La Banca centrale Europea (Bce) nel suo bollettino mensile ha affermato che finora l’Italia “non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomanndazione Ue di ridurre il deficit, rimasto al 3% l’anno scorso contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. L’Europa continua quindi a tenere sotto controllo l’economia del nostro Paese e a fornire delle raccomdazioni.
All’Italia si chiedono uleriori sforzi, ma la linea politica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi non è solo di austerity, ma anche di abbassare la pressione fiscale e restituire qualcosa ai lavoratori in termini di tasse come attraverso il taglio del cuneo fiscale.
Un progetto che Angela Merkel ha detto essere ambizioso e che quindi non ha trovato ostacoli in Europa, e neanche in Italia visto che i sindacati hanno approvato le riforme proposte.
► Bce, la crescita va come previsto. Pericolo deflazione si allontana
Per quanto concerne l’economia dell’Europa, la Bce si aspetta che in zona euro l’inflazione “nei prossimi mesi si attesti in prossimità dei livelli attuali”, per aumentare gradualmente verso il 2%. Nel 2014 la Bce si aspetta un’inflazione all’1%, nel 2015 all’1,3% e nel 2016 all’1,5%. Le precedenti stime indicavano l’1,1% per il 2014 e l’1,3% per il 2015. La questione dell’inflazione bassa, e della deflazione anche se al momento non ci sono elementi per parlare di questo rischio, è in questo periodo uno degli aspetti più problematici dell’economia in Europa. I rischi della bassa inflazione sono più ati di quelli dell’inflazione alta, visto che la stima di base del 2% è un parametro di riferimento.
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