A porre l’attenzione sul sistema previdenziale italiano e lanciare un nuovo allarme, dopo Ocse e Corte dei Conti, è l’Eurostat. L’Eurostat punta il dito contro il valore, troppo basso, degli assegni pensionistici rilevando che quasi la metà dei pensionati Inps, il 45,2%, percepisce una pensione inferiore a 1.000 euro al mese.
Secondo il bilancio sociale presentato dall’Inps, circa 7,2 milioni di pensionati percepiscono meno di 1.000 euro, mentre 2,26 milioni non raggiunge nemmeno 500 euro.
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Su 315 miliardi di uscite correnti, 296 miliardi sono rappresentate da prestazioni istituzionali che si suddividono in prestazioni pensionistiche (prestazioni che hanno caratteristica di trasferimento periodico e permanente) e prestazioni non pensionistiche. Oltre ad avere assegni bassi, i pensionati italiani sono i più tartassati di tasse d’Europa.
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Il quadro lo ha fatto Confesercenti che ha preso in esame le pensioni comprese tra 1,5 e 3 volte il trattamento minimo, che corrispondono a un importo lordo tra 9.661 e 19.322 euro all’anno (cioè tra 700 e 1.200 euro netti circa al mese). In questa fascia di reddito, l’irpef (l’imposta sulle persone fisiche, incluse le addizionali) varia tra un minimo del 9,17% per chi guadagna meno e va fino al 20,7% per chi ha un assegno Inps un po’ più alto.
La situazione per l’Italia è spaventosa soprattutto se si tiene conto che in Germania, Francia e Spagna le pensioni sono praticamente esentasse. Bisognerebbe che il governo trovasse ulteriori risorse per aumentare il valore dell’assegno dei pensionati italiani.