Si parla dell’eliminazione della busta arancione e del nuovo emendamento per la gestione dei conti Inps, ma non si fa nulla per ‘rispondere’ al monito della Commissione europea che ha richiamato l’Italia in merito alla differenza di trattamento di anni contributivi necessari per la pensione tra uomini e donne.> Potere acquisto delle famiglie in picchiata
Il solo ‘argomento’ di cui il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, è in grado di parlare è la annullamento della busta arancione, documento che ogni anno lo Stato svedese manda ai propri cittadini per informarli in merito all’assegno pubblico che potranno ricevere una volta in pensione e che non sarà mai inviato ai lavoratori italiani.
Ma secondo quanto spiegato dal ministro del Welfare, Enrico Giovannini, in un’audizione davanti alla commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori “i tecnici di Inps e ministero stanno lavorando a degli applicativi su Internet che consentano alle persone di fare le loro valutazioni”. Ha poi aggiunto: “Busta arancione vuol dire tutto e vuol dire nulla. Io sono sempre stato a favore della trasparenza.
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Ma se busta arancione vuol dire inviare a casa di tutti un foglio con dei numeri non credo faremmo un buon servizio al sistema, vista anche, come l’Ocse dice, la scarsa capacità degli italiani a districarsi tra i numeri”.
È stato inoltre annunciato un emendamento al ddl stabilità per risolvere il problema del bilancio dell’Inps che con l’incorporazione di Inpdap ed Enpals ha avuto il primo disavanzo finanziario e l’aumento del deficit.
L’Inpdap ha un deficit patrimoniale di 10 miliardi e il presidente Inps Mastrapasqua ha chiamato il governo a valutare “l’opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico, coprendo in sostanza il disavanzo Inpdap”.