Il Garante delle Pmi, nella sua Relazione annuale al presidente del Consiglio ha indicato priorità d’intervento che vanno dalle tasse alla semplificazione burocratica, dal credito alla promozione del Made in Italy, all’innovazione. «In cima alla lista nell’agenda delle priorità per il 2014 si pone il tema del fisco. Nel 2013 – scrive il Garante, Giuseppe Tripoli – la pressione fiscale ha toccato la quota record del 44,3% del Pil e nell’ultimo Rapporto della Banca mondiale l’indicatore sulla tassazione è in assoluto quello peggiore, che vede l’Italia posizionata al 138/mo posto nella classifica di 189 paesi al mondo, perdendo 3 posizioni».
> In calo i prestiti alle Pmi e in aumento quelli ai grossi gruppi
Perplessità anche sulla complessità dei numerosi adempimenti che gravano sulle imprese. «Adempimenti più numerosi e più costosi che negli altri paesi concorrenti; incrementando i costi e le inefficienze per il mondo produttivo si finisce per abbassare la fiducia degli investitori, per cui diventa sempre più urgente accelerare e rafforzare il percorso avviato delle semplificazioni».
> Pmi: gli imprenditori non conoscono i benefici fiscali
Dai dati Promo PA, la spesa media delle micro e piccole imprese a causa degli adempimenti burocratici sfiora i 12 mila euro all’anno, pari in media al 7,4% del fatturato, con un onere di 30 giornate/uomo, che arriva a 37 se si tratta di imprese industriali. Stando ai dati della Banca Mondiale, in Italia per gli adempimenti fiscali le società utilizzano 269 ore l’anno contro le 179 ore impiegate in media da un’impresa europea; inoltre le imprese italiane devono eseguire 15 pagamenti rispetto ai 13 della media europea. Altra causa di massima debolezza è l’accesso al credito e la forte dipendenza delle Pmi dalle banche.