Si ritorna a parlare di sistema contributivo per l’uscita anticipata dal lavoro e da allargare a tutti, donne e uomini. Fino a quest’anno, il contributivo era valido soltanto per la pensione anticipata delle donne, ma già il ministro Madia qualche tempo fa aveva proposto di ampliare la misura anche agli uomini.
Le idee allo studio del governo per una pensione anticipata e flessibile che cambi i requisiti della legge Fornero sarebbero due: prestito pensionistico e sistema contributivo. Bisognerà aspettare la prossima Legge di Stabilità di ottobre.
Il prestito pensionistico prevede che potrebbero andare in pensione prima i lavoratori cui mancano due anni al raggiungimento dei 66 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia o 42 anni e 6 mesi per la pensione anticipata, in base ai criteri fissati dalla legge Fornero, con un assegno anticipato che si riceverebbe dall’Inps, che con lo Stato continuerebbe in ogni modo a pagare i contributi al lavoratore ormai in pensione, e piccoli prelievi che sarebbero applicati sull’assegno per ridare quanto erogato in anticipo.
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Si parla di una restituzione che dovrebe avvenire in 10 o 15 anni l’assegno mensile con trattenute mensili del 5-8% fino alla restituzione completa del prestito iniziale. Si potrebbe anche muoversi sulla strada del sistema contributivo per tutti i lavoratori, uomini e donne, pubblici e privati, che potrebbero scegliere di lasciare l’impiego, volontariamente, a 57 anni i dipendenti e a 58 anni gli autonomi, tutti con 35 anni di contributi, e un assegno conteggiato con il metodo contributivo e non retributivo in base all’ultimo stipendio, il che porterebbe a ricevere ogni mese un assegno ridotto.