L’obiettivo è ben preciso: diminuire il cuneo fiscale, l’alta tassazione sul lavoro è fondamentale al fine di incentivare le persone a lavorare tanto in termini di partecipazione al lavoro, che in termini di domanda di lavoro. Un obiettivo fissato dall’Ocse all’intera Europa. Obiettivo che non può non riguardare l’Italia.
Ciò alla luce delle prime anticipazioni sul programma del nuovo Governo con alla guida Matteo Renzi, si configura come una priorità per ridurre la pressione fiscale e riformare il fisco stesso. Il Premier incaricato vuole affrontare il tema a partire da maggio, e lo ha fatto presente sin da subito a Napolitano.
Il taglio del cuneo presenta due vie: per imprese e professionisti si mira a una riduzione dell’ingombrante peso dell’Irap che oggi grava sul costo del lavoro, sugli interessi passivi anche per chi è in perdita e sul valore della produzione.
Tagliare del 10% il tributo regionale potrebbe ridurre la tassazione di quasi 2,5 miliardi. Per le imprese il taglio del cuneo fiscale passa anche per il ‘jobs act’ ovvero per la defiscalizzazione delle nuove assunzioni.
Nel frattempo, per i lavoratori si guarda alle detrazioni o alle aliquote Irpef. Nel contempo, faranno la differenza le risorse disponibili.
Mediante una riscrittura della curva dell’Irpef sulle detrazioni da lavoro dipendente si proverà a potenziare l’intervento dell’ultima legge di stabilità principalmente sui redditi più bassi così da elevare l’effetto ridistributivo delle risorse.
Nel contempo, il Governo Renzi è pronto ad aprire altri dossier. Per reperire nuove risorse potrebbe giungere ance l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. La delega fiscale, invece, necessita di un ‘ok’ istantaneo per spianare la strada.