Nonostante le ventate di ottimismo circolate, anche da parte del Governo, in questi ultimi tempi le cifre impietose dell’ economia ancora tengono l’ Italia allo scacco. A rivelarle è, ad esempio, l’ Istat, che diffonde i dati relativi all’ andamento del Prodotto Interno Lordo italiano nel secondo trimestre 2013, quello che va da aprile a giugno 2013.
> Si stabilizza il calo dei consumi a luglio 2013
Se il PIL europeo ha fatto registrare una piccola ripresa proprio in questi ultimi mesi, pari allo 0,3%, la stessa cosa non si può dire per quello italiano, che nel periodo in questione diminuisce dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% rispetto ai risultati che si erano potuti registrare per il 2012.
> Anche per l’Eurostat l’Eurozona è fuori dalla recessione
In questo modo, dunque, l’ Istat è costretta a correggere le stime e le previsioni che erano state diffuse nel mese di agosto e a ritoccare la variazione acquisita dal PIL per il 2013, che raggiunge -1,8%.
A questi dati poco confortanti del PIL, che testimoniano l’ ottavo calo consecutivo per l’ economia italiana, bisogna aggiungere quelli relativi ai consumi, anch’ essi analizzati dall’ Istat e risultati in calo su base tendenziale del 3,3%.
Parlando di settori economici, invece, se nel secondo trimestre del 2013 il calo del comparto industriale sembra essersi un poco attenuato, cali ancora più macroscopici sia di tipo congiunturale che di tipo tendenziale continuano nel settore delle costruzioni e in quello dell’ agricoltura.
Le altre economie sviluppate che trainano il gruppo dei Paesi che producono ricchezza sono invece il Regno Unito, la Germania e il Giappone.