La Cgia di Mestre ha calcolato che per un’azienda con 100.000 euro di proventi annui, con il Pos, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull’incasso, dovrà sopportare una spesa media annua di 1.200 euro. I calcoli della Cgia di Mestre, si rifà alla norma che stabilisce che a iniziare dal prossimo 30 giugno, le imprese e i lavoratori autonomi dovranno accettare i pagamenti superiori ai 30 euro anche per mezzo delle carte di debito. Oltre a questo, il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, dice che “gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami, gli antennisti i manutentori di caldaie, nonché i loro dipendenti e collaboratori, spesso si recano singolarmente presso la dimora o l’immobile del committente. Questo comporta che ciascun dipendente e collaboratore dovrà essere dotato di un Pos”.
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Bortolussi mette in risalto che “la norma non fa distinzioni, e si rivolge a tutte le imprese che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi. Mentre nella relazione illustrativa alla norma si precisava che l’obbligo riguarda solo i soggetti che svolgono la loro attività verso i privati, nel testo finale della legge non vi è traccia di questa limitazione”. Inoltre la norma è stata molto contestata da varie categorie di professionisti, con l’Ordine degli architetti che è arrivato al Tar, ma non prevede sanzioni per chi non si adatterà all’obbligo, motivo per cui alcuni in realtà non lo prendono proprio in considerazione.
Per il segretario della Cgia, in ogni caso “una interpretazione letterale” della norma “consente di affermare che sono obbligati a dotarsi di Pos anche coloro che effettuano un’attività verso altri imprenditori o lavoratori autonomi”.