Anche nel 2016 ci sarà la possibilità di sottoscrivere un contratto a progetto ma soltanto in alcuni casi specifici perché di regola questo tipo di contratto di lavoro, considerato precario, è stato mandato in pensione dal Jobs Act. Vediamo allora i casi in cui i datori di lavoro potranno ancora avvalersene. Una collaborazione a progetto che abbia determinate caratteristiche, ovvero che consista in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro, non potrà più essere utilizzata.
Il Jobs Act ha mandato in pensione questo contratto e per il 2016 ha detto che sarà utilizzato soltanto in 4 casi particolari, in tutte le altre situazioni che non possono essere comprese tra quelle in elenco, il contratto a progetto dovrà essere sostituito da un contratto da dipendente. Ecco i 4 casi in cui si potrà ancora usare:
- collaborazioni a progetto prestate nell’esercizio di professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali;
- collaborazioni a progetto avallati dagli accordi collettivi stipulati dalle confederazioni sindacali che definiscono il trattamento economico e normativo, in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore;
- collaborazioni a progetto prestate nell’esercizio della loro funzione dai componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società e dai partecipanti a collegi e commissioni;
- contratti a progetto resi a fini istituzionali in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal C.O.N.I. come individuati e disciplinati dall’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289.