Entro il 31 dicembre dovrà essere approvato il disegno di legge per l’abolizione delle Province. Il disegno di legge dovrebbe rielaborare l’assetto istituzionale. Fondamentali le modifiche alle norme che regoleranno le Città metropolitane, gli organi intermedi tra Comune e Regione che prenderanno il posto delle Province, ma solo nelle aree che ne avranno i requisiti.
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Il ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, qualche giorno fa, ha spiegato: “Sull’abolizione, stiamo procedendo, stiamo per affrontare la discussione nella commissione affari costituzionali della Camera. L’idea è quella di ridurre le varie materie di competenza oggi assegnate alle Province. E, parallelamente al testo in esame alla Camera, ci sarà un disegno di legge per una modifica costituzionale che verrà presentato entro l’anno”.
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Ha precisato che: “A maggio non si voterà più per le Province perchè nel frattempo saranno diventate enti di secondo grado. Non verranno cioè eletti dai cittadini e non ci sarà bisogno di votare per le Province. Faranno parte delle Province “i sindaci dei Comuni del territorio, che tutti assieme formeranno un’assemblea in seno alla quale verrà scelto il nuovo presidente a costo zero. Saranno cioè i sindaci a scegliere il presidente, non più i cittadini. Si tratta di una riforma molto importante”.
Con l’abolizione delle Province, sarebbero circa Sono 56mila i lavoratori degli enti provinciali a rischio.
È stato firmato dal governo un protocollo d’intesa con i sindacati che prevede un piano di assorbimento delle risorse. Il patto prevede l’ individuazione di eventuali posti disponibili per gli esuberi che si verranno a creare. Il ministro ha assicurato che i dipendenti delle Province “passeranno ai Comuni o alle Regioni”.