Negli Usa gli occupati sono aumentati soltanto di 74 mila unità a dicembre, il rialzo più modesto dal gennaio del 2011. Gli analisti attendevano un aumento di 196 mila unità. A novembre l’aumento degli occupati è rivisto al rialzo da +203 mila a +241 mila e ad ottobre resta fermo a +200 mila unità.
> I buoni dati macro economici Usa, spingono il tapering a marzo
Il tasso di disoccupazione è invece passato dal 7% al 6,7%, il minimo dall’ottobre 2008. Gli analisti avevano stimato che restasse fermo al 7%.
Stando agli esperti il freddo di dicembre e quindi un motivo passeggero avrebbe avuto una forte influenza nel determinare il basso livello delle assunzioni, cresciute ai minimi da tre anni. A riprova di ciò ci sarebbe la rivalutazione al rialzo del numero degli occupati di novembre. Nel mese di dicembre le assunzioni nel settore privato sono aumentate di 87 mila unità, mentre per la prima vota da maggio calano di 16 mila unità gli addetti nell’edilizia. scendono di 12 mila unità anche gli occupati nell’informazione e di 13 mila gli addetti del settore governativo. In aumento di 90 mila unità gli occupati nei servizi alla produzione e di 55 mila unità quelli nel commercio al dettaglio.
> Richieste sussidi disoccupazione Usa, in discesa
Dopo la pubblicazione del rapporto del lavoro di dicembre i future hanno invertito nettamente rotta passando in negativo. Il dato di novembre è stato rivisto al rialzo attestandosi sopra quota 200.000 confermando il trend che si era visto già a ottobre. Alla fine, i mercati sembrano aver preso il labour market report di venerdi “con beneficio di inventario”. Il maggiore impatto è stato registrato sui treasury bonds, dove attese di un report forte avevano prodotto un posizionamento alquanto difensivo. Marginale l’impatto sul cambio mentre Wall Street ha chiuso sui livelli pre-dato.