Il sistema dei trasporti pubblici ha più di 1700 società partecipate dagli enti locali, sottrae allo Stato 5 miliardi l’anno e lascia tutti scontenti. E si spende più degli altri Paesi europei.
Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha toccato uno dei punti cruciali dell’ argomento: «Le Ferrovie possono svolgere un ruolo importante nella razionalizzazione del trasporto pubblico locale, ma non possono essere utilizzate per ripianare i bilanci delle tante aziende locali in crisi». I contratti di servizio non vanno. Stando ai numeri del commissario per la spending review Carlo Cottarelli in Europa i biglietti pagati dai viaggiatori coprono il 50-60% della spesa tenuta dall’azienda di trasporto per regolare il servizio. In Italia la copertura si ferma al 22%. Bisognerebbe più che raddoppiare le tariffe. Il che significa provocare una rivoluzione.
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Secondo Cottarelli sono due le strade da seguire per rendere più efficiente il trasporto: sfoltire le poltrone e l’apparato delle partecipate locali, anche attraverso fusioni tra società diverse. Ancora Lupi: «Ci sono Comuni che hanno quattro o cinque aziende, e alla luce degli sprechi che comporta questa situazione è evidentemente necessaria una razionalizzazione con l’accorpamento di queste aziende».
La seconda strada: «aumentare le tariffe». La documentazione di Cottarelli lo dice chiaramente. Cosa che sarà complicatissima quella in cui si ottenga di migliorare il servizio, ma se dovesse iniziare l’ ottimizzazione delle linee, del taglio dei rami secchi e via risparmiando. Tagliare e ottimizzare nello stesso tempo sembra essere un’ utopia, tuttavia è evidente che un intervento è più che necessario.