«Non esiste in questo momento nessuna offerta» per Tim Brasil che in ogni caso non è in vendita, tanto che gli investimenti nel Paese sudamericano saranno di 1,2 miliardi di euro nel 2014, che diventano 3,3 miliardi fino al 2016. Così l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, conferma la strategicità del Brasile. «Non ho mai visto una situazione in cui una compagnia che sta per essere chiusa aumenta i propri investimenti», spiega Patuano. «Siamo venuti per parlare con il ministro perchè in questi mesi ci sono state molte speculazioni attorno alla volontà di Tim Brasil, quindi era opportuno che Telecom Italia presentasse al governo brasiliano, in prima persona, la propria posizione», aggiunge l’a.d. che ha avuto anche incontri all’Atalel, l’authority brasiliana delle Tlc.
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Ai prossimi mondiali di calcio in Brasile «verranno utenti da tutto il mondo che sono abituati ad usare una rete di ottima qualità e quindi la rete Tim sarà di ottima qualità», assicura Patuano. Poi smentisce un’altra ipotesi: l’operatore di telefonia fissa Gvt, controllato dalla francese Vivendi, «ha business complementari» con Tim Brasile, ma «non ci sono negoziazioni in corso per una fusione», spiega il numero uno di Telecom Italia.
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Questa presa di posizione dei vertici di Telecom Italia è stata accolta positivamente dalla Borsa, dove il titolo ha chiuso in rialzo dell’1,22% a 0,87 euro anche grazie a un report di JP Morgan che ha alzato il target price da 0,65 proprio a 0,87 euro anche grazie a una visione più ottimista sul business mobile del gruppo, anche se il rating resta comunque ‘neutral’.