione da dover introdurre in azienda. Dopo alcune apparizioni su “Il Salvagente” ed essere apparso su alcuni media per la propria competenza, Nicola spiega che il processo di digitalizzazione e dematerializzazione non interessa soltanto le fatture scannerizzate in pdf: in questo modo, il lavoro aumenta e non si riescono ad ottenere i dovuti benefici per la propria azienda, aumentando invece le spese. La digitalizzazione e la dematerializzazione devono invece interessare l’intero processo che governa la fatturazione.

Come risparmiare con la Fatturazione Elettronica: il metodo Savino

Ha dunque introdotto il cosiddetto “Metodo Savino”, che offre tutte le informazioni per applicare una corretta metodologia al processo di digitalizzazione aziendale, grazie all’introduzione di 7 regole ben precise. I vantaggi di una soluzione simile sono molteplici: si resta sicuramente in regola col fisco, evitando ogni possibile sanzione legata ad errori formali e sostanziali sulla conservazione digitale della documentazione; si risparmia denaro ed usura di beni aziendali; si risparmia tempo, garantendo più libertà al personale, grazie all’automatizzazione di alcuni processi. Ricorda: se ti stai limitando ai pdf delle tue fatture, stai già commettendo alcuni gravi errori…

Prima obbligazione senior da cartolarizzazione: Popolare Bari e un grande segnale di fiducia

Un grande segnale di fiducia in un momento in cui il mercato è ancora assolutamente dominato da un insieme di elementi di incertezza. Può sorridere ed essere notevolmente soddisfatta la Banca Popolare di Bari che ha concluso la collocazione di un bond che sfiora i 600 milioni di euro presso degli investitori internazionali. Un’operazione davvero molto positiva per il Gruppo e la sua controllata Cassa di Risparmio di Orvieto. L’obbligazione senior da 597,2 milioni di euro è stata all’interno del ben più ampio processo di cartolarizzazione di mutui residenziali.

È stato direttamente il Gruppo barese a rilanciare la notizia, mettendo in evidenza come l’interesse intorno al bond è stato davvero molto alto, con gli ordini che sono arrivati da ben 23 investitori originari di 8 paesi europei diversi. Tra l’altro, la maggior parte delle adesioni è arrivata in modo particolare dalle banche e dagli asset manager che rientrano nella Comunità Europea, tra cui Regno Unito (24%), Germania (11%) e Benelux (10%). Un’operazione che permette di rafforzare in maniera ancora più netta la posizione di liquidità della Banca Popolare di Bari, che adesso può contare su un’ulteriore spinta in relazione allo sviluppo economico e alla diversificazione delle fonti di funding.

Una transazione fondamentale per il Gruppo di Bari, dal momento che si tratta della prima emissione senior sul mercato, arrivando subito dopo l’operazione di emissione e collocamento di titoli mezzanine e junior in relazione alla cartolarizzazione di NPLs ultimata alla fine dello scorso anno. È stato ovviamente molto importante anche il ruolo di JP Morgan come banca collocatrice, assistendo nell’operazione la Banca Popolare di Bari e la Cassa di Risparmio di Orvieto. Non solo, visto che la società finanziaria con sede a New York ha svolto anche il ruolo di arranger della più ampia operazione di cartolarizzazione di mutui residenziali.

Caos rifiuti a Taranto: Ilva pronta a dimostrare la propria trasparenza

Un presunto traffico illecito di rifiuti che ha coinvolto Ilva, Cementir ed Enel di Taranto. È ciò su cui sta cercando di far luce la Magistratura, con un’indagine condotta dalla Procura di Lecce che ha portato anche al sequestro, rispetto ad Enel Produzione spa, dell’equivalente del profitto ingiusto che avrebbe messo da parte tra settembre 2011 e settembre dello scorso anno. Si tratta di qualcosa come 523 milioni e 326 mila euro. Un’inchiesta che ha portato a ben 31 iscritti nel registro degli indagati, appartenenti a tutte e tre le società che rientrano in questa presunta scorretta gestione di rifiuti.

Per quanto riguarda Ilva, l’accusa è legata alla cessione della loppa d’altoforno alla Cementir di Taranto per la produzione di cemento. Stando agli inquirenti, tale macchinario non rispetterebbe gli standard che sono previsti dalle attuali normative comunitarie. Un’operazione denominata “Araba fenice”, a cui però i commissari straordinari di Ilva, presenti tra gli indagati, hanno voluto rispondere con grande fermezza e sicurezza. Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi hanno diffuso una nota in cui sostengono di aver preso atto dei risultati delle indagini preliminari a cui è giunto il Tribunale di Lecce, a cui viene assicurata la più completa collaborazione.

Ilva, infatti, si mette a disposizione proprio perché è assolutamente fiduciosa che le indagini porteranno a dimostrare come la società abbia operato nel pieno rispetto delle regole a livello comunitario sia per quanto concerne la gestione che lo smaltimento dei rifiuti. Stando alle indagini, infatti, sembra che la loppa d’altoforno che è stata venduta a Cementir Italia di Taranto per la produzione di cemento non soddisfaceva gli standard di legge, visto che presentava al suo interno scarti oppure rifiuti non omogenei, in grado di condizionare la capacità d’uso durante il ciclo produttivo per la creazione del cemento. Ilva, però, è convinta delle proprie ragioni, pronta a collaborare con la giustizia per dimostrare la propria innocenza.

Le ultime Banche Popolari: Bari verso la spa, Sondrio si difende

Un anno di rinvii in attesa delle decisioni delle corti, che è probabile giungano con il 2018. La riforma in spa delle banche popolari con un patrimonio oltre gli otto miliardi, una delle più importanti della legislazione Renzi, è rimasta ferma per alcuni dubbi di costituzionalità. Così, per gli unici due istituti che non hanno fatto il salto, le Popolari di Sondrio e di Bari, è iniziato un lungo periodo di riflessione.

Bloccati anche i piccoli soci, quelli che vorrebbero vendere ed esercitare il diritto di recesso di fronte alla trasformazione della banca popolare in società per azioni. La riforma prevede che il diritto al rimborso delle azioni possa essere limitato e addirittura escluso. A Bari, nel corso del 2016, il titolo ha visto una prima svalutazione da 9,53 a 7,50 euro, ribassato fino a 6,60 – il 12% in meno, limite massimo di scostamento consentito – nelle oscillazioni nel borsino HI-Mtf. Ma il Gruppo guidato dal presidente Marco Jacobini sostiene ormai la necessità del passaggio alla nuova configurazione in spa e prepara il traghettamento dello storico istituto a conduzione familiare, verso un rilancio che passa dalla via del mercato.

I primi passi sono stati compiuti attraverso l’accordo con Cerved per la gestione delle sofferenze e delle inadempienze probabili e con la prima operazione della banca sui mercati capitali: la cartolarizzazione dei mutui ipotecari residenziali, affidata all’esperienza della statunitense JP Morgan.

L’incertezza riguarda anche gli investitori e a Sondrio il fondo anglosassone Amber ha depositato due atti di intervento al Consiglio di Stato e alla Corte costituzionale, attaccando la mossa attendista dei soci storici e la confusione generata dalla sospensione di fatto del diritto di recesso. Il management della Popolare rimane affezionato all’idea di costituire la holding cooperativa dove trasferire il sistema una testa un voto, possibilità negata con forza da Banca d’Italia ma rimessa invece in discussione dallo stop del maggiore organo di giustizia amministrativa.