I dati parlano chiaro: negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un aumento “esponenziale” della produzione agroalimentare, benché l’ascesa sia stata in qualche modo non uniforme e talvolta poco sostenibile. Adesso gli analisti dicono che si è giunti ad una fase di rottura quindi ci sarà un’inversione di tendenza.
Entro il 2021 la produzione agroalimentare nel mondo è destinata a rallentare. Un dato che impone delle scelte politiche molto nette: occorre infatti che i paesi favoriscano gli investimenti delle aziende in alcune zone del mondo che dal punto di vista agricolo sono rimaste inesplorate.
La FAO, nella presentazione del suo Rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2012, ha spiegato che gli investimenti delle aziende hanno un duplice obiettivo, da un lato quello di ridurre la game nel mondo e dall’altra quello di essere sostenibili nel lungo periodo quindi sostenibili a livello ambientale.
Gli investitori, quelli che scommettono sul settore produttivo, a questo punto vogliono conoscere i dati presentati dal rapporto FAO: si stima che entro il 2021 ci sarà una riduzione della produzione agricola mondiale pari all’1,7 per cento che è meglio del trend del 2,6 per cento registrato negli ultimi 10 anni.
Peccato che lo sviluppo sia stato un po’ disordinato e quindi ci siano paesi in cui la produzione agricola è aumentata anche del 50 o del 70 per cento come Brasile e America Latina e paesi in cui la crescita è stata contenuta sotto il 10 per cento.