Il nuovo redditometro o redditest che dir si voglia, è chiamato a scandagliare nelle spese e nei redditi effettuati e dichiarati dall’anno d’imposta 2009 ma la novità sta proprio nelle nuove voci che l’Erario ha messo nel paniere. Negli anni, infatti, anche se si parla soltanto di tre annualità, molto è cambiato.
Il funzionamento del nuovo redditometro non si discosta molto dal precedente modello visto che l’obiettivo resta quello d’individuare i contribuenti che dichiarano redditi di una certa entità e poi spendono troppo o poco. Nel momento in cui ci sono più spese di quelle che realmente sarebbero sostenibili, il Fisco è pronto ad intervenire.
Ma di quali spese si tratta? All’inizio, nel 1992, le voci di spesa considerate erano riducibili ad aerei, imbarcazioni, immobili e autoveicoli. In pratica un nullatenente non poteva avere uno yatch parcheggiato nel porticciolo di casa. Dopo vent’anni, i natanti restano come gli altri beni di lusso, ma si va a considerare anche la sfera degli hobby.
Le utenze, i cavalli o la collezione di francobolli, non possono essere trascurati dal fisco e dove non si possa ricostruire il valore effettivo delle spese, si partirà dalla spesa media calcolata dall’Istat per ciascuna delle 11 tipologie di famigliari.
Le spese che finiranno sotto la lente d’ingrandimento del fisco sono quelle per le riparazioni dei veicoli, i consumi e gli investimenti. In quest’ultima area rientrano siano i beni mobili ed immobili dichiarati, sia le polizze assicurative i contributi volontari, i titoli azionari o le spese per oggetti d’arte e di antiquariato.