La Banca centrale europea è attesa al varco dagli analisti. Pochi si attendono, però, che durante la riunione novembrina che si terrà domani venga deciso qualcosa di nuovo. L’inflazione rimane comunque l’obiettivo primario.C’è carenza di elementi innovativi tali da far cambiare rotta alla politica monetaria. Nel contempo, gli acquisti di Abs e Covered bond sono due manovre lanciate e sono ancora all’inizio del loro iter.
Ma fino a questo momento, quello che è a tutti gli effetti un quantitative easing in formato ridotto non ha prodotto molti risultati. A ottobre partiranno gli acquisti degli Abs, mentre per il momento sono partiti gli acquisti delle obbligazioni garantite con un rilevamento pari a 4,8 miliardi di titoli durante le prime due settimane di ottobre.Per molti analisti si tratta di un ritmo troppo rapido. Tuttavia, il bilancio della Bce, che secondo le indicazioni di Draghi dovrebbe giungere a 3mila miliardi, è a quota 2.052 miliardi, secondo i dati di inizio ottobre, ed è comunque inferiore a quelli di luglio. Tutto questo nonostante un’operazione di liquidità a lungo termine destinata ai prestiti (la prima Tltro di settembre) e una rivisitazione del parere sulle riserve valutarie.Mediamente, gli istituti di credito stanno restituendo all’istituto di Francoforte liquidità per 5,3 miliardi la settimana: in assenza di altri fattori (gli effetti delle aste di liquidità) occorrono acquisti di dimensioni analoghe solo per mantenere il bilancio a livelli costanti.Gli addetti ai lavori non hanno dubbi:
Non sarà questa lentezza del bilancio a convincere i governatori europei, peraltro divisi al loro interno. Tra i contrari, soprattutto, siede Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank il quale, sostenuto dal suo governo, fa sentire forte la sua voce: a favore in astratto di nuove misure, e persino di un quantitative easing, non le ritiene opportune adesso. La situazione economica di Eurolandia, e quella della Germania, fa, però, fatica a migliorare.