Qualche giorno fa, i dati Istat e quelli del Ministero dell’Economia mostravano l’aumento nel 2013 della pressione fiscale. Oggi, il Centro Studi di Confcommercio ha mostrato uno studio, basato sulla rielaborazione di quei dati, che specifica come e di quanto sia aumentata.
► Confcommercio giudica insostenibile il peso del fisco
Secondo il Centro Studi di Confcommercio, l’aumento del prelievo fiscale attraverso imposte e contributi è quantificabile nel 2013 in circa 1,6 miliardi di euro in un anno. Sempre nel rapporto 2012-2013, il Pil nominale è in ribasso per oltre 8,7 miliardi di euro. Il rapporto esprime quindi un’aumento della pressione fiscale nel 2013 dello 0,3%, dal 44% del 2012 al 44,3% dello scorso anno.
► Per Confcommercio c’è “allarme tasse”
Questo studio risponde alle notizie di una riduzione delle tasse uscite qualche giorno fa e parla invece di aumento del carico fiscale in proporzione al Pil.
Niente riduzione delle tasse, quindi, ma record della pressione fiscale. Per gli economisti del Centro Studi di Confcommercio “Non c’e’ stato affatto l’avvio di un percorso di riduzione della fiscale e si è assistito, invece, a parziali effetti redistributivi che modificano il mix del gettito tra le diverse categorie di contribuenti”.
Per Confcommercio una pressione fiscale così alta ostacola la crescita economica. L’associazione dei commercianti propone maggiore coraggio e decisioni più incisive volte a tagliare la spesa pubblica. Si chiede una politica fiscale diversa basata sulla riduzione degli oneri fiscali che influenzano la produzione. Il primo punto riguarda le tasse sul lavoro da abbassare per permettere una crescita economica seria.
Per Confcommercio, il governo dovrebbe avere come obiettivo principale quello della riduzione delle tasse per rilanciare le orze produttive del Paese.