Si fa un gran parlare di Bce, di Mario Draghi e di quantitative easing. Sicuramente, questo è uno dei ‘trend topic’ delle ultime settimane. Settimane calde dal punto di vista della politica monetaria in Europa.
Ma quella di Mario Draghi è la scelta giusta? Perché il governatore della Bce la sta proponendo con insistenza? L’obiettivo è quello di portare i tassi reali ad essere negativi. Ma è un obiettivo così importante? Se si, perché? Solo quando i tassi reali sono negativi la gente inizia a spendere e gli imprenditori iniziano ad investire. Diversamente la ricchezza rischia di depauperarsi.
Dunque, il primo obiettivo di Draghi è quello di generare un minimo di inflazione. Questa è la maniera attraverso la quale i consumatori torneranno a consumare e gli imprenditori a investire senza tenere risorse presso i loro conti in banca.
Ma pensare che la banca centrale si faccia carico di tutto questo è sbagliato. Oggi la Bce mette la liquidità creando un minimo di asset inflation. Domani la liquidità verrà tolta e si tornerà al punto di partenza. Per far si che non succeda questo, Draghi ha pensato di predisporre le sue carte in modo da assumersi le sue responsabilità, sperando che i governi facciano la loro parte. Quale? Fare riforme.
Intanto crescono le divergenze tra le politiche monetarie di Fed e Bce. Draghi ha dichiarato in tutti i modi possibili che desidera evitare il rischio di deflazione. Il principale problema della deflazione è il suo impatto sui salari. I lavoratori vantano meno potere contrattuale, non riescono ad acquistare quello che desiderano e fanno fatica ad avere una visuale prospettica del futuro.
Inoltre, si fa molta fatica ad assorbire i nuovi lavoratori che devono entrare sul mercato. Aspettiamoci, dunque, un 2015 fatto di mosse molto aggressive da parte della Bce. A partire dal quantitative easing.