Parmalat ha reso pubblici oggi i risultati preliminari riguardanti il 2013. Il margine operativo lordo si è aggirato intorno ai 437,2 milioni di euro, per un aumento del 2,8% a tassi di cambio e perimetro costanti. Il gruppo alimentare ha dichiarato di aver difeso la marginalità con adeguamenti dei listini, nonché con un piano di riduzione dei costi e di miglioramento dell’efficienza operativa già statuito nel corso 2012.
Il fatturato è aumentato, a tassi di cambio e perimetro costanti, del 3,7% a €5,35 miliardi. A cambi costanti il fatturato ha registrato un diverso andamento nelle principali aree in cui il gruppo opera: un aumento nelle aree America
Latina e Africa e una leggera diminuzione in Canada, mentre negli USA la variazione è stata positiva.
In Europa è stata fatta registrare una leggera crescita determinata soprattutto dall’ottimo andamento delle vendite in Russia e Romania; in Italia il fatturato è rimasto sostanzialmente stabile.
Per il 2014 Parmalat contempla una crescita del fatturato e dell’Ebitda, a tassi di cambio e perimetro costanti ed escluso l’effetto dell’iperinflazione, del 3%, malgrado i primi due trimestri potrebbero risentire ancora delle difficoltà derivanti dall’andamento dei mercati e del prezzo del latte.
A fare da controaltare a questa notizia positiva ce ne è una, tuttavia, negativa. A seguito delle indagini della procura di Parma, il cda della società di Collecchio si è dimesso in blocco in giornata. Sono questi gli effetti della vicenda legata a Lag, la controllata statunitense di Lactalis, acquistata da Parmalat la scorsa primavera. Si attendono nuovi sviluppi in seguito.